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venerdì 26 agosto 2011

A presto

E così ci siamo finalmente arrivati anche noi, alle ferie, intendo.
Due settimane grasse di mare, sabbia, sole e, si spera, riposo che noi, qui, si avrebbe anche bisogno di dormire.
Ci si rivede a settembre,
Buon Tutto!

mercoledì 24 agosto 2011

Sopravvissuti al bue grasso

E' un peccato, un vero peccato andarsene così, a fine agosto al culmine della stagione festaiola del paese.
"Il bello viene adesso" titolava a caratteri cubitali il quotidiano locale, stamattina., "Turisti in fibrillazione!".
E noi partiamo, che disdetta, barattiamo due settimane al mare con il Top della settimana eventizia della zona.
Ci perdiamo, nell'ordine:
- la sagra dello stracotto e del bollito misto;
- la festa della lasagna al forno;
- la tradizionale distribuzione in piazza del gelato artigianale con annesso spettacolo pirotecnico;
- la celeberrima e imperdibile sagra delle trofie al pesto
- il polentone
- last but not least, mancheremo anche la perbureira (pasta e fagioli con carico d'aglio).
Mannaggia.
Meno male che abbiamo presenziato entusiasti a quella del raviolo, del cinghiale con polenta, del salamino d'asino e del bue grasso.
Non potevamo esimerci, rischiavamo di essere tacciati come asociali.
Io veramente, mi tocco se ci sono (quelli delle pro-loco). Per coerenza, la settimana di Natale dovrebbero fare la festa dell'anguria, quella del pomodoro e mozzarella e la sagra del ghiacciolo.
Per dire.
Mi ammazzo con lo stracotto a 37° e, se sopravvivo, mi ri-ammazzo con il ghiacciolo a -12°.
Ma cosa volete, ormai di coerente in questo paese non c'è più manco la sagra.


lunedì 22 agosto 2011

Dizionario 1

BREVE DIZIONARIO DI GENITORESE
frasi tipiche ed espressioni idiomatiche per situazioni tipo

Lezione 1: AL PARCO

GIOCA BENE:  potresti evitare di fare tutte quelle cose pericolose e stupide che fate tutti voi bambini di questa età? Potresti rendermi un genitore modello giocando solo come voglio io? Non fare nulla che vorresti fare, fai solo quello che voglio io, come lo voglio io e solo per il tempo che lo voglio io;
NON SUDARE:  potresti evitare di fare salire la temperatura corporea e ricoprirti di appiccicaticcio? Non mi interessa che ci siano 37°, non voglio vederti sudare;
NON SPORCARTI: potresti evitare di cadere, inciampare, sederti a terra e sui giochi, toccare lo scivolo, gli altri bambini, le pietre e per terra? Non vedi che ti ho messo la gonna bianca? E che hai la maglietta pulita?
FAI LO SCIVOLO: perchè, che altro vorresti fare? l'altalena? giocare a palla? No, ora si fa lo scivolo. Perchè voglio così.
CHIUDI LE GAMBE QUANDO SCENDI (solo per le femmine): vorrai mica scendere dallo scivolo scomposta? o con le gambine aperte?!? Ma che modi sono?!
SCENDI PIANO: scivola piano, non così veloce, che mi fai spaventare, così è troppo piano, così è troppo forte... ecco, così!
NON TOCCARTI I CAPELLI: che ti ho messo 8 mollette e fatto la coda e due codini, non puoi toccarli, sono ordinati. Non mi interessa che ti prude la testa, le bambine non si toccano i capelli;
DIVERTITI UN PO': che già mi faccio io due palle così, ora devi divertirti, vai, su!
NON CADERE/NON BUTTARTI GIU'/NON FARTI MALE: che già te la gufo ogni momento, porto una sfiga che non puoi capire, cerca almeno di stare attento, eh!

