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lunedì 28 febbraio 2011

Impagabile

Ha ragione la Mastercard, ci sono esperienze che non hanno prezzo.
Essere convocati d'urgenza sul posto di lavoro a 10 giorni dal parto per sapere se si rientrerà in ufficio fra 9 mesi e in che modalità è una di queste.
Confesso che non ho dormito per tre notti (o meglio, non ho dormito più del solito), ripassando nella mia testa le cose da dire, quelle da evitare, le frasi con cui ribattere ad eventuali attacchi, critiche, sottili allusioni.
Stamattina ero allucinata come dopo un rave, stessi occhi rossi e mal di testa da sbornia.
Poi in realtà è andato tutto bene, è bastato spergiurare che rientrerò dopo la facoltativa, a tempo pieno, con possibilità di straordinario, senza chiedere l'allattamento e mi è stato promesso il mio vecchio posto, nel mio vecchio ufficio, con le mie vecchie mansioni.
Sarà meglio che mi scriva cosa ci siamo detti con il mio capo, non vorrei che fra 9 mesi uno dei 2 si fosse scordato il proprio giuramento.

venerdì 25 febbraio 2011

Siamo uomini o tigri

È l'uomo tigre che lotta contro il male
combatte solo la malvagità
non ha paura si batte con furore
ed ogni incontro vincere lui sa
ma l'uomo tigre ha in fondo un grande cuore
combatte solo per la libertà
difende i buoni sa cos'è l'amore
il nostro eroe mai si perderà


Chissà.
Forse è stato vederlo sempre così temerario e sprezzante del pericolo. Sempre così coraggioso, determinato e testardo.
Com'è come non è gli ho comprato per carnevale un costume da tigre. Niente di che, eh, una grande tutona vellutata a righe e una testona di peluche imbottita con occhi, baffi e striature d'ordinanza. 
Il maritozzo, in verità, era contrario: ma che cosa compri a fare, il carnevale è roba da grandi, non conosce il concetto del fare finta, non lo metterà mai, lo fai solo per te stessa.
E vabbè, ho pensato, sono 12 €, glielo prendo di due taglie più grandi, alla peggio lo mette l'anno prossimo.
Infatti.
Lo metterà l'anno prossimo.
Ho provato a farglielo indossare, apriti cielo: un pianto disperato! L'unica cosa che gli è piaciuta sono i baffi della maschera, ba--tti, ba--tti, continuava a dire.
E pazienza.
Vorrà dire che domenica, alla Lachera, andremo vestiti normali e tireremo solo coriandoli e stelle filanti. 

mercoledì 23 febbraio 2011

Serenata campagnola

In teoria, mi si raccomanda da più parti, dovrei riposare e fare il pieno di forze in attesa della nascita del secondogenito.
In pratica, le notti a casa dei Campagnoli stanno diventando un tourbillon di eventi che manco l'agenda di Corona.
Ore 20.30: il nano, viene messo a letto, nel suo letto. Non presenta problemi di sorta, si addormenta sereno e beato stringendo il suo asinello arancione tra le manine.
Ore 22.00: una sfiancata mammozza, zoppa di sciatico e munita di cocomero d'ordinanza, si sdraia a letto, nel suo letto.
Ore 22.30: il maritozzo, sfinito da un nano 2enne che, al momento, ricade quasi solo su di lui, si sdraia nel letto, il suo letto.
Ore 23: si scatena l'inferno.
Al Topolo, improvvisamente, si tappa il naso e inizia un lamento senza fine condito da apnee, russamenti, risvegli, richieste di acqua, mamm--aa, pap-aaa e via di seguito.
Il maritozzo accorre 5- 6 volte poi decide di spostare la creatura nel lettone. 
Il lettone, fino a quel momento grande come una portaerei, viene interamente occupato da un nano di traverso in preda ad un'isteria da naso tappato che solo i bambini conoscono ed esprimono al massimo delle loro forze.
Alla fine, dopo 3 ore (sic) di lotta per lo spazio vitale, lavaggi nasali, bicchieri d'acqua, coccole, cazziatoni ecc... il Topolo crolla addormentato e inizia a russare come un taglialegna.
Il maritozzo, stremato, crolla addormentato e inizia a russare com un fabbro.
La mammozza, sfinita, vorrebbe crollare addormentata ma il concerto per trombone dei coinquilini di letto le impedisce persino di sentirsi i pensieri, pertanto migra nel letto del Topolo.
E qui inizia la lotta con quello nella pancia.
Ora.
Visto che è l'unico con cui, al momento, è ancora possibile negoziare, vorrei dirgli due paroline:
"Caro Leonardo, amore di mamma, che ti rotoli e allunghi nella pancia in cerca di spazio libero.
Vorrei dirti che la pancia, adesso, è in modalità wysiwyg (what you see is what you get - quello che vedi è quello che ottieni).
Tradotto: non ce n'è più. E' inutile che spingi coi piedi, ci sono le costole. E' inutile che tiri di ginocchio, non si espande. Ed è soprattutto inutile che spingi con la testa: è vero, è l'unica via d'uscita ma finche non la apri da lì non passi.
Pertanto, caro, almeno tu vedi di stare un po' tranquillino. Fallo per la mamma tua che cerca di riposare prima di vederti.
Con affetto, mammà".
Ho come l'impressione che la vita con 3 maschi in casa non sarà un giardino fiorito.

