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mercoledì 28 dicembre 2011

Piccoli maschi crescono

Più conosco il mio primogenito e più, a dire la verità, non so se vorrei essere sua amica in un'ipotetica vita in cui non sono sua madre.
E' un tipo, come dire, un po' voltagabbana, tanto per usare un eufemismo.
Per esempio il modo in cui ha trattato il povero albero di natale è degno di nota.
Abbiamo addobbato il nuovissimo albero in plastica con tutti i crismi e gli ameniccoli del caso. Ha voluto personalmente appendere tutte le 150 palline con le sue manine; ha infilato il puntale qualcosa come 15 volte prima di essere soddisfatto.
Poi ha messo le luci. Ha variato la frequenza e il tipo di illuminazione dei led una ventina di volte. Ogni giorno accendeva le luci e guardava il "suo" albero con occhi luccicanti mormorando tra sè "ttale, ttale, bello ttale" (ah, Natale! Che bello il Natale).
Ogni sera spegneva le luci dell'albero prima di andare a dormire e accarezzava la pallina rossa, quella più grande, augurandogli la buona notte. Quando il Ciccionetto leccava le palline fino a scolorirle (ehm!) oppure ciucciava i led delle luci senza ritegno lo redarguiva aspramente e rimetteva al loro posto gli addobbi, con una carezza.
Eppure.
Dopo 19 giorni di albero io e l'inge, stremati dall'ingombrante presenza (e preoccupati per la lingua pericolosamente sbarluccicante del Ciccionetto) abbiamo deciso di disfarlo.
Abbiamo vigliaccamente approfittato di un sonnellino del Topolo per smontare l'accrocchio e riportare il salotto alla disposizione originaria.
Il tutto di fretta e con il terrore timore che al suo risveglio il nostro principino avrebbe scatenato l'inferno e preteso la ricostruzione dell'addobbato arbusto.
Mbè. 
Non ci crederete ma sono 3 giorni che l'albero non c'è più e non se n'è neanche accorto. Non una parola, un cenno, un segno di riconoscimento, una lacrima, una protesta.
Niente.
I casi sono due: o ho in casa un attore nato oppure è assolutamente, totalmente, inguaribilmente infedele.
Voi che ne pensate?

martedì 27 dicembre 2011

Vivi alla meta

L'anno scorso l'avevamo giurato: "Mai più ci sposteremo noi nella tre giorni natalizia!"
Mai più 430 km in meno di 72 ore, mai più in giro come bertuele tra il 24 e il 26 dicembre, ecchecavolo, che si spostino un po' anche loro!
Poi l'inge non si sa nè come nè quando si è scordato questi bei propositi e un giorno di dicembre ha promesso a Nonna Charles che il 25 saremmo andati da lei. Considerato che avevamo già promesso il 24 a Nonno Flemma e il 26 a YP...
Insomma: anche quest anno 430 km in 72 ore, un totale di 19 portate spalmate in 10 ore seduti a tavola, la bellezza di almeno una decina di brindisi, innumerevoli fette di pandoro, pandolce, panettone, senza contare torroni, torroncini, cioccolatini, noccioline, fichi, pistacchi e compagnia sgranocchiando.
Però siamo vivi.
E siamo in grado di decretare il vincitore del triathlon natalizio con la portata più strepitosa, più buona, più originale e meglio riuscita di tutto il 2011:
and the winner is... NONNA BARETTO con il Cappon Magro!!!
Come vedete dalla foto è un piatto complesso e articolato anzichenò.
Per la ricetta vi rimando qui.
Se volete assaggiarlo... bè, dovete fare un salto dalle nostre parti (ammesso che qualcuno abbia il tempo e la forza di prepararvelo) e allestire un bel po' di spazio nella pancia ;)
Cara Nonna Baretto, questa volta ti sei superata, grazie!

sabato 24 dicembre 2011

Tanti Auguri

Chiudo per tour gastronomico- natalizio.
Ci vediamo fra qualche giorno!
Tanti auguri a tutti, passatevela bene.

venerdì 23 dicembre 2011

E recita fu. E io pure fu.

Topolino bello, lo so. Ti hanno messo la coroncina dorata in testa e il tessuto - non tessuto che serve ad avvolgere le piante d'inverno ma a te doveva farti sembrare un angioletto e invece sembravi una meringa sciolta.
Lo so. Che tu tu detesti cantare e stare in fila e stare fermo e invece dovevi cantare e stare in fila e stare fermo.
Lo so. Che infatti non ci sei stato e te ne sei andato in giro per la sala quando tutti cantavano e stavano fermi e in fila e tu invece volevi vedere chi c'era dietro al teatro dei burattini.
Lo so. Che tu avevi fame e sete e c'era un caldo boia e non ti hanno dato da bere e neppure la merenda perchè "tanto poi dopo c'è la festa  e mangerà quello che vuole".
Lo so. Che tu avevi sonno, ed eri stanco e mi cercavi con gli occhi ma mi hanno impedito di salutarti perchè "piccolo com'è poi scoppia a piangere appena ti vede".
Lo so, che finalmente quando mi hai visto mi sei corso incontro e non hai nemmeno voluto cantare Jingle Bells in inglese e ho dovuto portarti fuori al gelo e darti da bere perchè stavi collassando di caldo e sete.
Questa si chiama recita e la dovrai fare per tanti, tanti anni ancora.
Io le so tutte queste cose, ma ti volevo dire che eri bellissimo vestito da angioletto e adorabile quando facevi finta di cantare e fortissimo quando te ne andavi in giro con l'aria di chi ha di meglio da fare che stare lì impecorato a belare robe natalizie.
Sei proprio il mio bimbo strepitoso. Anche a Natale.
Ti voglio bene nanetto.

mercoledì 21 dicembre 2011

La donna del mistero

Nonna Charles  è una bravissima persona: generosa, altruista, sempre pronta a dare una mano, a lottare contro le ingiustizie e a difendere i più deboli.
Pur tuttavia è veramente, decisamente, inesorabiilmente svaporata. Non un pochino svampita, come dice sorridendo l'inge, no, totalmente svaporata.
Quando squilla il telefono, immancabilmente alle 18:00, mi vengono i sudori freddi: cosa mi chiederà questa volta? di cosa parleremo?
Alzo la cornetta e mi metto in collegamento con Charles, che per potrebbe anche essere aborigena, tanto è incomprensibile quello che mi dice:
- Pronto, ciao, sono io, Charles, ho chiamato prima, ma non c'eravate!
- Ero a prendere Gabriele a sc...
- Allora mi sono detta, stai tranquilla, non cedere al panico, riprova fra poco
- Ti dicevo, che ero a scuola a pr...
- No, perchè sei sempre a casa, mi sono agitata moltissimo, però ora che ci sei non sono più nel panico!
- Comunque ho sempre dietro il cellulare, puoi chiamarmi quando vuoi
- Prima di arrivare al cellulare bisogna richiamare a casa, anche se si è nel panico! Non si chiamano così i cellulari!
- Ah, beh, ecco, io lo uso abbastanza sp...
- Come stanno i bambini?
- Stanno abbastanza b....
- Dormite di notte?
- Mah... insomma... c'è Leo che sta mett...
- Coraggio! Resistete! Vi ho preparato un panettone!
- Ah! Gr...
- Però ci ho messo i pinoli
- Hai fatto benissimo
- No, te lo dico, per Gabriele, sai...
- ??????
- E' allergico!
- Ma, veramente, una sola volta quando aveva 8 mesi...
- Io te lo dico! Ci ho messo i pinoli!
- Va bene... come v....
- Oggi zio Pane ha fatto il secondo colloquio con quella ditta!
- Ah bene! Allora lo assumono?
- Era bellissimo! Gliel'ho detto! Stai benissimo con il completo grigio!
- Sì, immagino, ma lo prend...
- Guarda, era proprio bello, ora ti saluto!
- Vuoi parlare con l'ing...
CLICK
Ogni giorno è così. Io resto col telefono in mano e l'inge che mi guarda e chiede: cos'ha detto? Come sta?
BOH!!!

domenica 18 dicembre 2011

Delirio di Onnipotenza

Pillole di Topolo:

- Nano, ma tu sei un maschio o una femmina?
- NO!
- Come "no", ma che vuol dire, tu sei un bimbo o una bimba?
- NO!
- Uhm vediamo... allora, tu sei un maschio come papà o una femmina come la mamma?
- Io BBlele... Io IO IOOOO (io sono io, gabriele, sono un genere a sè, altro che maschio o femmina, tsè!).
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- Gabri, quando viene Natale?
- NO!
- (uhhhh... ci risiamo!) Dicevo, tu lo sai quando è Natale?
- IO 'TTALE!!! No vene... IO TTale! (che domande, mamma, sono io il Natale, non mi vedi? Non devo venire, sono già qui!)
------
Ieri entriamo al bar del paese, quello solito, dove conosco tutti e tutti ci conoscono (e meno male):
- Ggionno, shignoa, io shucco! io shedo, gasshie, tu potta, shucco nasshe! (Buongiorno signora, io prendo un succo d'ananas. Ecco, mi siedo qui, me lo porta lei? Grazie)
Ed effettivamente si siede e aspetta, tra le risate degli astanti. E babbè, accattiamo 'sto succo d'ananas.

Poi andiamo al mercato e lui corre verso Kevin, il signore che vende i pesci:
- Ggionno, io peshi! (buongiorno, io prendo un pesce!)
- Ehm, Gabri, guarda che oggi non mangiamo pesce...
- IO PESHE!!!! Ecco!!! tuffa la mano nella vasca del baccalà sotto sale, che è giusto alla sua altezza, afferra una coda e comincia a leccarla! Non pago, si ingoia pure una manciata di sale grosso al gusto di baccalà. E sono solo le 10 di mattina.

