Pagine

lunedì 27 agosto 2007

Week end del mezzo bicchiere

Il modo di dire del mezzo bicchiere mi sfinisce: possiamo parlare per anni degli ottimisti che vedono il bicchiere sempre mezzo pieno e dei pessimisti che lo vedono sempre mezzo vuoto e non venire a capo di nulla. E' fuffa, aria fritta, niente di più.
Eppure, il week end appena passato è stato il week end del mezzo bicchiere.
Mezzo bicchiere vuoto, perchè abbiamo cercato come matti di comprare 2 city bike per farci dei bei giretti intorno al paesino ma a quanto pare, data la mia ciclopica, statura (ben 176 cm, ohibò) non esistono biciclette gigantesche per me. Avrei dovuto prendere un modello da uomo ma in caso di gonna, mi faceva notare il saggio commesso, avrei avuto problemi, allora prendo quello da donna, ma è piccolo, allora quello da uomo, ma come faccio con la gonna, allora quello da donna.... e così fino a sera inoltrata.
D'altra parte, bicchiere mezzo pieno perchè ieri siamo riusciti ad andare e tornare dal mare indenni, senza impelagarci nel controesodo, senza prendere multe e parcheggiando addirittura di fronte alla spiaggia!!! Certo, sveglia alle 6, colazione sul mare,alle 7.30 e in spiaggia alle 8.00, ma che importa? la giornata era magnifica, spirava una brezzolina deliziosa e tutto è stato perfetto.
Dulcis in fundo, al paesino c'è stata anche la sagra del gelato con annessi fuochi d'artificio ed è con un certo orgoglio che posso dire "Io e Jeeg c'eravamo"!

mercoledì 22 agosto 2007

Torta di mele

A cosa serve avere un'amica laureata e dottorata, grecista, filosofa, pluriparlante correntemente direi circa 5 lingue, se non a tradurre la ricetta della mitica Appeltart, la torta di mele che ci ha deliziato in Olanda?
Grazie Atena, a breve foto su Flickr con commento dei commensali!
Per voi golosastri, invece, la ricetta in italiano:

Ingredienti per IMPASTO:
  • 300 gr farina
  • 1 bustina di lievito x dolci
  • 175 gr burro freddo
  • 150 gr zucchero
  • 1 cucchiaino da tè raso di sale
Ingredienti per RIPIENO:
  • 1 chilo di mele renette gialle
  • 50 gr zucchero
  • 50 gr uvetta nera piccola
  • 50 gr uvetta marrone morbida
  • 3 cucchiaini da tè di cannella
  • 3 cuccchiaini da tè di succo di limone
  • teglia apribile di 24 cm diametro
Preparazione:
Scaldare il forno a 175° e mettere il supporto una posizione sotto la metà del forno; imburrare la teglia e sbattere l'uovo. Mettere a bagno l'uvetta in acqua tiepida per ammorbidirla. Tagliare il burro a dadini, sbucciare le mele, privarle del torsolo e tagliarle a dadini. Preparare il ripieno mettendo i pezzetti di mela con lo zucchero, l'uvetta, la cannela, il succo di limone in una terrina.
Preparare l'impasto mescolando la farina con lo zucchero, il lievito, il burro il sale e 2/3 dell'uovo sbattuto. Mescolare fino ad ottenere un impasto uniforme. Mettere l'impasto nella teglia, tenendone da parte una piccola quantità, facendo un bordo di 3 cm circa. Aggiungere il ripieno di mela. Fare delle striscioline di pasta e guarnire la torta (come una crostata!).
Spennellare con l'uovo rimanente le striscioline sulla pasta della torta.
Infornare per un'ora e un quarto fino a che è cotta e di colr bruno-dorato. Lasciarla raffreddare nella teglia. Decorare con zucchero a velo e servire con accompagnamento di panna montata.
Buon appe a tutti!

