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lunedì 19 settembre 2011

Il dono della sintesi

Una si scervella dei mesi, legge libri, si informa, si iscrive a siti di mamme, dibatte, analizza, scrive mail, fonda gruppi su FB, tutto per cercare di capire i propri figli.
Io, personalmente, da brava mamma ex nevrotica e ex ansiosa (ex?), cerco ogni giorno di guardare i miei bimbi con occhi nuovi, per evitare di etichettarli e di costringerli in una definizione che li spogli di autenticità.
Ogni sera mi chiedo se ci sono riuscita.
E poi arriva lui, lui il maritozzo, che mi sente parlare di genuinità, di tirare fuori il meglio da loro, di cercare di scoprire i loro talenti e svilupparli ma senza toccare le loro differenze e bla bla bla, il maritozzo dicevo, che ieri mi guarda e mi dice:
- "Ho capito tutto, sai?"
- "Tutto di che?"
- "Dei nostri figli"
- "Ah. Tu hai capito tutto. E cosa hai capito?"
- "Ho capito chi sono e come sono fatti. Il Topolo è una puntina da disegno sulla sedia: ti fa saltare su, urlare di dolore, ti fa incxxxare come una iena ma poi, alla fine, ridere di gusto"
- "E il Ciccionetto?"
- "Il Ciccionetto è come un paio di mutande strette. Non piange mai, al massimo si lamenta  ma va avanti un sacco di tempo, proprio come le mutande strette che non è che ti facciano male male, ma arrivi a sera che sei sfastidiato e solo quando le togli capisci che erano loro".
Ecco lì.
Signore e signori, vi presento Puntina e Mutanda.
E io che mi credevo.

venerdì 16 settembre 2011

Programma di studio

Ieri pomeriggio prima riunione alla scuola materna del Topolo.
Ci sono tutti: il sindaco, un'assessora, il don rappresentante per i salesiani e, addirittura, una discendente del padre fondatore dell'istituto stesso. 
Ullallà.
Stuoli di mamme e un nutrito gruppo di papà, oltre a svariati secondogeniti in carrozzina tranquilli e paciocconi.
Mi guardo in giro, conosco solo le mamme di due bimbi, ma il clima è gioviale e intorno vedo solo sorrisi
Ci sediamo sulle microsedie dei bimbi e la riunione ha inizio.
Partiamo con il bilancio, illustrato in dettaglio. Dopo una mezz'ora buona apprendo che le uscite superano di gran lunga le entrate e che sarà necessario organizzare una qualche iniziativa per sopperire al disavanzo.
Ok, questa era la cattiva notizia e la buona?
La buona è che l'orario (7:30 - 17:30) è confermato e, se qualcuno ha esigenze diverse se ne può parlare e le maestre, con una piccola cifra in più, sono disposte ad allungare ulteriormente l'orario di uscita.
Addirittura.
A me sembravano già tante 10 ore al giorno, ma qualche mamma polemica si lamenta sostenendo che nelle scuole statali l'orario è più lungo.
La guardo. Vorrei chiederle quali scuole conosce, visto che quelle normali se possibile fanno un orario molto più ristretto.
Ma tant'è. Sono appena arrivata, non conosco nessuno, vengo dalla città... me ne sto zitta nel mio cantuccio.
Poi un'altra buona notizia: la cuoca è confermata. Standing ovation degli astanti! A quanto pare la ragazza cucina che è una meraviglia, buon per il Topolo, che è un'ottima forchetta.
E poi il programma di studio (programma di studio? Alla materna???)
Per questo anno è previsto un percorso artistico abbastanza articolato: un libro di testo basato sulle stagioni verrà spiegato con l'ausilio dei quadri di Van Gogh, Renoir e Leonardo, più alcune visite alle biblioteche locali, più il supporto di un liutaio della zona che provvederà alla formazione musicale.
Sono basita.
In più, ci saranno delle rappresentazioni teatrali per aiutare i bimbi a rappresentare dal vivo le stagioni e i quadri studiati.
Addirittura.
Naturalmente prevarrà l'aspetto ludico e semplice della faccenda.
Naturalmente.
Guardo con attenzione le maestre che ho di fronte e vedo due ragazze della mia età (giovanissime, quindi) con le guance imporporate per le emozione e la voglia di cominciare, oltre che di trasmettere ai bambini quello che sanno e hanno in mente per loro.
Che meraviglia!
Se penso al mio asilo, dove il massimo dell'evento era la coroncina di carta ritagliata per carnevale!
Sono veramente contenta, scommetto che al Topolo piacerà tutto questo, prima o poi.
Oggi, dopo le 3 ore mattutine, sono andata a riprenderlo.
Ancora sognante, dopo quello che ho sentito ieri sera, incautamente ho domandato:
- "Allora topolino, ti piace la scuola?"
- "No."
Appunto.

