Pagine

venerdì 30 ottobre 2009

Tristezzaaaaaa per favore va viaaaaaa

Me l'ero immaginato diverso il trasferimento, ma del resto è sempre così: quando si anela una cosa per tanto tempo si tende a mitizzarla e a perdere di vista la mera realtà.
Viviamo nella nuova casa già da 3 settimane e sono pervasa da una malinconia che non provavo da tempo immemore.
Non ha a che fare con la casa, o almeno non nel senso che intendono tutti (una volta per tutte: non mi sento isolata!), a ha che fare con un progetto di vita che 4 anni fa era chiarissimo e ora, come dire, ha perso un po' di smalto.
La casa è bellissima, come ce la siamo sempre immaginata; il Nanno si è ambientato perfettamente; il fango è stato domato (fino alla prossima pioggia), le bestie che popolano ogni angolo della magione non mi fanno quasi più impressione.
E allora?
E allora 'sto posto è troppo grande!
Bisognerebbe popolarlo in qualche modo, ma non intendo fare figli a profusione solo per riempirne le stanze!
Non solo la casona è immensa, ma abbiamo accanto anche un bel fienile che, una volta ristrutturato, porterà altro spazio.
Insomma, che ci possiamo inventare?
Agriturismo? Palestra? Centro di meditazione? Campo estivo per bambini? Stalla? Bed & Breakfast?
In tutto questo (casa ancora da sistemare, giardino da de-giunglizzare, legna da tagliare, api da accudire, mele da raccogliere, ecc...) il Nanno ha scoperto che potrebbe stare seduto ma ancora non è capace, potrebbe mangiare da solo ma ancora non è capace, potrebbe afferrare e ciucciare tutto ciò che ha davanti ma ancora non è capace perciò non si può mollare un secondo.
Insomma, mille cose da fare e nemmeno una mano libera.
Sigh.

giovedì 29 ottobre 2009

Ma te....???

Sono a favore dei sondaggi, sempre, in effetti nutro un'insana quanto bizzarra passione per le interviste, specie se telefoniche. Non chiedetemi perchè, ma quando mi telefonano per avere la mia opinione su qualcosa, qualunque cosa - ahimè, rispondo sempre entusiasta.
Figuriamoci se potevo evitare di iscrivermi al programma di interviste della nostra regione dedicato alle neomamme: una volta ogni 3 mesi mi chiama un'infermiera del consultorio e mi interroga sul Nanno e sulla mia vita con lui.
Le domande spaziano da "allatti al seno o con latte artificiale" oppure "hai già fatto i vaccini" fino a "il marito/compagno ti da una mano in casa e con il bambino".
Alcune domande sono molto pertinenti ("hai avuto bisogno di un pediatra o dell'ospedale negli ultimi mesi"), altre sono stimolanti ("la presenza di parenti o amici dopo il parto è stata di conforto o fonte d'ansia") altre sono delle prese per i fondelli ("ti senti più o meno stanca da quando hai il bambino?" - "dormi di più o di meno?"), insomma, ce n'è per tutti i gusti.
Ma la domanda chiave, quella che ogni volta mi lascia perplessa è: "da quando hai il bambino, la tua vita è cambiata in meglio o in peggio?".
Ecco.
Una domanda così presuppone ore di discussione, di analisi, di confronto, di spiegazioni.
Vorrei invitare l'infermiera a casa, apparecchiare per un tè e cominciare con un: in che senso in meglio o in peggio?
In meglio, naturalmente, visto che desideravamo un figlio da anni e siamo stati fortunati, il Topolo è un bambino sano, allegro, amplificato e meraviglioso.
In meglio, ovviamente, visto che essere mamma è un'immensa gioia, una scoperta, un'avventura, un gioco, una stupefatta rivelazione ogni giorno.
In meglio, ça va sans dire, perchè la maternità, a mio parere, per una donna è sempre un'esperienza, una trasformazione, un cambiamento, un completarsi andando a toccare aspetti dell'animo femminile mai neanche immaginati prima.
Però non è finita qui.
In peggio, perchè ci sono giorni in cui la stanchezza, il sonno, l'esaurimento di ogni energia fanno apparire terrificante anche solo pensare di uscire di casa.
In peggio, perchè a volte la solitudine è così penetrante che ci si sente sole al mondo, abbandonate da tutto e tutti.
In peggio, perchè le giornate in cui il Nanno non sta bene, o ha sonno, o è nervoso fanno assaporare la rabbia in tutte le sue forme e si ha persino paura di quello che si potrebbe fare.
In peggio, perchè a volte anche l'idea di un cinema, di un libro, di un aperitivo è talmente nostalgica da far dubitare che ci sia mai stata una vita prima.
Alla fine, in quei 3 secondi di tempo che ho per ribattere, in ogni modo rispondo sempre in meglio, of course.

