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domenica 30 giugno 2013

16 anni dopo...

16 anni dopo l'ultima ora di lezione tornare a mettere le chiappe su una sedia, gli occhi su una lavagna le mani su una penna per prendere appunti è, bè, quanto meno alienante.
16 anni, santa cleopatra, 16 anni sono tanti.
Non ci sono manco più le lavagne, per dire.
Mi guardo intorno, ho almeno 10 anni più degli altri. Una vita. In alcuni casi anche un marito, più degli altri, E due figli,
E una casa e un mutuo e la spesa da fare e le bollette e un nano con la febbre e la roba in lavanderia e la cena e pochissimo tempo.
Perchè io - ho - pochissimo - tempo.
Non certo giorni, nemmeno ore. Siamo sull'ordine dei minuti. E guardo le ragazze accanto a me, sembra abbiano l'eternità davanti, un'eternita infinita fatta di serate e pomeriggi e notti tutte intere e cene e aperitivi e week end.
Io ero così, tutti eravamo così, il tempo era largo, largo e luuuuuuunghissimo, studiare richiedeva ore, giorni, mesi, un appello dopo l'altro, sottolineare, rileggere, ripassare, ripetere. Saltavi un appello, andavi a quello dopo. Tu, solo, nel tuo tempo e nel tuo studio.
16 lunghissimi anni dopo sei ridotto ai minuti, pochissimi, strettissimi minuti che non sono manco tuoi, sono rubati, presi in prestito ai bambini alla cena al sonno a te stesso. Ma te stesso non esisti più già da un po', a ben vedere, perciò quei minuti decisamente tuoi non sono.
E quanto vuoi studiare in minuti? Perciò la strategia è una sola: stare attenta a lezione. Attentissima, direi, spasmodicamente concentrata e pietrificata davanti al prof con l'unico intento di inculcare tutto e subito in quel manipolo di coraggiosi neuroni sopravvissuti all''ultima decade.
Perciò scegli il primo banco, quello che hai schifato per tutta la carriera scolastica. Tu VUOI quel banco non solo per aderire al prof come la pellicola dello smartphone ma anche, tristemente, per non crollare addormentata. Diciamolo: un sonno così non l'avevi mai avuto in tanti anni di lezione. neanche alle 8 del venerdì alle lezioni di neurofisiologia psichiatrica che cascavano sistematicamente dopo la serata ai Murazzi.
Certo, dicevi di avere sonno, credevi di avere sonno, ma il sonno vero, quello dei bambini piccoli non avevi manco il sentore che ci si potesse sopravvivere.
Arrivare a pizzicarsi la pelle delle braccia per tenere gli occhi aperti.
In tutto questo intorno a te c'è vita.
Un tripudio di whazzup, sms, mipiace, mail, posta, foto, ipad, ipod, iphone, tutta roba che vibra, suona, allerta, allarma. Muovo il testone giurassico intorno a me, cercando di capire come cacchio fanno a seguire la lezione, e tutto il resto allo stesso tempo, con solo due mani e un paio d'occhi.
Misteri dei trentenni.
Però una cosa ve la voglio dire: tornare a studiare è una figata.
Ventanni di meno, da quando ho ripreso. Ventanni di meno però li hai ancora tutti, è misterioso come possa accadere.
Insomma: altro che botox, china la testa sui libri, vedrai come van via le rughe ;)))

lunedì 24 giugno 2013

1...2...3...RUBA!!!

Oggi pomeriggio, ore 16:00, vado a prendere i bambini alla materna, come al solito:
- Ehm, senti, volevo dirti una cosa - mi fa cenno una delle maestre
- Dimmi che succede? Il Ciccionetto ha fatto cacca? Il Topolo ha fatto un bel disegno?
- No, ecco, veramente volevo drti che non faremo il centro estivo...
- Eh??? Non farete cosa???
- Non faremo il centro estivo!
- Non farete il centro estivo? Cioè chiudete fra 3 giorni? Cioè vi rivedo a settembre? Cioè tu di lunedì mi dici che le prossime 2 settimane sarete chiusi e non mi tenete i bambiniiiii????????
- No
- E come mai, di grazia?
- Eh. Non abbiamo raggiunto il quorum
- Perchè c'era un quorum.
- Sì, c'era un quorum e ci mancano 3 bambini
- Ma l'anno scorso  non c'era bisogno di un quorum
- L'anno scorso era l'anno scorso, sono successe delle cose, mi dispiace tanto, davvero.