A volte penso che se mai nella vita avessi mostrato la sua intraprendenza a quest'ora sarei imperatrice dell'universo.

mercoledì 14 dicembre 2011

Di pesci e Acquario

Tutto è cominciato l'estate scorsa con il traghetto che ci ha portato nella piccola isola di vacanza: il Topolo è impazzito. La vista del traghetto che "apriva" la bocca- prua per fare entrare le macchine nella sua "pancia" e poi chiudeva la bocca e se ne andava per mare era uno spettacolo emozionante. Il Topolo era letteralmente sopraffatto dall'entusiasmo, tutto il molo riecheggiava delle sue urla di felicità:
- "Mamma!!! Bocca! Mave! Ma'khne! VRRRR!!! Mave! Accia!!! Io va? Eh? Io va mave?!" (mamma, la nave ha la bocca! guarda, entrano le macchine! e poi va! E io? Io ci vado nella nave?!).
Tutta la vacanza al mare è stata una lunga attesa nanesca per il giorno del rientro, in cui avremmo preso un altro traghetto.
Poi, una volta rientrati, è stata la volta dei pesci: il banco pescheria della Coop da allora viene "scalato" regolarmente con l'unico obiettivo di toccare il ghiaccio e i pesci che vi sono dentro.
L'ho anche beccato, una volta che mi ero allontanata per prendere delle mozzarelle, sdraiato sotto il banco dei pesci, a pancia in giù sulla grata di scolo, che tentava un'intrusione da sotto :(
Poi è stata la volta della scuola materna che, chissà perchè, tiene un grosso acquario nello stanzone dove giocano i bimbi. Decisamente un'ottima idea! Il Topolo, allettato dai pesci si fiondava letteralmente a scuola tutte le mattine.
Poi è stata la volta di Nemo: visto che ama tanto pesci e barche, perchè non fargli conoscere il tenero pesce pagliaccio che finisce nell'acquario? Nemo è stato un successo, l'abbiamo visto tutti i giorni, una volta al giorno, per 37 giorni consecutivi. Se ci fosse ancora Mike Bongiorno mi candiderei con l'argomento "Alla ricerca di Nemo", non ce ne sarebbe per nessuno.
Visto tutto ciò abbiamo avuto la brillante idea di portarlo all'Acquario di Genova:
- "Ti immagini che roba!? Appena vede tutti quei pesci gli prende un colpo!"
- "Sì, sì, dai impazzisce sicuro, pensa come gli piace!!!"
E così una mattina assolata di qualche giorno fa, 17° al porto di Genova, incontriamo nonna Charles e zio Pane che si prendono il nano e lo portano dentro l'Acquario.
Io e l'inge restiamo fuori al sole con il Ciccionetto e Nonno Sapiens:
- "Non allontaniamoci troppo, che in mezz'ora sarà fuori..."
- "Dite? Ma forse, se gli piace tanto, resta un po' di più..."
- "Macchè! Lo conosci, no? Gli piacerà ma si stufa anche in fretta, è un bambino..."
- "Mah... io andrei a farmi un bel giro, vedrete che non uscirà tanto presto..."
Dopo mezz'ora tutto tace, nessuna notizia del trio.
Passa un'ora.
Poi un'ora e mezza.
Poi due ore.
Io sono esterrefatta: cavolo, due ore dentro l'Acquario, chissà come gli sta piacendo, vorrei essere lì con lui a vedere cosa fa...
Alle due ore e 20 chiamiamo nonna Charles:
- "Bè? che fate? Uscite o no?! Abbiamo fame?"
- "Eh... non è facile tirarlo fuori da qui... si sta divertendo un mondo!!!"
Dopo 2 ore e 30 finalmente li vediamo spuntare.
Il Topolo è tutto rosso e ha un coccodrillo giallo- verde in mano, che brandisce a mò di spadone.
- "Allora nano, piaciuto l'Acquario?"
- "Shì!"
- "E cosa hai fatto dentro? Cosa hai visto?!" chiedo trepidante, aspettandomi un fiume di parole entusiaste;
- "MMMMhh... 'ccale.... Papà!.... 'ccale... giù!"
(mah, vediamo un po'... ah sì! c'erano delle scale, poi quando sono salito ho cercato papà, ma non c'era... poi c'erano di nuovo delle scale e poi finalmente siamo usciti)
- "Ehm... ma non hai visto i pesci,  che so i delfini, gli squali, le tartarughe?!"
- " Io ddillo! Ecco ddillo!"
(hai visto il mio coccodrillo? E' bello, eh?)
L'ho sempre detto io, non c'è niente di meglio di una bella sintesi maschile per smontare una donna.

domenica 11 dicembre 2011

Deprogrammazione completa

Inutile dirlo, la migliore definizione dell'essere genitore è questa: deprogrammazione.
E' una lenta, sottile, inesorabile trasformazione dalla condizione di essere umano a quella di genitore. Non sei più donna, figuriamoci moglie, ma diventi progressivamente mamma. Lo stesso avviene per il tuo uomo, non più maschio alfa fascinoso di ormoni e sapienza, ma cavallo da soma e giocattolone vivente per i tuoi figli: in una parola papà.
La deprogrammazione ha varie fasi:
- inizia con il concepimento e l'attenzione che si sposta piano piano dal tuo ombelico (dove era rimasta impigliata dall'adolescenza) al mondo esterno, agli altri, in particolare agli altri "bassi" di cui il mondo è stranamente pieno (non l'avevi mai notato, eh?)
- continua con la nascita dei nanetti, quando imporvvisamente non sei più tu, ma diventi altro, mangi altri, dormi altro, fai altro. E quel tu che eri chissà dove finisce
- giunge a compimento verso i 3 anni del tuo primo nano quando comincia ad intaccare l'ultima area adulta che ti era rimasta, quella del linguaggio. Abolite le parolacce (trasformate in patetiche esclamzioni da giuggiolone, tipo santa pupazza, vaffanbrodo, mer...coledì), abolite le parole difficili (mai provato a spiegare "maieutica" a un nano?) sostituite con una parlata base che comprende 500 parole, arrivi finalmente alla vera lobotomizz genitorialità quando parli con le frasi (già fatte) dei cartoni Disney - Pixar.
La visione ripetuta di film come Shrek, Nemo, Robin Hood, Totoro... ha un effetto definitivo e totale sulla coppia di ex adulti.
Non più frasi come "Oggi, Gabriele, hai un umore pessimo" ma "Sire, oggi non siete del vostro solito gioviale e cordiale umore!" (Robin Hood); non più "Guarda Gabri, l'acqua della vasca scende piano piano..." ma "L'acqua sta calando! L'acqua sta calando!!!" (Nemo); mai più direte "Stanotte ho fatto un sogno bellissimo" ma "Anche se era un sogno, non è stato un sogno!" (Totoro).
E che dire se vi scappa un ruttino? "Meglio fuori che dentro!" (Shrek) vi risponderà un ilare inge, con un ghigno.
Senza parlare dei pietosi siparietti che siete in grado di fare con il vostro compagno recitando a memoria interi brani del film del momento, incluese vocine, canzoncine, pause e sospiri.
Pensate, interi file del vostro ormai rammollito cervello occupati da spezzoni di Toy Story o Z la formica. E magari non ricordate più il pin della banca o il codice fiscale.
Ma che importa!? Sapete recitare tutto Totoro, anche in giapponese!!!!!
E voi, a che punto siete della deprogrammazione?!

venerdì 9 dicembre 2011

Fuochino

Ebbene, detto...fatto:  voleva un pollaio e avremo un pollaio.
I lavori di costruzione sono a buon punto, come vedete dalla foto, mancano ancora pochi dettagli (porticine, abbeveratoio, rastrelliera, box per le uova) et voilà! il gioco è fatto.
Per iniziare prenderemo 3 pollastrelle, tanto per vedere come ce la caviamo e, soprattutto, se la cavano loro. Qui il pericolo principale è costituito dai predatori che, di notte, fanno razzia delle povere bestioline.
L'obiettivo dell'inge è semplice: le lasciamo libere tutto il giorno di razzolare fuori e la sera le metto nella loro casetta.
I dubbi di parenti e amici sono parecchi:
- "Come fai a metterle nella casetta?"
- "Boh, apro la porta e loro entrano..."
- "SEi sicuro? Non è che passerai le serate a rincorrere polli per cercare di rinchiuderli?"
- "Ehm... beh... può anche darsi..."
- "E quando smettono di fare uova che fai, gli tiri il collo?"
- "Ma sei matto?! Macchè, con me moriranno di vecchiaia!"
- "E se la faina te le ammazza? Non ti dispiacerà?"
- "Certo, mi dispiacerà un sacco... speriamo che non succeda nulla..."
- "E se vai in ferie, chi te li guarda i polli?"
- " Le passerò a degli amici che hanno un pollaio, me le guarderanno loro".
Insomma, tutto programmato.
Dimenticavo di dire che le 3 pollastrelle che daranno il via al tutto saranno il frutto dello shiatsu: un'ora di trattamento, in cambio 3 polli.
Alla faccia di Monti, qui si va di baratto.-

lunedì 5 dicembre 2011

Bamboccioni? No, grazie 2

VERSIONE A:
La migrazione del Ciccionetto dal lettone alla sua cameretta è avvenuta splendidamente, senza intoppi e nel miglior modo possibile.
Non credevo, eh.
Mi aspettavo qualche problemino, che so un paio di risvegli in più, difficoltà di addormentamento, risvegli in concomitanza con il fratello... Macchè! Tutto più facile del previsto: le prime 4 notti sono scivolate via senza problemi, un paio di risvegli d'ordinanza, nessun problema relativo alla vicinanza con il fratello, sveglia mattutina a tarda ora, come mai era successo in precedenza.
Finalmente delle notti di sonno come dio comanda!!!
Fresca e riposata come un giglio a primavera, mi chiedo come mai non l'ho spostato prima.

VERSIONE B:
La migrazione del Ciccionetto dal lettone alla sua cameretta è un incubo senza precedenti dal quale dubito mi risveglierò prima del 2015 ( ma magari ho culo e il mondo finisce veramente, nel 2012, chissà).
Non credevo, eh. 
Memore dell'ultima volta con il Topolo non mi aspettavo niente di brutto: i soliti risvegli, un po' di notti avanti e indietro e bon, morta lì.
Macchè.
'Sti 2 sono diversi come il giorno e la notte, se non li avessi visti fisicamente uscire dalla mia pancia direi che me li hanno scambiati in culla.
Intanto il Ciccionetto ha subito capito che quella non era la sua camera abituale: "Mamma - sembrava dirmi, gli occhioni spalancati, che ci faccio QUI?!"
Roteava gli occhi atterrito, anche solo cambiarlo nel nuovo letto dava adito a pianti disperati.
Gli ho ripetutamente spiegato che era la sua nuova sistemazione, insieme al fratellone, di non preoccuparsi e rilassarsi.
Sì, come no.
La prima sera l'addormentamento ha richiesto circa 40 minuti (al posto dei soliti 3) e una doppia somministrazione di tetta.
Dopo di che la notte è proseguita con una festosa routine che prevede:
1) risveglio, 2) tetta, 3) addormentamento del nano 4) tentativo di sgattaiolare nel mio letto 5) risveglio disperato con pianto 6) corsa nella cameretta 7) tentativi di conforto più o meno civili 8) ri-tetta 9) addormentamento in cameretta accanto al nano cicciotto 10) risveglio in cameretta, fuga nel mio letto, ri-partenza dal punto 1).
Questo per innumerevoli volte.
La seconda notte ho tentato di tornare nel mio letto 4 volte.
La terza solo 2.
Ieri notte ho desistito e dormito in cameretta con il nano.
L'inge, solitario nella notte, dorme a pelle d'orso.
Io, strafatta di sonno e con le ossa rotte, mi chiedo come è possibile uscire dal tunnel e chiedo a Babbo Natale un unico regalo: un outsourcing di tetta a qualche balia e otto sei quattro ore di sonno filate.

venerdì 2 dicembre 2011

Bamboccioni? Perchè no???