mercoledì 28 ottobre 2009

Cercasi controfigura

Almeno una volta l'anno scrivo un post intitolato in questo modo, bramosa di chiunque (un sosia, uno stuntman, un lupin con la maschera di gomma che mi possa somigliare) voglia prendere il mio posto.
Credo che in questo periodo l'occasione sia data dallo stress post-trasloco, più ambientazione nella casa nuova, più le millemila cose da fare per rendere abitabile (non dico "pulito") il nuovo nido, più dal Nanno che mette i dentini, più dal primo raffreddore sempre del Nanno .
Insomma.
Sono una larva.
Ci sono comunque delle buone notizie campagnole: ha smesso di piovere e lo sterrato si è asciugato, rendendo agevole le uscite da casa; il Nanno è uscito indenne dal raffreddore e, a parte qualche bolla di moccio dal naso di Spankiana memoria, sembra guarito; la casa sta assumendo un aspetto umano (non dico "pulito") addirittura potremmo quasi avere degli ospiti.
Infine: forse, dico forse, potrei iniziare un corso di apicoltura che mi porterebbe ad avere qualche ora tutta per me.
Non so se reggerei all'ebbrezza di avere entrambe le mani libere.

venerdì 23 ottobre 2009

CVD

(come volevasi dimostrare)
Lo sapevo, lo sapevo porca paletta che il dannato sterrato mi avrebbe fatto dannare!
Sono bastate poche ore di pioggia per trasformare una dignitosa strada di campagna in una pista di fango, poche ore e nemmeno il 4x4 che mi è toccato in sorte riusciva a percorrere i pochi metri fino a casa.
Ma ho scelto io di venire quassù e ora non mi posso lamentare, hai voluto la bicicletta e ora pedala (oppure: hai voluto la fangazza e mò ci sguazzi).
Il primo giorno sono scesa con il Nanno , due mani strette al volante e le ruote che SGUISSHH SGUISSHH slittavano a destra e a manca, una volta verso il burrone l'altra verso il monte.
Ma sono arrivata in fondo alla discesa.
Al ritorno, ho mollato la macchina a metà salita e me la sono fatta a piedi: il Nanno in braccio, insieme all'ombrello, la borsa, le chiavi di casa e il fango fino alle caviglie.
PUAH!
Il secondo giorno mi sono fatta furba e, in salita, ho tirato il motore su di giri fino allo stremo, le ruote giravano a mille, il fango schizzava ovunque ma sono arrivata davanti a casa.
Il terzo giorno ho guardato fuori e, da perfetta campagnola, ho detto ah, ancora fango.
La macchina è un disastro, il fango è perfino sul tettuccio, ma sono veramente fiera di me: nemico numero 1 sconfitto, adesso aspettiamo la neve.

