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lunedì 28 settembre 2009

Ella fu.

E alla fine, dopo 9 mesi + 5 mesi e mezzo di assoluta salute fisica (su quella mentale non mi sbilancerei) la campagnola è crollata sotto la scure di un'influenza con i fiocchi.
La parure di sintomi c'è tutta al gran completo: ghiandoloni, gola di fuoco, naso tappato, mal di testa e febbrina. Insomma, mi sento come se mi avessero fatto una gettata di cemento in testa (notare il parallelismo edile, come si confà a noialtri campagnoli).
E allora?
Come occuparsi di un Nanno nel pieno delle sue giovani forze senza avere manco la possibilità di scendere dal letto?
Per farla breve: Jeeg a casa a gestire il virgulto e io in vacanzaaaaa!!!!
Una meraviglia: giaccio nel letto avvolta nel silenzio, ogni tanto mi adagiano la belva affamata di fianco, allatto, e poi tutto ripiomba nel buio. Il marito si riprende il Nanno e lo riporta fuori.
Fine.
Niente corpo a corpo per cambiarlo, niente pipì - denti- colazione- vestirsi e lavarsi alla Fantozzi maniera per fare in fretta che sennò piange, niente sali / scendi dalle scale con il passeggino che in totale sono 16 kg di roba sulle spalle, niente passeggiatina con rugna, prendimi in braccio, ancora 2 minuti, daaai prendimi in braccio, ancora 1 minuto, UUUHHAAAA, ok ti prendo in braccio.
Niente di tutto ciò.
Solo io e il mio raffreddore.
Io e te, te e io.
In compenso, Jeeg , dopo solo 9 ore con il Nanno è l'ombra di se stesso.
"Sono un po' stanchino", ha detto l'ultima volta prima di caricarsi il passeggino e uscire di nuovo.
Ma va.
Scommettiamo che domani con il ghiandolone infoiato ci sarà anche qualcun altro?

venerdì 25 settembre 2009

Occhio per occhio, mutanda per mutanda

Il paesino è una graziosa cittadina, niente che dire: tranquilla, vivace il giusto, a misura d'uomo e di bimbo, la vita vi scorre con regolare pacatezza, pochi scossoni quasi nessuna sorpresa.
L'unica cosa, se mi posso permettere, che non mi aggrada particolarmente è la distribuzione dei negozi.
Non la quantità (quelli sono e quelli restano), nè la qualità (rispetto alla città hanno sicuramente una marcia in più), ma la scelta.
E' una cosa che mi ha lasciato perplessa fino dai primi mesi, visto che al paesino ci sono essenzialmente 2 tipi di negozi: Ottici e Intimo.
Nelle tre vie principali ho contato 9 negozi di ottica e 7 di intimo. Attenzione, non stiamo parlando di vie lunghe chilometri, ma viuzze centrali di media lunghezza.
Occhiali e mutande, bizzarra accoppiata.
Chissà perchè, poi.
Forse abbiamo trovato la risposta alla domanda di Venditti "ma come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati?": bè, se sono di qui è presto detto, occhiali e biancheria intima di pizzo.
La cosa buffa è che sono tutti vicini, spesso dirimpettai, un ottico a destra, uno a sinistra. Una mutanda al civico 8, un'altra esposta al 10.
Boh.
In compenso ci sono pochissimi negozi di scarpe, e per una amante delle calzature come me è una vera tragedia. I pochi che ci sono inoltre non hanno il mio numero, pare che mettere in vendita il 41 comporti l'abolizione del 35. Misteri dello shopping.
Che disgrazia.
Ma pazienza, la città è vicina, farò presto dei raid punitivi e rifornirò il guardaroba ;))

