Pagine

giovedì 26 novembre 2009

Cervelli in fuga

Sto perdendo colpi e non credo sia solo per l'età.
Ieri, come ogni mattina, mi preparavo alla consueta uscita mattutina: lotta corpo a corpo con il Nanno per vestirlo, pianto disperato mentre mi vesto io, scendo in ingresso e nuova lotta per infilargli le scarpine, metto la giacca, la metto a lui (tra urla e contorcimenti), metto le scarpe, prendo i suoi biscotti, l'acqua, il cappellino, i giochini per la macchina, lo lego a forza nel seggiolino, prendo il cellulare e mando un paio di sms alle amiche ("anche oggi se dio vuole usciamo, ci vediamo in piazza), controllo di avere tutto, chiudo la porta di casa e mi siedo in macchina.
Pant pant.
Lancio un'occhiata sul sedile accanto e... oddio, sono senza borsa, cioè senza soldi, documenti e chiavi di casa.
Panico.
Mi sono chiusa fuori di casa.
Meno male che Jeeg non è al lavoro ma al paesino per commissioni e io ho il cellu.
Rapido sms e lo incontro per le chiavi, vi lascio imaginare il suo sottile sarcasmo mentre mi cosegna il suo paio di chiavi.
Meno male, mi ci mancava di dover andare fino in città a recuperare le chiavi o, peggio, rompere un costosissimo vetro nuovo per rientrare in casa.
Oggi, uguale: lotte, pianti, vestiti, scarpe, cappellini, giochi, ecc.... salgo in macchina e controllo di avere la borsa. Ok, la borsa c'è.
Controllo di avere le chiavi di casa: non ci sono.
Ricordo di averle tolte dalla borsa per cambiare portachiavi.
Mi sono chiusa di nuovo fuori. Ma porc!!!!
Meno male che avevo messo una chiave di riserva in un posto segreto.
Prendo le chiavi, acchiappo la spazzatura ed esco.
Arrivo al paesino, prendo le chiavi della macchina e la spazza, apro il cassonetto e getto via... le chiavi!!!!
Ma nooooooo!!!!
Meno male che il cassonetto è vuoto: salgo su un cartone, mi infilo per metà nel cassone, tra l'ilarità degli astanti, frugo fra la spazza (bleah!) e recupero le chiavi.
Insomma.
Credo che mi sia rimasto un solo neurone, per di più condiviso.
Che faccio, me le lego al collo tipo campanaccio, 'ste chiavi?!

mercoledì 25 novembre 2009

Preghierina

Fammi crescere i denti davanti,
te ne prego bambino Gesù!
Sono 2 ma mi sembrano tanti
Son caduti (han tagliato le gengive)
ma non crescono più!

Io non so se il bambino Gesù, di questi tempi, si occupi ancora di denti e gengive, fatto sta che se avesse 2 minuti di tempo per dare un aiutino al povero Nanno per allungargli i due incisivi superiori e farli uscire per bene gliene saremmo tutti veramente grati.
Davvero, neh.


P.S. la canzoncina di cui sopra, per chi non la conoscesse, esiste per veramente e ha allietato la sottoscritta per un sacco di tempo, cantata in coro da tutto il parentado (bei tempi!).

sabato 21 novembre 2009

Senza parole

E' sera a casa dei campagnoli, jeeg cerca di riaddormentare un Nanno insolitamente garrulo, la Campagnola si gode una sacrosanta doccia. All'uscita della doccia, va a dare il cambio al consunto marito.