giovedì 22 ottobre 2009

Premiosità


Ricevo questo da Extramamma, che ringrazio di cuore! e passo la palla, o meglio il francobollo ad altre 10 blogger.
Queste sono le regole:
incollare il francobollo e riferire il nome del blog-mittente spedirlo ad altri 10 blogs chiedendo loro di pubblicare le regole e assicurarsi che il francobollo passi ad altri affinchè si conoscano nuovi blog.
Il mio premio va a:

- Emily
- Silvietta
- My
- The italiam Mom
- Lisa
- Vita da Strega
- Raperonzolo
- Wonderland
- Zauberei
- Torta di Mele

mercoledì 21 ottobre 2009

Post trasloco

Non saprei.
Non saprei da dove cominciare a raccontare questo periodo post trasloco e post grande cambiamento. Già il trasloco in sè è evento parecchio pesante (fosse per me, lo inserirei nella lista degli eventi stressanti, intorno al 10° posto) in più passare da un paesone all'isolamento di un bosco è parecchio impegnativo.
Per darvi un'idea: Città circoa 600.000 abitanti; Paesino(dove siamo stati 3 anni) circa 11.000 abitanti; Castelcinto dove siamo ora circa 900 anime.
Insomma, siamo pochini.
La prima notte non ho chiuso occhio per il buio. No, il silenzio non mi fa così impressione, ma il buio cieco e pesto sì. Impossibile localizzarsi le mani figuriamoci il Nanno : riuscire a trovarlo per allattarlo è stata un'impresa.
Dalla notte successiva abbiamo una bella luce notturna.
Il silenzio, dicevamo.
Qui tutto tace: l'unico rumore è il sommesso ronzio della Caldaia e il rassicurante rumore del pellet che cade nella camera di combustione.
Stop.
Ogni tanto passa una macchina.
A volte si alza in volo un corvo.
Ma la cosa più bella è la luce: la luce del sole che filtra tra i rami al mattino illuminando la cucina; la luce del tramonto che inonda la vigna e la colora di rosso; il chiarore delle stelle di sera, che ci eravamo dimenticati stavano appese nel cielo sopra di noi.
Aspettiamo la prima luna piena per dormire a persiane aperte senza lucetta, godendo del chiarore dei raggi lunari.
Il Nanno l'ha presa bene: passa da una stanza all'altra con la meraviglia delle sue lunghe ciglia. ha ripreso i suoi ritmi. E di notte, sarà che non abitiamo più sopra una pizzeria, ronfa alla grande, svegliandosi ben poche volte.
La mia impressione è di essere andata a vivere in un agriturismo e di essere in vacanza.
Quando eravamo in città fuggivamo via ogni week end per andare a respirare, ora siamo già via, non c'è bisogno di andare da nessuna parte, siamo già arrivati.

giovedì 15 ottobre 2009

Uno dice: e che sarà mai? Il 23° trasloco non potrà essere peggio degli altri... ahahahahaha.... prova tu a traslocare con un Nanno di 6 mesi che non ne vuole sapere di stare un attimo tranquillo sul seggiolone o sulla sdraietta o sul lettone o dove caspita vuole lui, basta che ci stiaaaaaa!!!
Sggruunf.

(arrivata allo scatolone n. 45 la Campagnola inizia a mostrare leggeri segni di nevrastenia, connotata da attacchi di ansia frammista ad attività frenetico-ipercinetica. Levatele il caffè, please.)