martedì 13 settembre 2011

Lettera aperta per il primo giorno

Amore mio piccolo, che sei diventato grande e ieri hai iniziato la "ppuola".
Amore mio bello, che adori il tuo zainetto nuovo ma che ancora non sai infilartelo e lo appendi al braccio come fosse una borsetta.
Amore mio, anche io ero emozionata, sai? Ti tenevo forte la mano, ma era perchè avevo paura anche io. Paura del posto nuovo, paura dei bambini nuovi, paura per le maestre, per la scuola in generale, paura per te.
Ti saresti trovato bene? Avresti fatto amicizia? Ti saresti divertito, almeno un pochino? Ti avrebbero trattato bene? Avrebbero capito il tuo carattere e il tuo modo di fare? Avrebbero saputo consolarti?
Pensavo a tutte quetse cose, mentre tu mi stringevi la mano e ripetevi "ppuola, ppuola" tra te e te, non sapendo cosa aspettari e cosa pensare.
E poi siamo entrati e io mi sono sentita piccina piccina, come un milione di anni fa, quando nelle scuole nuove non conoscevo nessuno e sarei tornata a casa all'istante, sotto le coperte.
Ma ora era il tuo momento e io ora sono la mamma e devo essere forte per te. E allora ho sorriso, ho cercato di rassicurarti, di incoraggiarti a entrare, a vedere i bimbi e i giochi nuovi. E lo so che stavi da solo perchè quando c'è tanta gente diventi nervoso. E lo so che non davi retta a nessuno perchè tu con gli sconosciuti non parli, e lo so che non ti sei seduto con gli altri a bere perchè tu fai tutto di testa tua e le regole non fanno per te.
Amore mio bello, ti guardavo e volevo abbracciarti, stringerti forte, portarti via, mentre vedevo lo sforzo incredibile che facevi per restare e non cercarmi troppo.
E poi quando dopo un po' mi hai detto "mamma, casa, gucco, ssione, papà" (mamma, portami a casa a bere un succo davanti alla tele, con papà) non ce l'ho più fatta e siamo andati via. 
Avevo le gambe molli.
Lo so. Lo so. Lo so. Lo so tutto, lo so. Ma non si può fare altrimenti.
Ti voglio bene e sono sempre lì con te.

