Più conosco il mio primogenito e più, a dire la verità, non so se vorrei essere sua amica in un'ipotetica vita in cui non sono sua madre.
E' un tipo, come dire, un po' voltagabbana, tanto per usare un eufemismo.
Per esempio il modo in cui ha trattato il povero albero di natale è degno di nota.
Abbiamo addobbato il nuovissimo albero in plastica con tutti i crismi e gli ameniccoli del caso. Ha voluto personalmente appendere tutte le 150 palline con le sue manine; ha infilato il puntale qualcosa come 15 volte prima di essere soddisfatto.
Poi ha messo le luci. Ha variato la frequenza e il tipo di illuminazione dei led una ventina di volte. Ogni giorno accendeva le luci e guardava il "suo" albero con occhi luccicanti mormorando tra sè "ttale, ttale, bello ttale" (ah, Natale! Che bello il Natale).
Ogni sera spegneva le luci dell'albero prima di andare a dormire e accarezzava la pallina rossa, quella più grande, augurandogli la buona notte. Quando il Ciccionetto leccava le palline fino a scolorirle (ehm!) oppure ciucciava i led delle luci senza ritegno lo redarguiva aspramente e rimetteva al loro posto gli addobbi, con una carezza.
Eppure.
Dopo 19 giorni di albero io e l'inge, stremati dall'ingombrante presenza (e preoccupati per la lingua pericolosamente sbarluccicante del Ciccionetto) abbiamo deciso di disfarlo.
Abbiamo vigliaccamente approfittato di un sonnellino del Topolo per smontare l'accrocchio e riportare il salotto alla disposizione originaria.
Il tutto di fretta e con il terrore timore che al suo risveglio il nostro principino avrebbe scatenato l'inferno e preteso la ricostruzione dell'addobbato arbusto.
Mbè.
Non ci crederete ma sono 3 giorni che l'albero non c'è più e non se n'è neanche accorto. Non una parola, un cenno, un segno di riconoscimento, una lacrima, una protesta.
Niente.
I casi sono due: o ho in casa un attore nato oppure è assolutamente, totalmente, inguaribilmente infedele.
Voi che ne pensate?