mercoledì 23 settembre 2009

Di transumanze e altre migrazioni

Calano le tenebre a casa dei Campagnoli e, come ogni notte, a parte il lieve grattare del topo in mansarda (un topo vero, in carne e coda), tutto tace.
Jeeg ronfa serafico, la campagnola giace incosciente in un sonno senza sogni, il Nanno sibila e sbavetta nel suo lettino.
All'improvviso un grattare di unghiette sul lenzuolo segnala che il momento è arrivato: il Nanno si sveglia, intona un paio di vagiti, volge la testa a destra e a manca per assicurarsi che nessuno lo veda e...oplà!!! con un rapido colpo di gambe si sposta verso la campagnola.
Altra occhiata fulminea, un veloce sollevamento del bacino e voilà! altro balzo a raggiungere il lettone.
Ormai ha superato il bordo del suo lettino ed è sconfinato accanto alla campagnola.
La quale, sentendosi gli 8 chili della creatura spingere sulla schiena, gemendo e mugugnando striscia verso il marito.
Altro grattare di unghiette e tra un vorticar di braccia, uno spingere di ginocchia un puntellare di piedini... il Nanno aderisce nuovamente alla sua mamma.
A questo punto mi sveglio.
Mi sollevo sulle braccia e quello che vedo mi sconcerta: Jeeg dorme in bilico sul suo lato di letto, basterebbe un soffio a farlo rotolare a terra; io non ho più spazio, sfrattata totalmente dal mio posto.
In mezzo al lettone, spalmato a pelle d'orso, finge di dormire quel gran burlone del Nanno, un lembo di lenzuolo in bocca e un filo di bava sulla guancia.
Hai capito! cerca di fregarmi.
E va bene.
Scavalco il Nanno e mi ri - sdraio al mio posto, mezza nel lettone, mezza sotto le coperte del lettino.
Silenzio.
Dopo pochi minuti... grrr grrr ( unghiette) e stunf! sdeng! sping! scavalc! il nanno avanza ancora e aderisce a Jeeg.
A quel punto il lettone è finito: Jeeg apre le sue grandi braccia, piega le ginocchia e accoglie il Nanno accanto a sè.
E così, tra un russare sommesso e uno sbavare ciuccettante, padre e figlio si addormentano l'uno nelle braccia dell'altro.
A quel punto posso finalmente riaddormentarmi, anche perchè alla fine mi è rimasto quasi tutto il lettone!
Evvai!

martedì 22 settembre 2009

Ndò kojo kojo

(O meglio: Ndò pijo pijo)

La visita mensile alla nostra beneamata pediatra Magò ogni mese che passa diventa sempre più esilarante.
Ieri abbiamo toccato vette sublimi, e meno male che il Nanno sta sempre bene perchè così posso apprezzare appieno il copione, senza distrazioni.
Lo sketch di ieri si intitolava "Lo svezzamento".
Dopo la visita di routine (sempre per gli appassionati: kg 8,640 - cm 74), mentre rivestivo la creatura, Magò si è seduta alla scrivania e ha vergato a mano La Ricetta.
La Ricetta, bisogna dirlo, è come una formula magica invariata nei secoli che si tramanda per via matrilineare perchè, appunto, viene consegnata alle trepidanti mamme accompagnata da solenni parole: non avrai altra ricetta che questa che ti sto consegnando. Essa è unica e insostituibile, ogni seppur minima modifica provocherà cataclismi e sciagure tali da farti pregare di non essere mai esistita.
Così parlò Magò. Augh.
Ed eccola qui la ricetta:

- acqua di bottiglia ("perchè quella del rubinetto ha il cloro")
- 1 carota, 1 patata, 1 foglia di bietola ("nessun altra verdura, sono pesanti")
- liofilizzato di carne Miellin ("sono i migliori")
- farina di riso Mallupa
- olio di oliva Psalmon
- niente sale
- parmigiano

Dovrei somministrare al Nanno questa sbobb... ehm.... pappa per circa un mese.
Un mese. sempre la stessa. senza sale. tutta roba finta, di marca, stracara.
Dopo un mese, posso sostituire il liofilizzato Miellin con l'omogeneizzato Psalmon e la farina di riso con la pastina, sempre Mallupa.
Un altro mese. sempre senza sale. sempre le stesse 3 verdure. sempre di marca, finta, stracara.
E la tetta? La cara, vecchia, spelacchiata tetta che ci ha portato fin qui in questi 5 lunghissimi mesi?
La tetta viene relegata ad un ruolo secondario, per così dire, dovendo comparire, ahilei e ahinoi, solo 4 volte al giorno.
E come no.

