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martedì 30 giugno 2009

Cercasi controfigura

Sono anni che sento ripetere da amiche e conoscenti la stessa frase: “Vedrai! (sorrisetto) un figlio ti cambia la vita!”.

Certo, pensavo, come potrebbe essere altrimenti? La gioia della gravidanza, la pancia, la famiglia che si allarga, i ritmi cambiano, le emozioni della maternità, chi resterebbe lo stesso?

Macchè.

In realtà, quello che volevano dire è: vedrai, un figlio ti cambia il fisico!

Te ne accorgi lentamente, non subito, diciamo che 3 mesi dopo la nascita è evidente che il tuo corpo non ha più la tua stessa età, ma ha compiuto un balzo spazio-temporale ed è improvvisamente diventato il fisico di una 60enne.

Apro gli occhi al mattino e conto gli acciacchi: la schiena indolenzita per la posizione “Tutankamon” assunta nella notte, le braccia doloranti per i 6 kili del Nanno portati in braccio, il collo bloccato per l'allattamento da sdraiata, piedi e gambe gonfi per la circolazione andata a farsi benedire.

Mi alzo barcollando, incespicando nelle ciabatte e prendendo regolarmente in pieno lo spigolo del letto (sempre nello stesso punto, ho un bell'ematoma).

In bagno la prova dello specchio è patetica: occhi pesti, spalle curve, pancia molle e chiappe pendule come le orecchie di un cocker.

I capelli sono tornati quelli da adolescente, nella mia triste vita pre-piastra: né lisci né ricci, semplicemente arruffati.

Salgo sulla bilancia, che ogni giorno, beffarda, mi ricorda che sono stata 18 kili in più e ancora qualcuno mi è rimasto addosso.

Torno in camera e provo a vestirmi: la metà dei pantaloni è stretta e la meta delle maglie non va bene perchè non è aperta sul davanti e non mi permette di allattare.

Risultato: ho il guardaroba di Barbie "Piccola Fiammiferaia," 3 paia di pantaloni e 5 magliette fruste.

A quel punto, se non sto già piangendo, poco ci manca.

Meno male che, nei giorni più difficili, quelli in cui inizio la trita litania “nonhonientedamettermi, nonmistapiùniente, sonouncatorcio, sonovecchia, sonobrutta” interviene un entusiasta Jeeg: sarai anche un ravatto, ma hai due tettone giganti!!!.

Appunto.

Evidentemente il fascino della mucca è un sempreverde.

lunedì 29 giugno 2009

3 mesi



Fra una settimana il Nanno compie 3 mesi, mi sembra nato mille anni fa.

Tre mesi sono veramente lunghi, se penso ai primi giorni, alle prime settimane... brrr! mi vengono i brividi, non tornerei indietro per niente al mondo.

Quanti pianti, miei e suoi, quanta paura, quanta ansia, quanta stanchezza!

Adesso va bene, ogni giorno che passa va sempre meglio: abbiamo imparato a conoscerci e, soprattutto, a fidarci.

Lui si fida di noi, sa che accorreremo al suo pianto nel minor tempo possibile, sa che verrà sfamato, che gli saranno cambiati panni e pannolone, che verrà tenuto fresco e pulito.

Mi riconosce, guarda il mio viso e al mattino appena sveglio, per quanto affamato, un sorriso me lo regala sempre.

Ha imparato a riconoscere anche il papà, sorride e parla anche a lui, lo illumina di gorgoglii, versetti e sorrisi sdentatissimi e speciali.

Io ho imparato ad amarlo. Credevo che una mamma amasse il suo bimbo dal momento in cui lo sentiva muovere nella pancia oppure da quando lo vedeva per la prima volta.

Non è così.

Io sento che l'amore che ho per lui è cresciuto giorno per giorno: ogni pianto, ogni crisi, ogni volta che si calmava tra le mie braccia, ogni poppata, ogni volta che si è addormentato sulla mia spalla o tra le mie braccia, ogni sua espressione, ogni suo sorriso hanno aumentato il mio amore per lui e fatto capire quale miracolo sia avere un bambino.