mercoledì 14 ottobre 2009

Countdown: -4

Ci sono cose che richiedono tempo prima di avverarsi, tanto tempo e forse è un bene.
La gestazione dei bimbi avviene in 9 mesi e ci voglioni tutti: addirittura il Topolo che è nato un po' prima mi ha privato delle ultime 3 settimane nelle quali, forse un po' ingenuamente, contavo di organizzarmi seriamente ad accoglierlo, oltre che leggere quei 5 - 6 volumi che mi erano rimasti sul comodino.
Il tutto per dire che aspettare una casa per 4 anni è un po' tantino, diciamo che in teoria dovrei essere preparata a tale evento.
In teoria.
Ma questa non è una casa normale.
Questa è una casa campagnola e bioenergetica - naturale, il che presuppone tantissime cose che una cittadina snobbina come me (seppur con animo hippy-alternativo) ignora e, soprattutto, teme.
Cominciamo dalla posizione: non è sulla strada principale, ci sono 200 metri di sterrato per raggiungerla.
Ora.
Lo sterrato è tanto pittoresco, ma quando piove e le ruote slittano nella melma e il fango ricopre i finestrini l'effetto romantico sparisce e appare quello splatter (oltre che quello orrifico che vede la macchina slittare verso il burrone).
Non parliamo di quando nevica.
Già immagino me e il Nanno imprigionati in un muro di neve, la casa isolata come l'Overlook Hotel, le provviste che scarseggiano e una scritta sul muro... REDRUM...
Poi c'è la caldaia.
La caldaia dei Campagnoli è talmente grande che ha richiesto una casetta tutta sua.
Scordatevi il tasto on- off che in 2 minuti attiva o spegne i caloriferi.
Questa va a legna e pellet. Roba pesante, difficile da procurarsi, poco maneggevole per chi non ha mai maneggiato un'accetta.
Già mi vedo, io e il Nanno , soli in casa, con un freddo cane, la legna è finita, il gelo che ci prende lentamente...
Poi ci sono le bestie.
Lo so, lo so, dannazione!, che in campagna ci sono le bestie. Ma che ci posso fare? Sono orripilata da tutto ciò che striscia, salta, vola, annaspa, sbava e la casa pullula di millepiedi, scorpioni, ragni, scarafaggi e altri insetti schifosi che sbucano da tutte le parti.
Già mi vedo, io e il Nanno , chiusi in una qualche stanza, assediata da torme di bestiacce viscide e bavose... ecc... ecc...
Poi c'è il bosco fuori, la foresta di rovi incolti che deve essere pulita, potata, seminata, tenuta in ordine altrimenti potrebbe franare o smottare o fare cadere alberi sul tetto e avvolgere lentamente la casa nelle sue spire di giungla incantata.
Già mi immagino, io e il Nanno , con un pezzo di collina franato davanti alla porta di casa... ecc... ecc...
Insomma.
Questo per dire che le ultime notti le ho passate a sforzarmi di ricordare cosa caspita mi avesse tanto attratto di questa vita.
Cosa aveva il piccolo appartamento di 40 mq nel pieno centro cittadino che non andava bene?!?

lunedì 12 ottobre 2009

La storia (in)finita

Riassunto del riassunto del riassunto delle puntate precedenti:

La storia è ormai trita e ri-trita: in una città crepuscolare lui e lei si incontrano, si piacciono, si mettono insieme e si sposano. In un delirio di passione e insalubrità mentale (giuro, non è colpa di sostanze psicotrope) scoprono di avere entrambi l'infausto sogno di abbandonare la metropoli tentacolare e di trasferirsi in campagna.
Insensibili al coro di parenti che cercano di dissuaderli dal folle progetto vendono tutto, si indebitano fino alle mutande e acquistano giulivi un rudere campagnolo in località Castelcinto.
Incuranti degli auspici avversi (il giulivo rudere crollerà sotto il soffio di una brezza marzolina) decidono di andare avanti e ricostruire tutto.
Osteggiati dalla burocrazia, martoriati dalle commissioni edilizie, stremati da permessi, permessini, deroghe, leggi ad cascinam, firme, timbri, marche da bollo, e simili impiegheranno 4 anni per portare a termine il loro progetto.

Puntata di oggi:
Lui e lei, ormai incanutiti, hanno finalmente assistito alla posa dell'ultima pietra, dell'ultimo muro, dell'ultimo pezzo della loro casa. Stanno per traslocare.
Davanti ad uno struggente tramonto, tra uno stormir di ciliegi e un ronzare di api lei dice a lui: amore, ma cos'è che ci piaceva tanto di questo posto?
Lui risponde: chi può dirlo? In effetti... a guardar bene non c'è neanche il mare!