Cara Magò,
è evidente che non guardi i bambini che hai davanti, altrimenti avresti capito che il Nanno è un bambino curioso, vivace, che si annoia facilmente, oltre che vorace e pretenzioso.
Anche solo ventilare l'ipotesi di una pappona sempre uguale, settimana dopo settimana, farebbe cadere in depressione sia me che lui.
E poi.
Perchè non posso usare il cibo vero?
E l'acqua del rubinetto, stra- controllata e stra-sicura?
Perfino l'olio deve avere quella etichetta?
Ah già. Mi ero dimenticata che tutte quelle marche ti servono a mantenere il tuo mega SUV da 50.000 €!
Cara Magò, io ti ringrazio comunque, perchè almeno capisco come mai tanti bambini di oggi hanno problemi con il cibo, tante intolleranze, inscenano tanti rifiuti e perchè lo svezzamento è vissuto spesso in modo tanto difficile.
A proposito, ti è giunta voce che non si chiama più svezzamento ma "Alimentazione complementare a richiesta"? Indovina complementare rispetto a cosa?
Ma guarda un po'.
Alla tetta.

lunedì 21 settembre 2009

Del perchè lo dico io e basta

Mai avrei immaginato, prima di restare incinta, che il mestiere di mamma avrebbe richiesto tanto sforzo e tanta fatica.
No, non sto parlando della fatica quotidiana, dei nuovi orari, delle responsabilità, dello sforzo per adeguarsi a ritmi diversi e ad una vita totalmente rivoluzionata.
Sto parlando dello sforzo e della fatica per riuscire a seguire il proprio istinto, le proprie intuizioni nonostante il gran vociare di amici, parenti e conoscenti che, bontà loro, in ogni caso devono elargire qualche suggerimento.
All'inizio è difficile: la voce interiore c'è, ma è flebile, insicura, sovrastata dall'abnorme quantità di credenze che raggiungono la neo-mamma.
Poi il bimbo cresce, si acquista sicurezza, l'intuizione si fa coraggio, si fa strada fra le tante opinioni e, guarda un po', ha quasi sempre ragione.
Però non è facile.
Noi, come genitori, sin dai primi giorni di vita del nostro bimbo, avevamo delle idee su come educarlo, su come crescerlo, ma soprattutto io come mamma sentivo cosa era giusto fare, sapevo dentro di me cosa era giusto per lui, ma ho incontrato enormi resistenze a fare passare il concetto che la mia intuizione indicava la giusta direzione.
L'impressione è che si sia persa totalmente la fiducia nell'istinto, sia materno che paterno, per dare invece ascolto al parere di "esperti", che niente hanno a che fare con il bimbo nel qui e ora ma che, in quanto già genitori, la sanno più lunga di tutti.
Non parliamo poi di pediatri o puericultori, in questo campo le mode vanno e vengono ad una velocità tale che credo persino loro fatichino a seguirle.
Il nostro bimbo ha solo 5 mesi, ma già abbiamo dovuto affrontare spinosi dilemmi relativi al dove e come farlo dormire e addormentare, come farlo mangiare e ogni quanto, come vestirlo, cosa dargli da bere ( o non dargli affatto), tenerlo in braccio o meno, ecc... argomenti che ogni mamma conosce fin troppo bene.
E allora? Che fare in questi casi?
Paradossalmente, l'unico strumento valido che abbiamo trovato per arginare il gran bailamme dei consiglieri, è stato quello di informarci, di girare in rete e trovare blog o siti che riportino informazioni valide, titoli di articoli o libri, risultati di ricerche e acquistare dei manuali che riportassero le nostre stesse opinioni e recitare come un mantra le nostre convinzioni: non siamo noi a pensare così, lo dice il Dottor XXYZ, e noi seguiamo fedelmente il parere degli esperti!
Lo scopo è quello di dimostrare che, sebbene mettiamo in atto comportamenti ritenuti bizzarri, inusuali o (orrore!) addiritura anticonformisti rispetto alle mode del momento, lo facciamo supportati dalla teoria, dalla conoscenza scientifica e, quindi, siamo genitori perfettamente responsabili.
Semplicemente dire che agiamo in un certo modo "perchè noi sentiamo e pensiamo così" non sortisce gli stessi risultati, anzi, aumenta il gran coro dei consiglieri che tentano in ogni modo di riportarci sulla retta via.
Che pasticcio.
A volte mi sembra di vivere una doppia vita: quella ufficiale, la bella copia diciamo, da presentare al pediatra, ai conoscenti, al parco, infarcita da mezze verità, mezze bugie, comportamenti standard e uniformati.
E poi quella vera, clandestina quasi, in cui posso finalmente dire e fare ciò che ritengo più giusto per il mio bambino, infischiandomene serenamente dl parere altrui.
E così, tra un "Besame Mucho", un "Bebè a costo zero" e un "Io mi svezzo da solo!" andiamo avanti giorno dopo giorno nel nostro quotidiano confronto con il mondo là fuori.
Un grazie a tutti coloro che diffondono e credono nella libera informazione e nel circolare delle idee.