- Ecco! Lo sapevo, arrivi tu e guarda che sorriso!
- ...
- Insomma, voglio dire, son qui da mezz'ora che lo intrattengo... sono ben suo padre!
- ...
- A me neanche uno sguardo, entri tu e guarda qua: sorrisi, risatine, tende le manine per toccarti, ti guarda quando ti muovi... è umiliante!
- ...
- Bè, non mi dire che non conto nulla, sono un padre presente io! Però, accidenti, tutti 'sti sorrisi a me non li fa!
-...
- Non dici nulla? Hai la coda di paglia, eh?
- Dunque vediamo: l'ho portato nella pancia per nove mesi, tra nausea e rutti (ricordi che volevi iscrivermi alla Corrida? Avrei avuto un successone, dicevi, se avessi imparato a parlare con i rutti). Mi occupo di lui, 7 giorni su 7, tutto il giorno e, soprattutto, tutta la notte quando somministro la tetta 2- 3 ma anche 7-8 volte di seguito mentre tu ronfi come un compressore e non ti svegli manco coi gavettoni. Gli cambio il pannolino, lo vesto, lo porto in giro, lo coccolo se piange, lo sgrido forte ma poi mi pento e lo bacio ancora di più. Gli preparo le pappe, gli canto le canzoncine, gli leggo i libretti e mi invento mille storie diverse per farlo divertire. Conosco ogni suo umore e cerco di prevenirlo, conosco ogni sua esigenza e cerco di andargli dietro, accorro al primo vagito interrompendo qualunque cosa io stia facendo, e questo da oltre 7 mesi.
Ora.
Non dico che quando entro in stanza si debba inchinare fino a terra gettando petali di rosa dove poso i piedi ma almeno un sorriso, se non altro per educazione, non credi che me lo possa concedere?
- ...
- ...
- Bè? Non dici nulla?
- Allora domani vengono i tuoi a pranzo?

(Campagnola 1- Jeeg 0. Palla al centro e pedalare).

venerdì 20 novembre 2009

Certi traumi

E' un po' che non scrivo, quasi una settimana.
Il punto è che sono rimasta traumatizzata.
No, non dall'ennesimo scorpione in sala, o dalle vagonate di fango in macchina o sui vestiti, nemmeno dal Nanno che, bontà sua, più che crescere e tentare di venire a capo di questo mondo misterioso non fa.
No, sono rimasta traumatizzata dalla prima uscita libera negli ultimi 7 mesi e 1/2.
E' andata così.
Tutta la famiglia campagnola è scesa in città, giusto una settimana fa, per portare il Nanno dall'osteopata (forse vi racconterò in un post perchè e per come).
Poi, visto che l'appuntamento era al mattino, avevamo programmato di deportare il Nanno da nonna Giudix e andarcene in centro per negozi.
Non ci ho dormito una settimana, su questo progetto (una volta, non avrei dormito su cose un po' più serie ma babbè).
Il giorno fatidico, mollat... ehm... lasciato il Nanno dalla nonna ci siamo fiondati in centro e per 2 ore e 40 abbiamo avuto le mani e, soprattutto, la testa libera per fare, pensare, andare dove volevamo senza problemi.
Un sogno.
Salivo e scendevo le scale che manco mastro Lindo.
Entravo e uscivo dai camerini.
Mi muovevo agile tra gli scaffali delle librerie senza dover ripetere la solita litania "nontoccareattentoallemaninontisporgererestasedutoscusisignoranontogliertilescarpe
miscusioddioècadatoilciuccioprendiunpezzodipanetimettolagiaccatitolgoilcappello"
Ho perfino preso una cioccolata seduta in un bar strafigo sola con Jeeg, come facevamo cent anni fa, nella nostra vita a.N.
Poi è finito tutto.
Ci siamo ripresi la gioia della nostra vita e siamo rientrati alla base.
Ma io non son più la stessa.
Ora che ho riassaggiato l'ebbrezza della libertà conto i giorni che mi separano dall'apertura del micronido qui al paesino (lo stanno costruendo).
Ecco, l'ho detto.
E ora arrestatemi pure.