lunedì 20 agosto 2007

9 mesi da campagnola


Oggi sono circa 9 mesi che ci siamo trasferiti al paesino, è tempo di tirare le somme.
Passato lo shock dei primi tempi, in cui la sveglia all'alba e la conseguente corsa in autostrada per raggiungere l'ufficio, riducevano al minimo i benefici possiamo oggi dire con certezza che il cambiamento è stato assolutamente positivo.
Fatico a credere che ho retto a quella vita, a quel rumore, al traffico, allo smog, alla folla per tanti anni; fatico a credere di avere girato in scooter tutti i giorni, nel traffico impazzito, rischiando la vita ad ogni sorpasso. E poi le distanze, gli autobus strapieni, le code negli uffici, la scortesia dei commessi.
Mamma mia.
La prima cosa che salta agli occhi in un paesino è la lentezza, non solo delle persone ma anche delle macchine, delle biciclette, dei discorsi.
E poi l'aria: non ti rendi conto di quanto è buona l'aria fino a quando non esci dalla città. Adesso, dopo alcuni minuti in centro in città già mi brucia la gola, ma come facevamo prima?!?
Ma la cosa più bella è stata il rientro dalle ferie: prima, il rientro (già malinconico di per sè) veniva aggravato dal traffico, dal rumore, dal caldo asfaltato e afoso. Appena dopo un paio d'ore l'effetto vacanza era svanito lasciandoci innervositi come alla partenza.
Venerdì siamo invece rientrati al paesino, passando dalla vita bucolica delle ferie alla vita bucolica di tutti i giorni: che meraviglia!!!
Ragazzi, datemi retta, ci hanno fatto credere per tanti anni che in città fosse meglio, tutto a portata di mano, tutto il divertimento e la "cultura" che volevamo (cinema, teatri, eventi, mostre) , ci hanno dato a bere che la città fosse il meglio per noi e la nostra famiglia (servizi efficienti e moderni), ci hanno fatto pensare che la campagna fosse per gli anziani, persone ormai fuori dal ciclo produttivo, gente un po' fuori dal mondo,
Ebbene come al solito ci hanno fregato!!!
I veri servizi, perlomeno qui in Italia, funzionano quando c'è poca gente ad usarli, i cinema e i teatri ti divertono quando impieghi 5 minuti a raggiungerli e trovi sempre parcheggio. Gli asili, le scuole, gli ospedali funzionano nei paesi, non in città.
Insomma, a parte il lato agreste e bucolico della faccenda, troviamo migliorata di netto la qualità della nostra vita. Che aspettate?
(vi giuro, non prendo soldi: sponsorizzo i paesi gratuitamente!!!)

Mea culpa...


Cari amici,
oggi è il giorno dell'outing, spero che dopo ciò che sto per dirvi avrò ancora degli amici e, ahimè, dei parenti (penso a mia sorella Semola...).
Orsù, il momento è alfin giunto: ebbene, ho comprato... ehm... una paio di CROCS!
Addio.

venerdì 10 agosto 2007

Il meraviglioso mondo di Quark















Come vi avevo già preannunciato, la vacanza in Olanda ha prodotto un sacco di riflessioni interessanti (definizione discutibile, ma questo sarebbe anche il mio blog...) pertanto oggi parleremo del leggendario "Bambino Olandese".
Il bambino olandese, che troviamo in modelli simili in altri Paesi nordeuropei, in Italia è quasi del tutto estinto; ne sono stati avvistati un paio di esemplari in qualche famiglia sparsa per lo stivale ma la scarsità di prototipi non permette ulteriori analisi.
In Olanda, invece, prospera e si riproduce anche perchè, essendo l'unico modello, nessuno sa da chi copiare per adottare un comportamento diverso.
E veniamo ora ad osservarne le caratteristiche: fisicamente agile e tonico è capace di arrampicarsi, saltare, correre, rotolare e andare in bicicletta senza problemi di sorta. In caso di caduta accidentale si rialza senza piangere e ricomincia a giocare.
Generalmente spensierati e giocherelloni questi piccoli fagottini biondi sono capaci di impegnarsi anche in compiti decisamente difficili: rastrellare il giardino, annaffiare piante e fiori, trasportare fratellini in biciclette grandi il doppio di loro, lavare piatti ecc...
Le attività quotidiane vengono svolte con grande semplicità: si lavano, si vestono e mangiano da soli; se fanno qualcosa di pericoloso o inappropriato, vengono ripresi con grande garbo e dopo una breve quanto discreta discussione vengono a patti con i genitori e cambiano gioco o attività.
I genitori di tali bimbi sono decisamente rilassati: non alzano mai la voce, non si esibiscono in scene alla Mario Merola in caso di ruzzoloni, non fanno il numero della biscia impazzita se il bambino si allontana di 20 centimentri, non crollano a terra con gli occhi riversi se il piccolo cade e, orrore orrore, si sbuccia un ginocchio.
In effetti, tutti gli amici olandesi che hanno figli continuano serenamente la loro vita.
Questo, cari amici, è il meraviglioso mondo del bambino olandese.
Se vi vien voglia di provare ad averne uno così suggeriamo una capatina nei dintorni di Amsterdam, provare per credere!