venerdì 18 settembre 2009

Padellate come se piovesse

"Ma perchè poi fate piangere il bambino in questo modo...!!!!"
(così apostrofommi con evidente disprezzo una signora all'ikea)

Cara signora che ti incontro all'ikea di venerdì mattina che Jeeg ha preso ferie per venirci perchè di sabato c'è troppa gente e non si può girare, tu poni una domanda sensata: perchè facciamo piangere il bambino in questo modo all'ikea?
Davvero non ti vengono in mente risposte utili in quella tua testolina ripiena di tofu?
Secondo te perchè?
Perchè ci divertiamo?
Perchè non abbiamo altro da fare?
Perchè non avevamo altro posto dove farlo piangere e, siccome siamo degli snob, ogni giorno lo portiamo in un posto diverso e oggi è toccato all'ikea?
O forse perchè, anche se ci è nato un infantolino e ci facciamo un mazzo così da mane a sera per tirarlo su con tutti i crismi, la vita va avanti e bisogna pur uscire di casa e fare delle cose per il prosieguo appunto della vita stessa?
Di quante baby sitter pensi che disponiamo?
Chi credi che possa andare al nostro posto a ordinare mobili?
E comunque: ma perchè non ti fai una forchettata di c***i tuoi?!

Scusate eh, ma a me questi che passano e sentenziano non so se si è capito ma mi stanno proprio sulle balle!

mercoledì 16 settembre 2009

Corso di massaggio: 2a puntata

Stavolta, memore della puntata precedente, ero pronta: tappi nelle orecchie, tette già calde (ehm! già pronte, intendo), mani piene d'olio e una fiera determinazione a farcela.
Entriamo e... 3...2...1... UAHHHHHH!!!!
Ma porc!!!
Insomma, stesso identico copione della volta precedente: tetta, isteria diffusa, mugolii, biscia impazzita, contorsionismo, gamba di legno.
Mi perdo il massaggio sulle braccia e quello sul petto.
Riesco a sdraiarlo per il massaggio sulla pancia, che il Nanno sembra quasi apprezzare.
Alla fine, sembra quasi rilassato.
Incredibile.
Un Nanno rilassato è un'esperienza quasi mistica: silenzioso, morbido, "pieghevole", de-bavizzato.
Wow.
Chissà che alla 5a lezione io riesca a farlo addormentare?!? (Come no, poi mi sveglio tutta sudata).