mercoledì 11 novembre 2009

Campagnola inside

A quasi un mese dal trasferimento nella casa-dei-nostri-sogni posso dire che vivere in campagna (per una che viene dalla città) è come sposarsi.
Il matrimonio, per chi ancora deve compiere questo passo, viene immaginato ingenuamente come un tripudio di coccole, passione, amore qui, amore là, sempre insieme, mano nella mano, occhi negli occhi.
Poi ci si sposa e si scopre, a volte con raccapriccio, che il matrimonio è soprattutto (cito a memoria la mia prof di italiano delle superiori) calzini sporchi, gomiti sulla tavola, lotta per il telecomando, rumori notturni e odore di cavoli.
La stessa cosa è per chi desidera la campagna: si sogna lo scoppiettare del camino, lo stormir delle fronde, il cnguettio degli uccellini al mattino e le stellate di notte. Si fantastica su una vita semplice, fatta di pochi, genuini piaceri e ci si trova, ahimè, con fatiche e scomodità mai immaginate: legna da spaccare/trasportare/sistemare; fango e terra in ogni angolo della casa; bestie feroci da annientare e distruggere (per ora siamo fermi al domare e addomesticare); giungla da districare e potare; foglie da spazzare, spazzatura da buttare a km di distanza, Topoli da vestire come yeti perchè qui fa già un freddo caino, ecc...ecc...
Pentita?
No, pentita mai. Anzi.
Solo, come ogni moglie dopo il secondo mese di matrimonio, finalmente consapevole di ciò che mi aspetta nei prossimi 30 anni: grandissimo sbattone quotidiano ma, alla fine, una gioia e una meraviglia continue.

lunedì 9 novembre 2009

L'uomo nero del XXI secolo

Una fresca mattina di fine Ottobre, al parco del paesino tre mamme con i loro cuccioli di 6 e 7 mesi.
L'argomento è sempre quello: ma quanto dormi di notte?

- Non ce la faccio più, non si dorme mai, questa si sveglia almeno 4 volte a notte, ogni due - tre ore.
- Beata! Il mio dalle 3 non dorme più, ciuccia fino alle 5 poi tutti in piedi!
- Il mio si sveglia 6- 7 volte, urla forte e piange, un incubo, lo calma solo la tetta..
- Non so come fare...
- Siamo esauriti...
- Sono nevratsenica...
- Ragazze, c'è solo una soluzione: Estivill.
- Noooo... Estivill no! stai pensando a lui?
- E' l'unica. Quelli che l'hanno provato dicono che in 1 settimana si dorme.-
- Sì, ma lo devi fare piangere!!!
- Io non ce la farei, se piange mi sento male. Perchè non provi con Tracy Hogg?
- Perchè ho già provato e non funziona. Ogni volta che la metto giù piange, allora la tiro su, poi la rimetto giù e così via. Non si può andare avanti così! Ci vuole Estivill.
- Bel metodo! Lo fai piangere, certo che poi si addormenta!
- Ma noooo, tu gli insegni a dormire, lui apprende un'abitudine alla nanna.
- macchè. Ti scarichi la coscienza pensando così. In realtà, l'unica cosa che lui apprende è che nessuno accorre in suo aiuto.
- Non è così, Estivill è moderno, è scientifico!
- Sarà...io continuo a preferire Tracy Hogg.
- Se funzionasse Tracy Hogg avrei già risolto il problema.
- Allora sei decisa?
- Guarda, provo ancora un paio di settimane, poii basta. Ora mi rileggo il libro e poi... si comincia.
- Auguri.... io mi sa che mi tengo i risvegli
- Anche io, Estivill è troppo estremo, perfino per me!

Il gioco delle 3 carte (home version)

Interno notte, A - B - C dormono nel grande letto + "side bed" nella camera dei Campagnoli.

Ad un certo punto C si sveglia: B si sposta nel suo letto per allattarlo. Quando ha finito ritorna nel suo letto.
Dopo un po', C si sveglia di nuovo: A si sposta accanto a C per consolarlo e coccolarlo. Nel frattempo, B si sposta al posto di A. Quando C dorme, A si sposta al posto di B. La situazione ora è B - A - C.
Poi C si sveglia nuovamente e B si ri- sposta per ri-allattarlo. A torna al suo posto. Quando B finisce, rientra nel suo letto.
C si sveglia ancora, a questo punto sia A che B gli fanno un cazziatone e si fingono morti.
Non funziona.
Pentiti, A e B prendono C nel loro letto.
Dopo 5 minuti, A e C russano beati, B si sente soffocare.
B si sposta nel letto di C.
Suona la sveglia di A, che si alza per andare al lavoro.
C sente la sveglia e, naturalmente, si sveglia anche lui.
B si ri-sposta per l'ennesima volta al posto di A, allatta C e poi si riaddormenta.
C non dorme più.
Ore 7:01 sia B che C sono in piedi: B vorrebbe spararsi agli alluci, tanto per allietare la mattinata, C fresco e riposato sembra un fiore appena colto.
Beata gioventù.