lunedì 12 settembre 2011

I bimbi vengono da Marte, le bimbe da Venere

Confesso: in 2 anni e 1/2 di vita della creatura grande non sono mai andata in un negozio di giocattoli.
E vabbè. Ma con 8 nonni mi basta alzare il telefono e i giochi arrivano direttamente a casa, impacchettati e infiocchettati per la gioia di grandi e piccini.
Epperò con questa storia del gesso avevo deciso di fare uno strappo alla regola e di andare all'iper per comprare il kit del dottore (che, dagli anni '70, mi ricordavo essere composto da: stetoscopio, siringa, termometro, borsa dell'acqua calda, forbicine e altri ameniccoli).
Ok, reggetevi forte: il kit del dottore non esiste più. E già questa notizia mi ha lasciato di stucco (e di pergamena, mi sono sentita incartapecorita come la mia bisnonna. Ma tant'è).
In compenso ho scoperto che la corsia giochi è divisa in 2, una rosa e l'altra no.
Ora.
Lo sapevo anche io che i giochi in questo paese di medda (cit.) sono divisi, quelli dei maschi e quelli delle femmine, quello che ignoravo era il punto abissale cui siamo arrivati.
I giochi da maschi sono di due tipi: macchine e mostri di ogni tipo e orrore.
Punto.
Che in sintesi vuol dire: consuma petrolio e compra armi. Bon. Per il resto puoi essere decerebrato, non ci interessa.
Quelli da femmine sono di due tipi: fai la serva e dalla via.
Punto.
Ho visto, nell'ordine e tutto rosa: tostapane, microonde, forno, aspirapolvere, asse da stiro, lavatrice, asciugatrice, ombretti rossetti e lucidalabbra, carrello della spesa con spesa (se non altro), borsette, bambole, biberon, carrozzini e passeggini. Oltre, naturalmente, a tutto uno stuolo di Barbie "Corso Perrone"*
Un incubo rosa shocking!
Ma il pezzo forte era il carrello della donna delle pulizie: straccio (rosa), mocho (rosa), prodotti per spolverare, bastone per lavare a terra, spruzzini di vario genere e scopa (rosa). Mi è preso un colpo!!!
Che tristezza, siamo ancora alle pulizie, alla cucina e alle bambole che fanno il ruttino e la cacca.
Ma dai.
E perchè non fare anche il kit della badante? Un bel pannolone rosa, un piatto con minestrina, la borsa del ghiaccio e il termometro. Oppure quello della cubista: un fazzoletto rosa per la gonna, due tette di gomma, e due tacchi rosa applicabili a tutte le scarpe. 
Sto invecchiando, mi arrabbio per cose talmente trite che manco mia nonna.
Uff.
P.S. per la cronaca: in fondo in fondo, dopo gli orsetti e i sonaglini per i neonati ho scovato anche i puzzle e il  meccano. Peccato, i puzzle da femmina erano rosa (e con Hello Kitty) e quelli da maschi rossi (Cars). Sniff.


* "Corso Perrone" nella mia ex città è noto luogo di puttan tour

domenica 11 settembre 2011

Rientrati alla base

Siamo rientrati.
Passare in un solo giorno dalla casa al mare completa di due nonni e una bisnonna felici di accudire i nipoti alla casa in campagna completa di 19 lavatrici e nessun nonno in vista è uno shock senza precedenti.
Non sono passate 24 ore a sono già stremata.
Ma va bene così.
Domani il nano inizia la scuola materna e io sono molto, molto, molto emozionata (lui no, l'entusiasmo va tutto allo zainetto nuovo che sfoggia una coda di drago viola molto allettante).
Credevo di essere pronta, sono mesi che preparo le cose da portare. Ho comprato uno zainetto che non fosse nè di Cars o di Ben 10 e già c'è voluta tutta; la cartellina per i disegni, i pennarelli grandi e i bavaglini.
Insomma. Ho fatto il mio dovere con un sacco d'anticipo e ne sono orgogliona.
Poi stasera mi chiama l'amica L. e mi dice: "Ma tu domani porti tutto? Anche se facciamo solo l'inserimento?"
"Ma no, rispondo, solo pennarelli e cartellina"
"Ah, ecco - ribatte lei - quindi il lenzuolino copertina bicchiere posata tovaglietta asciugamano non li porti. Anche io pensavo di fare così".
Ugh! Ho scordato tutta 'sta roba?!?! Ma dove cazzzpita ho messo la lista? Eppure è qui appesa al frigo da mesi... Uhm... vediamo... cazzarola, c'è proprio tutta la lista!? Ma dove ho la testa???
Ma questo non è il peggio.
Il peggio è che tutte le cose devono avere nome e cognome sopra e l'asciugamano deve avere il cappiolino. Si prospetta una notte da piccola fiammiferaia a ricamare tutto quanto.
(Macchè, che vi credevate, pennarello indelebile e via e per il cappiolino van bene due punti con la pinzatrice! Alè! mamma 2.0!!!)

