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sabato 30 ottobre 2010

Organizzato...dentro

Ho iniziato ad avere dei sospetti una mattina, guardando il maritozzo e notando una vistosa macchia di sugo sulla maglietta: nini, scusa, la tua maglietta è sporca.
Ah sì, è vero, eh pazienza.
Ma come, non la cambi?
No, Oggi è mercoledì.
Ah.
Mah.
Due giorni dopo, improvvisamente un freddo caino: nini, scusa neh, ma hai addosso la polo e ci saranno 3°... non ti conviene indossare un maglione?
Eh, magari domani, oggi è venerdì.
Ah.
Mah.
Alla fine gliel'ho chiesto: scusa, ma perchè non ti puoi cambiare il vestito di mercoledì e venerdì?
Eh... vedi... non sono i giorni scelti...
Scelti? Scelti per cosa?
Per cambiare i vestiti. I giorni in cui mi posso cambiare sono il martedì, il giovedì e la domenica.
Quindi se ti macchi? O fa freddo? O fa caldo?
Beh, mi cambio il giorno dopo, non è grave.
...
...
Cioè fammi capire: tu hai deciso che ti cambi solo in quei 3 giorni?
Sì, non è geniale?! Almeno sono tranquillo, ci sono 4 giorni alla settimana in cui non devo pensare a cosa mettermi!
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L'altro ieri un maritozzo corrucciato fissa i suoi calzini.
Che c'è nini, sono spaiati?
No, non so se li devo cambiare o meno...
In che senso, scusa?
Eh.... da quando non vado più in ufficio e non mi devo vestire bene tutti i giorni ho perso il calcolo dei giorni in cui mi devo cambiare e ora non so più se la roba che ho addosso va bene o no!
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Vi prego, adottate anche voi un ingegnere: hanno tanto, tanto bisogno di affetto.

mercoledì 27 ottobre 2010

Intuizione di mammà

Attenzione: il post che segue è pesantemente di parte, per non dire sessista.
Occhio!


Volevo una femmina.
Speravo che fosse femmina.
In effetti, l'avevo proprio detto a tutti: questa volta, ne sono certa, è femmina. Me lo sento capite, l'ho sentito subito, qui, nel cuore: è una femmina e si chiamerà Maia.
Come l'ape, chiedeva qualcuno?
Ma no, che sciocchezza! come Maya, il velo dell'illusione in sanscrito, tze, che gente.
Poi la sibilla del Rorschach, colei che sola sa interpretare l'oscura nebbia delle ecografie ha sentenziato: è maschio.
Onore a Nonnoracolo e sghignazzi per l'assai poco perspicace mammozza.
E vabbè, n'atru masculo.
Hai già i vestiti, mi consolava qualcuno.
Hai già la cameretta azzurra, mi patpattava la spalla un altro.
Sai già come si gioca, mi ricordava un'altro ancora.
Ma la definitiva consolazione me l'ha data l'amica Antonia, madre di 2 maschietti.
E perchè vorresti una femmina? Non lo sai che le femmine per vestirle ci metti un'ora? I maschi sono menti semplici, li rigiri come vuoi, gli butti addosso un sacco e sono pronti ad uscire, non parlano troppo, non si fanno seghe mentali, non rompono le balle.
Ma soprattutto, cara, i maschi ci amano.
Ecco.
I maschi ci amano a noi mamme.
Le femmine non saprei, ma del resto perchè angustiarsi?
Io per questa vita chiudo con 2 e bon.

martedì 26 ottobre 2010

Manìe

Sarà l'età, sarà che con il passare degli anni assomiglio sempre più pericolosamente a mia nonna e alle sue bizzarre scorte di carne in scatola e dadi per cucina, sarà che finalmente posso dar libero sfogo alle mie nevrosi, infischiandome del prossimo ma, com'è come non è, non si capisce perchè io continui ad accumulare oggetti in casa.
Non oggetti in generale, intendiamoci, ma quegli oggetti, sempre quelli:
Spugnette abrasive verdi.
Spugnette abrasive arancioni.
Spugnette rettangolari.
Spugnette ricurve con impugnatura ergonomica.
Spugnette a quadretti per asciugare.
Panno carta.
Scottex.
Guanti di gomma.
Qualcuno sa trarre da questo elenco un qualche senso compiuto?
E' grave?
E' un messaggio subliminale che mi sto auto-inviando e che significa forse è il caso di iniziare a pulire casa?!
Mah.