Se devo essere sincera, lo amo immensamente di più adesso che non 3 mesi fa.

Un unico dubbio mi rimane: come mai sorride infinitamente di più al suo orsetto azzurro che non a papà e mamma?!?

martedì 23 giugno 2009

L'oggetto misterioso

Oggi vi propongo un indovinello: quale è l'oggetto indispensabile che non deve assolutamente mancare per la cura e il benessere di ogni bimbo?



No, non è il fasciatoio, nemmeno la vaschetta, nemmeno il pannolone, la cremina allo zinco, lo shampino, i cotton fioc, le salviettine umidificate e nemmeno il ciuccio.



Vi do un indizio: se lo vedete, non sapete nemmeno usarlo. Eppure, senza, è impossibile andare avanti.

Signore e signori, stiamo parlando del SONDINO.

Il sondino è un tubicino di plastica lungo circa 8 cm, molto sottile e sforacchiato. A cosa serve, direte voi? Ecco: se introdotto nell'apposito pertugio esso libererà immediatamente il pargoletto da flatulenza e, ehm, scorie più o meno solide.

Diciamo che in un periodo di gravi coliche come quello fino ai 3 mesi il sondino è utilissimo.

Noi di solito lo usiamo verso le 6 del mattino, dopo che per tutta la notte il Nanno si è contorto nel lettino in preda a crampi e puzzette.

Si fa così: si accende la luce e si sdraia il Nanno sull'apposito asciugamano; si slaccia il pannolone e si aspetta che faccia pipì con il pannolone sul pisellino (operazione superflua, la pipì non la fa); si unge bene il sondino con olio di mandorle e... ci si prende la pipì in faccia (o sul letto, o in mano, o sulla tutina); si asciuga la pipì e si riprende il sondino; si introduce il sondino e... PFFFFFFFFFFFFFFFHHHHHHHH si assiste alla fuoriuscita di tanta di quell'aria che manco la galleria del vento; dopo di che.... PPRRRPPPRRRRRRR si cerca di arginare la fuoriuscita del resto (inutile: non esiste pannolone o asciugamano abbastanza grande a contenere il resto).

Affascinante come un esserino tanto minuscolo contenga una tale quantità di aria e resto.

Ogni volta il maritozzo commenta “nostro figlio c**a come un dinosauro” (il Tricerananno forse?).

Finita l'operazione si prende la idropulitrice ad acqua e vapore e si disinfesta l'ambiente oltre che, naturalmente, il piccolo dinosauro.

Questa folcloristica impresa si ripete almeno una volta al giorno.





P.S. La definizione esatta di questi tubicini è “sondino femminile”; a cosa mai possa servire a noi donne, lo ignoro. Se qualcuno vuole illuminarmi mi scriva.

lunedì 22 giugno 2009

Dammi il 5, fratello!

Oggi ho portato il Nanno dalla pediatra, la dott.ssa Magò per una visita di controllo.

La visita si svolge sempre nello stesso modo: sdraio il Nanno sul lettino, lo svesto e Magò lo pesa e lo misura. Per gli appassionati, rivelerò le stratosferiche misure del nostro colosso: Kg 6 e cm 66, le misure di un bimbo di 6 mesi (parole della stessa Magò).

Un rapido controllo alla pelle (“ha la pelle di un guanto, neanche un brufolino, complimenti!”), un auscultatina al cuoricino e poi la domanda che tanto temo: quante poppate fa al giorno?

Ecco.

Io qui sono un cuore di leone e un cuore d'asino, come si dice dalle mie parti.

Cuore di leone ruggirebbe con orgoglio la verità: 9 poppate al giorno, dottoressa Magò!!!

Cuore d'asino, conscio del prevedibile cazziatone, raglia un flebile mah... circa 7... 6... forse 8...

Imperturbabile la dottoressa, che tanto non ascolta le risposte, dichiara perentoria che verso i tre mesi e ½ – quattro le poppate devono diventare 5.

5?!?!

Ma come 5?!

Impossibile.

Lei non conosce il Nanno.