venerdì 2 settembre 2011

Antefatto 2

(CONTINUA DAL POST PRECEDENTE)

E ora, che si fa? Partiamo o no?
Che facciamo due settimane al mare con un Topolo ingessato che non può fare il bagno, nè castelli di sabbia, nè, buche nell'acqua, nè scivoli, altalene, ecc....???
Diamo un'occhiata al contratto di affitto dell'appartamentino preso in Toscana, naturalmente per una disdetta così tardiva c'è una penale aguzzina: ma non ci importa dei soldi, il punto è: il mare andrà bene o no?!
Avevamo scelto questa vacanza per lui, il Topolo, che corre sulla sabbia, si aggroviglia nelle onde, cade, si rialza, sta al sole e diventa nero come un cioccolatino nonostante la protezione 50, tutto per lui. E sarà l'unico a non divertirsi.
Mentre decidiamo il da farsi lui si lamenta nel letto, piange, chiede acqua, pipì, mamma, papà, si lamenta nel sono dice "male, male", una pena. Ho il cuore stretto di dolore al solo vederlo.
Vabbè, decidiamo di dormirci sopra, non possiamo decidere stanotte.
Il giorno dopo va già meglio: il nano è in piedi, che guarda il suo braccio e ripete tra sè e sè "ccale, 'dduto, male, totto'e, shessho" (scale, caudto, mi sono fatto male, sono andato dal dottore che mi ha messo il gesso), tutto sommato è lui, un po' ammaccato e accartocciato ma sembra stare bene.
Decidiamo di partire, l'idea di stare a casa, al solito parco giochi, con lui ingessato che non può nemmeno fare lo scivolo ci annienta.
Andiamo.
E ora siamo qui, nel nostro appartamentino sul mare, la spiaggia di sabbia, gli amici con altri bimbi, il secchiello, il canotto, il lungomare, il gelato la sera e tutto l'armamentario delle vacanze di mare.
Lui sta bene.
Lui è felice.
Il braccio viene fasciato nella pellicola Cuki tutte le mattine e se si bagna l'acqua non entra. Ha imparato a tenerlo alzato quando va in mare e sotto la doccia, costruisce castelli e scava buche con la sinistra, meno male che è mancino, mangia e beve con una mano sola. E' molto attento.
E a chiunque telefoni racconta la sua vicenda: MALE! CCALE! TOTTO'E! SHESSHO!
 E poi ride!
Noi siamo schizzaterrimi: un nano di 6 mesi e uno ingessato, al mare, non sono una passeggiata.
Ma tant'è. Lui sta bene ed è felice, e questa è l'unica cosa che importa.