giovedì 21 ottobre 2010

Un fax è per sempre

Circa 4 anni, al trasferimento al paesino, abbiamo attivato un numero di telefono fisso, con la famigerata compagnia telefonica di bandiera.
Ben presto ci siamo accorti che la metà delle telefonate che arrivavano provenivano da apparecchi fax che tentavano inutilmente di faxare il nostro numero fisso.
Dopo un paio di mesi abbiamo chiamato il 187 e fatto presente il problema.
E che volete da noi? è stata la cortese risposta, mica possiamo assegnare tutte le volte un numero nuovo, si vede che il vostro nella sua vita precedente era un numero di fax.
Ecco.
C'è chi nasce numero primo e chi numero di fax.
Facendo un po' di ricerche in rete abbiamo scoperto che il nostro numero di casa corrisponde al vecchio numero di fax della biblioteca civica del paese e, orrore, è presente su una serie infinita di pagine web.
Il che sarebbe anche carino se potessimo parlare con quelli che telefonano e spiegargli la cosa, ma con i fax non si parla e così subiamo innumerevoli faxate ad ogni ora del giorno e della notte.
Lo sapevate che la maggior parte della gente invia i fax nel cuore della notte?
Perchè lo fanno?
Che senso ha inviare un fax alla biblioteca di un paese alle 3 del mattino???
E, soprattutto, visto che le macchine sono programmate per tentare l'invio almeno 3 volte di seguito, se al mattino vedi che non è partito perchè riprovi a mandarlo? Secondo te poteva essere occupato alle 3 di notte???
Ogni volta che torniamo a casa facciamo il mitico 400 e troviamo i numeri di quelli che ci hanno cercato mentre eravamo via. La metà sono fax. Prendiamo le pagine bianche, cerchiamo il numero, telefoniamo e spieghiamo a voce che hanno chiamato un fisso.
Facciamo questo da 4 anni. E ogni notte stacchiamo il telefono.
Abbiamo anche inviato numerose mail ai gestori dei siti per fare cancellare il numero dalle loro pagine. Non hanno manco risposto.
Insomma, una vita di stenti.
Se qualcuno ha soluzioni migliori che non cambiare numero di casa non esiti a scriverci.
Thanks.

domenica 17 ottobre 2010

Smielata 2010

Ecco qui, 40 e passa kili di ottimo miele, ancora da invasettare ma ormai (come direbbero Diego o Kai Lan) è fatta è fatta è fatta!
Smielare in teoria è un lavoraccio, in pratica è una goduria che si fa senza fatica, inebriati dal profumo del miele e smaniosi di mangiarsene a cucchiaiate.
Ordunque, ecco di seguito il reportage della smielatura, fatto con la macchina tenuta tra i denti causa dita appiccicose di miele e cera:
1) ecco come si presentano i telaini ancora nel melario, considerate che, carichi di miele, arrivano a pesare anche 1 kg e 1/2!













2) le api sigillano il miele con la cera, per riuscire a raccoglierlo bisogna togliere la cera con un coltello per aprire gli opercoli ed accedere al prezioso miele:









3) i telaini si appendono nello smielatore, che non è altro che una super-centrifuga a manovella che bisogna girare e girare fino a che tutto il miele è uscito dai telaini e finito nel bidone:










4) Ed ecco il miele che esce dalla centrifuga! Si mette in un grosso bidone provvisto di 2 filtri che eliminano le impurità (cera, insetti, apine cadute sul campo, foglie, ecc...) e lì si lascia per almeno 10 giorni a decantare:













Dopo 10 giorni si apre il bidone, con un cucchiaio si toglie la schiuma che si è formata in superficie e si invasetta.
Buon appetito!!!!

P.S. Chi volesse assaggiare questa bontà, garantita senza glucosio o zucchero aggiunto (come spesso accade per i mieli industriali), con apine che si sono nutrite di fiori senza pesticidi o robe chimiche, insomma un miele tutto naturale, non sia timido e si faccia avanti: passando da queste parti ne riceverà un barattolo in omaggio, con annesso mega spiegone- pomposo del maritozzo che non facciamo mancare a nessuno.
Affrettatevi perchè se davvero mettiamo in pratica il progetto dell'azienda apistica dagli anni prossimi lo faremo pagare!!!
(tranquille, le mamme blogger bisognose di energie ne avranno sempre gratis ;))

martedì 12 ottobre 2010

Smiele

Domani smieliamo*.
Abbiamo una 40ina di telaini carichi di miele e, tramite centrifuga, dovremmo riuscire ad estrarlo tutto e invasettarlo.
Ringraziamo gli amici vicini di paesino che ci mettono a disposizione il loro nuovissimo e bellissimo locale delle api.
Noi non abbiamo nemmeno la centrifuga per il miele, figuriamoci se siamo in possesso del disopercolatore, del filtro, del bidone per la decantazione e tutto il resto che servirebbe.
Speriamo l'anno prossimo di essere un po' più a tiro.
Seguiranno foto delle operazioni.
A presto!