Il Nanno usa la tetta come panacea contro qualsiasi cosa: caldo? Una bella poppatina! Sete? Una bella poppatina! Fame? Una bella poppatina! Nervoso, sonno, stanchezza, noia, stress da parenti, insonnia, voglia di qualcosa di buono? Una bella poppatina!

Come caspita faccio a ridurre tutte queste necessità in solo 5 volte al giorno?

Magò dice di dargli la mela della Psalmon (non quella vera, mi raccomando, quella omogeneizzata, bleah!) per “tappargli il buco”.

Ok, poniamo il caso di riuscire a tappare il buco della fame con una mela, e il resto?

Cosa faccio ad esempio per la noia, lo mando al cinema?

E per rassicurarlo, lo mando dallo psicologo? Me lo vedo già... si accomodi signor Nanno, come butta oggi? Mah, sono un po' giù, non mi danno più la tetta, mi sento parecchio defraudato dei miei diritti, sento una qual certa rabbia nei confronti della mamma... Suvvia!!!

Mi devo ricordare di mentire alla prossima visita: 5 cara Magò, le poppate sono 5, tutto come da manuale!



venerdì 19 giugno 2009

E tu, che pezzo hai?

A volte, guardo mio figlio e lo vedo come un manzo, un piccolo manzetto rosa con i pezzi tratteggiati a pennarello nero. Solo che anzichè parole come "scottona", "filetto", "coscia", "fettina" vedo scritto "papà", "nonnoracolo", "mamma", "Nanni", "nonna Giudix".
E il bello è che ciascuno trova i suoi pezzi, ad esempio le orecchie sono state atribuite a me, al maritozzo e a Nonnorelax. Questo è come se una mucca avesse 4 cosce e nessuna fettina.
Alcuni pezzettini sono uguali per tutti: la nuca, ad esempio, è indiscutibilmente quella del Nanni. Non ci sono dubbi.
Poi vediamo. Jeeg ha vinto occhi, dita dei piedini e, forse, orecchie.
La Campagnola ha donato bocca e naso.
Gengis Khan, come abbiamo visto, la tempra focosa e combattiva.
Ma il resto? Nessuno si è fatto avanti a reclamare guance, fronte, mani, gambe... Che dobbiamo fare, metterli all'asta??
La cosa più divertente, tuttavia, è entrare nei negozi e sentire le commesse che mi dicono ohhh... ma che beeellloooo... è tutto tuo marito!!!
Pensa un po', e io che ci vedevo anche qualcosa di mio.
La prossima volta chiedo che mi prestino Margherita, la bimba della mia amica, voglio proprio vedere se qualcuno mi dice che è tutta la mamma!!!

mercoledì 17 giugno 2009

Luoghi comuni

Al paesino esiste un solo, bellissimo, grande parco.

E' lì che vanno le mamme e i loro pargoli, è lì che confluiscono nonni, zie, nipotini, biciclette, fresbee, tovaglie per pic nic, passeggini, carrozzine, palloni e palette, secchielli e tricicli, ed è sempre lì che ci si incontra, si parla, si confrontano bambini e neonati, ci si racconta, ci si rilassa.

E' il modo migliore per conoscere altre mamme e incontrare altri bambini.

Il parco, in realtà, è un grande gruppo di auto aiuto, aperto 7 giorni su 7, dove tutte le ansie, le paure, i problemi vengono discussi, analizzati, sviscerati e metabolizzati come solo le donne sanno fare.