Ribadisco: i figli si devono fare a 20 anni, non a 40.

mercoledì 30 novembre 2011

Bamboccioni? No, grazie

8 Dicembre 2009:

A casa dei Campagnoli si consuma una serata agonica e nostalgica:

- "Staremo facendo la cosa giusta?"
- "Certo che stiamo facendo la cosa giusta!"
- "Voglio dire, ha solo 8 mesi... non sarà un po' prestino?!"
- "No. Il momento è arrivato. Non è nè presto nè tardi, è giusto"
- "Come farà? E' tanto piccolo! Così indifeso! Tutto solo in quella camera, nel suo lettone... Avrà freddo! Vedrai che senza di me non dormirà neanche un minuto! IO non dormirò neanche un minuto! Magari rimandiamo ancora un po'? Eh? Qualche settimana? Mese? Anno?!?"
- "Senti. Ha dormito con noi 8 mesi. E' stato in pancia 9 mesi. Ora se ne va in camera sua. Punto. E ci va oggi. Punto."
- "Vabbè. Ma vedrai che nessuno dormirà, io per lo struggimento straziante che mi divorerà il cuore, lui perchè la solitudine lo attanaglierà e piangerà tutta la notte e tu perchè sarai tra due fuochi"
- "Sì, come no. Dormiremo tutti alla grande. Dai vieni, infilati a letto"
- "Oddio... com'è grande il letto senza di lui... mi viene da piangere... eh, però certo che stiamo parlando ad alta voce e lui è di la che dorme... ma guarda, posso anche leggere... epperò... siamo di nuovo liberi...mmhhh... non è poi così male essere di nuovo io e te..."

20 secondi dopo il senso di "struggimento straziante che mi divorerà il cuore" era bell'e finito e mi ero dimenticata di 17 mesi in compagnia simbiotica del Topolo. 
Ognuno va per la sua strada, pensavo, spegnendo la luce, ognuno per sè e Dio per tutti, amen.
Click.

30 Novembre 2011:

Oggi è il grande giorno: il Ciccionetto va a dormire in camera del fratello.
Io, come 2 anni fa, mi consumo nello struggimento e nell'ansia: ce la farà? ce la faremo? avrà freddo /caldo/ medio? Si sveglieranno a vicenda? La solitudine lo strazierà e si sveglierà 200 volte? Il Topolo, sentendo il fratello che piange, si infilerà nel suo letto e lo consolerà?
Ma soprattutto, la madre di tutte le domande: ma se io ho i tappi nelle orecchie (indispensabili, visto che l'inge russa come un boscaiolo ucraino) come faccio a sentire se piange?!?
Lo scopriremo solo vivendo.

giovedì 17 novembre 2011

Crisi di mezz'età

In effetti pensavo che arrivasse a 50 anni, ma mi sa che con 'sta vita accelerata ha anticipato di una decina d'anni e si è presentata già adesso.
La crisi di mezz'età, l'inge ne è stato travolto in pieno.
E' iniziata un paio d'anni fa, in sordina, con riviste specializzate e qualche opuscolo informativo.
Non ci ho fatto caso.
E' proseguita, nei mesi, con sporadiche visite a rivenditori specializzati.
Non ci ho badato.
Ha continuato a dare segno di sè tutto lo scorso inverno con newsletter a valanga da siti americani, mi dicono i più professionali.
E imperversa tutt'ora con progetti on line, di carta, in cartone, con plastici in 3D, libri ed enciclopedie, pistolotti soffocanti ad amici e parenti.
Insomma, non c'è scampo. L'inge lo vuole, lo vuole e lo vuole.
Dovremo costruirne uno: un POLLAIO.
Perchè anche la crisi di mezz'età è campagnola.
Ho provato a dirgli che se la cosa lo aggrada posso vestirmi da ragazza Coccodè di arboriana memoria, con piume, bargigli, e sculettamenti da pollastrella.
Niente da fare, vuole galline vere, in carne e piume. Cerca di giustificarne l'irresistibile voglia dando la colpa alla crisi, "sai, mi dice, risparmieremmo un sacco in uova...".
Mah.
E insomma, avremo un pollaio. L'inge è felice, gli brillano gli occhi, si sfrega le mani, si allena a fare coccodè ad ogni piè sospinto. E' molto carino, devo ammettere che questo entusiasmo spontaneo per dei gallinacei mi intenerisce parecchio.
Però c'è un limite a tutto.
Ieri eravamo da Ikea per comprare due lettini per i bimbi. Potete immaginare la scena: Ciccionetto in versione mutanda stretta che rugnava da 40 minuti, passeggino carico di ameniccoli, borsa gialla in spalla che, non si sa come, ma era già piena di roba che non c'entrava nulla, la lista delle cose da comprare, la cacchio di matita infilata in tasca che mi pungeva una chiappa, la musica, l'altoparlante, il cellulare che squillava e lui, l'inge, pietrificato nei salotti, di fronte a IVAR:
- "Deh, marito mio, che fai davanti a codesto accrocchio?" ( porca bestia, che stai a fare???? I letti son dall'altra parte!!!)
- "No, niente, guardavo..." - risponde con aria sognante
- "Orsù, mio prode, avanza di una stanza, chè ci attende un lungo die..." ( e muoviti!!! non lo vedi che siamo al limite?! non lo senti il Ciccionetto?!)
- "Stavo pensando... e se comprassimo IVAR?"
- "Per cosa? Abbiamo già i mobili"
- "No, non per noi"
- "E per chi allora? Per i vicini?"
- "No! Per LORO! Ci starebbero bene, no? Gli prendo IVAR, gli metto due ante... Un po' di rete et voila!"
- "Et voilà che?!"
- "Un POLLAIO!!! Faccio il pollaio con IVAR che te ne pare?!"
Meno male che l'altoparlante ha coperto la mia risposta.
Intenerita sì, ma anche no eh.

domenica 13 novembre 2011

Il Topolo e la luna

Promettetemi di non ridere.
No, dico sul serio, promettete che non riderete di quanto sto per scrivere.
Ok, mi fido.
Allora.
Sono un po' di mesi che l'inge si alza di notte quando chiama il Topolo. Io, beata nella mia ignoranza, non lo sento più, tanto ho i miei quotidiani 6-8 risvegli a notte con il Ciccionetto e ne ho abbastanza con lui.
Dicevo.
Quando chiama il Topolo si alza l'inge che poi, il mattino seguente, mi relaziona: si è svegliato 2 volte, aveva paura dei tuoni, c'erano i gatti che si azzuffavano, l'asino del vicino che ragliava, voleva vedere la luna.
Voleva vedere la luna.
E, di nuovo, voleva vedere la luna.
Questa cosa della luna era un po' che si ripeteva. Fino a che, qualche giorno fa, l'inge mi dice:
- "C'è luna piena, speriamo bene"
- "In che senso, scusa? Mica devo partorire, ahahah!"
- "No, dicevo, speriamo bene per il Topolo. Quando c'è luna piena sta sempre sveglio, di notte"
- "Ah"
- "Si sveglia e non dorme più, passa anche 2 ore con gli occhi spalancati"
- "Ma piange?!"
- "No, sta sveglio".
Quella notte, puntuale com un orologio, il nano resta bello sveglio dalle 3:18 alle 4:50: un incubo.
Provo a farlo dormire perfino io, destata dalla sclero dell'inge che trapassa pure i muri.
Niente da fare.
Insomma, per tre notti quando c'è luna piena passiamo le ore insonni.
Ecco qui, abbiamo il nano mannaro.
Chi di voi ce l'ha?!?

mercoledì 9 novembre 2011

Crema idratante fai da te

E pazienza, non ho vinto il giveaway di Extramamma. Ma che importa, anche qui nella profonda campagna abbiamo le nostre belle soddisfazioni casalinghe in fatto di cosmetici!
Sabato pomeriggio è venuta a trovarci ApinaCritica che ha tenuto un corso di autoproduzione per una crema idratante.
Oh meraviglia!
La cucina trasformata in laboratorio alchemico, i barattolini e i mestoli, il pentolone con l'acqua bollente... e noi ragazze, novelle streghe, a mescolare e trasformare gli olii e le cere in una crema profumatissima!
Non vedo l'ora di replicare e mettermi a produrre barattolini golosi da regalare a Natale.
E, prima o poi, si parte con il corso sui saponi!

PREPARAZIONE:  tutti gli ingredienti sul tavolo di marmo della bisnonna.

Gli ATTREZZI per miscelare ed emulsionare;
Si fondono gli olii e la cera d'api

Si miscela bene!















Et voilà! La crema è pronta!
Vi aspettiamo per il prossimo incontro sulle creme e al primo incontro sul corso per i saponi!

mercoledì 2 novembre 2011

Oh rabbia!

Da qualche tempo il Topolo parla. 
Non è che si capisca granchè, però gli sforzi per capirsi sono bilaterali e, devo ammettere, le cose tra noi vanno molto molto meglio.
Da qualche tempo, quindi, comincio ad avere un barlume di cosa passa per quella testolina incandescente e a mettere insieme i pezzi di un puzzle che, fino all'altro ieri, sembrava non avere una figura comprensibile (di sicuro non a me).
E sapete una cosa? La maggior parte dei suoi "discorsi" riguarda un unico argomento: la rabbia.
"Bblele bbato, io bbato" (Gabriele è arrabbiato, IO sono arrabbiato) è il modo in cui inizia la maggior parte delle frasi:
- "Bblele bbato!"
- "Con chi sei arrabbiato, amore?"
- "LEO!" (il Ciccionetto)
- "Sei arrabbiato con il Ciccionetto?!"
- "Shì"
- "Leo nanna! Io mamma!"
- "Vorresti che Leo dormisse, così puoi stare con me?"
- "Shì! Batta Leo, ceccia! Bam Bam!!!" (Basta con 'sto Leo! ora gli tiro una freccia! E già che ci sono gli do un po' di mazzate in testa! Bam Bam!)
- "Ok, nano, vieni un po' da me, ora ce ne stiamo un po' da soli qui a giocare noi due".
Volete sapere cosa penso di tutto questo? Ne sono felicissima!
Primo, perchè il Topolo SA di essere arrabbiato, riconosce quest emozione come propria e presente, secondo perchè non ha alcun problema ad esprimerla.
Sono convinta che le emozioni non vadano represse, ci sono, questo è un dato di fatto. Però vanno riconosciute e, se possibile, comunicate. Non verrà mai sgridato per essere arrabbiato. Però per come esprime la rabbia sì, potrà essere rimproverato. Ok che sei geloso del fratello, ma non puoi prenderlo a mattarellate (sic).
Il passo successivo è cercare con lui una strategia che funzioni per gestire la rabbia nel migliore dei modi: che so, facendo una corsa, lottando un po' con il papà, spingendo la carriola piena di legna, insomma, qualunque cosa che incanali l'energia in un'altra direzione.
- "Bblele bbato Shiccia!" (Sono arrabbiato con Law & Order, la tirannica maestra della materna)
- "Bblele bbato bibbi!" (arrabbiato con i compagni di scuola)
- "Bblele bbato Mamma!" (un grande classico).
Il passo successivo è lavorare sul perchè (che ancora non gli è chiaro) e sul fare sì che lui stesso si auto-proponga una soluzione alternativa.
Altro discorso sono i capricci, quegli incendi a ciel sereno che gli infiammano la testa e le parole e ci scoppiano in mano all'improvviso.
Ecco, io lì non transigo: 
- "Viani Topo, entriamo al supermercato"
- "NOOOOOOOOOO NOOOOOOOOOOOOO!!!! (segue scena madre completa con urla belluine, tempesta di pugni, calci e tutto l'armamentario).
A quel punto lo sollevo di peso, incurante delle urla, lo porto fuori, mi abbasso alla sua altezza e parto con il pistolotto: "Non ho intenzione di vedere queste scene. So che sei arrabbiato, ma non so perchè. Non voglio che urli, mi spieghi cosa vuoi e vediamo se si può fare. NON DEVI URLARE: voglio che parli".
Il tutto con gli occhi fissi nei suoi e un tono che non ammette repliche:
- "Voio llello"
- "Vuoi il carrello? Non vuoi camminare?"
- "No, voio llello"
- "Ok, prendiamo il carrello, va bene. Guarda, non ho l'euro per il carrello. Vedi, non ho spiccioli. Dobbiamo entrare a piedi. Va bene"
- "Mh mh, ba bbene".
Umore cambiato, Topolo sorridente, tutto a posto. Io ho bisogno di un trapianto di fegato, ma questa storia del "Se vuoi qualcosa me lo dici, ma non si urla" sembra funzionare.
Almeno, fino alla prossima volta.

