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mercoledì 28 dicembre 2011

Piccoli maschi crescono

Più conosco il mio primogenito e più, a dire la verità, non so se vorrei essere sua amica in un'ipotetica vita in cui non sono sua madre.
E' un tipo, come dire, un po' voltagabbana, tanto per usare un eufemismo.
Per esempio il modo in cui ha trattato il povero albero di natale è degno di nota.
Abbiamo addobbato il nuovissimo albero in plastica con tutti i crismi e gli ameniccoli del caso. Ha voluto personalmente appendere tutte le 150 palline con le sue manine; ha infilato il puntale qualcosa come 15 volte prima di essere soddisfatto.
Poi ha messo le luci. Ha variato la frequenza e il tipo di illuminazione dei led una ventina di volte. Ogni giorno accendeva le luci e guardava il "suo" albero con occhi luccicanti mormorando tra sè "ttale, ttale, bello ttale" (ah, Natale! Che bello il Natale).
Ogni sera spegneva le luci dell'albero prima di andare a dormire e accarezzava la pallina rossa, quella più grande, augurandogli la buona notte. Quando il Ciccionetto leccava le palline fino a scolorirle (ehm!) oppure ciucciava i led delle luci senza ritegno lo redarguiva aspramente e rimetteva al loro posto gli addobbi, con una carezza.
Eppure.
Dopo 19 giorni di albero io e l'inge, stremati dall'ingombrante presenza (e preoccupati per la lingua pericolosamente sbarluccicante del Ciccionetto) abbiamo deciso di disfarlo.
Abbiamo vigliaccamente approfittato di un sonnellino del Topolo per smontare l'accrocchio e riportare il salotto alla disposizione originaria.
Il tutto di fretta e con il terrore timore che al suo risveglio il nostro principino avrebbe scatenato l'inferno e preteso la ricostruzione dell'addobbato arbusto.
Mbè. 
Non ci crederete ma sono 3 giorni che l'albero non c'è più e non se n'è neanche accorto. Non una parola, un cenno, un segno di riconoscimento, una lacrima, una protesta.
Niente.
I casi sono due: o ho in casa un attore nato oppure è assolutamente, totalmente, inguaribilmente infedele.
Voi che ne pensate?

martedì 27 dicembre 2011

Vivi alla meta

L'anno scorso l'avevamo giurato: "Mai più ci sposteremo noi nella tre giorni natalizia!"
Mai più 430 km in meno di 72 ore, mai più in giro come bertuele tra il 24 e il 26 dicembre, ecchecavolo, che si spostino un po' anche loro!
Poi l'inge non si sa nè come nè quando si è scordato questi bei propositi e un giorno di dicembre ha promesso a Nonna Charles che il 25 saremmo andati da lei. Considerato che avevamo già promesso il 24 a Nonno Flemma e il 26 a YP...
Insomma: anche quest anno 430 km in 72 ore, un totale di 19 portate spalmate in 10 ore seduti a tavola, la bellezza di almeno una decina di brindisi, innumerevoli fette di pandoro, pandolce, panettone, senza contare torroni, torroncini, cioccolatini, noccioline, fichi, pistacchi e compagnia sgranocchiando.
Però siamo vivi.
E siamo in grado di decretare il vincitore del triathlon natalizio con la portata più strepitosa, più buona, più originale e meglio riuscita di tutto il 2011:
and the winner is... NONNA BARETTO con il Cappon Magro!!!
Come vedete dalla foto è un piatto complesso e articolato anzichenò.
Per la ricetta vi rimando qui.
Se volete assaggiarlo... bè, dovete fare un salto dalle nostre parti (ammesso che qualcuno abbia il tempo e la forza di prepararvelo) e allestire un bel po' di spazio nella pancia ;)
Cara Nonna Baretto, questa volta ti sei superata, grazie!

sabato 24 dicembre 2011

Tanti Auguri

Chiudo per tour gastronomico- natalizio.
Ci vediamo fra qualche giorno!
Tanti auguri a tutti, passatevela bene.

venerdì 23 dicembre 2011

E recita fu. E io pure fu.

