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lunedì 31 gennaio 2011

Esaurimenti & Co.

Sfinita.
Il parto del libro, dopo impennate di adrenalina e inutile inorgoglimento con conseguente ispessimento dell'Ego, mi ha lasciato sfibrata e deneuronizzata.
Fisso il PC e non produco nulla.
Guardo il Topolo e non ho la forza di proporre neanche un gioco.
Chiamo il marito per la cena e... oooopssss mi accorgo che non l'ho preparata, la cena (sic).
Insomma, non si può alla settimana 35 trascinarsi come delle meduse disidratate in attesa del parto, come se (ahahaha) dopo tutto fosse più semplice e leggero.
Mi chiedo che senso abbia avere investito gli ultimi 2 mesi scrivendo (evidentemente la stanchezza porta con sè anche una notevole dose di sfiducia e scoramento), devo essere impazzita a pensare anche solo per un attimo che potrei camparci, di libri.
Comunque.
Ci sono anche delle cose positive. Il nanetto, dopo un influenza coi fiocchi, ha fatto uno scatto di crescita enorme e ogni giorno impara una parola nuova. Inizia a parlare (diosialodato).
Ieri ha imparato GIUCE (luce), TETTE (latte), TETETE (scendere).
Lo so, sono variazioni sul tema, ma mi spunta una lacrima ogni volta che sento un suono nuovo!
E niente, siamo qui, "il resto va da sè non lo so".

mercoledì 26 gennaio 2011

Giveaway Campagnolo

Sono lieterrima di annunciare che, nonostante la estenuante lotta con Word, i template per impaginare, il programmino in Beta per la copertina, le amenità del sito ilmiolibro.it, ecc... il libro "I Campagnoli Giulivi" è finalmente on line pronto per la lettura e l'acquisto.
Per festeggiare il lieto evento metto in palio una copia del suddetto, partecipate numerosi!
Come si fa?
Lasciate un commento a questo post e, se siete su FB, condividete il link del libro sul vostro profilo.
Se, invece, siete impazientissimi (eh!) e non potete aspettare il 4 Febbraio, quando estrarrò il vincitore, potete già dare un'occhiata al capolavoro agreste cliccando qui.
Naturalmente, ditemi cosa ne pensate, sono pronta a tutto (o quasi) (bè, non proprio tutto) (insomma, andateci piano, sono un'esordiente) (e ho gli ormoni della gravidanza che mi rendono fragile) (per dire, se vi fa schifo tenetevelo per voi ;)).
Ah! Un'ultima cosa: commentate anche sul sito de ilmiolibro.it pare che "aumenti la visibilità" (?).
Grazie!

Conquiste

E dopo "mamma", "papà", "no" al ricco vocabolario del Topolo 21meseenne si aggiunge "aua" (acqua).
Di questo passo il vocabolario sarà completo verso il 2200, ma noi procediamo inesorabili.

domenica 23 gennaio 2011

Enigma della settimana

Ieri mattina, una mammozza giuliva e ripiena è entrata nell'unico emporio biologico e biodinamico del paese. Il dialogo che segue si è svolto tra la signora gestora e l'uovo sodo (me).
Di che si è parlato?
- Ma signora, non mi ero accorta! E quando compra?
- Fra un mesetto...
- Ah, ma che bello... pensi che mia nipote compra fra una settimana!
- Davvero?
- Eh sì, anche mia figlia ne ha comprati 2, penso sia la cosa migliore...

La soluzione al prossimo post ;))

venerdì 21 gennaio 2011

MATERNAmente FEDEle

Occhio! Il Post seguente non è conforme alla religione di Stato. Se siete suscettibili all'argomento, passate oltre.

