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mercoledì 23 dicembre 2009

martedì 22 dicembre 2009

Non occorre essere dei geni per spalare la neve, perfino io che sono scesa dalla montagna del sapone posso immaginare che se devo liberare la macchina da una montagna di neve non la devo buttare in strada.
E nemmeno sulla macchina del vicino.
Se possibile, neanche sul marciapiede.
Oggi ho visto due signori che pulivano la loro macchina spostando la neve l'uno sulla macchina dell'altro.
Secondo me sono ancora lì.

domenica 20 dicembre 2009

Escalation

Pierino, il solito scalmanato, pedala in bicicletta davanti alla mamma:
- Guarda mamma, senza mani!
- Guarda mamma, senza piedi!
- Guadda mamma, scenscia denti!

Oggi è stata una di quelle giornate che, a saperlo, mi sarei rimboccata il piumone e me ne sarei stata a flanellare tutta la mattina.
Invece.
Mi sono alzata verso le 8 e, con il Nanno sotto braccio, sono andata in bagno per la consueta doccia.
Non c'era acqua.
Ohibò.
Chiamo Jeeg, guarda che non c'è acqua, dico, secondo me sono gelate le tubature!
Mentre lui si catapulta giù dal letto, si veste a razzo e si fionda fuori, io prendo il Nanno e vado in cucina per preparare la colazione.
Accendo sotto il latte.
Non c'è gas.
Mi affaccio fuori, guarda che sono gelate anche le bombole, siamo senza gas!
La temperatura segna -13.
In compenso scopriamo che al piano terra c'è un po' d'acqua calda: meno male, riesco a fare bollire un po' d'acqua per il tè nel bollitore.
Verso le 10 finisce anche l'acqua calda.
Sarebbe quasi stato da scendere in paese e comprare un paio di cestelli d'acqua.
Peccato che il nostro sterrato, ex fango street, fosse pieno di neve e intransitabile.
Ma per fortuna sono arrivati i ragazzi che ci hanno fatto i lavori alla casa per prendere il trattore e liberarci la strada! Macchè, era gelata anche la nafta dentro il trattore...
Insomma, per farla breve: piano piano è sorto il sole e ha scaldato le bombole, i tubi e la nafta.
Verso l'una di pomeriggio avevamo di nuovo acqua, calda e fredda, gas e la strada pulita.
Meno male che ieri avevo preparato razione doppia di pappa per il Nanno (cosa che faccio raramente): senza acqua e gas preparare qualunque cosa sarebbe stato veramente arduo!
Stanotte dormiremo con un filo d'acqua aperto, in barba agli sprechi e all'ecologia, in modo da evitare ulteriori congelamenti.
Domani Jeeg è al lavoro e non vorrei trovarmi in questa situazione un'altra volta.
Tuttavia, ve ne prego, tenetemi d'occhio: se non segnalo la mia presenza mandatemi un bel San Bernardo con la fiaschetta!

sabato 19 dicembre 2009

Neve!

Un Nanno felice nello zainetto con papà, il silenzio della neve, impronte sconosciute tutto intorno a casa, briciole per gli uccellini, latte per i gatti, sole che riluce sugli alberi... insomma, una meraviglia!

giovedì 17 dicembre 2009

Se rinasco

Lo sapevo, dovevo nascere maschio, adesso ne ho la certezza, almeno da ragazzina avrei ricevuto in regalo il Manuale delle Giovani Marmotte e non l'inutile Manuale di Candy Candy.
Tutti i miei compagni maschi ce l'avevano, noi, invece, avevamo l'altro, quello della bellezza, ricco di "semplici ricette di una volta per una bellezza da favola" (almeno, secondo gli standard dell'epoca e, naturalmente, secondo Candy Candy).
Insomma.
Non me ne sono mai fatta niente di sapere come rendere lucenti i capelli, morbide le mani, impeccabile una mise da merenda o come smacchiare la lana e cucire un orlo.
Forse avrei dovuto.
In effetti adesso sarei almeno presentabile come donnina di casa.
Ma tant'è.
Ah... potessi adesso accedere ai saggi consigli del Gran Mogol!
Forsei saprei accendere un fuoco, tagliare della legna, coltivare un orto, uccidere a mani nude i cinghiali che pascolano nella vigna.
Invece sono un'inetta: impiego ore a tentare di accendere il camino, con uno spreco di rametti, diavolina e carta e l'unico risultato di un filo di fumo.
Non so uccidere un ragno, figuriamoci un cinghiale, già tremo all'idea di doverne prima o poi affrontare uno.
Non so mandare segnali di fumo (Qui, Quo e Qua erano dei maghi), cosa che potrebbe tornarmi utile visto che oggi stavo per ribaltarmi in un fosso con la Fango car in una zona dove il cellulare non prende.
Non so orientarmi in pieno giorno, figuriamoci di notte: muschi e licheni non li distinguo e ho individuato la Stella Polare nelle luminarie del vicino.
Non so nemmeno riconoscere le bacche commestibili da quelle velenose: ho raccolto nel nostro bosco quelle che pensavo fossero bacche di rosa canina per farne marmellata e invece erano bacche di caprifoglio.
Insomma, come campagnola sono uno strazio. Come donnina di casa, anche.
Qualcuno ha il manuale "Campagna for Dummies"?!