Ed è in questo gigantesco setting psico-analitico relazionale infantil-genitoriale che si scopre che:

  1. la maggior parte dei neonati ama essere portata in carrozzina perchè il movimento e gli scossoni cullano e rassicurano. Il Nanno no. Lui odia gli scossoni, il movimento, i ciottoli e soprattutto il pavè. Tenendo conto che al paesino esistono 8 (otto) tipi diversi di pavè è facile immaginare le nostre uscite come un camel trophy disperato;

  2. la maggior parte dei neonati fa un bagnetto e si rilassa. Il Nanno no. Lui fa il bagnetto e quando esce piange sconsolato. Non si capisce se è perchè è uscito dall'acqua o perchè, ancora una volta, ce l'abbiamo fatto entrare;

  3. la maggior parte dei neonati dorme tutto il tempo. Il Nanno no. Passa intere giornate con gli occhi spalancati, resistendo al sonno, alla fatica, agli sbadigli, alle ninnananne, alle culle, a nonni infaticabili che tentano di addormentarlo in 1000 e 1 modo, niente. Occhi rossi e cerchiati, pianti, rugne ma niente nanna;

  4. la maggior parte dei neonati quando ha fame emette un sonoro vagito e aspetta. Poi, quando la tetta si presenta aprono la bocca e con grande delicatezza iniziano a succhiare. Il Nanno no. Emette un sonoro vagito e tempo 43 secondi (li ho cronometrati) inizia ad urlare a squarciagola. Poi, quando ha davanti la tetta la prende a calci, pugni e testate, afferra il capezzolo con le dita e lo strizza. Il tutto ad occhi chiusi e bocca spalancata che vaga per la tetta, come se ignorasse dove si trova il capezzolo. Dopo diversi minuti di corpo a corpo sudato e selvaggio trova il capezzolo e inizia a succhiare.

Insomma, il Nanno è speciale, unico, diverso.

E' un vero guerriero.

Del resto fa parte di quel 9,5% di Europei che sono nati marchiati da una macchia mongolica, segno inequivocabile che è un fiero discendente di Gengis Khan.





venerdì 12 giugno 2009

Noi NO

Probabilmente ci beccherà, è impossibile farla franca, è solo questione di tempo.
LUI ha emissari in tutti i Paesi, spioni, delatori, gente senza scrupoli che per il solo piacere di ridicolizzare i Disobbedienti, quali noi indubbiamente siamo, non esiterà a comunicare il nostro recapito e, quel che è peggio, gli dirà cosa facciamo.
Il maritozzo è impaurito, giusto ieri mi diceva che teme il suo forcone, il suo anatema, la sua suprema maledizione.
Visto che ci restano poche ore prima della cattura, abbiamo deciso di autodenunciarci, sperando in questo modo di ridurre le punizioni corporali che, senza ombra di dubbio, ci meritiamo per la nostra pessima condotta:

Al Supremo Domatore di Bambini, dr. Eduard Estivill
Oggetto: autodenuncia di disobbedienza critica e attiva

Noi sottoscritti, Jeeg e Campagnola, nel pieno possesso delle nostre facoltà fisiche e mentali, pur avendo letto e riletto (persino sottolineato in più punti, SIC) il Suo autorevolissimo libercolo “Fate la nanna”, dopo averne discusso e analizzato il senso e il metodo, dopo lunghi e penosi ripensamenti confessiamo che per fare addormentare il nostro pargoletto utilizziamo il seguente sistema:
lo prendiamo in braccio;
lo culliamo;
gli cantiamo svariate ninnananne;
lo teniamo nel nostro lettone;
lo abbracciamo e lo ricopriamo di teneri bacini;
non esitiamo a somministrargli il nostro dito mignolo per permettergli di ciucciare a volontà;
altresì, se richiesta, una tetta è sempre a disposizione;

Dichiariamo inoltre che siamo consapevoli dei rischi cui andiamo incontro, Lei li ha descritti dettagliatamente, sappiamo anche che contravvenire alla Sua Regola è controproducente per la nostra salute psico-fisica, oltre che per la nostra immagine pubblica e sociale, tuttavia riteniamo di non essere moralmente ed eticamente adatti al Suo metodo.

La preghiamo di tenere conto delle attenuanti (primo figlio, mancanza di sonno, avanzata età dei genitori, ecc...) e di comminarci, pertanto, una pena leggera.