lunedì 21 febbraio 2011

Stand By

Com'è come non è siamo ancora qui tutti quanti: maritozzo, nanetto, io e la pancia.
La luna piena del week end ha solo prodotto delle valangate di fastidiose, quanto inutili, contrazioni di Braxton Hicks, preparatorie e prodromiche quanto si vuole ma per niente definitive.
Visto che è lunedì cerco di concentrarmi sulla settimana che viene, tentando di inculcarmi nella testa che probabilmente dovrò aspettare la EDD (Expected Date of Delivery, data del parto) del 10 marzo.
Pensa che ti ripensa ho prodotto una lunghissima lista di ludiche attività che posso fare per fare passare il tempo: pulire tutto il terrazzo dal fango (100 mq) e dalle foglie fradicie; liberare la veranda da tutte le amenità che si sono accumulate nell'inverno; fare un giro nel bosco e spostare legna e e rami caduti per impilarli in legnaia; controllare lo stato degli alberi piantati in estate e vedere se i caprioli li hanno divorati o hanno lasciato qualcosa di utile; piantare la forsizia e i 2 gelsi portati dai nonni.
E altre piccole cosucce che ora non mi vengono in mente.
Il fatto che il solo sedermi e alzarmi dal letto mi riduca ad una massa gelatinosa e ansimante priva di forze e fiato non sembra avere influito sulla composizione della lista di cui sopra.
Probabilmente giacerò sul divano davanti a programmi edificanti come "10 anni più giovane UK" o " Ma come ti vesti?!" per le prossime settimane, appisolandomi a tratti e perdendo il clou della puntata.
Che il cielo mi aiuti (that SKY helps me) (era una battuta) (non importa).

mercoledì 16 febbraio 2011

Non voglio mica la Luna

Nonna Cocca se ne intende e, 10 giorni fa, ha parlato: la prossima Luna è la tua, vedrai, il bimbo nascerà con la luna piena.
Nonna Cocca lo sa, perchè ci lavora con i bambini e le lune e sa che ogni fase lunare è foriera di nascite e travagli.
E così aspetto la luna piena di venerdì, fiduciosa che se è in grado di variare le maree il nostro amato satellite sarà ben in grado di variare la mia panciona acquatica.Oggi, tanto per fare passare il mercoledì di pioggia ho digitato su Google "fasi lunari e gravidanza", ripeto, tanto per passare il tempo e vedere un po' cosa si dice di questo fenomeno.
Mi sono imbattuta nel sito scientifico di un signore che si è messo di buzzo buono a verificare quanto ci fosse di vero nella relazione tra le fasi lunari e il parto.
Per riassumere: ha preso mille mila date di nascita da 60 anni a questa parte, le ha incrociate con le fasi lunari e ha ottenuto... il nulla: nessuna relazione tra le fasi lunari e le nascite.
Un giorno vale l'altro.
Tutto lo stesso.
Ora, io questo signore lo strozzerei.
Mi sembra di quelli che quando tu dici guarda! l'arcobaleno! che bello!!! ti dicono ma lo sai che l'arcobaleno  è un fenomeno ottico e meteorologico che produce uno spettro continuo di luce nel cielo quando la luce del sole attraversa le gocce d'acqua rimaste in sospensione dopo un temporale?
Uffa che palle. Lo so che è un fenomeno ottico, ma è splendido.
Perchè me lo devi rovinare?
Perchè non mi lasci credere che in fondo all'arcobaleno c'è una pentola d'oro?
Perchè mi rovini la magia?
E anche la luna.
A parte il fatto che qualunque ostetrica può confermare che luna piena e luna nuova riempiono il reparto, perchè devi farci uno studio scientifico?
Dimmi, o uomo, che te ne fai?
A volte non li capisco, davvero.
Ma sono maschi e della luna e delle pance non hanno mai capito granchè.

lunedì 14 febbraio 2011

Pronti? Partenza? No.