Sono battezzata, ma non ho mai fatto Cresima o Comunione. Mai fatta una singola ora di religione nell'intero ciclo scolastico. Mai un'ora di catechismo.
Sono comunque andata in Chiesa varie volte con mia nonna, ma non posso dirmi ne cattolica ne praticante. 
(Potrei aprire un intero blog sul significato di "cattolico", "praticante", cosa intendo per spiritualità, fede, religione, ecc... ma non è di questo che voglio parlare).
Il maritozzo, d'altro canto, ha fatto tutto l'iter religioso dalla A alla Z e, alla fin fine, si dichiara NON cattolico e NON praticante proprio per quello.
Ordunque.
Questa breve premessa per dirvi che, da queste parti, almeno per il momento, l'unica scuola materna che sembra in grado di accogliere il Topolo il prossimo settembre è una scuola paritaria gestita dalle suore fino a 3 mesi fa e ora tenuta da maestre laiche che, comunque, sono cresciute con le suore salesiane e ci tengono "a portare avanti tutto come prima".
Siamo entrati in questa materna, in un paesino vicino al nostro e sembrava di entrare in convento: l'arredamento di legno vecchio e stantio; i soffitti altissimi e i grandi finestroni sbeccati; i tavolini e le seggioline per i bimbi di un'altra epoca (mi è parso di ravvisare quelli che usavo io, nei lontanissimi anni '70); alle pareti crocifissi, poster di santi, Padre Pio, il Papa (vecchio e nuovo).
Certo, anche disegni, fiori di carta, poster colorati. Ma l'effetto era comunque greve.
Le grandi scrivanie in legno.
I pavimenti in marmo.
Il refettorio.
E poi la maestra che raccontava cosa fanno i bambini e, accanto all'ora di disegno, informatica e inglese, c'è anche l'ora di canto, preghiera, messa (2 volte a settimana), storia di Gesù e della religione. Tutto come prima, ci tiene a sottolineare, come quando c'erano Loro. Disciplina, ordine, severità. Chè è giusto che i bambini imparino presto a stare in gruppo e a sapersi comportare.
Io guardavo il maritozzo.
Lui guardava me.
Lo stesso sgomento.
Siamo usciti in silenzio: dai, dimmi prima tu. No prima tu.
Ok, io qui non ce lo mando.
Ah! Meno male! Io nemmeno.
E poi, ovviamente, un sonoro esame di coscienza: sarà mica che i nostri pregiudizi impediranno la scelta migliore? Sarà mica che i bigotti siamo noi e che questa materna è eccellente? In fondo fanno informatica e inglese ("ma il Topolo non parla neanche italiano..."), saremo mica noi il problema?!
Naturalmente, questa scuola è a pagamento e senza scuolabus, ma questo sarebbe il meno...
Poi siamo andati alla materna statale che è gratuita e lo scuolabus arriva sotto casa, 2 volte al giorno. 
Rumore, grida, chiasso di bimbi che giocano, saltano e corrono. Pareti colorate, collages fatti a mano, disegni, musica in sottofondo. Tavolini e sedioline in plastica colorata, pavimento in gomma, colorato anch'esso. Una gioia per gli occhi e il cuore.
Purtroppo non c'è posto. Negli ultimi anni la fuga dalla città ha portato qui tante, tante famiglie (ma va?) che hanno fatto un saaaacco di bimbi e ora mancano le maestre.
La dirigente chiederà una maestra in più, la terza, ma se non verrà assegnata dovranno fare una lista d'attesa, in base all'anno e al mese di nascita. 
A marzo sapremo se potrà entrare qui o no. In ogni caso abbiamo fatto la pre-iscrizione, barrando chiaramente con un bel NO la domanda "Ora di religione: sì o no?".
Nel frattempo non  resta che interrogarci sul futuro di questi bimbi, che già alla materna, si ritrovano in troppi e a 2 anni e mezzo sono già in lista d'attesa.
Gasp.

giovedì 20 gennaio 2011

Ultima eco

Ho aspettato con emozione questo ultimo appuntamento e stamattina... eccolo lì, in testona, gambette, piedini, cuoricino e pisello.
E' già a testa in giù, pronto alla nascita, speriamo che resista almeno fino alla 38a settimana chè qui, come sempre, siamo preparati ma non pronti. Leonardo, questo il suo nome, che ne pensate?
La valigia per l'ospedale è quasi pronta: ho lavato e preparato le tutine e i calzini (piiiiiccoli!!! Ma davvero sarà così minuscolo?), ho comprato le conturbanti mutande a rete "Dignity" e gli invisibili pannoloni post partum, ho lavato gli interni di carrozzine, ovetti, passeggini e sdraietta.
Inizio ogni frase con "lo faccio adesso che poi sarò agli arresti domiciliari per qualche mese", vivo con un senso di aspettativa, ansia ed emozione.
Guardo il Topolo e mi chiedo che cosa sarà di lui, come si sentirà, cosa penserà, come vivrà questo fratellino che per un po' occuperà la sua mamma. Chissà. Cerco di godermi ogni minuto con lui anche se, paradossalmente, non sono mai stata tanto poco disponibile a giocare, fare la lotta, rincorrerlo e  prenderlo in braccio.
Insomma.
Questi maschi così vivaci richiedono tante energie e grande forza fisica, speriamo bene.
E dalla settimana 33, con + 13 kg e la circonferenza di un uovo sodo, è tutto.

martedì 18 gennaio 2011

Dove andremo a finire?