Questo post partecipa al blogstorming

venerdì 28 ottobre 2011

Svelato l'arcano

Giuro che è l'ultimo post sull'argomento.
Sarò anche breve.
Quelle tre menti geniali della materna hanno capito perchè il Topolo si alzava urlante e piangente dal pisolini.
In tre, sono ammirata, hanno partorito un cambio di strategia e, evviva evviva, ha funzionato.
Volete sapere la stratosferica genialata che ha cambiato la vita del Topolo, la mia e, in fin dei conti, pure la loro?!
LO LASCIANO DORMIRE.
Ma pensa te.
Lo svegliavano a forza alla fine dell'orario della nanna. Orario previsto da loro, non certamente dai bambini.
Insomma, ieri l'han lasciato dormire e, quando alla fine si è svegliato era di umore discreto e non ha versato una lacrima.
Miracolati sulla via di Morfeo.
Mah.
E' bastato minacciare di cambiare scuola (e tagliare la retta), l'avessi saputo lo facevo un mese fa.

mercoledì 26 ottobre 2011

Ultime dall'inserimento

Ad oggi, 44° giorno di inserimento alla materna, non abbiamo cavato un ragno dal buco.
La giornata tipo prevede mattino-pranzo-nanna-merenda-uscita, ma per noi si è fermata al dopo nanna. Abbiamo provato l'ebbrezza della merenda per 2 giorni, ma siamo stati retrocessi al dopo nanna con la motivazione che "il bambino non ha avuto tempo di familiarizzare con Law & Order, la maestra del pomeriggio. Diamogli tempo di familiarizzare".
E diamoglielo.
E' passata una settimana.
Ha familiarizzato?
Macchè.
Sono passate due settimane, ha familiarizzato?
Non ancora.
Pare che il problema sia che "si sveglia dalla nanna ed è di pessimo umore, peggio, PIANGE".
Sai che novità: sono 2 anni e mezzo che si sveglia dalla nanna con l'umore di un gatto idrofobo e rabbioso.
Noi lo mettiamo 15 minuti davanti alla tele, evitando accuratamente di parlargli e toccarlo e, come per magia, dopo un po' si alza da solo allegro e contento.
Decido di parlare con Sbirulina, la maestra del mattino:
- "Scusa eh, Sbiru, ma quand'è che lo possiamo lasciare anche per merenda e magari venirlo a prender per le 4?!"
- "Parlavo giusto di questo ieri con Formality (altra maestra), ci sembra che forse lui è fatto così. Del resto, si è inserito in tutto e per tutto... solo dopo la nanna è un po' giù" (YEEEEEEHHH!!! L'hanno capitoooooo!!!!)
- "Quindi da domani posso lasciarlo un po' di più?"
- "Sì, direi di sì".

Comunico la lieta novella all'inge, che esulta e giubila con me.

Ore 14:00 squilla il telefono, è Law & Order in persona che mi chiede a che ora lo vado a prendere:
- "Vengo alle 15:30, come concordato con Sbiru, perchè?"
- "PERCHE' SE VIENI DOPO PIANGE E IO NON POSSO STARGLI DIETRO"
- "No, domani vengo dopo, oggi arrivo alle 15:30"
- "AH. AVETE DECISO DI FARLO PIANGERE? E' QUESTO IL BENE DEL BAMBINO?"
- "Io non ho deciso di farlo piangere (idiota), però non posso continuare a venire a prenderlo così presto (magari, chissà, voi maestre avete una qualche idea per consolarlo)
- "LUNEDI' TUO MARITO E' VENUTO ALLE 15:50 HA PIANTO UN SACCO"
- "Fa così anche a casa (però non piange!), è il suo carattere"
- "IO QUI SONO DA SOLA DALLE 4 IN POI, NON POSSO OCCUPARMI DI UN BAMBINO BISOGNOSO"
- "Non ho soluzioni per il fatto che sei da sola (della serie: ORGANIZZATEVI!) E poi... ma vuoi dirmi che in tutti questi anni è l'unico bimbo che si alza dalla nanna e piange?!"
- "SI'"
- "Ah beh, allora se non esiste nessun altro bambino  che si comporta così vuol dire che abbiamo un bambino speciale. Gli troveremo una scuola speciale"
- "IO COMUNQUE DOMANI PARLO CON SBIRU E FORMALITY POI TI FAREMO SAPERE COSA DECIDIAMO"
CLICK.
Cosa decidete? Voi? Ma il bambino è nostro! E' lui che piange perchè non ha la sua maestra! E tu sei da sola e non vuoi grane! E comunque paghiamo anche dei bei soldi per mandarvelooooo!!!
Grrr.
Ho un diavolo per capello.
Oggi chiamo la scuola pubblica, sì, proprio quelli che non avevano posto, sì, quelli che sono in 40 con 2 maestre, sì quelli con l'orario ridotto alle 16, sì QUELLI CHE NON FANNO IL PISOLINO perchè non hanno la stanza dei lettini.
Implorerò pietà, magari sono ancora in tempo per ricominciare l'inserimento (sempre che non mi venga un colpo stanotte).

sabato 22 ottobre 2011

Escalation

Lunedì era la cacca, tre volte in un giorno ma pur sempre dignitosamente solida.
Martedì era sempre cacca, ma miseramente molle.
Mercoledì era ancora cacca, tristemente declassata ad acquetta puzzona.
Giovedì la cacca era migrata verso altri lidi ed era arrivato il raffreddore.
Venerdì era semère il raffreddore, malignamente accompagnato da una tosse asinina col fischio.
Sabato mattina erano i ponfi su tutto il corpo, una faccia da pugile e le orecchie a cavolfiore rosse, bitorzolute e pruriginose. Vabbè, passerà, abbiamo detto tastando e rivoltando il Topolo come un calzino.
Sabato pomeriggio era un'orticaria da paura con tutto il corpo in braille, ogni ponfo una lettera.
"Orticaria" sentenzia l'ospedale. "Antistaminico" sentenzia il dottore.
E domenica? Cosa ci prepara di bello l'ultimo giorno di questa settimana della salute?

mercoledì 19 ottobre 2011

Le cose importanti

Ditemi perché
c'è un dirigibile marrone
senza elica e timone dentro me...


Sono abitudinario - di Elio e le storie Tese

Primo pomeriggio, ora del pisolino.
Mi accascio nel letto del Topolo, stando attenta a non toccarlo troppo, e mi appresto a farlo dormire.
- "Allora Topolino, oggi non sei andato a scuola... abbiamo fatto un sacco di cose insieme, eh!"
- "Mmmh... shì!"
- "Siamo andati al mercato, abbiamo preso il succo seduti come i grandi, abbiamo comprato le scarpe per l'inverno, e la cintura arancione, poi abbiamo fatto "vola vola" nella piazza, hai spinto il passeggino di tuo fratello, hai corso tra i banchi del mercato, abbiamo comprato la zucca dalla signora co cappello..."
- "Mmmhh"
- "Poi abbiamo corso e saltato le pozzanghere.. ne abbiamo fatto di cose belle!"
-"mmhh"
- "A me è piaciuto quando abbiamo fatto vola vola e quando abbiamo scelto la zucca. E a te, cosa è piaciuto di più?"
- "GGINAA!!!"
- "Scoreggina? ti è piaciuto quando hai fatto la scoreggina?!?"
" Shì. GGINA E CACCAAAA! io piace ggina cacca!"
- "Ah ecco, buonanotte"
- "notte, mamma. Gginaaa ahhhahh, caccaaaaa"
... Rronf Rronff...
Allora è questo, avere dei figli. Apprezzare le piccole, semplici cose.
E io che mi credevo chissà che.

martedì 18 ottobre 2011

L'Intoccabile

Saranno state le 30 ore di travaglio, come dice Nonno Sapiens. O forse l'averlo atteso per tre lunghissimi anni che hanno per così dire caricato un po' la molla, come dice Faro nel Buio. Oppure l'ipersensibilità cutanea, la stessa che gli porta rossori e dermatiti al minimo starnuto.
Chissà.
Fatto sta che riuscire a toccare il Topolo, per vestirlo, lavarlo, pulirgli un ginocchio, dargli un bacino è un'impresa titanica.
Ha urlato ininterrottamente ad ogni cambio dal giorno in cui è nato fino all'altro ieri. Il corso di massaggio infantile, come forse qualcuno ricorda, è stato un incubo fatto e finito. Coccolarlo prima della nanna, accarezzargli i capelli, mettergli una felpa son tutte cose da fare prendendo almeno un paio di precauzioni: via gli occhiali (potrebbero prendersi una manata), occhio alle tette (gomitate), attenzione alla pancia (calci e ginocchiate).
I poveri nonni, meschinetti, in tutto sto tempo, credo siano riusciti a farsi dare un solo bacino, ma qualcuno giura che neanche quello.
Fino alla nascita del Ciccionetto ero convinta di essere un fallimento di madre, chissà cosa gli ho fatto, chissà cos'ha patito in gravidanza, chissà che karma gli ho passato.... Poi è nato il secondogenito e ho capito che il Topolo è fatto così, prendere o lasciate.
Naturalmente prendiamo, ci mancherebbe, ma io al contatto fisico non ci rinuncio!
Ieri, mentre gli raccontavo la favola della buona notte, scordandomi ogni precauzione gli ho teneramente accarezzato una guancia: "No, mamma!- ha detto, afferrandomi saldamente il polso - no vvuole".
Ok, non ti tocco.
Però mi son fatta furba: gli metto le calze e gli faccio il solletico (e lo strizzo dappertutto), gli infilo i pantaloni e gli sculaccio il culetto, gli infilo la maglietta e gli accarezzo le orecchie (e le strapazzo alla grande). Insomma, per stargli a distanza ravvicinata devo ingaggiare un incontro di wrestling.
E poi lo sollevo di peso, lo metto a testa in gù, lo porto in groppa, gli faccio  fare la barca e il vola vola e il girotondo e tutte le volte lo atterro e lo bacio dappertutto, ma fingendo che sia per lottare.
E lui ride e ride e dice "batta, mamma, batta!" ma se le prende tutte, queste coccole vigorose.
Io nel frattempo prego che il cielo mi conservi la salute, perchè ci vuole un fisico bestiale con questo figlio intoccabile.