venerdì 11 settembre 2009

Come si cambia

Non più giuliva, ma pur sempre campagnola.
E' così che mi sento, ammesso che a qualcuno possa vagamente importare.
Diciamo che dopo 3 anni al paesino l'entusiasmo scoppiettante per l'abbandono della metropoli tentacolare è un po' svanito, è subentrata una certa consuetudine.
Invece, l'entusiasmo (e lo shock, ammettiamolo) per il drastico cambiamento di vita imposto dal Nanno è ancora fresco e tutt'altro che assorbito.
E allora eccomi qui: Mamma li turchi!
Mamma sì, ma con un ospite straniero cui dare asilo, conforto, nutrimento.
Naturalmente non parla la nostra lingua.
E, manco a dirlo, non si capisce facilmente di cosa esattamente ha bisogno.
E così, tra un misunderstanding e un qui pro quo, la nostra eroina va avanti giorno dopo giorno.
Speriamo di imparare presto l'uno la lingua dell'altro, non vorrei continuare a brancolare nel buio ancora a lungo.

giovedì 10 settembre 2009

Mare: istruzioni per l'uso

Nato in campagna, deportato in montagna per 3 lunghe settimane, reimpatriato a forza nel ritmo lento del paesinoe, infine, sceso al mare in un settembre di sogno.
Il Nanno globe trotter fin'ora ha mostrato una capacità di adattamento stoica e una indifferenza quasi totale a tutti i climi e a tutti i paesaggi.
La maestosità delle Dolomiti, l'infinita distesa dei prati, il verde brillante degli abeti, gli hanno fatto un baffo.
L'abbiamo portato sui laghi di montagna: niente.
Fatto salire a 2ooo metri con i ghiacciai di fronte: ha sbadigliato.
L'abbiamo portato a funghi, a mangiare lo strudel e bere il latte appena munto: si è addormentato.
Poi ha visto il mare.
Ha visto il mare e il mare se l'è mangiato.
I primi 3 giorni è stato immobile, lo sguardo fisso sulle onde, il pollice stretto nei pugni come quando è nato, le gambe tese. Non una parola, un vagito, un gorgheggio, una goccia di bava è uscita dalle sue labbra.
Tutto il suo essere era teso a guardare, guardare e capire cosa diavolo fosse quella roba lì in movimento, tutta quell'acqua, dove andasse, che rumore facesse, che odore avesse.
La tramontana di settembre gli passava sulle braccina nude.
Le onde si infrangevano sui suoi piedini.
Il sole del mattino gli dorava le piumette sulla testa.
E lui stava lì zitto e immobile.
Poi, il 4° giorno, ha deciso che il mare gli piaceva.
Da quel momento il Nanno al mare è festa grande, un capodanno, un carnevale di gridolini, di bava impazzita, di braccia tese e gambe saltellanti.
Lo metto in acqua fino alle caviglie, ne vuole di più.
Lo immergo fino al pannolone, ne vuole di più.
Lo immergo fino alle spalle: è finalmente felice.
E poi, quando è stanco di acqua, onde, e sole in viso, lo sdraio sul lettino nudo e questa è l'apoteosi.
Potere sgambettare nudo, con il vento sulla pelle, poter fare pipì nel vento e ciucciare un grande asciugamano salato...ragazzi... questa sì che è vita!
E pensare che sia io che Jeeg veniamo da lunga tradizione montanara e non sopportiamo il mare per più di 5 giorni.
Mi sa che qualcuno cambierà idea (e non credo sarà quello basso).

lunedì 7 settembre 2009

Tra sogno e realtà

Sono passati quasi 5 mesi da quando è nato il Nanno e ancora non ho imparato la prima legge del genitore: oggi è oggi, domani è un altro giorno e sicuramente sarà diverso da quello che hai passato fino ad ora.

Ogni ora è diversa dall'altra, impossibile avere certezze, orari, schemi, poter dire con serenità “il mio bimbo fa così e cosà” perchè così e cosà sono adesso, in questo momento, fra un'ora saranno diversi.