Prossime puntate:
I due traslocheranno entro breve (per scaramanzia non riveleremo la data) e scopriranno che si stava meglio quando si stava peggio.
Ma anche no.

venerdì 9 ottobre 2009

Sarà vero?

Come spesso succede nelle competizioni sportive, un record per essere ritenuto valido deve essere raggiunto in condizioni "standard". Così se riesci a fare un tempo eccezionale sui 100m con troppo vento a favore, vinci la gara ma il risultato non viene considerato ai fini del record.

Il Nanno ha detto "mamma".

In effetti ero lì e posso solo che confermare.

Tuttavia, una giuria internazionale ed indipendente evidenzierebbe che l’evento si è verificato ad un'ora imprecisata tra le 2 e le 4 del mattino, momento in cui sia la mamma che il papà hanno capacità motorie/cerebrali/sensoriale parecchio penalizzate. (non che normalmente stiamo parlando di due fulmini di guerra; come coppia potremmo essere soprannominati il gatto e … il gatto).

In più il Nanno piangeva già da un po’, fatto che aveva gettato nel solito sgomento e stato confusionale l’establishment genitoriale.

Secondo voi, a che conclusione giungerebbe la giuria?

^_^



Di già?

Il Nanno ha detto "mamma".
Poi ha compiuto 6 mesi.
Poi gli è spuntato il primo dentino.
Ora gli stiro una camicia e via! fuori casa!

mercoledì 7 ottobre 2009

Dio li fa e poi li accoppia

Ho scoperto il significato della parola "idiosincrasia" a 17 anni, con il risultato dei test attitudinali: il soggetto (me) presenta una patologica idiosincrasia per tutte le materie scientifiche, matematiche, tecniche. Al contrario è felicemente (felicemente?) portata per tutto ciò che riguarda la sfera linguistica, di vocabolario, e relazionale- emotiva.
Ma va.
Il mio voto tipico in matematica non era nemmeno un voto, ma A.I. = Assolutamente Inclassificabile. Il prof di mate un giorno ha detto al mio papà che visto che non si può cavar sangue da una rapa, mi basta che sua figlia stia zitta e buona nel banco e io la promuovo.
Che caro.
Insomma, questo per dire che io e i numeri, io e i ragionamenti, io e le capacità logico - astratte, matematiche, geometriche, tecniche non ci parliamo.
Non ci siamo mai parlati.
Ricordo che in seconda elementare avevo enormi problemi con le frazioni, la dannata torta divisa in quinti o ottavi mi dava dei bei grattacapi.
Naturalmente, visto che questa è la sacra legge del karma, sono nata in una stirpe di ingegneri, addirittura ne ho sposato uno, tanto per avvilirmi ogni giorno di più.
Il maritozzo mi parla di leggi di rifrazione della luce, di riflessione, di dispersione del suono, cerca di inculcarmi la teoria delle potenze, quella dei frattali, mi interroga a sorpresa sul teorema di Pitagora e sulla legge di Archimede, mi confida che spesso, per non annoiarsi, immagina di ruotare dei solidi nello spazio, tanto per vedere l'effetto che fa.
Io gli chiedo quanta torta vuoi, lui risponde un sedicesimo, grazie.
Uno strazio.
In compenso, perchè la fortuna è cieca ma il karma ci vede benissimo, lui è la negazione totale per tutto ciò che è italiano, inglese, spelling, letteratura.
Storpia le parole, inventa tempi e modi verbali, non ricorda il nome di una località neanche a morire, ha una pronuncia inglese che farebbe accapponare la pelle a un'iguana.
Compila le parole crociate inserendo parole a caso "perchè suonano bene" e quando gli mostro il risultato dei rebus mi guarda stranito, confessando che io parlo, ma lui sente solo le onde del mare.
Meno male che ci siamo incontrati, ci completiamo perfettamente, solo assieme riusciamo a condurre un'esistenza normale.
Ma il Nanno ? Da chi avrà preso?
Ogni giorno preghiamo che abbia preso il meglio di entrambi, non osiamo neanche immaginare il contrario: con le mie capacità matematiche e quelle linguistiche del maritozzo riteniamoc he a stento riuscirebbe a terminare la scuola materna.
E dopo?
Subito a lavorare!