lunedì 17 ottobre 2011

Prove d'inverno

Ok. Siamo pronti.
Legnaia piena, pellet ammassato nella vecchia stalla, caldaia revisionata, caloriferi lucidati, antigelo nella macchina, gomme da neve impilate pronte all'uso, cambio degli armadi fatto.
Cappellini, sciarpette, stivali da neve e da pioggia per i bambini, giacche a vento... tutto pronto.
E ora arriva, freddo, che ci fai un baffo!

martedì 11 ottobre 2011

Senza parole

Decisamente la scuola del Topolo si rivela foriera di spunti di riflessione.
Oggi, ad esempio, giorno n. 29 dell'inserimento (sic) ci danno il permesso di lasciarlo a dormire per la prima volta. Alle ore 16:00 ho l'ordine perentorio di andarlo a riprendere ("Meglio che tu venga mezz'ora prima delle altre mamme, non vorrei si prolungasse troppo la sua permanenza" Sbirulina dixit).
Vado mezz'ora prima delle altre mamme. Domani forse potrò andare un quarto d'ora prima. Poi solo 10 minuti. Poi 5. Poi 2. Tempo due settimane e completeremo l'inserimento.
Vabbè.
Dicevo, alle 16 mi presento alla scuola e trovo Law&Order, la maestra del pomeriggio.
Mi vede e mi fa cenno di entrare:
- Com'è andata, chiedo, ha dormito?
- Sì. Ma sarebbe meglio avesse il ciuccio.
- Il ciuccio?!?
- Sì. Perchè non ha il ciuccio?!
- Mah, veramente, non l'ha mai voluto il ciuccio
- E perchè non provate a darglielo?!
- A 2 anni e mezzo???????
- Almeno non si mette in bocca quelle dita...
- Non credo sia una buona idea provare a dargli il ciuccio adesso...
- Ma perchè? Non ne avete a casa?
- No
- Ah. Non avete ciucci.
- No. Non ce li abbiamo.
- Peccato. Perchè sai, vede gli altri bambini...
- Per il resto è andato tutto bene?
- Sì. Tutto ok. Ha giocato, ha mangiato, ha dormito. E' stato perfin bravo. A domani.

Ecco qui. Al giorno 29 va tutto bene: gioca, magia, dorme, si diverte.
Peccato per il ciuccio.
Peccato peccato peccato.

lunedì 10 ottobre 2011

Caramelle, non ne voglio più...

E anche per oggi niente caramella.
Pare che il Topolo a scuola abbia, nell'ordine, spintonato, tirato calci, picchiato sulla testa e rubato i giochi ai suoi compagni di classe. E siccome i suoi compagni sono solo 2 (due) la maestra Sbirulina l'ha sgamato e messo in punizione e non l'ha fatto giocare dopo pranzo (oltre  a privarlo della caramella).
Arrivo a prenderlo e vengo informata dei fatti:
- Capisci, sono solo in tre, lo vedo che spinge, ruba i giochi... che posso fare, l'ho ripreso un sacco di volte...
- (io, inorridita) Ma come mai? Ti sembra arrabbiato? Aggressivo?!
- No, secondo me visto che non sa ancora parlare quando è a disagio per qualche cosa manifesta le sue ragioni in modo fisico
- Ah, ecco
- Naturalmente non ho potuto dargli la caramella
- Naturalmente
- Me l'ha chiesta, ma gli ho detto "No, Gabriele, se ti comporti così niente caramella!".
- Vabbè, proverò a parlargli.

In macchina tento di capire cosa sia successo:
- Allora Gabri, com'è andata a scuola?
- Pappa!
- Sì, ma cosa avete fatto?
- Tuuuu tuttttuuuuuu!!!
- Il treno?
- mmhhmmm (sì)
- E con gli altri bimbi? E' successo qualcosa?
- .....
- Ti fanno arrabbiare?
- Shi
- E come mai?
- .....
-Chi ti fa arrabbiare?
- 'Dea
- Andrea? Ma perchè?
- ....
- E tu cosa fai quando ti arrabbi?
-  None!!! Grrr grrr arghhhh... iura! None! Io Bblele none iura bibbi grrr grrrhh!!! (Il leone! grr grrr hanno paura del leone i bimhi! E io, gabriele, gli faccio il leone! paura!)
- Fammi capire... gli fai paura? Gli fai il leone?
- Mhh mhh
- Uhm. Però quando ti fanno arrabbiare puoi andare dalla maestra Sbirulina e dirgli che sei arrabbiato...
- No! None!!! IURA!! GRHRRRRRR!!!! IURA BIBBI NONE!!! (Macchè! Preferisco fargli il leone, è molto più efficace!)

Lo guardo nello specchietto e sorrido, mi fa un'immensa tenerezza: ha trovato un modo, il suo, per farsi capire e risolvere una situazione difficile. Anche a me piacerebbe poter fare il leone ogni tanto, anzichè dire cose del tipo "Scusi, sa, c'ero prima io, in coda"... Ve lo immaginate? ARRGGGHHHHH GRRRRRRR!!!! E la sciura che fa la furba mi collassa sui piedi!
Grande Gabri!
Però mi sa che farebbe meglio a parlare... nel frattempo, salviamo i soldi del dentista.
Alè! Grrrr a tutti.

giovedì 6 ottobre 2011

Una voce dal tunnel

E' un periodo strano.
Settembre porta sempre tante cose e quest anno in particolare sembra andarci giù pesante.
1) Il Topolo, che ormai non si può proprio più chiamare così, ma tant'è, è quasi alla fine dell'infinito inserimento alla materna. Dopo sole 4 settimane la maestra Sbirulina ha detto sì, dalla settimana prossima può iniziare a restare di pomeriggio. Il signore sia lodato. Non tanto perchè non lo voglia a casa, ma perchè sembrava dover superare un esame per potersi fermare qualche ora in più. Ormai comincio a capire come funziona la nuova scuola: i bambini vengono seguiti, certo, istruiti, ci mancherebbe, coccolati, senza dubbio, ma soprattutto ammaestrati.
Si devono sedere in fila e in silenzio, sennò non bevono. Devono stare seduti tutto il pranzo, sennò vengono ripresi sia dalle maestre che dai compagni (?), devono obbedire, stare tranquilli, fare ciò che gli viene chiesto altrimenti... non ricevono la quotidiana caramella (???):
- Oggi il Topolo non è stato proprio bravo, si è alzato, non ha mangiato tutto... non gli ho dato la caramella di premio!
- Caramella?!
- Sì, noi premiamo i bambini con una caramella se stanno bravi.
- Ma noi non gli abbiamo mai dato caramelle!
- Ah, ecco, e vabbè, oggi non l'ha mangiata.
Sono perplessa. Un po' perchè non vedo la ragione di abituare i bimbi agli zuccheri, e poi perchè credevo che il sistema premi/punizioni fosse ormai buono solo per i criceti da laboratorio, non per dei bambini nel 2011, ma forse mi sbagliavo. Ora vediamo che succede con il pisolino: se non dorme, cosa si inventeranno?!?
Comunque lui sta bene. Andare a sshuola gli piace abbastanza anche se l'unica cosa che mi racconta è che fanno la pappa. E vabbè, la cuoca è celeberrima per la sua cucina!

2) Il Ciccionetto. Il Ciccionetto, 11 kg di nano a soli 7 mesi, è una forza della natura. Cresce, ride, sbava, si succhia il pollice, assaggia tutto quello che gli metti nel piatto, strabuzza gli occhi per la sopresa, sguazza felice nell'acqua, dorme, canta, grida, si ciuccia il calzino e sta a piedi nudi: è adorabile. Certo, è pur sempre una mutanda stretta, mai soprannome è stato più appropriato, pertanto scassa simpaticamente i maroni a suo piacimento, soprattutto di notte. Ma lo fa in modo delizioso, che volete farci, cuore di mamma vale anche per le mutande.

3) Nuovi progetti, nuove speranze, sogni nel cassetto: orbene, autunno è anche questo, cercare di rimettere un po' d'ordine non solo negli armadi ma anche nella vita. Il mio progetto è esssenzialmente uno, composto in due fasi: continuare a scrivere e, finalmente, provare a mettermi in proprio (sì, potevo anche candidarmi al nobel, ma la premiazione è di sera e io, alla sera, sono un po' stanchina ;)).
Ordunque: per lo scrivere la faccenda è semplice: il mio libro "I Campagnoli Giulivi", è stato ampliato, rivisto e corretto. Ora è in vendita anche nelle librerie Feltrinelli e sul sito, sempre della Feltrinelli. E pace. Non ho più intenzione di rimetterci mano, se vende bene, se piace ancora meglio, altrimenti son contenta così.
Ho iniziato a scriverne un altro e questo mi nutrirà per altri anni (Castagna, questo secondo è per te ;))
Per quanto riguarda il mettermi in proprio... ebbene, finalmente ho deciso, tornerò al mio vecchio lavoro, quello che facevo prima di trasferirmi in campagna: l'operatrice shiatsu.
Negli ultimi mesi ho preparato lo studio, sostituito il vecchio materiale, preparato brochure e depliant, aperto un sito (che però è ancora in progress), ripreso in mano vecchi libri di testo e ri-allenato i pollici su amici e parenti. Nel contempo ho lanciato una piccola preghiera all'universo che mi aiuti a realizzare questo (enorme, per me) sogno. Se non sarà possibile, capirò e mi inventerò qualcosa d'altro.
E ora vedremo. Abito pur sempre in un piccolo paesino, dove nessuno nemmeno sa cosa sia, lo shiatsu. e' vero, non avrei concorrenza. Ma sarà difficile avere clienti. Chissà.

Questo è tutto. 
Dimenticavo: se passate da queste parti fermatevi a trovarmi, un po' di shiatsu non si nega a nessuno!!!

lunedì 3 ottobre 2011

malattia

Chiuso per malattia, avrei dovuto scrivere, se solo avessi potuto.
No, non mia o dei nani, malattia del computer.
Si è preso un brutto virus, uno di quelli cattivi, più una serie di appendici infette che l'hanno messo KO.
Ora è a posto. L'ho portato dal dr Smanettone che la rivoltato come un calzino e restituito come nuovo.
Sì, abbiamo perso qualche pezzo per strada, tipo la posta, e anche qualche programma fondamentale, ma tutto sommato ci siamo ripresi.
Ma l'assenza è dovuta anche ad altri motivi: nuovi progetti, iniziative, speranze e sogni nel casseto.
Ve ne parlerò al più presto!

lunedì 19 settembre 2011

Il dono della sintesi

Una si scervella dei mesi, legge libri, si informa, si iscrive a siti di mamme, dibatte, analizza, scrive mail, fonda gruppi su FB, tutto per cercare di capire i propri figli.
Io, personalmente, da brava mamma ex nevrotica e ex ansiosa (ex?), cerco ogni giorno di guardare i miei bimbi con occhi nuovi, per evitare di etichettarli e di costringerli in una definizione che li spogli di autenticità.
Ogni sera mi chiedo se ci sono riuscita.
E poi arriva lui, lui il maritozzo, che mi sente parlare di genuinità, di tirare fuori il meglio da loro, di cercare di scoprire i loro talenti e svilupparli ma senza toccare le loro differenze e bla bla bla, il maritozzo dicevo, che ieri mi guarda e mi dice:
- "Ho capito tutto, sai?"
- "Tutto di che?"
- "Dei nostri figli"
- "Ah. Tu hai capito tutto. E cosa hai capito?"
- "Ho capito chi sono e come sono fatti. Il Topolo è una puntina da disegno sulla sedia: ti fa saltare su, urlare di dolore, ti fa incxxxare come una iena ma poi, alla fine, ridere di gusto"
- "E il Ciccionetto?"
- "Il Ciccionetto è come un paio di mutande strette. Non piange mai, al massimo si lamenta  ma va avanti un sacco di tempo, proprio come le mutande strette che non è che ti facciano male male, ma arrivi a sera che sei sfastidiato e solo quando le togli capisci che erano loro".
Ecco lì.
Signore e signori, vi presento Puntina e Mutanda.
E io che mi credevo.