Sono successe delle cose.
Come si fa quando succedono delle cose e tu non sai una mazza delle cose che sono successe perchè tu, che vieni dalla città, dopotutto sei ancora un'estranea e nessuno ti racconta mai una fava?!
Bisogna andare in piazza, penso, devo andarci ora e capire cosa caspita è successo in paese e cosa c'è sotto 'sta storia del centro estivo.
In piazza ci sono il bar, la farmacia, l'alimentari: praticamente è come fare l'accesso a un gossip network di 40 mq.
Mi siedo sulla panchina alla fermata della corriera e, mentre i bimbi giocano con dei sassetti, semplicemente stando ferma, vengo a sapere che:
- è cambiata la giunta un mese fa;
- la nuova giunta ha iniziato a spulciare i conti e le carte della vecchia giunta scoprendo un buco assurdo di debiti, conti in rosso e appalti truccati;
- la vecchia giunta e la nuova giunta non si parlano;
- a quelli della pro loco, composta di persona fidate della vecchia giunta, stanno sulle palle quelli della nuova giunta e quindi boicottano tutte le iniziative turistiche della nuova giunta estrappando i manifesti e non dando informazioni ai turisti.
E non è finita.
Pare che la parrocchia si sia imbertata dei soldi. Forse anche il don, si è imbertato dei soldi. Forse anche la parrocchia era d'accordo con la vecchia giunta. Forse si sono tutti imbertati dei gran soldi che appartenevano alla scuola e questo spiegherebbe le condizioni penose in cui versa la materna. Mi viene detto che il nuovo sindaco preferisce vederci chiaro in questo troiaio e, per garantire l'apertura della scuola a settembre, passerà l'estate a spulciare i conti degli ultimi 5 anni. Il centro estivo salta, perchè attualmente non ci sono soldi.
Insomma: la solita fogna politica che regna in Italia, però rimpicciolita alle dimensioni di uno sputo di paesino che conta 706 abitanti.
Uguale uguale uguale. Che razza di Paese disperato, che siamo.
Che tristezza, che gran tristezza.

giovedì 20 giugno 2013

Che fine ha fatto la cinquantamila?

Nel secolo scorso, quando ero ancora aitante e, per certi versi, appetibile, ero solita prestare la mia faccia e, a volte anche i miei capelli, a manifestazioni più o meno cultural-pubblicitarie.
Ricordo di aver fatto da modella a un corso per parrucchieri: mi han tagliato i capelli e mi han dato cinquantamile lire.
Un'altra volta ho pascolato in discoteca fino all'alba con le sigarette appese al collo, sempre per cinquantamila lire.
Ho fatto la standista, cinquantamila.
La cameriera in agriturismo, cinquantamila.
La cassiera in ludoteca, la buttadentro al karaoke, la baby sitter, la ripetitora d'inglese, la fotografa a un matrimonio, la commessa in un negozio di scarpe, la gelataia.
E ogni volta erano cinquantamila, in nero, sull'unghia, subito.
Ovvio che era tutta roba sotto-qualificata, che durava dalla sera alla mattina, raccattata grazie agli amici, in università, col passaparola, in alcuni casi con annuncio di giornale più o meno fittizio. Però andava bene, dai, quando sei studente la cinquantamila in una serata è più che giusto, non è che ci campi un mese, ma una mezza settimana (parlo dell'era glaciale, eh) si tira avanti.
Oggi mi è capitata sott'occhio una mail, in cui una ditta di marchetting, non marketing, reclutava giovani ragazze per nota azienda di alcolici.
La solita roba: serata in discoteca, scosciamento e stettonamento, sorrisi e ammicchi, e vualà, mi vendi il prodotto.
Compenso un cinquantino.
A parte il fatto che non capisco perchè le cinquantamila lire son diventate 100 euri dappertutto e qui sono magicamente rimaste 50 euri; a parte il fatto che mi ha inquietato l'esplicita indicazione a mettere un reggiseno o a fascia o con spalline trasparenti visto che una volta, forse per pudore, non si arrivava alla lingerie e sotto il vestito ti potevi pure mettere la mutanda grigia con scritto martedì anche se era domenica, ma la cosa più assurda era la forma di pagamento: 50 euro a 60 giorni.
60 giorni per cinquanta stiticissimi euro?!?!?! ma che cazzo dici??????
Ma vergognatevi, vergognatevi veramente tanto, dentro proprio, se non potete neanche dare 50 euri a 'ste criste seminude che vi vendono le bevande in discoteca.
Ma quanto siete poracci?
Poracci e zecche.
Poi dicono dei genovesi. 