martedì 16 agosto 2011

Scampoli d'estate

Vorrei parlarvi di un sacco di cose, davvero. Dei due giorni al mare in riviera da Nonno Flemma e Nonna Chioccia.  Delle sagre paesane che allietano le serate agostane da queste parti. Delle giornate in piscina che vedono un Topolo scatenato e un Ciccionetto dormiente sotto gli eucalipti. Del Topolo che inizia a parlare e a farsi capire, del Ciccionetto che mangia le sue prime pappe, dei miei progetti... di un sacco di cose insomma.
Ma non riesco a cavarne un post che sia uno.
Perchè l'unica cosa di cui vorrei parlare è in realtà l'unica cosa importante degli ultimi 2 anni e 4 mesi, l'unica cosa fondamentale, l'unico evento di tutto il baraccone: io e il maritozzo siamo usciti da soli di sera.
Ok, svenite.
Ora rinvenite.
Ripeto dopo 2 anni e 4 mesi (850 giorni) siamo usciti insieme da soli di sera, io e lui, lui e io dove LUI è il maritozzo e non un nano.
Impagabile.
E per giunta eravamo in riviera, al mare, nel mezzo delle serate d'agosto del Tigullio, tra concertini jazz, locali strapieni, sciabordio delle onde e luna piena.
60 minuti di sogno (un po' per l'entusiasmo, un po' - ahimè - per il sonno eclatante che già mi coglieva alle ore 21:00 in punto).
Insomma.
Siamo stati parecchio bene.
Tutto ciò mi fa pensare che se questa è l'unica cosa rimarchevole di tutta l'estate forse faremmo meglio a prenderci una baby sitter, almeno ogni tanto.
Però che cavolo, è stato veramente bello.

martedì 9 agosto 2011

Il punto di non ritorno

Ci sono uomini che "io non mi sposerò mai, ci tengo alla mia libertà!" e altri, come il maritozzo, che si sposano serenamente, impassibili e coraggiosi perchè "è arrivato il momento, il matrimonio è una bella conquista".
Ci sono uomini sposati che "figli? No grazie, io e mia moglie stiamo bene così, vogliamo godercela ancora un po'" e altri, come il maritozzo, che sfornano il primo figlio con grande pacatezza perchè "ho quasi 40 anni, che altro devo aspettare?".
Ci sono uomini sposati e con un figlio che "però ora basta, io il mio dovere l'ho fatto, ora speriamo che cresca in fretta che voglio tornare alla mia partita di calcetto" e altri, come il maritozzo, che fanno anche il secondo perchè "sono figlio unico, almeno loro si fanno compagnia e giocano insieme".
Ci sono uomini che hanno mollato piccoli pezzettini della loro libertà e della loro vita con grande parsimonia, lottando con le unghie e con i denti e altri che, invece, condividono loro stessi e il loro tempo con una famiglia intera, con estrema generosità e sorrisi per tutti.
Epperò, anche per loro, arriva il momento della verità, della presa di coscienza, della consapevolezza che, ormai, la frittata è (parecchio) fatta, indietro non si torna e quel che era non è più.
Per il maritozzo questo momento è arrivato con la bara.
Lo vedevo un po' pensieroso, mentre insistevo pesantemente per acquistarne una, in vista delle imminenti ferie. Credevo fosse per il prezzo, o forse per il grande sbattone di comprare anche le barre da mettere sulla macchina, oltre alla bara in sè.
Non gli ho dato troppo peso, in fondo alla fine aveva preso tutto, bastava montare il tutto sul tettuccio della macchina ed era fatta.
Poi ieri... la rivelazione: 
"Sai, mi ha confessato, questa bara mi angustia proprio"...
"Come mai? Perchè dovremo andare più piano? O temi che faccia rumore? Pensi che si possa aprire mentre andiamo?!?"
"Macchè, mi ha risposto, è proprio quello che simboleggia che mi da fastidio!"
"Perchè, scusa, cosa simboleggia?"
"Eh... la fine di tutto..."
"La fine de che?!"
"La fine della vita da single! della spensieratezza! della libertà! Insomma, avere il portapacchi sì che mi da l'idea di quanto la mia vita sia cambiata! Eh! E' proprio vero che indietro non si torna..."
La bara.
La bara gli dice che la sua vita è cambiata.
Non io.
O il Topolo.
O il Ciccionetto.
O la gravidanza, le notti in bianco, i dentini, le pappe, i primi passi, la prima parola, la fatica immensa e quotidiana...
No.
La bara.
E vabbè, meglio questo che l'amante.