venerdì 16 settembre 2011

Programma di studio

Ieri pomeriggio prima riunione alla scuola materna del Topolo.
Ci sono tutti: il sindaco, un'assessora, il don rappresentante per i salesiani e, addirittura, una discendente del padre fondatore dell'istituto stesso. 
Ullallà.
Stuoli di mamme e un nutrito gruppo di papà, oltre a svariati secondogeniti in carrozzina tranquilli e paciocconi.
Mi guardo in giro, conosco solo le mamme di due bimbi, ma il clima è gioviale e intorno vedo solo sorrisi
Ci sediamo sulle microsedie dei bimbi e la riunione ha inizio.
Partiamo con il bilancio, illustrato in dettaglio. Dopo una mezz'ora buona apprendo che le uscite superano di gran lunga le entrate e che sarà necessario organizzare una qualche iniziativa per sopperire al disavanzo.
Ok, questa era la cattiva notizia e la buona?
La buona è che l'orario (7:30 - 17:30) è confermato e, se qualcuno ha esigenze diverse se ne può parlare e le maestre, con una piccola cifra in più, sono disposte ad allungare ulteriormente l'orario di uscita.
Addirittura.
A me sembravano già tante 10 ore al giorno, ma qualche mamma polemica si lamenta sostenendo che nelle scuole statali l'orario è più lungo.
La guardo. Vorrei chiederle quali scuole conosce, visto che quelle normali se possibile fanno un orario molto più ristretto.
Ma tant'è. Sono appena arrivata, non conosco nessuno, vengo dalla città... me ne sto zitta nel mio cantuccio.
Poi un'altra buona notizia: la cuoca è confermata. Standing ovation degli astanti! A quanto pare la ragazza cucina che è una meraviglia, buon per il Topolo, che è un'ottima forchetta.
E poi il programma di studio (programma di studio? Alla materna???)
Per questo anno è previsto un percorso artistico abbastanza articolato: un libro di testo basato sulle stagioni verrà spiegato con l'ausilio dei quadri di Van Gogh, Renoir e Leonardo, più alcune visite alle biblioteche locali, più il supporto di un liutaio della zona che provvederà alla formazione musicale.
Sono basita.
In più, ci saranno delle rappresentazioni teatrali per aiutare i bimbi a rappresentare dal vivo le stagioni e i quadri studiati.
Addirittura.
Naturalmente prevarrà l'aspetto ludico e semplice della faccenda.
Naturalmente.
Guardo con attenzione le maestre che ho di fronte e vedo due ragazze della mia età (giovanissime, quindi) con le guance imporporate per le emozione e la voglia di cominciare, oltre che di trasmettere ai bambini quello che sanno e hanno in mente per loro.
Che meraviglia!
Se penso al mio asilo, dove il massimo dell'evento era la coroncina di carta ritagliata per carnevale!
Sono veramente contenta, scommetto che al Topolo piacerà tutto questo, prima o poi.
Oggi, dopo le 3 ore mattutine, sono andata a riprenderlo.
Ancora sognante, dopo quello che ho sentito ieri sera, incautamente ho domandato:
- "Allora topolino, ti piace la scuola?"
- "No."
Appunto.

martedì 13 settembre 2011

Lettera aperta per il primo giorno

Amore mio piccolo, che sei diventato grande e ieri hai iniziato la "ppuola".
Amore mio bello, che adori il tuo zainetto nuovo ma che ancora non sai infilartelo e lo appendi al braccio come fosse una borsetta.
Amore mio, anche io ero emozionata, sai? Ti tenevo forte la mano, ma era perchè avevo paura anche io. Paura del posto nuovo, paura dei bambini nuovi, paura per le maestre, per la scuola in generale, paura per te.
Ti saresti trovato bene? Avresti fatto amicizia? Ti saresti divertito, almeno un pochino? Ti avrebbero trattato bene? Avrebbero capito il tuo carattere e il tuo modo di fare? Avrebbero saputo consolarti?
Pensavo a tutte quetse cose, mentre tu mi stringevi la mano e ripetevi "ppuola, ppuola" tra te e te, non sapendo cosa aspettari e cosa pensare.
E poi siamo entrati e io mi sono sentita piccina piccina, come un milione di anni fa, quando nelle scuole nuove non conoscevo nessuno e sarei tornata a casa all'istante, sotto le coperte.
Ma ora era il tuo momento e io ora sono la mamma e devo essere forte per te. E allora ho sorriso, ho cercato di rassicurarti, di incoraggiarti a entrare, a vedere i bimbi e i giochi nuovi. E lo so che stavi da solo perchè quando c'è tanta gente diventi nervoso. E lo so che non davi retta a nessuno perchè tu con gli sconosciuti non parli, e lo so che non ti sei seduto con gli altri a bere perchè tu fai tutto di testa tua e le regole non fanno per te.
Amore mio bello, ti guardavo e volevo abbracciarti, stringerti forte, portarti via, mentre vedevo lo sforzo incredibile che facevi per restare e non cercarmi troppo.
E poi quando dopo un po' mi hai detto "mamma, casa, gucco, ssione, papà" (mamma, portami a casa a bere un succo davanti alla tele, con papà) non ce l'ho più fatta e siamo andati via. 
Avevo le gambe molli.
Lo so. Lo so. Lo so. Lo so tutto, lo so. Ma non si può fare altrimenti.
Ti voglio bene e sono sempre lì con te.

lunedì 12 settembre 2011

I bimbi vengono da Marte, le bimbe da Venere

Confesso: in 2 anni e 1/2 di vita della creatura grande non sono mai andata in un negozio di giocattoli.
E vabbè. Ma con 8 nonni mi basta alzare il telefono e i giochi arrivano direttamente a casa, impacchettati e infiocchettati per la gioia di grandi e piccini.
Epperò con questa storia del gesso avevo deciso di fare uno strappo alla regola e di andare all'iper per comprare il kit del dottore (che, dagli anni '70, mi ricordavo essere composto da: stetoscopio, siringa, termometro, borsa dell'acqua calda, forbicine e altri ameniccoli).
Ok, reggetevi forte: il kit del dottore non esiste più. E già questa notizia mi ha lasciato di stucco (e di pergamena, mi sono sentita incartapecorita come la mia bisnonna. Ma tant'è).
In compenso ho scoperto che la corsia giochi è divisa in 2, una rosa e l'altra no.
Ora.
Lo sapevo anche io che i giochi in questo paese di medda (cit.) sono divisi, quelli dei maschi e quelli delle femmine, quello che ignoravo era il punto abissale cui siamo arrivati.
I giochi da maschi sono di due tipi: macchine e mostri di ogni tipo e orrore.
Punto.
Che in sintesi vuol dire: consuma petrolio e compra armi. Bon. Per il resto puoi essere decerebrato, non ci interessa.
Quelli da femmine sono di due tipi: fai la serva e dalla via.
Punto.
Ho visto, nell'ordine e tutto rosa: tostapane, microonde, forno, aspirapolvere, asse da stiro, lavatrice, asciugatrice, ombretti rossetti e lucidalabbra, carrello della spesa con spesa (se non altro), borsette, bambole, biberon, carrozzini e passeggini. Oltre, naturalmente, a tutto uno stuolo di Barbie "Corso Perrone"*
Un incubo rosa shocking!
Ma il pezzo forte era il carrello della donna delle pulizie: straccio (rosa), mocho (rosa), prodotti per spolverare, bastone per lavare a terra, spruzzini di vario genere e scopa (rosa). Mi è preso un colpo!!!
Che tristezza, siamo ancora alle pulizie, alla cucina e alle bambole che fanno il ruttino e la cacca.
Ma dai.
E perchè non fare anche il kit della badante? Un bel pannolone rosa, un piatto con minestrina, la borsa del ghiaccio e il termometro. Oppure quello della cubista: un fazzoletto rosa per la gonna, due tette di gomma, e due tacchi rosa applicabili a tutte le scarpe. 
Sto invecchiando, mi arrabbio per cose talmente trite che manco mia nonna.
Uff.
P.S. per la cronaca: in fondo in fondo, dopo gli orsetti e i sonaglini per i neonati ho scovato anche i puzzle e il  meccano. Peccato, i puzzle da femmina erano rosa (e con Hello Kitty) e quelli da maschi rossi (Cars). Sniff.


* "Corso Perrone" nella mia ex città è noto luogo di puttan tour

domenica 11 settembre 2011

Rientrati alla base

Siamo rientrati.
Passare in un solo giorno dalla casa al mare completa di due nonni e una bisnonna felici di accudire i nipoti alla casa in campagna completa di 19 lavatrici e nessun nonno in vista è uno shock senza precedenti.
Non sono passate 24 ore a sono già stremata.
Ma va bene così.
Domani il nano inizia la scuola materna e io sono molto, molto, molto emozionata (lui no, l'entusiasmo va tutto allo zainetto nuovo che sfoggia una coda di drago viola molto allettante).
Credevo di essere pronta, sono mesi che preparo le cose da portare. Ho comprato uno zainetto che non fosse nè di Cars o di Ben 10 e già c'è voluta tutta; la cartellina per i disegni, i pennarelli grandi e i bavaglini.
Insomma. Ho fatto il mio dovere con un sacco d'anticipo e ne sono orgogliona.
Poi stasera mi chiama l'amica L. e mi dice: "Ma tu domani porti tutto? Anche se facciamo solo l'inserimento?"
"Ma no, rispondo, solo pennarelli e cartellina"
"Ah, ecco - ribatte lei - quindi il lenzuolino copertina bicchiere posata tovaglietta asciugamano non li porti. Anche io pensavo di fare così".
Ugh! Ho scordato tutta 'sta roba?!?! Ma dove cazzzpita ho messo la lista? Eppure è qui appesa al frigo da mesi... Uhm... vediamo... cazzarola, c'è proprio tutta la lista!? Ma dove ho la testa???
Ma questo non è il peggio.
Il peggio è che tutte le cose devono avere nome e cognome sopra e l'asciugamano deve avere il cappiolino. Si prospetta una notte da piccola fiammiferaia a ricamare tutto quanto.
(Macchè, che vi credevate, pennarello indelebile e via e per il cappiolino van bene due punti con la pinzatrice! Alè! mamma 2.0!!!)

venerdì 2 settembre 2011

Antefatto 2

(CONTINUA DAL POST PRECEDENTE)