Qualcuno faccia qualcosa, qualunque cosa, di sinistra, di destra, di centro, di sopra, di sotto, non importa.
Ma qualcuno lo levi di mezzo. Vi prego.

Non se ne può più.

lunedì 10 gennaio 2011

Estratto

Cari tutti, so che state smaniando, pertanto non vi farò attendere oltre.
Signore e signori, mamme e nanetti, ecco a voi il primo capitolo de "I Campagnoli Giulivi".
Lo spazio dei commenti è a vostra disposizione per un parere (non andate giù troppo pesante, eh, sono pur sempre all'8° mese).
Enjoy!




CAPITOLO 1
Sì, ma perché?

...Cioè, allora, mentre le ragazze, no, provvedono alla raccolta dei frutti naturali della terra, no, tipo carciofi, ravanelli, insalata, pisseli, no, tutta robba vegetariana n’sacco buona, no, noi ragazzi invece provvediamo, no, così alla dimensione artiggianale no, cioè tutti lavoretti così, in ceramica, in cuoio, no, così, eccetera…”
Un sacco bello - Di C. Verdone

Uno dice: vado a vivere in campagna!
E tutti gli altri: bene! bravo! splendido! ah, come mi piacerebbe! ah potessi anche io! ah, non avessi figli! ah, beato te!
E uno pensa: che forte, sto per fare una cosa veramente spettacolare, qualcosa che tutti vorrebbero realizzare, che tutti ammireranno nei secoli a venire e creperanno d'invidia.
Purtroppo non è apparso il logico pensiero conseguente, che doveva essere: se tutti dicono che vorrebbero trasferirsi in campagna ma nessuno lo fa e gli unici due imbecilli siamo noi, dov'è il pacco? Qual'è l'inghippo? Esattamente, come ci stanno fregando?
Nella nostra mente, mia e di mio marito, tutto era semplice, elementare quasi.
Mi piacerebbe vantarmi dicendo che la nostra è stata una scelta ideologica, sostenuta da un'idea forte (la decrescita felice, il downshifting, l'eco sostenibilità, l'eco villaggio) ma non è così.
Mi piacerebbe altre sì dirvi che è stata una scelta politica, di protesta, di ribellione nei confronti di una società consumista e materialista, un modo concreto per affermare la nostra indipendenza culturale e individuale, ma non è così.
La nostra è stata una scelta assolutamente egoista e naive: semplicemente, volevamo andare via dal traffico, dal rumore, dalla folla.
Punto.
Non ci siamo posti alcuna domanda, siamo partiti così, come sempre fanno gli incauti: tante belle idee, ingenuità, entusiasmo.
Siamo salpati così verso un sogno, verso qualcosa che conoscevamo pochissimo, se non per sentito dire, verso l'isola che non c'è, qualcosa di mitologico sempre immaginato e mai esplorato fino in fondo.
Ora, io mi chiedo.
Perché due persone che per trent'anni e passa della loro vita hanno abitato, respirato, ascoltato, mangiato la città decidono, dall'oggi al domani, di andarsene via, senza avere la minima idea di cosa diavolo stanno facendo?
Voglio dire.
Ho viaggiato in lungo e in largo in tutto il mondo per almeno quindici anni. Che la meta fosse Hong Kong o Vicenza poco importava: in ogni caso mi procuravo una cartina, ne studiavo la fisionomia, controllavo in rete l'itinerario e la localizzazione di monumenti, hotel e ristoranti, cambiavo dei soldi in valuta. In due parole: mi informavo.
Invece no.
Il nostro progetto di trasferimento è avvenuto così, candidamente, alla cieca, senza sapere dove andare, cosa comprare, cosa avremmo trovato.
La scampagnata di due bambocci.
Ma io mi domando e dico.
Alle obiezioni dei nostri genitori che, unici al mondo, tentavano di farci desistere dall'avventato progetto, rispondevamo scrollando le spalle: e vabbè la neve che mai sarà, e vabbè l'isolamento che mai sarà, e vabbè l'ospedale più vicino a 25 chilometri che mai sarà, e vabbè tirare su i bambini da soli senza l'aiuto di nessuno che mai sarà.
Sono anziani, dicevamo, le loro scelte le hanno già fatte, sono preoccupati per i soldi, sono preoccupati per i nipoti.
Nella nostra testa era tutto già fatto: vendo di qua, compro di là ed è fatta.
Scusa, dove sta il problema?