Topolino bello, lo so. Ti hanno messo la coroncina dorata in testa e il tessuto - non tessuto che serve ad avvolgere le piante d'inverno ma a te doveva farti sembrare un angioletto e invece sembravi una meringa sciolta.
Lo so. Che tu tu detesti cantare e stare in fila e stare fermo e invece dovevi cantare e stare in fila e stare fermo.
Lo so. Che infatti non ci sei stato e te ne sei andato in giro per la sala quando tutti cantavano e stavano fermi e in fila e tu invece volevi vedere chi c'era dietro al teatro dei burattini.
Lo so. Che tu avevi fame e sete e c'era un caldo boia e non ti hanno dato da bere e neppure la merenda perchè "tanto poi dopo c'è la festa  e mangerà quello che vuole".
Lo so. Che tu avevi sonno, ed eri stanco e mi cercavi con gli occhi ma mi hanno impedito di salutarti perchè "piccolo com'è poi scoppia a piangere appena ti vede".
Lo so, che finalmente quando mi hai visto mi sei corso incontro e non hai nemmeno voluto cantare Jingle Bells in inglese e ho dovuto portarti fuori al gelo e darti da bere perchè stavi collassando di caldo e sete.
Questa si chiama recita e la dovrai fare per tanti, tanti anni ancora.
Io le so tutte queste cose, ma ti volevo dire che eri bellissimo vestito da angioletto e adorabile quando facevi finta di cantare e fortissimo quando te ne andavi in giro con l'aria di chi ha di meglio da fare che stare lì impecorato a belare robe natalizie.
Sei proprio il mio bimbo strepitoso. Anche a Natale.
Ti voglio bene nanetto.

mercoledì 21 dicembre 2011

La donna del mistero

Nonna Charles  è una bravissima persona: generosa, altruista, sempre pronta a dare una mano, a lottare contro le ingiustizie e a difendere i più deboli.
Pur tuttavia è veramente, decisamente, inesorabiilmente svaporata. Non un pochino svampita, come dice sorridendo l'inge, no, totalmente svaporata.
Quando squilla il telefono, immancabilmente alle 18:00, mi vengono i sudori freddi: cosa mi chiederà questa volta? di cosa parleremo?
Alzo la cornetta e mi metto in collegamento con Charles, che per potrebbe anche essere aborigena, tanto è incomprensibile quello che mi dice:
- Pronto, ciao, sono io, Charles, ho chiamato prima, ma non c'eravate!
- Ero a prendere Gabriele a sc...
- Allora mi sono detta, stai tranquilla, non cedere al panico, riprova fra poco
- Ti dicevo, che ero a scuola a pr...
- No, perchè sei sempre a casa, mi sono agitata moltissimo, però ora che ci sei non sono più nel panico!
- Comunque ho sempre dietro il cellulare, puoi chiamarmi quando vuoi
- Prima di arrivare al cellulare bisogna richiamare a casa, anche se si è nel panico! Non si chiamano così i cellulari!
- Ah, beh, ecco, io lo uso abbastanza sp...
- Come stanno i bambini?
- Stanno abbastanza b....
- Dormite di notte?
- Mah... insomma... c'è Leo che sta mett...
- Coraggio! Resistete! Vi ho preparato un panettone!
- Ah! Gr...
- Però ci ho messo i pinoli
- Hai fatto benissimo
- No, te lo dico, per Gabriele, sai...
- ??????
- E' allergico!
- Ma, veramente, una sola volta quando aveva 8 mesi...
- Io te lo dico! Ci ho messo i pinoli!
- Va bene... come v....
- Oggi zio Pane ha fatto il secondo colloquio con quella ditta!
- Ah bene! Allora lo assumono?
- Era bellissimo! Gliel'ho detto! Stai benissimo con il completo grigio!
- Sì, immagino, ma lo prend...
- Guarda, era proprio bello, ora ti saluto!
- Vuoi parlare con l'ing...
CLICK
Ogni giorno è così. Io resto col telefono in mano e l'inge che mi guarda e chiede: cos'ha detto? Come sta?
BOH!!!

domenica 18 dicembre 2011

Delirio di Onnipotenza

Pillole di Topolo:

- Nano, ma tu sei un maschio o una femmina?
- NO!
- Come "no", ma che vuol dire, tu sei un bimbo o una bimba?
- NO!
- Uhm vediamo... allora, tu sei un maschio come papà o una femmina come la mamma?
- Io BBlele... Io IO IOOOO (io sono io, gabriele, sono un genere a sè, altro che maschio o femmina, tsè!).
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- Gabri, quando viene Natale?
- NO!
- (uhhhh... ci risiamo!) Dicevo, tu lo sai quando è Natale?
- IO 'TTALE!!! No vene... IO TTale! (che domande, mamma, sono io il Natale, non mi vedi? Non devo venire, sono già qui!)
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Ieri entriamo al bar del paese, quello solito, dove conosco tutti e tutti ci conoscono (e meno male):
- Ggionno, shignoa, io shucco! io shedo, gasshie, tu potta, shucco nasshe! (Buongiorno signora, io prendo un succo d'ananas. Ecco, mi siedo qui, me lo porta lei? Grazie)
Ed effettivamente si siede e aspetta, tra le risate degli astanti. E babbè, accattiamo 'sto succo d'ananas.