mercoledì 8 agosto 2007

Hai voluto la bicicletta?

Eccoci di ritorno dal consueto pellegrinaggio in terra di Olanda, devo dire che l'umore non è dei migliori ma tutto sommato siamo abbastanza riposati.
Con l'intento di non farci riconoscere come i soliti italiani e di assomigliare sempre di più ai nostri beneamati olandici abbiamo fatto tutte le cose olandesi nel modo più olandese possibile, tipo
sbocconcellare per 10 giorni formaggio e pane su fette di burro salato, brindare ogni sera con la birra bianca dei frati trappisti, ci siamo persino immersi nella (finta) lettura dei quotidiani locali seguendo con apprensione le statistiche sul luglio più piovoso degli ultimi 80 anni ed esultando, infine, per l'arrivo dell'estate con i suoi 30 gradi.
Insomma, piano piano, anno dopo anno, compiamo piccoli progressi che speriamo in un qualche futuro non troppo lontano ci faranno assomigliare a questo popolo così civile.
C'è però ancora una cosa, purtroppo, sulla quale ancora non ci siamo per niente, ed è la bicicletta.
Mannaggia li pescetti.
Ma è così difficile andare in bicicletta come gli olandesi?
Sì.Sì.Sì.
Perchè noi andiamo in bicicletta, ma loro sono la bicicletta.
Diciamo subito che a noi le ossa del bacino non sono ancora diventate a forma di sella e quindi dopo mezz'ora vediamo le stelle e cominciamo a dimenarci come anguille per alleviare il dolorante fuoco alle chiappe; diciamo anche che anche con il vento a favore qualunque babanetto di 2 anni o bacucco 90enne ci supera anche in salita senza il minimo sforzo; facciamo finta di non vedere tutti quelli che mentre pedalano scrivono sms, configurano l'I-pod, telefonano, fumano, accudiscono i 3 bambini che portano con sè (sic), scrivono sull'agenda, leggono, mentre noi se ci distraiamo anche solo un secondo finiamo nel canale accanto e rischiamo anche la multa (chi cade nel canale con la bici viene multato, dove vivevo prima penso che uno farebbe finta di annegare); evitiamo di dire che ai semafori loro partono agevolmente da fermi saltando sui pedali in modo assolutamente fluido mentre noi, anche con la rincorsa, riusciamo quasi sempre a scontrarci tra di noi o, nella migliore delle ipotesi, a fare diventare rosso il semaforo che ancora non abbiamo atraversato la strada. Facciamo finta di non notare i bambini di 7 anni che dietro alla bici hanno il carretto che trasporta il fratellino, mentre noi anche solo con uno zainetto di 2 kili sbandiamo e ondeggiamo manco fossimo ubriachi persi.
Però un giorno abbiamo avuto una rivelazione che forse potrebbe salvarci dal pubblico ludibrio e darci un minimo di rispettabilità.
La nostra speranza, cari amici, è la BICI ELETTRICA. Ahahaha!!!!!
E' assolutamente identica alle altre, solo che ha una mano magica e invisbile che ti spinge da dietro, un po' come quando il nonno ai giardinetti ci spingeva sull'altalena, e ti fa filare come il vento senza alcuna indecisione!!!
Il bello è che da fuori non si vede nulla perchè comunque bisogna pedalare in ogni caso e quindi, se non altro, potremo fingere di essere olandesi. Basta solo mascherare in qualche modo l'enorme batteria che potrebbe inquivocabilmente tradirci rivelando l'aiutino...
Insomma come al solito finisce all'italiana: non siamo capaci, ma con qualche piccolo trucchetto ce la facciamo anche noi!!!