In realtà, se si riesce a realizzare questo modo di vivere, si realizza una delle più grandi Verità della nostra esistenza: vivere nel qui e ora, essere in ogni momento, senza passato e senza futuro.

Inutile dire che è difficilissimo.

E' difficile in generale, figuriamoci per una come me, rigida e abitudinaria, che se non ho tutto sotto controllo esco pazza d'ansia.

E così.

Siamo qui a 2 passi dal mare, con un'arietta frizzantina che invita al sole e all'aperto, con vie stracolme di negozi, parchi nuovi di zecca che il Nanno non ha mai visto, infinite possibilità di divertimento e che succede? Siamo in casa.

Il Nanno stanotte non ha quasi dormito per il male ai dentini che stanno per uscire e stamattina era intrattabile come una vipera: dopo un giretto di un'ora sono dovuta rientrare di corsa, le urla del Nanno perforavano i timpani.

Ora dorme.

Chissà che succederà oggi pomeriggio?

E stanotte?

E domani?

domenica 6 settembre 2009

Con quella faccia un po' così...



In realtà non è vero che l'estate è finita, in un colpo di coda settembrino io e il Nanno ci siamo trasferiti da Nonno Flemma e Nonna Chioccia nella vanitosa Riviera di Levante.

Arrivati nel tardo pomeriggio ho preteso di andare al mare immediatamente, nonostante l'ora tarda e la stanchezza di tutti.

Cavolo.

Tre anni in campagna e già mi è cresciuta un'anima campagnola: guardavo rapita i colori, il mare, l'abbronzatura di chi al mare ha trascorso un'intera estate, i parei, le infradito, la varietà di una moda che, evidentemente, nel nostro paesino non arriverà mai.

Mi sono tuffata in un mare algoso e torbido come un'invasata, un mare francamente sporco che, solo 2 estati fa, avrei inevitabilmente snobbato.

Il Nanno aveva gli occhi spalancati dalla stupore: colori, suoni, odori sconosciuti investivano la sua testolina, aveva una bava di meraviglia lunga così.

Nei prossimi giorni cercherò di portarlo in spiaggia, vediamo se riesco a fargli fare un bagnetto e prendere confidenza con questo nuovo elemento.

Alle prossime puntate!

mercoledì 2 settembre 2009

Corso massaggio: 1a puntata

Premessa: la Regione dove viviamo (sempre sia lodata) offre gratuitamente un corso di 5 lezioni di massaggio infantile per bimbi fino a 8 mesi. Il corso si tiene al consultorio locale, condotto da un'ostetrica. Si porta solo l'olio di mandorle e il bimbo, tutto il resto (materasso, traversine, materiale didattico) lo mettono loro.





La vita con il Topolo è come le montagne russe: si sale lentamente, piano, piano, sempre più in alto, sempre più su... si trattiene il fiato... poi si arriva in cima... si chiudono gli occhi e poi.... giù! In una discesa senza fine, tutto il corpo in panico e la preghiera che tutto finisca e torni la calma.

Ecco.

La prima lezione del corso di massaggio infantile io la descriverei così.





Siamo 5 mamme, le stesse del corso pre parto: grandi saluti, abbracci, racconti di parto e vita con bimbi, commozione, carezze e sorrisi ai bimbi, insomma un bel clima di allegria e mammitudine. I bimbi sono bellissimi, alcuni abbronzati, altri cicciotti, tutti con la manina in bocca e sorrisi sdentati.

Entriamo nella sala massaggio. Fa un caldo torrido. Io comincio a sudare, ben sapendo che il Topolo mal sopporta il caldo e infatti... 3... 2... 1... UUAAHHHH!!!! (mammaaaaa, ma dove mi hai portato? Fa un caldo pazzesco!)

Tutti gli altri bimbi si lasciano svestire e sdraiare sul materassino, io sono in piedi con il Topolo urlante in braccio, sempre più accaldato lui, sempre più sudata e nervosa io.

Le urla aumentano di livello, l'ostetrica spiega, ma nessuno sente.