Poi andiamo al mercato e lui corre verso Kevin, il signore che vende i pesci:
- Ggionno, io peshi! (buongiorno, io prendo un pesce!)
- Ehm, Gabri, guarda che oggi non mangiamo pesce...
- IO PESHE!!!! Ecco!!! tuffa la mano nella vasca del baccalà sotto sale, che è giusto alla sua altezza, afferra una coda e comincia a leccarla! Non pago, si ingoia pure una manciata di sale grosso al gusto di baccalà. E sono solo le 10 di mattina.

A volte penso che se mai nella vita avessi mostrato la sua intraprendenza a quest'ora sarei imperatrice dell'universo.

mercoledì 14 dicembre 2011

Di pesci e Acquario

Tutto è cominciato l'estate scorsa con il traghetto che ci ha portato nella piccola isola di vacanza: il Topolo è impazzito. La vista del traghetto che "apriva" la bocca- prua per fare entrare le macchine nella sua "pancia" e poi chiudeva la bocca e se ne andava per mare era uno spettacolo emozionante. Il Topolo era letteralmente sopraffatto dall'entusiasmo, tutto il molo riecheggiava delle sue urla di felicità:
- "Mamma!!! Bocca! Mave! Ma'khne! VRRRR!!! Mave! Accia!!! Io va? Eh? Io va mave?!" (mamma, la nave ha la bocca! guarda, entrano le macchine! e poi va! E io? Io ci vado nella nave?!).
Tutta la vacanza al mare è stata una lunga attesa nanesca per il giorno del rientro, in cui avremmo preso un altro traghetto.
Poi, una volta rientrati, è stata la volta dei pesci: il banco pescheria della Coop da allora viene "scalato" regolarmente con l'unico obiettivo di toccare il ghiaccio e i pesci che vi sono dentro.
L'ho anche beccato, una volta che mi ero allontanata per prendere delle mozzarelle, sdraiato sotto il banco dei pesci, a pancia in giù sulla grata di scolo, che tentava un'intrusione da sotto :(
Poi è stata la volta della scuola materna che, chissà perchè, tiene un grosso acquario nello stanzone dove giocano i bimbi. Decisamente un'ottima idea! Il Topolo, allettato dai pesci si fiondava letteralmente a scuola tutte le mattine.
Poi è stata la volta di Nemo: visto che ama tanto pesci e barche, perchè non fargli conoscere il tenero pesce pagliaccio che finisce nell'acquario? Nemo è stato un successo, l'abbiamo visto tutti i giorni, una volta al giorno, per 37 giorni consecutivi. Se ci fosse ancora Mike Bongiorno mi candiderei con l'argomento "Alla ricerca di Nemo", non ce ne sarebbe per nessuno.
Visto tutto ciò abbiamo avuto la brillante idea di portarlo all'Acquario di Genova:
- "Ti immagini che roba!? Appena vede tutti quei pesci gli prende un colpo!"
- "Sì, sì, dai impazzisce sicuro, pensa come gli piace!!!"
E così una mattina assolata di qualche giorno fa, 17° al porto di Genova, incontriamo nonna Charles e zio Pane che si prendono il nano e lo portano dentro l'Acquario.
Io e l'inge restiamo fuori al sole con il Ciccionetto e Nonno Sapiens:
- "Non allontaniamoci troppo, che in mezz'ora sarà fuori..."
- "Dite? Ma forse, se gli piace tanto, resta un po' di più..."
- "Macchè! Lo conosci, no? Gli piacerà ma si stufa anche in fretta, è un bambino..."
- "Mah... io andrei a farmi un bel giro, vedrete che non uscirà tanto presto..."
Dopo mezz'ora tutto tace, nessuna notizia del trio.
Passa un'ora.
Poi un'ora e mezza.
Poi due ore.
Io sono esterrefatta: cavolo, due ore dentro l'Acquario, chissà come gli sta piacendo, vorrei essere lì con lui a vedere cosa fa...
Alle due ore e 20 chiamiamo nonna Charles:
- "Bè? che fate? Uscite o no?! Abbiamo fame?"
- "Eh... non è facile tirarlo fuori da qui... si sta divertendo un mondo!!!"
Dopo 2 ore e 30 finalmente li vediamo spuntare.
Il Topolo è tutto rosso e ha un coccodrillo giallo- verde in mano, che brandisce a mò di spadone.
- "Allora nano, piaciuto l'Acquario?"
- "Shì!"
- "E cosa hai fatto dentro? Cosa hai visto?!" chiedo trepidante, aspettandomi un fiume di parole entusiaste;
- "MMMMhh... 'ccale.... Papà!.... 'ccale... giù!"
(mah, vediamo un po'... ah sì! c'erano delle scale, poi quando sono salito ho cercato papà, ma non c'era... poi c'erano di nuovo delle scale e poi finalmente siamo usciti)
- "Ehm... ma non hai visto i pesci,  che so i delfini, gli squali, le tartarughe?!"
- " Io ddillo! Ecco ddillo!"
(hai visto il mio coccodrillo? E' bello, eh?)
L'ho sempre detto io, non c'è niente di meglio di una bella sintesi maschile per smontare una donna.