Ieri è andata così, una domenica davvero sui generis.
Visita di Nonnoracolo e nonna OpOp, pranzo luculliano, pomeriggio sonnacchioso di nebbia, Topolo di ottimo umore e giocherellone come sempre con questi nonni.
Se non fosse stato per quelle 2 - 3 contrazioni all'ora che ogni tanto mi distraevano... sarebbe stato tutto normale. Verso sera aumentano di frequenza: a cena sono ogni 15 minuti. Dopo cena ogni 10.
Poi ogni 4 minuti.
Io non sto benissimo (sedute in bagno, bruciori ai reni, dolori alle anche, nausea) ma sono ancora incredula, non posso credere che stia iniziando veramente il travaglio. Tuttavia, non avendo mai avuto una contrazione "naturale" ma solo ossitocina non saprei neanche dire se sono quelle vere o no.
Nel dubbio, chiamo l'ospedale: contrazioni ogni 4 minuti, durata 25 secondi (ingegnere alla mano), che faccio? Venga pure, che controlliamo.
E così prendiamo la borsa (finita sabato!), il nano, la macchina, la pancia e andiamo.
Per farla breve: monitoraggio e visita non rilevano niente di pronto, tutto tappato e sigillato come prima. Arrivederci e grazie, ci rivediamo quando nasce davvero.
Ed è giusto così, perchè il resto della notte va via senza intoppi e anche tutto oggi.
Prove generali fatte, falso travaglio fatto, ora sono pronta davvero.
Addà passà 'a nuttata.

venerdì 11 febbraio 2011

La pazienza di Giobbe...

... era, per l'appunto, di Giobbe.
Non ne ha lasciato neanche un po' o, perlomeno, non qui da queste parti.
Leggo su Wikipedia che: "La pazienza è un atteggiamento interiore proprio di chi accetta  le difficoltà, le avversità, le molestie, le controversie con animo sereno e con tranquillità, controllando la propria emotività e perseverando nelle azioni. È la necessaria calma, costanza, assiduità, applicazione senza sosta nel fare un'opera o una qualsiasi impresa".
Ecco.
Non ne sono mai stata particolarmente provvista, ma di questi tempi poi scarseggia e si esaurisce in men che non si dica.
Il Topolo è entrato nei terrible two. Lasciate ogni speranza o voi che tentate di farlo ragionare.
No. Non ascolta.
No. Non si fa cambiare.
No. Non da la mano per strada.
No. Non evita di camminare sul ghiaccio o nella neve.
No. Non vuole aiuto per rialzarsi.
Sì, piange perchè lo lasci a terra dopo che è caduto nel fango ma se provi a tirarlo su si dimena come un'anguilla.
Sì, strilla perchè lo hai afferrato in malo modo prima che venisse investito.
Sì, urla come un'aquila mostrando il bianco degli occhi  perchè hai osato alzargli il bavero della giacca.
A me viene una specie di voce monotòna, falsamente calma e zuccherosa, con cui, come un idiota, ripeto le frasi all'infinito tipo "mi dai la mano? mi aspetti un attimo? ti posso mettere i guanti?" ricevendo dei NOOOOO gridati a squarciagola che mi mandano il sangue al cervello in 2 secondi.
Resisto che so... 3 - 4 ore poi mi parte l'embolo dell'esorcista e tiro degli urli che manco Munch.
Poi ritorno alla flautata voce compiacente e ricomincio ad accumulare nervoso.
E così di seguito.
Una domanda: qualcuno sa quanto durano? Se iniziano prima dei 2 anni, finiscono prima? C'è un modo per zipparli e concentrarli tipo in 6 mesi???
Argh.

giovedì 10 febbraio 2011

Nata ieri?