lunedì 14 dicembre 2009

Nella vecchia fattoria...

Tanti anni fa, quando ancora vivevamo in città, una cosa che ci lasciava sempre di stucco era la domanda che tutti ci facevano quando dicevamo che ci saremmo trasferiti in campagna: bè, ma allora prenderete un cane, no?
Ecco.
In effetti la domanda giusta sarebbe stata: perchè? perchè, amici, avete deciso di abbandonare la metropoli tentacolare per andare a rifugiarvi in un buco di paesino, lontani da tutto e tutto?
Invece no, l'unico commento era che avremmo dovuto prendere un cane.
Mah.
Comunque, volevo annunciare che non abbiamo preso un cane, ma lui ha preso noi.
Insieme a 2 gatti.
Un paio di scoiattoli.
Una lepre.
Una famiglia di gazze.
E un branco di caprioli.
Il cane è quello del vicino, un vecchio setter, che viene tutti i giorni a farsi un giro intorno alla nostra casa: controlla la legna e ci fa una pisciatina. Annusa le scarpe da esterni e gli dà una leccatina. Scodinzola al Nanno , salta sulle sedie da giardino, fa ancora una pisciatina sulle ruote della Fango Car, un'altra nell'oleandro di Jeeg. Poi caga davanti alla porta d'ingresso e se ne va.
Nel tardo pomeriggio arrivano due gatti: uno grande arancione e bianco e uno più piccolo, grigio .
Questi si accoccolano sulla soglia della cucina, in attesa del maritozzo che gli lascia immancabilmente del cibo. Così prendono i topi, dice.
Come è pensabile che 2 gatti con la pancia piena abbiano voglia di andare catturare topi, non lo so.
Il Nanno li guarda estasiato, non vedo l'ora che sia estate per lasciarli giocare fuori insieme.
Poi abbiamo le gazze: maestosi uccelli bianchi e neri, manto lucido, voce potente. Hanno costruito il nido sui ciliegi della vigna, volano tutto il giorno in cerca di cibo, riempiendo il cielo di un gracchiare pieno.
Gli scoiattoli invece li vedo solo adesso che gli alberi sono spogli: corrono su e giù per i tronchi delle acacie, le code al vento, silenziosi e rapidi come saette.
La lepre sta nella vigna: si intravede di rado, tra un cespuglio di rosa canina e un ciuffo di melissa.
E' grande e tenera, mi piacerebbe poterla carezzare ma non credo si lascerà mai avvicinare.
Infine, e questa è scoperta di ieri, abbiamo i caprioli, un bel branco di caprioli adulti (ieri ne ho contati 6) che pascola sereno tra la vite e i ciliegi, guidato dal maschio più grande.
Ieri mattina, in una delle innumerevoli uscite verso la caldaia, mi sono fermata fuori a contemplare la vallata. Ho sentito un fruscio e li ho visti: fermi immobili, le orecchie tese e la codina dritta. Io non mi sono mossa e loro hanno ricominciato a brucare la poca erba superstite.
Poi improvvisamente han deciso di andare e a grandi balzi sono risaliti su per la collina.
Una meraviglia, altro che cane.

mercoledì 9 dicembre 2009

Il giorno della Nanna

Riassunto delle puntate precedenti: il Nanno , fino a ieri un gran dormiglione, a partire dal 6°mese inizia a mostrare evidenti segni di squilibrio. Dai consueti 2- 3 risvegli a notte passa gradualmente a 7-8 con conseguente crollo del già precario equilibrio psico-fisico dei genitori. Provata nell'animo e ancor più nel fisico, la campagnola convoca gli ultimi neuroni rimasti e, a fatica, elabora una strategia di sopravvivenza.