E ora, che si fa? Partiamo o no?
Che facciamo due settimane al mare con un Topolo ingessato che non può fare il bagno, nè castelli di sabbia, nè, buche nell'acqua, nè scivoli, altalene, ecc....???
Diamo un'occhiata al contratto di affitto dell'appartamentino preso in Toscana, naturalmente per una disdetta così tardiva c'è una penale aguzzina: ma non ci importa dei soldi, il punto è: il mare andrà bene o no?!
Avevamo scelto questa vacanza per lui, il Topolo, che corre sulla sabbia, si aggroviglia nelle onde, cade, si rialza, sta al sole e diventa nero come un cioccolatino nonostante la protezione 50, tutto per lui. E sarà l'unico a non divertirsi.
Mentre decidiamo il da farsi lui si lamenta nel letto, piange, chiede acqua, pipì, mamma, papà, si lamenta nel sono dice "male, male", una pena. Ho il cuore stretto di dolore al solo vederlo.
Vabbè, decidiamo di dormirci sopra, non possiamo decidere stanotte.
Il giorno dopo va già meglio: il nano è in piedi, che guarda il suo braccio e ripete tra sè e sè "ccale, 'dduto, male, totto'e, shessho" (scale, caudto, mi sono fatto male, sono andato dal dottore che mi ha messo il gesso), tutto sommato è lui, un po' ammaccato e accartocciato ma sembra stare bene.
Decidiamo di partire, l'idea di stare a casa, al solito parco giochi, con lui ingessato che non può nemmeno fare lo scivolo ci annienta.
Andiamo.
E ora siamo qui, nel nostro appartamentino sul mare, la spiaggia di sabbia, gli amici con altri bimbi, il secchiello, il canotto, il lungomare, il gelato la sera e tutto l'armamentario delle vacanze di mare.
Lui sta bene.
Lui è felice.
Il braccio viene fasciato nella pellicola Cuki tutte le mattine e se si bagna l'acqua non entra. Ha imparato a tenerlo alzato quando va in mare e sotto la doccia, costruisce castelli e scava buche con la sinistra, meno male che è mancino, mangia e beve con una mano sola. E' molto attento.
E a chiunque telefoni racconta la sua vicenda: MALE! CCALE! TOTTO'E! SHESSHO!
 E poi ride!
Noi siamo schizzaterrimi: un nano di 6 mesi e uno ingessato, al mare, non sono una passeggiata.
Ma tant'è. Lui sta bene ed è felice, e questa è l'unica cosa che importa.

giovedì 1 settembre 2011

Antefatto

Giovedì 25 agosto, a meno di 36 ore dalla partenza per le agognate vacanze al mare, la serata è tranquilla a casa dei campagnoli.
Tutto procede secondo la rigida tabella di marcia che vede alle ore 18:30 in punto l'inizio delle abluzioni serali di tutta la famiglia: Topolo inserito in vasca per primo, con il leone, la tigre e il cavallo di plastica, pronto per la fattoria acquatica. Ciccionetto e maritozzo sotto la doccia, un panetto di burro bagnato e garrulo viene insaponato a sciacquato tra gridolini di gioia.
 Per ultima, la mammozza, che sciaguatta sotto la doccia nitrendo e ruggendo per la gioia del Topolo vaschizzato.
Ore 19:00: Ciccionetto e maritozzo, vestiti e profumati, scendono in cucina, per la cena. La mammozza impiega i soliti 10 minuti per estrarre il Topolo dalla vasca, poi inizia a vestirlo.
Ore 19:15: la mammozza, nuda, cerca invano di vestirsi, ma un Topolo galvanizzato da 30 minuti di bagnetto impedisce ogni movimento:
- "Mamma, 'sione?" (mamma, posso vedere la televisione?)
- "Amore, fammi vestire e scendiamo insieme per 5 minuti di tele prima della pappa"
- "Mamma, 'sione?"
- "Amore, fammi vestire e scendo"
- "Mamma, 'sione?"
" Gabriele: ora mi vesto e scendo, lasciami le gambe"
-  "Mamma, 'sione? Eh? sione? sione? sioneeeeee? Mamma... SIONEEEE?"
- "Ok, senti, facciamo così: scendi da solo, io mi vesto e arrivo"
Ore 19:18: il Topolo afferra la sua capretta di Linus e inizia a scendere la rampa di scale.
TUM TUM TUM TUM ---- UAAAHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Oh santa pupazza!!!! E' caduto dalle scaleeeee!!!!
Mi affaccio e lo vedo: appiattito sul pianerottolo dopo l'ultimo gradino, urlante, le gambe ripiegate sotto di sè, un braccio malamente piegato sotto la testa. Corro a sollevarlo, lo appoggio sul divano, corre anche Luca, lo guardiamo, lo tocchiamo, lui non smette di urlare, un pianto straziante e lacerante, non riesce a smettere.
Alla fine lo vedo: il naso sanguina, la fronte è gonfia, la mano destra non si muove, il braccio non si muove, sta gonfiando ed è caldissimo: prendo il ghiaccio, glielo metto sul braccio, lui continua a urlare come un animale ferito, un urlo che perfora le orecchie.
Ok, mi dice Luca, vado in ospedale, tu resta a casa, è inutile portare anche il Ciccionetto.
Gli do dei succhi di frutta, dei biscotti, la tessera sanitaria, mettiamo il seggiolino davanti, almeno lo può tenere sotto controllo, prende il nano piangente e corre via.
Io resto da sola con Leo, sono ormai le 8, la sera si avvicina.
Leonardo, stremato da tanta paura, le urla del fratello, il nostro panico, ha una faccia stravolta, gli si chiudono gli occhi.
Alle 8:10 dorme.
Io mi accascio sul divano e inizio a piangere: è colpa mia, è solo colpa mia, l'ho fatto scendere da sola, l'ho lasciato andare, gli ho detto io di scendere, sono una madre degenere! Un mostro!
(sì, ma le scale le fa mille volte al giorno)
Non importa, è solo colpa mia
(sì, ma quando è stanco o ha sonno lo prendi sempre in braccio, stasera era bello sveglio)
E' solo colpa mia
(sì, ma gli hai insegnato a reggersi forte alla ringhiera, lo sai che lo fa sempre)
E' solo colpa mia
(è caduto mille volte, lo sai, è al limite dell'ipercinetico, è vivace, è distratto, fa cento cose insieme)
E' solo colpa mia.
Aspetto. Aspetto. Aspetto.
Mi immagino mille scenari, uno più catastrofico dell'altro: trauma cranico, braccia rotte, commozione cerebrale, gambe, dita, piedi, rotti.
Alla fine mi chiama Luca: piccola frattura composta al braccio destro, lo devono ingessare. ha anche un bozzo in testa, consigliano una notte in osservazione. Luca mi dice che il nano sta bene, è lucido, è tranquillo, decidiamo di firmare e portarlo a casa.
Dopo 2 ore tornano, vedere il piccolo braccio ingessato mi strazia il cuore. Lui è stravolto, viene messo a nanna, tra mille precauzioni, si lamenta nel sonno, ha la fronte blu e un gradino stampato sul naso.
Non è niente, mi dice Luca, guarda la lastra, è qui, vedi? Picccola piccola, una piccola frattura vicino al polso. Ne avrà per 25 giorni. 25 giorni?!? Fino al 18 settembre.
Mi metto di nuovo a piangere.
E ora????
Va da sè che il braccio non può essere bagnato, nè riempirsi di sabbia.
E ora???? Che facciamo????
Ci sediamo in cucina, un bicchiere tra le mani, ci manca poco che pianga anche Luca.
E ora????
(CONTINUA)


venerdì 26 agosto 2011

A presto

E così ci siamo finalmente arrivati anche noi, alle ferie, intendo.
Due settimane grasse di mare, sabbia, sole e, si spera, riposo che noi, qui, si avrebbe anche bisogno di dormire.
Ci si rivede a settembre,
Buon Tutto!

mercoledì 24 agosto 2011

Sopravvissuti al bue grasso

E' un peccato, un vero peccato andarsene così, a fine agosto al culmine della stagione festaiola del paese.
"Il bello viene adesso" titolava a caratteri cubitali il quotidiano locale, stamattina., "Turisti in fibrillazione!".
E noi partiamo, che disdetta, barattiamo due settimane al mare con il Top della settimana eventizia della zona.
Ci perdiamo, nell'ordine:
- la sagra dello stracotto e del bollito misto;
- la festa della lasagna al forno;
- la tradizionale distribuzione in piazza del gelato artigianale con annesso spettacolo pirotecnico;
- la celeberrima e imperdibile sagra delle trofie al pesto
- il polentone
- last but not least, mancheremo anche la perbureira (pasta e fagioli con carico d'aglio).
Mannaggia.
Meno male che abbiamo presenziato entusiasti a quella del raviolo, del cinghiale con polenta, del salamino d'asino e del bue grasso.
Non potevamo esimerci, rischiavamo di essere tacciati come asociali.
Io veramente, mi tocco se ci sono (quelli delle pro-loco). Per coerenza, la settimana di Natale dovrebbero fare la festa dell'anguria, quella del pomodoro e mozzarella e la sagra del ghiacciolo.
Per dire.
Mi ammazzo con lo stracotto a 37° e, se sopravvivo, mi ri-ammazzo con il ghiacciolo a -12°.
Ma cosa volete, ormai di coerente in questo paese non c'è più manco la sagra.


lunedì 22 agosto 2011

Dizionario 1

BREVE DIZIONARIO DI GENITORESE
frasi tipiche ed espressioni idiomatiche per situazioni tipo

Lezione 1: AL PARCO

GIOCA BENE:  potresti evitare di fare tutte quelle cose pericolose e stupide che fate tutti voi bambini di questa età? Potresti rendermi un genitore modello giocando solo come voglio io? Non fare nulla che vorresti fare, fai solo quello che voglio io, come lo voglio io e solo per il tempo che lo voglio io;
NON SUDARE:  potresti evitare di fare salire la temperatura corporea e ricoprirti di appiccicaticcio? Non mi interessa che ci siano 37°, non voglio vederti sudare;
NON SPORCARTI: potresti evitare di cadere, inciampare, sederti a terra e sui giochi, toccare lo scivolo, gli altri bambini, le pietre e per terra? Non vedi che ti ho messo la gonna bianca? E che hai la maglietta pulita?
FAI LO SCIVOLO: perchè, che altro vorresti fare? l'altalena? giocare a palla? No, ora si fa lo scivolo. Perchè voglio così.
CHIUDI LE GAMBE QUANDO SCENDI (solo per le femmine): vorrai mica scendere dallo scivolo scomposta? o con le gambine aperte?!? Ma che modi sono?!
SCENDI PIANO: scivola piano, non così veloce, che mi fai spaventare, così è troppo piano, così è troppo forte... ecco, così!
NON TOCCARTI I CAPELLI: che ti ho messo 8 mollette e fatto la coda e due codini, non puoi toccarli, sono ordinati. Non mi interessa che ti prude la testa, le bambine non si toccano i capelli;
DIVERTITI UN PO': che già mi faccio io due palle così, ora devi divertirti, vai, su!
NON CADERE/NON BUTTARTI GIU'/NON FARTI MALE: che già te la gufo ogni momento, porto una sfiga che non puoi capire, cerca almeno di stare attento, eh!