E fu così che la mammozza campagnola in pieno delirio di onnipotenza egoica e intellettuale decise di spedire delle copie del suo libercolo a delle case editrici.
Non ho nulla da perdere, pensò: spedisco, aspetto i 6 - 8 mesi d'ordinanza dopo di che, quando non mi risponderà nessuno, me ne farò una ragione e tornerò a scorrere gli annunci su Monster.
Contavo di stare serena fino a luglio.
Invece, dopo neanche una settimana ricevo una mail da una casa editrice: "Gentile Campagnola, ma come scrive bene! Ma che bel libro! Certo, un po' ingenuo, ma con un po' di aggiustamenti si può pubblicare".
Argh.
Di già?
Io, in verità, adesso vorrei partorire in santa pace, che già l'idea del secondo genito mi occupa parecchio spazio mentale. Comunque, sono anche lusingata pertanto rispondo che, va bene, se ne può parlare.
Seconda mail nel giro di 10 gg: "Ho ricevuto e letto tutto il libro. Ma che cariiino! Saremmo seriamente interessati a pubblicarlo. Le mando una bozza di contratto".
Acc. 
Pure il contratto. Io, ripeto, vorrei vegetare fino al parto, ma tant'è... sono anche un po' in fibrillazione.
Arriva il contratto.
Bello, eh, niente da dire: professionale, scritto bene, senza errori grammaticali: proprio un bel contrattino.
Però ragazzi, dai, non sono mica nata ieri!
Praticamente gli dovrei cedere tutti i diritti d'autore, per 20 anni, per un compenso irrisorierrimo impegnandomi io stessa a promuoverlo e diffonderlo, prendendo pochissimo in caso di vendite all'estero o di altre forme di diffusione. Ah, naturalmente, le prime 1000 copie andrebbero a coprire le spese dell'editore, io non guadagnerei nulla (1000 copie?!? Ma non son mica la Rowling!).
Non che ci avessi creduto tantissimo, solo un pochino, però ci son rimasta male lo stesso.
Santo internet che mette in rete decine di contratti editioriali e permette di smascherare i contratti per le allodole. E ri- santo internet che con spese minime permette di pubblicare e vendere i propri deliri letterari senza il minimo intoppo.
Ora sì che posso partorire serena. 
Che sollievo, temevo di dover apparire su tutte le televisioni intervistata da chiunque per dei mesi e di dover decidere come spendere i guadagnati milioni.

lunedì 7 febbraio 2011

Di furbizia & co.

Sabato è venuta a trovarci nonna YP, dal mattino presto fino al pomeriggio inoltrato.
Per la prima volta in 22 mesi si è spontaneamente offerta di cambiare il pannolone al Topolo, da sola, senza neanche la mia presenza.
E vai! ho pensato, alleluia, finalmente prende l'iniziativa e rimane sola con il nano, arrangiandosi. Li vedo salire al primo piano, mano nella mano e poi non sento più niente, il silenzio.
Strano penso, cambiare Gabriele prevede una notevole dose di forza fisica, oltre che la pazienza di Giobbe e tutta una serie di trucchi per distrarlo che manco il mago Silvan.
Comunque.
Passano 10 minuti e nonna YP scende trionfante con un nano pulito, cambiato e di ottimo umore:
"E' stato BRAVISSIMO! Non ha fatto una piega, si è sdraiato sul lettino e si è fatto cambiare. Poi gli ho letto i ilibretti. Mi sono proprio divertita!" (ecco, se ti diverti, vieni a trovarci più spesso, ma tant'è).
E poi la frase finale, a effetto:
"E' solo con voi che fa il furbo!"
Ah ecco.
Il furbo?
Cosa intenderà esattamente? Che ci manipola? Che ci ha in pugno? Che ha capito, con sottile intuizione quali sono i nostri punti deboli e ne approfitta come il più bieco dei truffaldini? Che è un fine psicologo e conosce le strategie psico-emotive dell'animo umano e le mette in atto a suo piacimento?
Oppure, che non vedendoti mai è semplicemente un po' timido e non ha la confidenza per lasciarsi andare e comportarsi normalmente come un 2enne qualsiasi? In fondo anche tu, cara YP, a casa di conoscenti non ti presenti in tuta con la tinta in testa e le patacche di sugo...
Ma il commento più bello l'ha fatto il maritozzo: "Furbo? Magari! Pur con tutto il bene che voglio a questo bambino...a me sembra un bietolone..."
Ehehehe... in  effetti....
P.S. Nonna YP, io non volevo dirtelo, ma il pannolone gliel'hai messo a rovescio! I disegni vanno davanti ;)))

venerdì 4 febbraio 2011

And the winner is...



