giovedì 1 settembre 2011

Antefatto

Giovedì 25 agosto, a meno di 36 ore dalla partenza per le agognate vacanze al mare, la serata è tranquilla a casa dei campagnoli.
Tutto procede secondo la rigida tabella di marcia che vede alle ore 18:30 in punto l'inizio delle abluzioni serali di tutta la famiglia: Topolo inserito in vasca per primo, con il leone, la tigre e il cavallo di plastica, pronto per la fattoria acquatica. Ciccionetto e maritozzo sotto la doccia, un panetto di burro bagnato e garrulo viene insaponato a sciacquato tra gridolini di gioia.
 Per ultima, la mammozza, che sciaguatta sotto la doccia nitrendo e ruggendo per la gioia del Topolo vaschizzato.
Ore 19:00: Ciccionetto e maritozzo, vestiti e profumati, scendono in cucina, per la cena. La mammozza impiega i soliti 10 minuti per estrarre il Topolo dalla vasca, poi inizia a vestirlo.
Ore 19:15: la mammozza, nuda, cerca invano di vestirsi, ma un Topolo galvanizzato da 30 minuti di bagnetto impedisce ogni movimento:
- "Mamma, 'sione?" (mamma, posso vedere la televisione?)
- "Amore, fammi vestire e scendiamo insieme per 5 minuti di tele prima della pappa"
- "Mamma, 'sione?"
- "Amore, fammi vestire e scendo"
- "Mamma, 'sione?"
" Gabriele: ora mi vesto e scendo, lasciami le gambe"
-  "Mamma, 'sione? Eh? sione? sione? sioneeeeee? Mamma... SIONEEEE?"
- "Ok, senti, facciamo così: scendi da solo, io mi vesto e arrivo"
Ore 19:18: il Topolo afferra la sua capretta di Linus e inizia a scendere la rampa di scale.
TUM TUM TUM TUM ---- UAAAHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Oh santa pupazza!!!! E' caduto dalle scaleeeee!!!!
Mi affaccio e lo vedo: appiattito sul pianerottolo dopo l'ultimo gradino, urlante, le gambe ripiegate sotto di sè, un braccio malamente piegato sotto la testa. Corro a sollevarlo, lo appoggio sul divano, corre anche Luca, lo guardiamo, lo tocchiamo, lui non smette di urlare, un pianto straziante e lacerante, non riesce a smettere.
Alla fine lo vedo: il naso sanguina, la fronte è gonfia, la mano destra non si muove, il braccio non si muove, sta gonfiando ed è caldissimo: prendo il ghiaccio, glielo metto sul braccio, lui continua a urlare come un animale ferito, un urlo che perfora le orecchie.
Ok, mi dice Luca, vado in ospedale, tu resta a casa, è inutile portare anche il Ciccionetto.
Gli do dei succhi di frutta, dei biscotti, la tessera sanitaria, mettiamo il seggiolino davanti, almeno lo può tenere sotto controllo, prende il nano piangente e corre via.
Io resto da sola con Leo, sono ormai le 8, la sera si avvicina.
Leonardo, stremato da tanta paura, le urla del fratello, il nostro panico, ha una faccia stravolta, gli si chiudono gli occhi.
Alle 8:10 dorme.
Io mi accascio sul divano e inizio a piangere: è colpa mia, è solo colpa mia, l'ho fatto scendere da sola, l'ho lasciato andare, gli ho detto io di scendere, sono una madre degenere! Un mostro!
(sì, ma le scale le fa mille volte al giorno)
Non importa, è solo colpa mia
(sì, ma quando è stanco o ha sonno lo prendi sempre in braccio, stasera era bello sveglio)
E' solo colpa mia
(sì, ma gli hai insegnato a reggersi forte alla ringhiera, lo sai che lo fa sempre)
E' solo colpa mia
(è caduto mille volte, lo sai, è al limite dell'ipercinetico, è vivace, è distratto, fa cento cose insieme)
E' solo colpa mia.
Aspetto. Aspetto. Aspetto.
Mi immagino mille scenari, uno più catastrofico dell'altro: trauma cranico, braccia rotte, commozione cerebrale, gambe, dita, piedi, rotti.
Alla fine mi chiama Luca: piccola frattura composta al braccio destro, lo devono ingessare. ha anche un bozzo in testa, consigliano una notte in osservazione. Luca mi dice che il nano sta bene, è lucido, è tranquillo, decidiamo di firmare e portarlo a casa.
Dopo 2 ore tornano, vedere il piccolo braccio ingessato mi strazia il cuore. Lui è stravolto, viene messo a nanna, tra mille precauzioni, si lamenta nel sonno, ha la fronte blu e un gradino stampato sul naso.
Non è niente, mi dice Luca, guarda la lastra, è qui, vedi? Picccola piccola, una piccola frattura vicino al polso. Ne avrà per 25 giorni. 25 giorni?!? Fino al 18 settembre.
Mi metto di nuovo a piangere.
E ora????
Va da sè che il braccio non può essere bagnato, nè riempirsi di sabbia.
E ora???? Che facciamo????
Ci sediamo in cucina, un bicchiere tra le mani, ci manca poco che pianga anche Luca.
E ora????
(CONTINUA)