lunedì 17 giugno 2013

New Kids on the Roc(co)

L'invito, arrivato mesi fa, era in un pomposo inglese: Save The date, diceva, annotati la data, chè quel giorno lì ci sarà un EVENTO.
Ora, da queste parti tra le sonnolente vallate dove viviamo noi campagnols non è che ci sia un'evento ogni giorno. Diciamo un paio all'anno, tre forse, nelle annate più cicce.
Questo prometteva di essere THE evento, l'inaugurazione del Rocco, una mega azienda vinicola, roba da restarci secchi.
Una settimana fa, è la sera: mi vesto accuratamente, inamido i nani, ammiro l'inge nella sua polo migliore e ci avviamo giulivi verso la vallata vicina. Mi rassicura sapere 3 cose:
1) l'evento inizia presto: chi ha due nani parossistici che alle ore 18:30 spaccate inziano a smaniare per la cena sa di cosa parlo;
2) ci saranno anche gli amici Bricchi il cui figlio è il migliore amico del Topolo e ciò garantisce un discreto tasso di buonumore nella prole;
3) ci sarà del cibo. Pronto. Buono. Tanto. Gratis.
Lasciamo la macchina e ci avviamo a piedi per il chilometro che ci separa dal Rocco.
I campi e le vigne sono spazzati dal vento, le spighe ancora verdi si piegano sotto le folate, l'odore di letame è penetrante. Il vicino, giustamente, in vista dell'evento ha concimato tutta la valle. Schersuma nen.
Si sente perfino della musica, so che c'è un gruppo che suona, o forse erano tre, chissà, non ricordo bene. Ripenso a quando è stata l'ultima volta che sono andata a una festa. Una festa vera, di gente sopra il metro, possibilmente non vestita da spiderman o uomo tigre che lancia coriandoli tra i polpacci con il cioccolato attorno alla bocca. Sorrido al ricordo di psichedeliche serate universitarie ai Murazzi, a pogare con i 99posse e poi ai party tra colleghi, anni dopo, e gli aperitivi, e poi...
E poi ritorno in me perchè i bambini saltano tra i filari, inciampano, cadono, poi litigano per chi viene in braccio, prendono un cazziatone e poi ri-saltano nella vigna, uno cade sul letame, ri-prende scamazzatone globale, ri-piange e ri-litiga col fratello. Arriviamo che sono luridi di terra e rossi in viso. Cominciamo bene.
Cerco di rilassarmi. Mi guardo attorno,c'è un sacco di gente, 450 persone dicono. Bei vestiti, belle facce, musica live, bicchieri che tintinnano, risate. Un bel festone campagnol-chic in grande stile,
La cascina e il giardino sono strepitosi, curati, pettinati, ogni fiore al posto giusto, ogni filo d'erba sincronizzato con il vicino, perfino i fichi pendono già dai rami, con mesi d'anticipo.
Ma i nani hanno fame, non c'è tempo per ambientarsi, presentarsi, socializzare, bere un goccio di vino, trovare gli amici.
FA-ME mamma, tanta fame, cosa si mangia mamma, dove andiamo mamma, mangiamo qui mamma, cosa c'è da mangiare, c'è da mangiare mamma? Sì? mamma? MAMMA?!?
Ok. Cerchiamo il buffet.