Da sabato scorso il Nanno dorme in camera sua. Ho approfittato del ponte e dell'arrivo di 2 dei magnifici 8 per sgomberare la sua camera, spostare il suo letto e organizzargli una discreta dose di comfort.
Vi lascio immaginare il patema d'animo che ha accompagnato la migrazione nannesca: e come farà in stanza da solo, e come farà senza sentirci vicini, e come faremo senza il suo respirare, e come facciamo se non lo sentiamo... Questo per i primi 10 minuti, poi ce ne siamo fatti una ragione.
Sarà come sarà, ma da sabato notte si dorme alla grande.
Siamo prima scesi a 6 risvegli, poi a 4, stanotte a 2.
Siamo passati da 8 ciuccciate per notte (sic) a 2.
Un miracolo.
Secondo me lo disturbavamo noi, accendendo la luce quando andavamo a dormire, chiacchierando (seppur sottovoce), muovendoci nel piumone, russando, ecc... ecc.
Ora quando si sveglia vado da lui e somministro la tetta (una volta), se poi si sveglia prima di 3 ore va Jeeg e io ronfo. Poi vado io e poi basta.
Sono 2 giorni che mi rendo di nuovo conto di chi sono e cosa faccio, il manipolo di neuroni ha riattivato le sinapsi.
Insomma, con i debiti scongiuri e la consapevolezza che stiamo parlando di oggi e domani chissà, siamo on the road again.

domenica 6 dicembre 2009

Bava Attack

Domenica mattina: i Campagnoli al completo prendono la Fango car e si recano giulivi al vicino centro Brico-Fai da Te per per gli immancabili acquisti necessari al completamento della casa campagnola.
Il Nanno , così come quando viene deportato all'Ikea, al supermercato, al centro commerciale e via dicendo, è di pessimo umore e manfesta il suo cospicuo disappunto con urla stizziti e tentativi di fuga dal passeggino.
Lo prendo in braccio e me lo porto in giro, cercando di interessarlo alle motoseghe, ai cavi elettrici, alle taniche di pittura e a tutti gli altri golosi ameniccoli che riempono le corsie del Brico.
Nulla da fare: se possibile, le urla aumentano di volume.
Sto quasi per capitolare quando capito davanti ad uno scaffale pieno di peluches: un immenso scimmione peloso attira l'interesse del Nanno , che lo afferra ridendo e finalmente tace.
Tiro un sospiro di sollievo e riesco perfino a sederlo in passeggino con il suo nuovo amico.
Distratta dagli acquisti mi accorgo troppo tardi che l'etichetta della scimmia è finita tra i dentini del Nanno , che la sta ciucciando con gran godimento, in un fiume di bava.
Riesco a sfilargli l'etichetta dalla bocca, me la metto in tasca pensando che poi la asciugherò prima di passarla alla cassiera.
Privato della cosa più gustosa del peluche, il Nanno inizia a ciucciare il pelo dell'animale, gli occhi, il muso, le zampe, spargendo ovunque resti appiccicosi di biscotto.
Pazienza, mi dico, lo laverò arrivati a casa.
Dopo un giro di mezz'ora ci mettiano in fila per pagare e con estremo disappunto mi accorgo che la scimmia giace inerte e bavosa in un angolo del passeggino.
Orrore.
Lancio un'occhiata al maritozzo: che facciamo, glielo compriamo 'sto scimmione? Sembra che non gli piaccia più...
Jeeg prende la scimmia e la agita davanti al Nanno , che la guarda indifferente.
Niente, non gli piace più.
Che facciamo?
E che dobbiamo fare? Non vedi che non gli piace? Io la rimetto a posto!
E così, da stamattina, sugli scaffali del Brico giace una grande scimmia di peluche, vischiosa di bava e appiccicaticcia di biscotti.
Chi fosse interessato mi contatti in pvt che gli dico dov'è.

venerdì 4 dicembre 2009

Caldaia, mon amour

50 Ting - La Caldaia: la caldaia, al pari della cornucopia europea, è simbolo di felicità e prosperità. Una caldaia piena di fuoco, su cui cuocere il cibo, rappresenta la pace e la tranquillità famigliare, luogo di comunione e forza.
tratto da I CHING, Il Libro dei Mutamenti.