domenica 11 dicembre 2011

Deprogrammazione completa

Inutile dirlo, la migliore definizione dell'essere genitore è questa: deprogrammazione.
E' una lenta, sottile, inesorabile trasformazione dalla condizione di essere umano a quella di genitore. Non sei più donna, figuriamoci moglie, ma diventi progressivamente mamma. Lo stesso avviene per il tuo uomo, non più maschio alfa fascinoso di ormoni e sapienza, ma cavallo da soma e giocattolone vivente per i tuoi figli: in una parola papà.
La deprogrammazione ha varie fasi:
- inizia con il concepimento e l'attenzione che si sposta piano piano dal tuo ombelico (dove era rimasta impigliata dall'adolescenza) al mondo esterno, agli altri, in particolare agli altri "bassi" di cui il mondo è stranamente pieno (non l'avevi mai notato, eh?)
- continua con la nascita dei nanetti, quando imporvvisamente non sei più tu, ma diventi altro, mangi altri, dormi altro, fai altro. E quel tu che eri chissà dove finisce
- giunge a compimento verso i 3 anni del tuo primo nano quando comincia ad intaccare l'ultima area adulta che ti era rimasta, quella del linguaggio. Abolite le parolacce (trasformate in patetiche esclamzioni da giuggiolone, tipo santa pupazza, vaffanbrodo, mer...coledì), abolite le parole difficili (mai provato a spiegare "maieutica" a un nano?) sostituite con una parlata base che comprende 500 parole, arrivi finalmente alla vera lobotomizz genitorialità quando parli con le frasi (già fatte) dei cartoni Disney - Pixar.
La visione ripetuta di film come Shrek, Nemo, Robin Hood, Totoro... ha un effetto definitivo e totale sulla coppia di ex adulti.
Non più frasi come "Oggi, Gabriele, hai un umore pessimo" ma "Sire, oggi non siete del vostro solito gioviale e cordiale umore!" (Robin Hood); non più "Guarda Gabri, l'acqua della vasca scende piano piano..." ma "L'acqua sta calando! L'acqua sta calando!!!" (Nemo); mai più direte "Stanotte ho fatto un sogno bellissimo" ma "Anche se era un sogno, non è stato un sogno!" (Totoro).
E che dire se vi scappa un ruttino? "Meglio fuori che dentro!" (Shrek) vi risponderà un ilare inge, con un ghigno.
Senza parlare dei pietosi siparietti che siete in grado di fare con il vostro compagno recitando a memoria interi brani del film del momento, incluese vocine, canzoncine, pause e sospiri.
Pensate, interi file del vostro ormai rammollito cervello occupati da spezzoni di Toy Story o Z la formica. E magari non ricordate più il pin della banca o il codice fiscale.
Ma che importa!? Sapete recitare tutto Totoro, anche in giapponese!!!!!
E voi, a che punto siete della deprogrammazione?!