Mi faccio largo tra la gente, discretamente ma con decisione, permesso signora, scusi, sorry, aò e me fai passà, scusi neh, pardon... ecco il tavolo del cibo, nano resisti, ecco, ci siamo.
Do un'occhiata al buffet, cercando cose commestibili per i bambini e mi si ghiaccia il sangue nelle vene: pane nero alle noci  con miele e formaggio di capra ("che schifo mamma, non mi piace!"), quadratini di polenta e formaggio ("mamma, ho fameeeeee), salame cotto ("mamma gomitoooooo"), polpettone di fagiolini e patate ("ma è verde mamma, non lo mangio io il verde!")
Mi spuntano le lacrime agli occhi. E ora?!? Cosa gli do a 'sti bambini?
Poi vedo della focaccia, le ultime due striscette in fondo a un cesto. Sgomito un signore di Bergamo e glieli sfilo da sotto il naso. Tiè!
- Tò amore, mangia questa,
- Ancora mamma, per favore!
- Non ce n'è più tesoro, ora mi metto qui e aspetto che esca qualcosa dalla cucina, perchè non vai a giocare con il tuo amichetto e tuo fratello nel frattempo?
E così, alle ore 18:45 la nostra festa finisce. Tempo di godimento dell'evento: 7 minuti netti.
Passiamo le successive due ore a:
- aspettare cibo dalla cucina in piedi in coda e raccogliendo nell'ordine: un cartoccio di frittolini, vari pezzi di polpettone biodinamico, 4 fette di salame, due strisce di focaccia;
- fare attenzione a che i bambini non si spingano in piscina e si stampino sulle fichissime piastrelle verdi disegnate da uno stilista giapponese in persona per i ragazzi del Rocco;
- cercare il Ciccionetto che ha la malsana abitudine di infrattarsi nei luoghi più umidi e oscuri della tenuta e ritrovandolo, in sequenza, sotto il tavolo delle tisane, dietro un divanetto in marmo rosa scolpito a mano a forma di lacrima, rotolato in fondo a un prato mentre raccoglieva margherite per me (amore!);
- consolare a turno il Topolo e il suo amichetto che fanno la lotta tra le gardenie e si menano come fabbri.
Riesco a ingoiare qualcosina e perfino a bere un bicchiere di vino.
Mi sembra di ricordare anche due chiacchiere con l'amica Bricca.
Socializzazione: zero
Visita della tenuta e della vigna accompagnata da musica tradionale: zero
Assaggio di tutte le bontà biologiche-tradizionali-agrituristiche della zona: insufficiente.
Alle 20:30 optiamo per una dignitosa ritirata: saliamo sulla navetta insieme ai Bricchi, sfatti dalla stanchezza. Il cd trasmette Living la vida loca, ma va a caghèr Ricky.
Ora 21:10 i bambini dormono.
Ore 22:00 ci imbustiamo pure noi.
Ore 01:12 un urlo del Topolo ci tira giù dal letto: MAMMMAAAAAA HO MALE ALLE ORECCHIEEEEEE tanto male mamma, tanto male, uaaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!
ore 2:00 ospedale, farmacia, antibiotico, febbre, letto, urla, pianto, male, antidolorifico, sonno, fame, stanchezza, disperazione, paura....
Ore 5:00 il Topolo crolla, sfinito, ci addormentiamo.
Ore 6:20, il Ciccionetto si sveglia garrulo, fresco e riposato dopo una notte di sonno.
Inizia un'altra fantastica giornata a casa Campagnols.