Ma allora ditelo...

E' matematico: non appena mi loggo e inizio a scrivere un post il Nanno si sveglia dal sonnellino.
Avrà poteri paranormali?

venerdì 6 novembre 2009

Working mom?

Ho riflettuto a lungo se scrivere o meno questo post, poi visto che non va nè su nè giù ho deciso di scriverlo, magari riesco a cavarne qualcosa.
Forse qualcuno ricorda che un anno e mezzo fa sono stata assunta da una (ex) fiorente ditta del Paesino, a tempo indeterminato e che, dopo 6 anni da Co.Co.Co. ,mi sembrava di toccare il cielo con un dito.
Al colloquio di assunzione mi è stato chiesto se desideravo figli, naturalmente ho risposto, almeno 2.
Si affretti signora, è stata la cortese risposta dopo una rapida occhiata al mio CV, alla sua età non si può aspettare ancora!
Detto fatto: 5 mesi dopo ero incinta del Nanno (evidentemente è bastata un'assunzione per "sbloccare" la situazione, visto che provavamo già da diversi anni).
Comunque.
Lavoro esaltante, matto, disperatissimo. Finalmente al posto giusto a fare la cosa giusta. Il mio capo contento, elargiva complimenti e gratificazioni.
Insomma, una vera gioia.
Poi ho iniziato i colloqui per trovare una sostituta ed è stata assunta con contratto di sostituzione maternità una ragazza giovane, molto, molto in gamba, che non vuole figli.
Questa mi soffia il posto, ho pensato.
Infatti.
Circa un mese fa sono tornata in ditta, per discutere del mio rientro.
Ho proposto al mio capo di rientrare dopo 5 mesi di maternità, tenendo un mese di scorta per eventuali malattie o problemi con il Nanno, gli ho detto che avevamo messo su una task force di nonni e che potevo riprendere a 6 ore al giorno, tutti i giorni a partire da gennaio.
"Perchè vuoi rientrare così presto? Perchè non ti fai tutta la maternità? Anzi, perchè non ti fai anche tutte le ferie? Sai, siamo parecchio in crisi e non c'è tanto lavoro, la ragazza che ti sostituisce è parecchio brava (un "mulo da lavoro", esatte parole), pensavamo di sentire di più la tua mancanza... In effetti, se rientrassi, non saprei neanche più dove metterti...Ma non volevi un altro bambino? Perchè non lo fai subito? Senti qua cosa ti propongo: maternità, ferie, un po' di cassa integrazione, nel frattempo resti incinta e... altra maternità! Che te ne pare?"