*smielatura: fatica finale dell'apicoltore. I telaini del melario, carichi di miele, vengono inseriti in verticale in un cilindro- centrifuga. La velocità di centrifuga estrae il miele che va a colare lungo le pareti del cilindro e cola in un grosso bidone.

lunedì 11 ottobre 2010

Yes, we freak

Finalmente ho compreso a fondo l'utilità di avere una famiglia sessantottina con passato fricchettone.
Tutte quelle settimane passate nei campeggi nudisti, quello spirito libero di corpi esibiti senza pudore, le vacanze in tenda lungo fiumi e spiagge deserte, soli e disinibiti, insomma paccate di robe così.
Il risultato è che sono cresciuta con un'idea delle nudità quasi inesistente, vestita o smutandata per me pari sono.
Ora.
Non vorrei che vi steste facendo un'idea un po' distorta della sottoscritta: solitamente indosso vestiti (e tanti, pure), non esibisco le mie forme impunemente nè mi hanno mai arrestato per oltraggio al pudore.
Però diciamo che vivo un'eventuale nudità con una certa serenità.
E meno male.
Sono ormai un paio di settimane che quando vado in bagno il Topolo mi trotterella dietro.
Apre la porta, mi vede lì seduta e, senza frapporre indugio, mi allarga le ginocchia e controlla cosa faccio.
Va bene essere freak, ma così è un po' estremo: fare pipì con un nano tra le ginocchia non era previsto neppure dai miei bizzarri genitori macrobiotici.
Tu sei lì, che cerchi di concentrarti e lui guarda, allarga, infila una mano per toccare, scrutandomi con occhi interrogativi come a dire mamma, ma esattamente, cos'è che sta succedendo qui?
Diciamo che riuscire a restare seri è tutt'altro che semplice, ma tant'è.
Già così mi sembrava di essere abbastanza surreale ma l'altra settimana ho dovuto portarlo con me alla consueta visita ginecologica, causa mancanza di sostituti.
Apriti cielo.
Sorvoliamo sui tentativi di fracassare le vetrinette di medicinali, di afferrare il telefono del dottore, di infilarsi sotto la scrivania per raggiungere il cestino e mangiare la carta, di abbrancare tutte le cartelle cliniche ordinamente impilate e farne scempio.
Il bello è arrivato quando mi sono sdraiata sul lettino e ho infilato le gambe nelle apposite staffe.
Yuhuuu!!!
Il momento che aspettava!
E' balzato sul predellino davanti a me e si è tuffato a osservare ben bene la situazione, finalmente chiara ai suoi occhi .
Il dottore, già visibilmente seccato è sbottato in un "Ma signora! Non si può lavorare così!".
Io sarei morta, lì mezza nuda, in calzini viola e peli, incurante di lasciare due orfani e un maritozzo.
Meno male che l'assistente ha afferrato il Topolo e l'ha spostato di lato, permettendo al dottore di occupare il suo posto.
Mamma santa ragazzi, altro che campeggio naturista: è questa la vera innovazione!

sabato 2 ottobre 2010

Il silenzio dei cinghiali

Càpita.
Càpita che un sabato a pranzo uno sia seduto a tavola con la famiglia, nonni compresi, riuniti in un pranzo sereno e gioviale, condito da un Topolo in forma strepitosa e tutto sia felicità e letizia.
Càpita a un tratto di sentire un paio di spari.
E poi càpita anche di sentire uno scampanellio, seguito da un abbaiare e un uggiolare insistente.
Il tutto davanti casa.
Càpita poi di sentire delle voci, una macchina salire e fermarsi nello spiazzo davanti alla porta e veder scendere due omoni vestiti di verde scuro, armati di fucile, walkie talkie e bastone.
Càpita poi apire la finestra della sala e sentirsi chiedere scusate, vi dispiace se saliamo con la macchina nella vigna? C'è un cinghiale morto.
Ma prego, accomodatevi, ho sempre sognato di vedere un'ammazzatina in diretta.
E così, tra una risata e una fetta d'arrosto, un "passami il sale" e un "buono 'sto risotto", sotto le finestre dei Campagnoli sfilò un povero cinghiale di 15 kili, impallinato a dovere e pronto per essere scuoiato.
Vedete, sono ancora cittadina.
"Il povero cinghiale".
Se fossi di queste parti avrei visto nei due omoni due giustizieri benedetti, munifici eroi, salvatori del raccolto e della vigna.
Mi sa che devo stracciare la tessera del WWF.