Fino a ieri era la calderina, ottuso oggetto in metallo comandato da uno stupido interruttore on/off e regolato da un termostato: hai freddo? Alza il termostato. Hai caldo? Abbassa il termostato.
Finito.
La noia pervadeva la giornata dei campagnoli che, in quanto masoch... ehm... veramente campagnoli inside, ambivano a qualcosa di più stimolante per condire le loro insulse giornate.
E così, nella nuova casa campagnola, ha preso posto una Caldaia, di quelle vere, enormi, alte, grandi, rumorose.
E visto che i campagnoli, oltre a essere masoch... ehm... agresti nell'animo sono anche , bontà loro, ecologici, la Caldaia in questione accetta solo legna e pellet.
Niente metano, gasolio, alcol, carbone tutta roba inquinante e comoda da procacciarsi, noi qui bisogna soffrire, perchè la vita cittadina è da mollaccioni e certe scelte o si fanno o non si fanno.
E così oltre al Nanno , che già ci procura il suo bel daffare, abbiamo anche questo immenso oggetto, famelico come un orco, che ci tiene sottomessi come due zerbini.
Bisogna dargli da mangiare, alla bestia, e tanto anche: compra la legna, portala a casa e impilala, proteggila dalla pioggia e dalla neve, tienila asciutta e croccante e poi gettagliela in pasto. Però attenzione: la legna va messa in un certo modo,accesa senza troppa carta, rimestata spesso sennò si spegne.
E se la legna si spegne... niente acqua calda e niente riscaldamento, insomma freddo.
La mia giornata inizia pertanto sempre nello stesso modo: scendo al piano terra con il Nanno , lo siedo nel seggiolone, indosso il giaccone ed esco al gelo a controllare il bestione nel locale tecnico (c'è chi ha il boudoir, noi si ha questo): attizzo la legna, controllo la temperatura dell'acqua e la pressione sul manometro, infilo altri ciocchi di legna e controllo che prendano fuoco.
Entro in casa, controllo i termostati, ne spengo un paio per fare si che il piano terra si scaldi bene.
Ritorno in caldaia, ri-controllo la legna.
Do da mangiare al Nanno e faccio colazione.
Esco a controllare la caldaia.
Mi vesto e vesto il Nanno .
Esco a verificare che la legna sia sufficiente per le prossime due ore.
Scendo al paesino e faccio la spesa ma appena torno controllo la Caldaia.
Do da mangiare al Nanno e lo metto a nanna ed esco a controllare la Caldaia.
E così fino a sera, entra-esci-entra-esci, quando finalmente torna Jeeg: ciao amore, com'è andata oggi con il Nanno ? e la Caldaia????
Ora capisco perchè, tra gli uomini primitivi, ce n'era sempre uno addetto a controllare il fuoco...
Nella prossima vita mi compro una calderina a petrolio, regolata da un telecomando, che consuma come una centrale termoelettrica e inquina come un inceneritore, ma non si spegne mai e segna sempre 70°.
Eccheccaxxo.

martedì 1 dicembre 2009

No nanna, no party

C'è stato un tempo, nella mia vita a.N., in cui potevo permettermi di riflettere sui massimi sistemi, sul senso della vita, sull'Universo, sull'Essere e il non essere, il Tempo, lo Spazio e altre amenità fondamentali.
C'è stato un tempo, sempre nella mia vita a.N. in cui, se per caso la notte mi svegliavo potevo godermi il buio e il silenzio, aprire gli occhi, assaporare il tepore delle lenzuola e stare lì, senza fare nulla anche per intere mezz'ore.
C'è stato un tempo, nella mia vita a.N. in cui ero ignara, ignara della libertà di azione, movimento e pensiero e, ammettiamolo, l'ho sprecata tutta.
Adesso, nella mia centrifugata vita p.N. quello che rimane è uno sparuto gruppetto di neuroni, fifoni e insonnoliti, che si rifiutano di pensare, organizzare, riflettere, pianificare, godere.
Il mio pensierogramma è piatto, biiiiiip, non produce nulla, nemmeno un sussulto.
Oggi, per dire, il frutto di due ore di speculazione è stato questo: ho sonno, devo trovare una soluzione ai 7 risvegli notturni del Nanno .
Stop.
E poi? direte voi.
Poi basta.
Ho tentato una qualche sinapsi, ma invano.
Il gruppetto di neuroni ha soppesato la questione, ha messo ai voti le poche alternative (Estivill, Tracy Hogg, gas, cicchetto nella pappa), non ha risolto nulla e si è riappisolato.
Ho sonno, bon, morta lì.
Che vita di stenti.