venerdì 14 giugno 2013

Di schifo e raccapriccio

Dopo 6 anni e 7 mesi che viviamo in campagna posso affermare con certezza che ad oggi gli insetti mi fanno ancora schifo.
Il massimo che ho ottenuto da me stessa con notevoli sforzi di autocontrollo delle espressioni facciali degne dell'accademia drammatica per attori è un'espressione di dignitoso disgusto mentre, munita di paletta e foglietto cerco di evacuare senza danno l'orripilo insetto fuori casa. Dentro di me, in questi casi, un urlo di Munch mi strapazza le viscere mentre vorrei invece impugnare un estintore e schiumare le schifide bestiole.
Che volete, la mia religione non mi consente l'insetticidio, pazienza sarà per la prossima vita.
Ma parliamone, vi prego, di queste creature zampettiformi orribili e impunite che attentano alle mie coronarie ogni giorno che il signore manda in terra e. d'estate, anche più volte al dì.
Ecco la Top Ten delle bestie più ripugnanti che popolano casa nostra e dintorni:

- 10. colonna formiche: ok, non sono così tremende, lo ammetto, infatti stanno in fondo, al decimo posto. Tuttavia, se mi permettete, una autostrada a 4 corsie di formiche, lunga 3 metri che entra in cucina, attraversa tutto il pavimento, risale sulla porta e si infila in una piastrella del muro è abbastanza inquietante: dove minchia vanno 1000 formiche che entrano in una piastrella?!?
- 9. lumacone lepegoso*: il lumacone in questione esce d'estate, solo dopo la pioggia. E sticazzi, direte voi, basta che tu non esca in giardino dopo che è piovuto. Infatti me ne starei anche dentro se non avessi in casa un piccolo feticista delle limacce che mi costringe a uscire, prendere le lumache, metterle in un secchio e guardarle per ore mentre si ammollicano tra loro sbavando e spurgando il loro liquido luminescente: bleah O_O!
- 8. cimice verde puzzolentina: ahimè, il Ciccionetto adora le cimici, le ama proprio: le prende tra le dita grassocce, e al grido di Scimiscinaaaaaaa!!!! (cimicina) le spiaccica alla morte, costringendo i disgustati astanti a spalancare le finestre anche in pieno inverno;
- 7. vermi ciccioni: qualcuno li trova perfin carucci, a me orripilano. E no, vi dico già che anche se sono carbonizzati dentro le caldarroste non li mangio (ugh);
- 6. lombrichi della pioggia: vedi lumacone lepegoso, e vedi pure il Topolo che li solleva con un bastoncino e li spezzetta in 4 monconi per vederli poi saltellarsene via in direzioni diverse**
- 5 ragno grasso à la Shelob: ecco, il ragno grasso e peloso con zampe irsute ti guarda fisso dalla ragnatela mi fa ancora perdere il controllo e sgorgare in un urlo lancinante. Quando poi, la Shelob in questione sbuca dal pacco di riso che ho in mano e mi risale per un braccio bè. Penso che Wendy nella doccia con Jack che entra ad accettate in confronto era più composta di me.
- 4. bruco peloso: questo mi fa anche paura. Forse punge. Forse se ti guarda ti paralizza. Forse se ti sfiora con una zampetta ti svegli dopo 3 giorni e sullo specchio c'è scritto benvenuto nell'AIDS (cit.)
- 3. calabrone: gonfi, neri, pesanti, pericolosi. Questi ho dovuto minacciare i bambini di punizioni epocali se li toccano. Purtroppo vivono nel sottotetto della mansarda e la sera, spesso, ce li ritroviamo avedere la tele con noi. Non vi dico la paura. E che palle anche, vogliono vedere solo il National Geographic;
- 2. scorpione: qui secondo me siamo al livello ancestral-cultural-tradizional-superstitious visto che non ho mai incontrato animale più statico dello scoprione. Una volta forse uno si è mosso. Ma anche no, era solo un'illusione ottica.
E ora, siore e siori, la numero uno:
- 1. lucertola: sì, la lucertola, quell'innocuo sauro, timido e pacioso, che scodinzola via appena la guardi. Esatto. La lucertola. Ne avete mai preso una? Io, modestamente sì. Ogni giorno. Ogni giorno, quando stendo il bucato e tuffo spensierata la mano nel cesto delle mollette e pesco la dannata bestia per la coda. Che cacchio ci fa tra le mollette?!? Non si sa. Però sappiatelo: una molletta, una lucertola, una molletta, una lucertola...
MUAHAHAHAAA!!!

*lepegoso: viscido
** vorrei rassicurare gli amici degli animali: non siamo usi incentivare pratiche lombrichicide nei figlioli, quando vedo il Topolo vivisezionare le bestie  lo scamazzo a dovere.

mercoledì 12 giugno 2013

Faccetta verde e cerchio di fuoco

- Mamma, guarda, neanche una faccia rossa!
- Ehi, topo, solo facce gialle e verdi...
- Sì! Neanche una rossa! Sono stato bravo, mi dai una caramella?
- No titti, adesso caramella no, però magari dopo cena... vedremo!

E' da circa tre mesi che alla materna dei nani si sono inventate questa storia delle faccette.
Ogni venerdì i bambini (solo i grandi, i piccoli per ora sono esenti) tornano con il report del comportamento settimanale espresso in faccette: verde, gialla e rossa.