Caro capo che una volta mi portavi in palmo di mano e ora cerchi di tenermi a casa per i prossimi 3 anni, vediamo un po' di analizzare la tua proposta, succulenta come una cacca fritta e gratificante come una palata nei denti.
Innanzitutto spiegami perchè dovrei farmi tutta la maternità e tutte le ferie, restando a secco di giorni eventuali da prendere in caso di necessità o, dio non voglia, desiderio di riposarmi o andare via con la famiglia.
Poi, spiegami anche perchè dovrei cambiare ufficio, anzichè tornare al mio posto. Sono bastati pochi mesi per dequalificarmi completamente? Oppure sai che non potrei essere così schiava come prima e la cosa non ti va giù?
Curioso, poi, il tuo consiglio di fare subito un altro figlio, tanto per garantire il contratto alla sostituta e metterti al riparo da eventuali problemi col sindacato e la casa madre.
Ti ringrazio, infine, per le amabili parole che mi hai rivolto, credo che tutti avrebbero piacere a sentirsi dire che al loro rientro non ci sarà più un posto per loro nè, in definitiva, neanche il lavoro.
Mi piacerebbe poterti mandare a lavorare vita natural durante a spaccare sassi sulle strade o in una qualche miniera di sale, per insegnarti l'educazione, innanzitutto, e il rispetto per il lavoro e le persone.
Inutile dire che dovrò invece tornare, ahimè, nella tua ditta (sempre che non chiuda nel frattempo), ma sappi che anzichè una devota impiegata, ligia ed entusiasta, avrai un'acida serpe in seno, che coverà vendetta e rancore fino a quando riuscirà a trovare un altro lavoro e un altro capo, sempre che questa parola abbia ancora significato.
Salutoni

mercoledì 4 novembre 2009

Kombat Nanno

Alle soglie del 7° mese è tempo di bilanci.
I primi mesi sono stati accellerati, enorme sforzo fisico e mentale per cercare di capire, organizzarsi, entrare in sintonia con questo piccolo (è un eufemismo) esserino che mostrava già dalla nascita un carattere forte, volitivo, energico.
Poi un momento di calma, verso i 4 - 5 mesi, sembravamo aver trovato un nostro equilibrio: io proponevo (giochi, passeggiate, pisolini, tetta), lui accettava o rifiutava garbatamente (si fa per dire, però era niente confronto ad ora).
Adesso ci avviciniamo al 7° mese ed è iniziata la lotta, una lotta fisica, selvaggia per qualunque cosa: vestirsi, sedersi nel seggiolone, mangiare la pappa, allacciarsi al seggiolino dell'auto, girare in passeggino.
Il Nanno irrigidisce le gambe, urla, morde, si rotola fino a buttarsi giù, gira il collo piangendo, sbatte la testa, mammaaaa ma non capisci, voglio stare nudoooo, non voglio sedermi, voglio stare in braccio, voglio che mi coccoli, che ti occupi di me, che non ti distrai, che non parli, non mangi, non fai altro che giocare con meeee, mammaaa (o almeno, questo capisco io).
E' uno scontro di volontà.
E' una lotta fra corpi.
Fisicamente vinco ancora io, ma non so per quanto.
Mentalmente vinciamo a turno: scendo a compromessi, posticipo uscite, anticipo pappe, un po' di coccole e poi preparo cena, un po' in braccio e poi stiro, un po' di rotoloni sul letto e poi faccio la doccia.
E' una vita twitter: tutto in pochi minuti, tutto veloce, tutto superficiale.
Il punto è che anche le cose che faccio con e per lui sono così, c'è sempre qualcosa di mio che spinge per avere spazio.
Questo è il mio cruccio: che il tempo che gli dedico non è totale, ho sempre la testa occupata dalle 1000 altre cose che dovrei /vorrei fare. Insomma, l'esserci al 100%, la presenza totale nell'hic et nunc è ancora una chimera.
Ecco piange.
Alla prossima!

lunedì 2 novembre 2009

Allo zoo dei Campagnoli

Lui: Ti piacciono gli scorpioni?
Lei: Mmmmhh... dipende dall'ascendente, comunque in generale direi di sì
Lui: ....
Lei: Non parlavi di umani, vero?
Lui: ....
Lei: Ok, dimmi dov'è
Lui: Qui, vieni a vedere
Lei: UUAAAHHHHHHHH (fugge dalla mansarda, le mani sugli occhi e il terrore nel cuore)