JUBILATION!!!

HA DETTO "MAMMA"! VI GIURO HA DETTO "MAMMA"!!!
Oddioddioddio.
Capite?! Sì che capite!
(Ha detto mamma e non "minchia" come qualcuno aveva cercato subdolamente di insegnargli!!!)
Bravo Nanno !

martedì 6 ottobre 2009

Mah!

Leggo il post di Emily e penso che:
le uniche due persone che mi hanno, ad oggi, invitato su Facebook, sono ultra - 50enni.
E parenti.
Vorrà ben dire qualcosa.
Ma cosa?

lunedì 5 ottobre 2009

IKEA... mon amour!

Dopo un intero week end passato a (tentare di) montare mobili ikea posso fare le seguenti affermazioni:
1. so di famiglie che dopo una partita a Risiko particolarmente estenuante non si sono più rivolte la parola per anni; non ho notizie che lo stesso succeda dopo aver (tentato di) montare un PAX. Potremmo essere i primi;
2. seguire le istruzioni pedissequamente non impedirà al suddetto PAX di prendere vita e esibirsi in uno sgraziato inchino su se stesso, con conseguente sbriciolamento dell'esotico impiallacciato che lo compone e successivo zoppichìo di tutto l'armadio;
3. il numero delle pagine per le istruzioni è inversamente proporzionale alla difficoltà del montaggio;
4. se non sapete come liberarvi del vicino antipatico o della suocera pettegola suggerisco di chiedergli di aiutarvi a montare un IVAR: a metà montaggio la struttura si affloscerà come un castello di carte e del vostro nemico resteranno solo ossa sparecchiate. Vi appellerete al tragico incidente e nessuno avrà nulla da obiettare.
Meditate, gente, meditate.

Di acqua e Gamberetti

Visto l'esito del corso di massaggio, non ero poi così sicura che il Nanno avrebbe gradito il corso di "acquaticità neonatale" previsto per bimbi dai 3 ai 36 mesi.
E' vero che l'attività è non agonistica (?), come precisato sul certificato medico, e quindi non ci sarebbe stata competizione tra neonati, pur tuttavia l'impegno si presentava gravoso assai.
E così, un sabato mattina uggioso e umidiccio, armata di Nanno e borsona da piscina per me e lui mi sono presentata alla Ugual, noterrima palestra del paesino.
Chi ha bimbi sa cosa significa doversi svestire e cambiare per la piscina con una mano sola, mentre con l'altra si tiene una iena inselvatichita nell'altra che si contorce come una murena mentre cerca di ciucciarvi a turno le dita, la maglietta, la spalla, il ciondolo e i capelli.
Comunque, riesco a cambiarmi, a svestire lui ed entriamo nel locale adibito a piscina: il Nanno ammutolisce.
Silenzio.
Non ciuccia, non sbava, non profferisce verbo, occhi spalancati e gambe tese, tutto il corpo in allarme.
Lo sguardo dice chiaramente "Mamma, che caspita ti sei inventata stavolta? Dove siamo?!?"
Entriamo in acqua, freddina, e lui è in modalità stoccafisso che mi guarda atterrito, col mento tremolante.
Ohssignùr, sta per piangere, penso.
Invece...passano i minuti, lo faccio ondeggiare a destra e sinistra, lo metto supino, l'istruttore gli sgocciola acqua sulla testa e piano piano si rilassa... accenna un sorriso... ride... inizia a parlare!
E' fatta, gli piace!!!
Ora mi guarda felice, sgambetta, agita le braccia contento. Ma il top lo raggiungiamo quando si infila due dita in bocca e inizia a ciucciare: massimo del relax.
Insomma, un successo.
Usciamo tra i sorrisi dell'istruttore e la promessa di rivederci.
Purtroppo, il momento idilliaco della vasca si trasforma in un incubo nello spogliatoio: stesse scene fantozziane dell'entrata, solo che adesso io sono fradicia e lui urla come un ossesso.
Inutile dire che cercare di rivestire un neonato bagnato e urlante e contemporaneamente asciugarmi e rivestirmi a mia volta è un'impresa titanica.
Alla fine usciamo: lui stancherrimo si addormenta in braccio, io ancora mezza bagnata inizio a starnutire, ma non importa, va tutto bene, il Nanno era contento e questo è l'importante.
Del resto, da un ex Gamberetto, forse dovevo aspettarmelo ;))