Le maestre la raccontano così:

Cari genitori,
per aiutare i ns bambini a comportarsi in maniera adeguata abbiamo pensato di introdurre un sistema di valutazione del comportamento che anche loro possano comprendere.
Per ogni giorno metteremo un colore accanto al nome del vs bambino per evidenziare specifici comportamenti:
- verde: obbediente, mette a posto i giochi, si comporta in modo educato e gentile con noi e gli altri bimbi;
- giallo: distratto, non finisce i lavoretti assegnati, disturba, non gioca correttamente;
- rosso: aggressivo, usa parolacce, morde o picchia, urla, non è in grado di rapportarsi agli altri.
Ogni faccetta verde verrà premiata, le gialle non lo saranno, le rosse saranno punite.
Vi preghiamo di aiutarci nel ns compito e, anche a casa, ove possibile, adottare lo stesso metodo.

Uhm.
Siamo a premio - punizione. Ancora, di nuovo, sempre premio punizione.
Sono d'accordo sul fatto che le ore di scuola non debbano trasformarsi in una giungla anarchica dove imperano le urla e le risse, ma non concordo con questo metodo. A mio parere ( e non solo mio, del resto*) i bambini in questo modo non apprendono nè cosa è giusto / sbagliato nè uno spirito di collaborazione o partecipazione.
Ritengo che premiare con dolci e caramelle il comportamento giusto insegni solo ad apprendere una corretta sequenza di azioni volte a ottenere la caramella.
Questo si chiama ammaestrare e forse a fine anno mi salteranno anche nel cerchio di fuoco e giocoleranno con le palline colorate.
Comunque.
L'altro ieri vado a prenderli all'asilo e Puffetta, una della maestre, mi accoglie a 32 denti, megafonandomi nelle orecchie a 3000 watt che il TOPO E' STATO BRAVISSIMO, HA MESSO A POSTO TUTTI I GIOCHI DEL CORTILE, COSI' BRAVO MA COSI' BRAVO CHE DI CARAMELLE GLIENE DO 2!!!
Abbozzo un sorrisetto e mi porto via il nano, prendendolo per mano.
In macchina mi faccio spiegare:
- Allora topino, 2 caramelle, eh! che bravo...
- Sì mamma, guarda, 2 tutte per me!
- Senti, ma tu hai messo a posto perchè era tutto in disordine?
- Noooooo.... mamma ho messo a posto così la maestra mi da le caramelle!

Appunto.

(* un bellissimo libro su questo argomento è questo: Amarli senza se e senza ma)

lunedì 10 giugno 2013

Nel mondo di caccapuzza

Prima passi anni a guardarli e cercare di interpretare la loro espressione, il tipo di pianto, i gorgheggi e i versetti e, ammettiamolo, non ci acchiappi una mazza.
Poi iniziano le prime parole, sillabate a stento, mmmm-aaaaa-mmmaaa, pppaaa--pppaa e ti intenerisci al solo immaginare che quell'esserino lì, ancora con i boccoli e le gambette cicciotte un giorno, neanche troppo lontano, parlerà.
E pensi mamma mia, il nano parlerà, capisci, PARLERA', chissà cosa mi dirà, chissà cosa penserà, chissà che idea si è fatto del mondo... và, che roba, e non stai più nella pelle.
E poi, un giorno, finalmente parla.
E usa frasi intere, e parole, e usa le mani e gli occhi, e comunica, capite, comunica quello che è e a te, diciamolo, si scioglie il cuore dalla tenerezza.
Al primo congiuntivo l'ho abbracciato, commossa.
E poi finalmente arriva la padronanza di linguaggio, quella vera, quella dei 4 anni.
Arriva il mondo del caccapuzza:
- Mamma, lo sai che i miei piedi sono puzzolentini?
- Vieni qui, dammi la cacchinapuzzolina!
- Mamma, tu sei una caccapuzzolente e io sono il maialino puzzolino!

- Vedi topo, questo è il libro del corpo, la bocca, lo stomaco, la pancia...
- E LA CACCAAAAAA!!!

- Topo, cosa mangi stasera, pasta o riso?
- Mangio solo cacca puzzona!

E via di questo passo, tutto il santo giorno.

Ma la cosa più bella è l'insulto, la minaccia peggiore, l'anatrema su di voi che non manca di scagliarmi almeno una volta al giorno, quando proprio è fuori dai gangheri:
- Mamma, adesso basta, TI FACCIO LA CACCA ADDOSSO!

Eh beh.
E poi uno dice che i figli so' piezz'e core.
Core?!?