giovedì 4 agosto 2011

Cronache di primogenitura

Non è la gelosia
quello che sento
quello che sento dentro
È più una malattia
che non ci riesco
che non capisco proprio
...
E NON ANDARE VIA
neanche con lo sguardo
quando mi siedi accanto 


Tango (della Gelosia) - di V. Rossi


All'inizio era indifferente, la prima settimana. Guardava il fratellino sporadicamente, come solitamente fa con l'ospite sconosciuto e la certezza che sarebbe presto andato via. Poi ha capito che il fratellino sarebbe rimasto e allora è diventato rabbioso: calci e pugni a me, lagnoso e appiccicoso con papà, sempre in braccio a piagnucolare. Poi ha realizzato che quando lui andava al nido il fratellino restava a casa con me: apriti cielo! Pianti strappacuore per entrare all'asilo, pianti quando lo andavo a prendere, pianti mentre era lì. Poi è subentrata la fase apatica, soprattutto all'asilo: si faceva mettere in passeggino o nel seggiolone dalle maestre e lì restava con il suo peluche preferito, lo sguardo assente nel vuoto. Magari solo 5 minuti, magari solo 10, però più volte al giorno. Roba che quando me l'hanno detto ( e l'ho visto con i miei occhi) per poco non ci resto secca dal dolore, lui che è sempre tanto scatenato sembrava imbalsamato.
Poi, e questa è l'ultima fase, ha iniziato a fare il gioco del picco-o: lui è picco-o picco-o, non è gadde (piccolo piccolo, non grande) ha bisogno del ciuccio e di essere consolato: si sdraia a terra e inizia la pantomima del neonato che strilla e ha bisogno di essere preso in braccio e cullato. E' molto tenero in realtà, ma tant'è si finge un neonato.
Infine, e questa è la notizia del secolo, dopo 8 mesi che si rifiutava di salire in passeggino (rifiutava è un eufemismo, sarebbe stato più facile piegare una sbarra d'acciaio a mani nude) ora esce solo in passeggino.
Questo è.
Noi abbozziamo e stiamo al gioco. passerà, ne siamo sicuri. Però al momento abbiamo due neonati, di cui uno di 15 kg!  ;))

lunedì 1 agosto 2011

Dialoghi tra sordi

Ok, siamo in agosto, è tempo di Settimana Enigmistica e Sudoku.
Siccome non so disegnare non posso regalarvi un rebus, però posso proporvi un indovinello, così tanto per passare il tempo.

Ore 21, casa dei campagnoli:
- C'è ancora del gelato in frezeer?
- Sì.
- Ok, allora ne prendo un po'. Tu ne vuoi?
- No, grazie, ne ho già diviso uno col nano, oggi in piscina.
- Bene.

15 minuti dopo:
- Scusa ma il mio gelato?
- Hai detto che non ne volevi!
- Certo che ho detto che non ne volevo! Era la mia "risposta beneducata"! Ne ho già mangiato uno oggi pomeriggio, che altro avrei dovuto dire...
- Ma che vuoi da me?!
- Voglio il mio gelato! Insomma... ma non hai capito nulla!!! Ho detto che non ne volevo, ma in realtà ne volevo eccome! (con voce isterica) Non capisci mai quello che penso! Come hai potuto anche solo pensare che non ne volessi!!!

La domanda è: CHI HA DETTO COSA?
Si vince il gelato rimasto in frezeer.