venerdì 9 dicembre 2011

Fuochino

Ebbene, detto...fatto:  voleva un pollaio e avremo un pollaio.
I lavori di costruzione sono a buon punto, come vedete dalla foto, mancano ancora pochi dettagli (porticine, abbeveratoio, rastrelliera, box per le uova) et voilà! il gioco è fatto.
Per iniziare prenderemo 3 pollastrelle, tanto per vedere come ce la caviamo e, soprattutto, se la cavano loro. Qui il pericolo principale è costituito dai predatori che, di notte, fanno razzia delle povere bestioline.
L'obiettivo dell'inge è semplice: le lasciamo libere tutto il giorno di razzolare fuori e la sera le metto nella loro casetta.
I dubbi di parenti e amici sono parecchi:
- "Come fai a metterle nella casetta?"
- "Boh, apro la porta e loro entrano..."
- "SEi sicuro? Non è che passerai le serate a rincorrere polli per cercare di rinchiuderli?"
- "Ehm... beh... può anche darsi..."
- "E quando smettono di fare uova che fai, gli tiri il collo?"
- "Ma sei matto?! Macchè, con me moriranno di vecchiaia!"
- "E se la faina te le ammazza? Non ti dispiacerà?"
- "Certo, mi dispiacerà un sacco... speriamo che non succeda nulla..."
- "E se vai in ferie, chi te li guarda i polli?"
- " Le passerò a degli amici che hanno un pollaio, me le guarderanno loro".
Insomma, tutto programmato.
Dimenticavo di dire che le 3 pollastrelle che daranno il via al tutto saranno il frutto dello shiatsu: un'ora di trattamento, in cambio 3 polli.
Alla faccia di Monti, qui si va di baratto.-

lunedì 5 dicembre 2011

Bamboccioni? No, grazie 2

VERSIONE A:
La migrazione del Ciccionetto dal lettone alla sua cameretta è avvenuta splendidamente, senza intoppi e nel miglior modo possibile.
Non credevo, eh.
Mi aspettavo qualche problemino, che so un paio di risvegli in più, difficoltà di addormentamento, risvegli in concomitanza con il fratello... Macchè! Tutto più facile del previsto: le prime 4 notti sono scivolate via senza problemi, un paio di risvegli d'ordinanza, nessun problema relativo alla vicinanza con il fratello, sveglia mattutina a tarda ora, come mai era successo in precedenza.
Finalmente delle notti di sonno come dio comanda!!!
Fresca e riposata come un giglio a primavera, mi chiedo come mai non l'ho spostato prima.

VERSIONE B:
La migrazione del Ciccionetto dal lettone alla sua cameretta è un incubo senza precedenti dal quale dubito mi risveglierò prima del 2015 ( ma magari ho culo e il mondo finisce veramente, nel 2012, chissà).
Non credevo, eh. 
Memore dell'ultima volta con il Topolo non mi aspettavo niente di brutto: i soliti risvegli, un po' di notti avanti e indietro e bon, morta lì.
Macchè.
'Sti 2 sono diversi come il giorno e la notte, se non li avessi visti fisicamente uscire dalla mia pancia direi che me li hanno scambiati in culla.
Intanto il Ciccionetto ha subito capito che quella non era la sua camera abituale: "Mamma - sembrava dirmi, gli occhioni spalancati, che ci faccio QUI?!"
Roteava gli occhi atterrito, anche solo cambiarlo nel nuovo letto dava adito a pianti disperati.
Gli ho ripetutamente spiegato che era la sua nuova sistemazione, insieme al fratellone, di non preoccuparsi e rilassarsi.
Sì, come no.
La prima sera l'addormentamento ha richiesto circa 40 minuti (al posto dei soliti 3) e una doppia somministrazione di tetta.
Dopo di che la notte è proseguita con una festosa routine che prevede:
1) risveglio, 2) tetta, 3) addormentamento del nano 4) tentativo di sgattaiolare nel mio letto 5) risveglio disperato con pianto 6) corsa nella cameretta 7) tentativi di conforto più o meno civili 8) ri-tetta 9) addormentamento in cameretta accanto al nano cicciotto 10) risveglio in cameretta, fuga nel mio letto, ri-partenza dal punto 1).
Questo per innumerevoli volte.
La seconda notte ho tentato di tornare nel mio letto 4 volte.
La terza solo 2.
Ieri notte ho desistito e dormito in cameretta con il nano.
L'inge, solitario nella notte, dorme a pelle d'orso.
Io, strafatta di sonno e con le ossa rotte, mi chiedo come è possibile uscire dal tunnel e chiedo a Babbo Natale un unico regalo: un outsourcing di tetta a qualche balia e otto sei quattro ore di sonno filate.

venerdì 2 dicembre 2011

Bamboccioni? Perchè no???

Ribadisco: i figli si devono fare a 20 anni, non a 40.