domenica 4 ottobre 2009

On the air

L'altro giorno stavo cucinando serenamente, il Nanno dormiva, l'aria calda di ottobre entrava dalla finestra, tutto era pace e armonia.
Come ogni pomeriggio, la radio era sintonizzata su Radio2: e ora, cari amici, vi facciamo una domanda: qual'è il video che avete più amato degli anni '80? Quale gruppo ascoltavate? Scrivete un sms al nostro numero!
E così, in un impeto di buonumore, ho preso il cellulare e mandato un sms a Radio2, con scritto "il mio video preferito è Close to me dei Cure".
Dopodiche, fischiettando, mi sono rimessa a pulire la zucca e tagliare le cipolle, pensando ai fatti miei.

Driii -n driii-n:
- Buongiorno, qui è radio2, sei la Campagnola?
(Oh santa Cleopatra)
- Sì
- Ti va di partecipare alla trasmissione e parlare in diretta radiofonica?
- Ehmm! Oddio...
- Oddio sì o oddio no? Se dici di sì ti devi far trovare!
(Ok, calma, niente panico, NIENTE PANICO!!! e che diamine, ho partorito! sarò in grado di parlare alla radio!)
- Sì, va bene
- Ti richiamo fra 5 minuti.

Ora.
E' vero che il tempo è relativo, ma 5 minuti sono pochissimi per cercare di calmare le palpitazioni,
e pensare a qualcosa di interessante da dire su quel video. Ma poi? Perchè mi piaceva? Perchè cavolo ascoltavo i Cure? AIUTOOOOO!!!!!!

Drrii-nn
- Pronto Campagnola? Dopo la canzone ci sei tu!
(aaarghhhhh)
- Eccoci qui, ora abbiamo la Campagnola dal paesino, ciao Campagnola!
- Gghhhhh....
- Dicci, qual'è il video che hai scelto?
- Ghhh... bbbbeeeee....maaaaaa.... clos tu mi..... chiur... robert smit.....gheeeeee
- Ahhh!!! Molto bello!! E come mai ti piaceva?
- Beeeee... cioèèèè...daaaaaa..... bhhhhhccccc....hhhaaaaa
- Capito! E cosa succedeva nel video???
- Ahhhh.... armadio..... scogliera... cadeva.....bbbbhhhhhhhhh...ghhhhh
- Ma senti, tu che sei un'esperta dei Cure, quale era quel video dove i membri del gruppo erano dei bambini ma le ombre erano degli adulti?
- Ehhhhh... ??????-----??????...boohhhhhhhh
- Grazie per aver chiamato! Ciao Campagnola!
Click.

Ho ripreso consapevolezza di me boccheggiante e sudata marcia, con la certezza di avere fatto la figura di una perfetta imbecille troglodita analfabeta.
Ma che meraviglia.
La prossima volta che mi viene l'uzzolo di comunicare con una radio per prima cosa mi infilo le dita in...tasca.