sabato 8 gennaio 2011

Mutazioni in corso

Ecco qui, lo sapevo, è iniziato il mese dell'Oliva Ascolana.
No, non nel senso che ce ne hanno regalate, ne stiamo mangiando, qualcuno le ha comprate.
Nel senso che IO sono un'oliva ascolana.
Ripiena.
Pesante.
Lenta.
Una rotonda, grossa, ingombrante olivona, col respiro affannoso e l'agilità di un blob.
Ho iniziato ufficialmente ieri l'8 mese, mancano "solo" 59 giorni.
In tutto questo, per contrappasso, il Topolo ha inaugurato il mese della corsa e ha smesso di camminare: ora corre soltanto. In corridoio, in sala, per strada. Basta aprire la porta, il cancelletto in corridoio, la portiera dell'auto e lui parte a tutto gas: prima che riesca ad alzarmi e rotolargli dietro è già lontano.
E pazienza.
Meno male che in paese ci conoscono tutti (credo sia l'unico bambino che non sta in passeggino) e qualcuno me lo acchiappa e me lo riporta sempre.
In compenso il fagiolino nella pancia sembra essere molto tranquillo.
Mi cullo nell'illusione che avrà un carattere diverso, sereno, pacioso, rilassato.
In effetti, mi cullo in talmente tante illusioni che forse dovrei farmi vedere da uno bravo. La differenza tra la prima gravidanza e adesso e che ora so che sono illusioni, mentre quando aspettavo Gabriele ero convinta che fossero certezze.
Pensate, credevo veramente che il parto sarebbe stata una robetta da nulla, l'allattamento una cosa semplice e spontanea, il puerpuerio un periodo di rose e fiori, il Topolo un bambino dormiglione e coccoloso.
Eh.
Poi mi hanno staccato dal muro sul quale mi ero stampata a mò di adesivo e ho iniziato a capire che la realtà era un po' diversa...
In ogni caso si va avanti: resistere, resistere, resistere.

martedì 4 gennaio 2011

Rivelazioni

E come promesso un po' di tempo fa eccovi svelato il mistero di cotanta latitanza:
sto - scrivendo - un - libro.
Ecco, l'ho detto.
No, non è un libro di mamma e bambino.
No, non è nemmeno un libro sulla gravidanza o sulle difficoltà dell'essere genitore.
E' un libro sulla campagna (ma dai, e chi l'avrebbe mai detto?!).
Questo blog, ai bei tempi che furono si intitolava "La campagnola giuliva" ed era una riflessione semiseria (molto semi, poco seria) sull'avere abbandonato la città ed essersi trasferiti in questo piccolo paesino.
Il sottotitolo del libro è:  
Come scappare dalla città e trasferirsi in campagna senza avere uno shock culturale.
Dedicato a chi vive in città ma sogna la campagna, i prati verdi e l'aria buona.
Manuale operativo di auto - aiuto per ex cittadini aspiranti campagnoli: come trasferirsi in campagna in modo facile e dignitoso, senza perdere la faccia e il senno.
Non è un libro serio. Cioè: tratta un argomento serissimo in modo veramente ironico.
Se avete voglia, in un prossimo post ve ne lascio un estratto.
Tutto sommato, ve ne lascerò un estratto comunque, non avete scampo ;)


lunedì 3 gennaio 2011

Buon Anno e un augurio

Desidero dedicare il primo post del 2011 agli Amici.
Non ai figli, non al compagno di una vita, non a me stessa, non ai propositi a quello che vorrei fare o cambiare della mia vita, ma alle persone che rendono possibile la gioia di un'esistenza passata assieme.
Mi auguro che questo sia l'anno della condivisione, dello scambio, del supporto, della compagnia, della gioia di stare assieme.
Auguro a tutti voi di non essere e di non sentirvi soli: condividete, state assieme, passate del tempo in compagnia, gli amici nutrono e vengono nutriti dalla vostra presenza. La solitudine, reale o presunta, inaridisce e asseta la nostra vita.
Buon 2011 a tutti, di cuore!