Cordiali saluti

lunedì 8 giugno 2009

Leggi di Murphy per neonati

Non si è mai troppo giovani per obbedire alle leggi di Murphy; di seguito quelle che ho potuto individuare fino ad ora:

  1. se non piange, non toccarlo;

  2. se hai fame, lui ne ha più di te;

  3. l'ora in cui si sveglia al mattino è inversamente proporzionale alle ore dormite di notte;

  4. se vuoi farti una doccia ma temi che si svegli, dormirà per le successive 4 ore;

  5. se ti infili in doccia pensando “dormirà per le prossime 4 ore” aprirà gli occhi nel momento in cui tu apri l'acqua;

  6. se si è addormentato, il letto inizierà a cigolare;

  7. se abbassi la suoneria, non telefonerà nessuno;

  8. se lasci la porta di casa socchiusa, suoneranno il citofono;

  9. il postino proverà a consegnare il pacco non appena lui avrà chiuso gli occhi;

  10. se metti il timer per il forno, suonerà quando le sue urla ne copriranno il suono;

  11. apprezzerà la spesa quotidiana fino a quando non avrai riempito il carrello;

  12. riuscirai finalmente ad uscire di casa nell'istante esatto in cui inizierà a piovere;

  13. farà finalmente la cacca non appena toglierai il pannolone;

  14. non appena avrai riposto le tutine invernali, tornerà l'emergenza neve;

  15. mostrerà di volere il ciuccio solo fino a quando lo avrai pagato;

  16. il passeggino delle tue amiche ha sempre un accessorio in più;

  17. si alzerà il vento solo se avrai dimenticato la copertina;

  18. se hai portato un cambio, farà la cacca 2 volte;

  19. se accade... ti preoccuperai, se non accade... anche;

  20. se lo guardi resterà immobile;

  21. un solo bacio tra genitori lo terrà vigile per le successive 2 ore;

Considerato che compie 2 mesi oggi... direi che come inizio non è male!

Buon bi-mestre Nanno, ti vogliamo bene.

P.S. Grazie a Veronica per la legge n.1!



giovedì 4 giugno 2009

Un pezzettino a te... un altro a me...

Mia nonna, la Dada, era veramente una Nonna fenomenale.
Adorava noi nipoti ed era ampiamente ricambiata. Sapeva tenerci a bada con una sola truce occhiata e, se rispettavamo le sue regole (alcune parecchio bizzarre, per la verità), non era parca di affetto, bacini, carezze e tante tante coccole.
Su una cosa sola l'impareggiabile Dada era un vero disastro: le fiabe e le ninnananne.
Di fiabe ne sapeva 2: quella di Pierino e il Lupo e quella di Elisabetta, la bimba che ingoia una molletta (una storia parecchio orrifica in cui una povera bimbetta per errore ingoia un fermacapelli, non lo dice alla mamma e rischia la vita per soffocamento).
Di ninnananne invece ne sapeva solo una, o almeno, una e sempre la stessa era quella che cantava a me: IL TESTAMENTO DEL CAPITANO.
Ora, definire questa ballata una ninnananna è quanto meno ardito: si tratta di una canzone degli alpini, in cui un valoroso capitano, sul punto di morte chiede che il suo cadavere venga smembrato in 5 pezzi e ne venga consegnato un pezzo alla patria, uno al suo battaglione, uno alla mamma, uno alla fidanzata e infine uno alle sue montagne.
Commovente.
Raro esempio di fedeltà alpina al Paese, al corpo militare, ai parenti (SEMPRE prima la mamma della moglie per carità!).
Ma immaginate che effetto potevano fare queste parole sua una bimbetta di pochi anni: corpo tagliato? e perchè? perchè non lo portano in giro tutto intero da chi vuole andare lui?
Ma soprattutto: quale sarà il pezzo destinato alla mamma??? E alla fidanzata???
Il cuore, ad esempio, a chi andrà???
Ma la cosa che mi colpiva di più e mi faceva addormentare tra le lacrime era quello in cui gli alpini tentano timidamente di dire al loro capitano che non possono andare al suo capezzale perchè non hanno le scarpe.
Come non hanno le scarpe?! Così poveri sono questi alpini?!
Ma non hanno nessuno che gliele compra?!
E io mi immaginavo questi poveri diavoli, al freddo, sotto la neve, senza scarpe e in più con questo qui che gli muore e devono anche andarlo a trovare.
Insomma, una tragedia. E' vero che mi addormentavo, ma non prima di avere pregato di non rimanere mai, mai, mai senza scarpe.
Ecco, forse se fosse ancora con noi, regalerei alla Dada un libro di filastrocche, così, tanto per ampliare un po' i suoi orizzonti e rallegrare di conseguenza i suoi numerosissimi nipoti e bis-nipoti.