martedì 16 agosto 2011

Scampoli d'estate

Vorrei parlarvi di un sacco di cose, davvero. Dei due giorni al mare in riviera da Nonno Flemma e Nonna Chioccia.  Delle sagre paesane che allietano le serate agostane da queste parti. Delle giornate in piscina che vedono un Topolo scatenato e un Ciccionetto dormiente sotto gli eucalipti. Del Topolo che inizia a parlare e a farsi capire, del Ciccionetto che mangia le sue prime pappe, dei miei progetti... di un sacco di cose insomma.
Ma non riesco a cavarne un post che sia uno.
Perchè l'unica cosa di cui vorrei parlare è in realtà l'unica cosa importante degli ultimi 2 anni e 4 mesi, l'unica cosa fondamentale, l'unico evento di tutto il baraccone: io e il maritozzo siamo usciti da soli di sera.
Ok, svenite.
Ora rinvenite.
Ripeto dopo 2 anni e 4 mesi (850 giorni) siamo usciti insieme da soli di sera, io e lui, lui e io dove LUI è il maritozzo e non un nano.
Impagabile.
E per giunta eravamo in riviera, al mare, nel mezzo delle serate d'agosto del Tigullio, tra concertini jazz, locali strapieni, sciabordio delle onde e luna piena.
60 minuti di sogno (un po' per l'entusiasmo, un po' - ahimè - per il sonno eclatante che già mi coglieva alle ore 21:00 in punto).
Insomma.
Siamo stati parecchio bene.
Tutto ciò mi fa pensare che se questa è l'unica cosa rimarchevole di tutta l'estate forse faremmo meglio a prenderci una baby sitter, almeno ogni tanto.
Però che cavolo, è stato veramente bello.

martedì 9 agosto 2011

Il punto di non ritorno

Ci sono uomini che "io non mi sposerò mai, ci tengo alla mia libertà!" e altri, come il maritozzo, che si sposano serenamente, impassibili e coraggiosi perchè "è arrivato il momento, il matrimonio è una bella conquista".
Ci sono uomini sposati che "figli? No grazie, io e mia moglie stiamo bene così, vogliamo godercela ancora un po'" e altri, come il maritozzo, che sfornano il primo figlio con grande pacatezza perchè "ho quasi 40 anni, che altro devo aspettare?".
Ci sono uomini sposati e con un figlio che "però ora basta, io il mio dovere l'ho fatto, ora speriamo che cresca in fretta che voglio tornare alla mia partita di calcetto" e altri, come il maritozzo, che fanno anche il secondo perchè "sono figlio unico, almeno loro si fanno compagnia e giocano insieme".
Ci sono uomini che hanno mollato piccoli pezzettini della loro libertà e della loro vita con grande parsimonia, lottando con le unghie e con i denti e altri che, invece, condividono loro stessi e il loro tempo con una famiglia intera, con estrema generosità e sorrisi per tutti.
Epperò, anche per loro, arriva il momento della verità, della presa di coscienza, della consapevolezza che, ormai, la frittata è (parecchio) fatta, indietro non si torna e quel che era non è più.
Per il maritozzo questo momento è arrivato con la bara.
Lo vedevo un po' pensieroso, mentre insistevo pesantemente per acquistarne una, in vista delle imminenti ferie. Credevo fosse per il prezzo, o forse per il grande sbattone di comprare anche le barre da mettere sulla macchina, oltre alla bara in sè.
Non gli ho dato troppo peso, in fondo alla fine aveva preso tutto, bastava montare il tutto sul tettuccio della macchina ed era fatta.
Poi ieri... la rivelazione: 
"Sai, mi ha confessato, questa bara mi angustia proprio"...
"Come mai? Perchè dovremo andare più piano? O temi che faccia rumore? Pensi che si possa aprire mentre andiamo?!?"
"Macchè, mi ha risposto, è proprio quello che simboleggia che mi da fastidio!"
"Perchè, scusa, cosa simboleggia?"
"Eh... la fine di tutto..."
"La fine de che?!"
"La fine della vita da single! della spensieratezza! della libertà! Insomma, avere il portapacchi sì che mi da l'idea di quanto la mia vita sia cambiata! Eh! E' proprio vero che indietro non si torna..."
La bara.
La bara gli dice che la sua vita è cambiata.
Non io.
O il Topolo.
O il Ciccionetto.
O la gravidanza, le notti in bianco, i dentini, le pappe, i primi passi, la prima parola, la fatica immensa e quotidiana...
No.
La bara.
E vabbè, meglio questo che l'amante.

giovedì 4 agosto 2011

Cronache di primogenitura

Non è la gelosia
quello che sento
quello che sento dentro
È più una malattia
che non ci riesco
che non capisco proprio
...
E NON ANDARE VIA
neanche con lo sguardo
quando mi siedi accanto 


Tango (della Gelosia) - di V. Rossi


All'inizio era indifferente, la prima settimana. Guardava il fratellino sporadicamente, come solitamente fa con l'ospite sconosciuto e la certezza che sarebbe presto andato via. Poi ha capito che il fratellino sarebbe rimasto e allora è diventato rabbioso: calci e pugni a me, lagnoso e appiccicoso con papà, sempre in braccio a piagnucolare. Poi ha realizzato che quando lui andava al nido il fratellino restava a casa con me: apriti cielo! Pianti strappacuore per entrare all'asilo, pianti quando lo andavo a prendere, pianti mentre era lì. Poi è subentrata la fase apatica, soprattutto all'asilo: si faceva mettere in passeggino o nel seggiolone dalle maestre e lì restava con il suo peluche preferito, lo sguardo assente nel vuoto. Magari solo 5 minuti, magari solo 10, però più volte al giorno. Roba che quando me l'hanno detto ( e l'ho visto con i miei occhi) per poco non ci resto secca dal dolore, lui che è sempre tanto scatenato sembrava imbalsamato.
Poi, e questa è l'ultima fase, ha iniziato a fare il gioco del picco-o: lui è picco-o picco-o, non è gadde (piccolo piccolo, non grande) ha bisogno del ciuccio e di essere consolato: si sdraia a terra e inizia la pantomima del neonato che strilla e ha bisogno di essere preso in braccio e cullato. E' molto tenero in realtà, ma tant'è si finge un neonato.
Infine, e questa è la notizia del secolo, dopo 8 mesi che si rifiutava di salire in passeggino (rifiutava è un eufemismo, sarebbe stato più facile piegare una sbarra d'acciaio a mani nude) ora esce solo in passeggino.
Questo è.
Noi abbozziamo e stiamo al gioco. passerà, ne siamo sicuri. Però al momento abbiamo due neonati, di cui uno di 15 kg!  ;))

lunedì 1 agosto 2011

Dialoghi tra sordi

Ok, siamo in agosto, è tempo di Settimana Enigmistica e Sudoku.
Siccome non so disegnare non posso regalarvi un rebus, però posso proporvi un indovinello, così tanto per passare il tempo.

Ore 21, casa dei campagnoli:
- C'è ancora del gelato in frezeer?
- Sì.
- Ok, allora ne prendo un po'. Tu ne vuoi?
- No, grazie, ne ho già diviso uno col nano, oggi in piscina.
- Bene.

15 minuti dopo:
- Scusa ma il mio gelato?
- Hai detto che non ne volevi!
- Certo che ho detto che non ne volevo! Era la mia "risposta beneducata"! Ne ho già mangiato uno oggi pomeriggio, che altro avrei dovuto dire...
- Ma che vuoi da me?!
- Voglio il mio gelato! Insomma... ma non hai capito nulla!!! Ho detto che non ne volevo, ma in realtà ne volevo eccome! (con voce isterica) Non capisci mai quello che penso! Come hai potuto anche solo pensare che non ne volessi!!!

La domanda è: CHI HA DETTO COSA?
Si vince il gelato rimasto in frezeer.

lunedì 25 luglio 2011

Diego, l'ultimo vero grande eroe

Ma parliamo un attimo di Diego e Dora, vi prego, i due cugini marroncini adorati dai nani di mezzo mondo.
Per chi non li conoscesse "Vai Diego Vai" e "Dora l'esploratrice" sono due celeberrimi cartoni che vanno in onda sulle reti sky per i bambini. Da luglio sono in onda 24 h su 24: una libidine.
Ne parlo perchè, ancora una volta, si passa un messaggio sessualmente discriminatorio ai bambini (sì, sono fissata, e allora?).
Prendiamo Diego.
Diego ha 7 anni e di lavoro fa il soccorritore di animali. E' un lavoro importante, che lo vede viaggiare in tutto il mondo alla ricerca degli animali più bizzarri delle specie più amene che possono trovarsi in pericilo. Nel suo c.v. Diego è presentato così:
"Diego è un eroe d'azione e d'avventura di 8 anni che ama la natura e gli animali.
(Per salvare gli animali) Diego utilizza la sua grande capacità di osservazione e uno strumento scientifico come il computer, ma anche un diario, una macchina fotografica.  Diego raggiunge i suoi obiettivi e allo stesso tempo fornisce ai bimbi informazioni sui versi degli animali, i loro movimenti, l'habitat in cui vivono, la loro alimentazione, la famiglia e le caratteristiche fisiche."
Insomma, un pezzo d'uomo intelligente, bilingue, dotato di acuta intelligenza e conoscenze tecnologiche superiori alla media dei bambini di 8 anni. In più il nostro eroe ha un cuore d'oro, non sa resistere al tenero richiamo di nessun cucciolo ed è veramente utile alla causa. Infine, pur avendo una sorella più grande e due genitori è solo lui che manda avanti la baracca: la serie è sua, gli animali suoi e tutti gli altri inutili figuranti.
E vediamo adesso Dora, la cugina di Diego (credo sia il primo esempio dichiarato di nepotismo nei cartoni animati).
Dora ha 7 anni e leggo sulla sua pagina: " Dora invita i piccoli spettatori ad accompagnarla in un'avventura o in un'esplorazione con un ben preciso obiettivo da raggiungere. Stabilite le tappe del percorso, Dora e i bimbi devono risolvere una serie di problemi e superare ostacoli per raggiungere l'obiettivo finale."
Quali possono essere i problemi e gli ostacoli di una bambina di 7 anni?! E' la cugina di Diego, forse dovrà salvare le specie vegetali. O magari altri bambini. Oppure risolvere problemi legati all'ambiente o alla guerra o a chissà quale altra nobile causa.
Macchè.
Dora è una femmina. 
E cosa fanno le femmine? Vanno alle feste. E che problemi possono avere? Perdere il vestito o una collana sono i più gravi cui ho assistito questa settimana.
Se la sventurata si trova in guai veramente seri allora compare nella puntata il cugino Diego (non sto scherzando) e risolve tutto lui.
Meno male che Diego c'è, mi vien da pensare.
Io, per par condicio, li strozzerei entrambi con le mie mani (e farei della pantofole con Baby Giaguaro e uno straccio per il parabrezza con Boots) ma più di tutti strozzerei gli autori che, ancora una volta. insegnano ai miei figli che loro, in quanto maschi, possono fare TUTTO nella vita, senza paura di fallire: il successo gli arriderà sempre. Mentre, quelle sfigate con cui giocano al parco ogni giorno (e che sono anni luce avanti a loro) al massimo potranno salvare Benny il Toro con l'aiuto di due stelline psichedeliche e andare finalmente al loro party quotidiano.
Ma andate tutti a.