A pensarci bene, la nostra casa è già abbondantemente abitata. E' vero, si tratta di piccoli esserini, non umani, pelosi, bavosi, volanti ma pur sempre esseri viventi.
Ogni stanza ha la sua specie, un piccolo zoo privato sempre aperto 24 h/7 giorni a settimana.
La sala è colonizzata dalle cimici delle piante, ottusi insetti verdi che come unica attività si arrampicano sul muro (a piedi) arrivano fino a metà, poi perdono l'equilibrio e con un sonoro SCIOCK cascano a terra a zampe all'aria. Faticosamente si rigirano e ricominciano a scalare il muro.
Vanno avanti ore.
Quando si stufano, volano via (al che mi chiedo: perchè non voliano quando cascano dal muro, anzichè sfracellarsi a terra?). Boh.
In cucina abbiamo 3 mosche: solo 3 ma magiche. Il maritozzo ne acchiappa una e la butta fuori dalla finestra. Si gira, conta le mosche rimaste: sono sempre 3.
Ne acchiappa un'altra, la butta fuori.
Sempre 3.
zac! fuori! 3!
zac! fuori! 3!
Forse sono ologrammi, chi può dirlo.
I bagni invece sono casa di zanzare e moscerini.
Gli angoli vedono protagonisti i ragni gamba lunga, sottili sottili, paciosi, immobili: siccome mi fa orrore aspirarli con l'aspirapolvere li lascio dove sono, muoiono di vecchiaia (lo sapete che un ragno morto diventa prima grigio, poi bianco, poi si assottiglia tutto e alla fine si polverizza? - ma quante ne so).
Infine la mansarda: qui ci sono gli scorpioni.
Questi li temo veramente, siedo al pc con la paura che mi pizzichino un alluce o sbuchino fuori da sotto il mouse o dai cuscini del divano.
Jeeg, pragmatico, li spiaccica in un fastidioso scricchiolare di corazza. BLEAH!
Il Nanno per ora non si accorge di nulla, ma già so cosa succederà: appena scoprirà che sono terrorizzata e schifata da tutte queste cose le catturerà con le sue manine e me le farà trovare in tutti i luoghi possibili, facendomi uscire pazza.
E scoprirà, ahimè, che potrà ottenere ciò che vuole, solo mostrandomi un lucertolino o un ragnaccio più nero del solito.
Sono una mamma ricattabilissima, altro che escort e via dicendo...

domenica 1 novembre 2009

Che domenica bestiale..

In attesa di scoprire cosa possiamo inventarci per rendere questo posto un po' più sociale, abbiamo deciso che per il momento l'unica cosa da fare è renderlo abitabile.
E così, in una domenica foscosa e ancora tiepida lJeeg ed io abbiamo finalmente indossato i panni dei Campagnoli e provveduto a pulire casa, la caldaia e il camino, raccogliere legna secca e ammucchiarla in fascine, decidere quali alberi tenere e quali sacrificare al grande Focolare che tutto crea e tutto distrugge (= sempre lei, la caldaia).
Nel pomeriggio, armati dei nostri sorrisi migliori e di un Nanno moccioloso e tosseggiante siamo andati perfino a presentarci ai vicini, una cosa che in città non avremmo mai fatto (le assemblee di condominio erano un preludio all'omicidio preterintenzionale).
Il nostro vicino (che credo di nome faccia Jack Torrance) dice che il nostro terreno è colonizzato dai caprioli: almeno 15, dice lui.
Mai visti, diciamo.
Si vedono al mattino presto.
Quindi se facciamo l'orto...
Meglio cintarlo.
Mah.
La passeggiata del pomeriggio ha portato inquietanti scoperte: pere cadute sul nostro vialetto di accesso.
Il problema è che non sappiamo dove sia il pero, la giungla che ha avvolto tutto il terreno rende impervie le perlustrazioni. Forse anche inutili, visto che in effetti non sappiamo neanche come sia fatto un pero.
Urge aprire gli scatoloni dei libri e trovare "Alberi da Frutta" il manuale che il maritozzo ha studiato negli ultimi anni (non tanto bene, però...).
In tutto questo il Nanno è sempre con noi, con una faccia da "ma questi due, esattamente, chi me li ha mandati?". Non sta benissimo, bisogna dirlo, il raffreddore che sembrava passato sta avendo un ritorno gagliardo, mi sa che mi tocca portarlo da Magò.
Che il cielo ci aiuti.