La vincitrice del Giveaway Campagnolo è MAQ!
Complimenti, avevi mai vinto niente? Riceverai a breve mail da parte mia, complimenti ancora e a presto.
Per tutte le altre: grazie davvero per avere partecipato!Non disperate, potrei anche scriverne altri, di libri ;)))

La valigia dell'emigrante

L'altra volta l'avevo pedissequamente preparata alla settimana 28, come mi avevano detto al corso di preparazione al parto.
L'avrò aperta e rifatta almeno 15 volte per poi, alla fine, posizionarla  nell'ingresso accanto alla porta, sempre tra i piedi. Visto che l'ospedale dove andrò nuovamente a partorire fornisce una dettagliatissima lista di cose da portare ( e guai a sgarrare) non sembrava difficile riempirla delle cose giuste. Tant'è mancava sempre qualcosa.
Alla fine, con il senno di poi, l'ho sbagliata tutta la roba che mi sono portata dietro.
Le camicie da notte erano poche, non sapevo che si sarebbero macchiate in modo così diffuso, e onestamente, orrende. Un paio poi sarebbero state perfette per Laura Ingalls ma, nel XXI secolo erano davvero patetiche.
Anche le pantofole le ho cannate in pieno: calde, pelose e rosa (sigh) facevano a botte con i 40° del reparto e con le frequenti abluzioni.
La vestaglia: tanto carina e onesta mi pareva a casa, tanto tremendamente kitch e fuori luogo in camera da letto. Alla fine è finita arrotolata a ciambella per permettermi di sedrmi sulla sedia in ferro visto il doloroso... ehm... scucimento delle povere chiappe.
Per non parlare delle tutine di Gabriele: corte, troppo corte e soprattutto talmente piene di automatici che non sapevo neanche da che parte fargliele indossare.
E poi la copertina per il nano: sulla lista diceva in "lana o cotone": io l'ho portata di pile, presa all'ikea, taaaanto carina. Mi hanno cazziato a turno tutte le ostetriche, le infermiere, le ausiliarie e perfino le ragazze che pulivano. Ma il sintetico, dicevano, ma non si mette addosso ai neonati, ma insomma, ma come le è venuto in mente?!
Mi è venuto in mente perchè è il primo figlio, ecco perchè.
Infine, ho patito la fame. Non erano elencate cibarie e io non ne ho portate. Mi hanno salvato dei biscottini ripieni di cioccolato portati dai miei assieme a un Toblerone.
Insomma, un disastro.
Stavolta la famosa borsa è ancora da preparare. Tutti mi dicono che a marzo non ci arrivo, che la pancia ha iniziato a scendere, che la prossima fase lunare potrebbe essere la mia e io sono ancora in alto mare.
L'unica cosa che è pronta sono le scorte di cibo: biscotti, cioccolato, torrone, bottiglie d'acqua gasata e perfino delle gelatine.
Vestita come una sciattona, scucita, dolorante, ragadosa, impossibilitata a sedermi, con la montata lattea e le tette a pallone da rugby, tutto quello che volete, ma affamata NO.
Ecchecxxx.

giovedì 3 febbraio 2011

Madrelingua?

Narra la leggenda che una mammozza 2enne, ormai secoli fa, in vacanza d'estate in Alto Adige riuscisse a comunicare brillantemente con  bambini tedeschi e francesi imitando il suono delle loro parole. 
Io capivo loro e loro capivano me. Nessuno della mia famiglia parla francese o tedesco ma, evidentemente, avevo un orecchio pronto e allenato per le lingue già allora.
Poi ho fatto il linguistico e, effettivamente, la mia capacità di imitare e comprendere suoni e vocaboli in altre lingue è davvero notevole.
Questa dote è utile ancora oggi, che non me ne vado più a spasso per il mondo, ma un piccolo straniero ce l'ho addirittura a casa. Lo capisco solo io (forse). Il maritozzo nega che il Topolo parli.
Secondo me parla chiarissimo. I dialoghi tra noi sono di questo tipo:
- Cuieeee?
- Questo è il bollitore per l'acqua.
- Tateteeee?
- Serve a fare il tè per la mamma
- Bibi!
- Vuoi un kiwi? Tieni.
- Giage
- Prego
- Ghigu?
- No, adesso non giochiamo con il carretto, dobbiamo uscire
- P--p--taa-p--p--taap-taaa....
- Va bene, quando torniamo vediamo YoYo il mago, però adesso preparati
- Hiho- hiho?!
- Sì, portati pure l'asinello.

E così via. E' bellissimo.
Ha una vocina così dolce, un tono così tenero che mi commuovo solo a sentirlo. Se poi un giorno dovesse mai scandire "mamma, ti voglio bene"... bè, credo mi verrebbe un infarto!

martedì 1 febbraio 2011

Meno male...

... che qualcuno la prende a ridere :D