Se desiderate avere un assaggio della celeberrima ballata il testo è qui sotto.

P.S. non temete, al Nanno canto ninnananne un po' più allegre!!!

E il capitan della compagnia
e l'è ferito e stà per morir
e manda a dire ai suoi alpini
perchè lo vengano a ritrovar

E i suoi alpini ghe manda a dire
che non han scarpe per camminar
"o con le scarpe, o senza scarpe
i miei alpini li voglio qua!"

"Cosa comanda sior capitano?
che noi adesso semo arrivà"
"E io comando che il mio corpo
in cinque pezzi sia taglià"

"Il primo pezzo alla mia patria,
secondo pezzo al battaglion,
il terzo pezzo alla mia mamma
che si ricordi del suo figliol

Il quarto pezzo alla mia bella
che si ricordi del suo primo amor
l'ultimo pezzo alle montagne
che lo fioriscano di rose e fior"
l'ultimo pezzo alle montagne
che lo fioriscano di rose e fior"

mercoledì 3 giugno 2009

Ma te l'ho chiesto?!

Dovevo immaginarlo, ingenua io a pensare che i “buoni consigli” sarebbero cessati con il pancione e che, una volta nato, il nostro bimbo avrebbe ricevuto il rispetto e il silenzio che meritava.



Devo ricredermi.

Il mondo, o forse solo l'Italia, chissà, è pieno di buontemponi che non hanno di meglio da fare che elergire suggerimenti su come allevare i bambini, non i loro naturalmente, ma il tuo bambino.

Non importa che loro non l'abbiano mai visto prima, che non sappiano quanti mesi ha, come si chiama, nemmeno cosa stia facendo esattamente, loro sanno senza ombra di dubbio cosa dovresti fare tu, mamma, inutile donna che stai lì inerme a vedere il tuo bimbo che piange e non fai nulla per farlo smettere.

Io li strozzerei tutti, uno ad uno, davvero.

Strozzerei la dolce vecchina che l'altro giorno al parco, vedendomi con il Nanno urlante in braccio, ha pensato bene di urlare più forte di lui per chiedermi se per caso avevo scordato il ciuccio.

Cercate di vedere la scena: il Topolo, sereno fino a 2 secondi prima, piange disperato, con urla abominevoli che rimbombano sotto gli alberi; io in piedi, con lui in braccio, palesemente incerta sul da farsi, mentre lo cullo e cerco di calmarlo; tutte le mamme del parco hanno gli occhi puntati su di me, per vedere come me la sarei cavata e questa donnina seduta sulla panchina di fronte mi urla se ho scordato il ciuccio.

No, cara signora, mio figlio il ciuccio non lo vuole.

Allora avrà fame.

Ha appena finito di mangiare.

Eh, come urla però... certo se avesse il ciuccio...

Oppure oggi.

Giravo tranquilla per il mercato e all'improvviso, senza alcun motivo apparente, le urla disumane di Topolo hanno squarciato il sommesso brusio della piazza. Allarmata e preoccupata ho iniziato a correre verso casa, spingendo il passeggino a velocità sostenuta tra la folla che circondava i banchetti.

Insomma, andavo veloce ma evidentemente non troppo visto che sentivo dietro di me voci che mi urlavano cose del tipo “Avrà fame!”, “Ha caldo!” , “ Oh poverino, com'è stanco!”.

Tuttavia mi pregio di assegnare l'oscar del suggerimento non richiesto ad una simpatica signora che oggi pomeriggio, vedendo il bimbo che piangeva ha esclamato con sicurezza: “Piange perchè ha i piedini al sole!”.