Sfodero il Jolly e lo attacco alla tetta.

Silenzio.

Respiro di sollievo.

Però lo guardo ed è congestionato dal caldo. Ma come fanno gli altri? Tutti i bimbi sono serenamente sdraiati, sorridono alle mamme, ciucciano la manina, si guardano in giro beati.



Io ho un'idorvora attaccata alla tetta, che mentre ciuccia mugola e si lamenta (mammaaaaa... fa caldooooo... ma cosa facciamo quiiiii....).

Chiedo timidamente di aprire almeno la porta.

L'ostetrica apre sia porta che finestra: meno male, si comincia a respirare. Cerco di rilassarmi.

Stacco il Topolo dalla tetta e lo sdraio, pregando in cuor mio che non ricominci a gridare.

Mi cospargo le mani di olio e tutti insieme iniziamo a massaggiare le gambine.

Ora, io mi chiedo: ma perchè per una volta, su una cosa non possiamo essere uguali agli altri?

Tutti i bimbi sono tranquilli: sdraiati in silenzio, si ciucciano la mano guardando la mamma, le gambine morbide e rilassate.

Tutte le mamme sono pacifiche: accarezzano le gambine dei loro bimbi, massaggiandole delicatamente, sorridendo e sussurrando a bassa voce.

Poi ci siamo noi.

Il Topolo si contorce come un invasato, fa il numero della biscia impazzita, tende le gambe e solleva il bacino, sbatte le braccia tese sul materasso, tenta di aprirsi il pannolone con le unghie, si ciuccia la mano in modo osceno, con risucchi e iper produzione di bava, mugola e strilletta facendo ogni volta temere il peggio.

Io sono calma come se fossi seduta sull'orlo di un vulcano: l'unica cosa che penso è speriamo che non inizi a urlare, per favore fa che stia sdraiato e zitto, ancora un po' e finiamo, coraggio, ce l'abbiamo quasi fatta.

Alla fine, dopo un'oretta, sono stremata e sudata fradicia.

Rivesto il bimbo in fretta, cercando di uscire al più presto quando, nel silenzio generale, il Topolo tira un rutto che fa tremare le pareti.

Lo guardo costernata. Ridono tutte, in un coro di “salute!”, “buono il latte, eh?”, “ti piace la tetta?”.

Io arrossisco. Prendo tutte le nostre cose e cerco di filarmela.

Il Topolo mi sorride e con aria birichina... PPRROTTT!!! una sonora puzzetta rompe il silenzio

La prossima volta mi porto una vanga.

martedì 1 settembre 2009

E se...

Come tutti i giorni esco di casa per andare al parco e, passando davanti all'edicola in piazza, lancio un'occhiata ai DVD esposti in rassegna:

“Ma guarda - dico a Jeeg– vendono la prima serie di E.R. Con i primi episodi”;

“Non l'ho mai vista – replica lui (forse un giorno vi racconterò la vita di Jeeg prima di metterci insieme) – di cosa parla?”

“Mah... storia di un pronto soccorso americano, vedi, ci sono anche tutti i protagonisti...Ciccio, Carter, la Hathaway, il dottor Ross...”

“ Ma quello è George Clooney? Com'era giovane...”

“Eh sì, pensa che George faceva il pediatra!”.





Il pediatra.





George Clooney giovanissimo faceva il pediatra.





Improvvisamente scompaiono la piazza, l'edicola, jeeg e mi appare uno studio medico con George che mi guarda e mi dice “venga signora, mi porti pure il Nanno ”.

Sgomento.

Se George Clooney fosse il pediatra del Nanno credo che potrei trasformarmi in qualunque cosa: 5 pasti? Ma anche 1 solo, dottore, basta chiedere! Niente più tetta a richiesta? Solo 2 ore di sonno a notte? Imparare a camminare a 4 mesi?

TUTTO CIO' CHE VUOLE DOTTORE!!!

Ah... se George fosse il pediatra del Nanno ... credo che potrei inventarmi anche delle malattie, o forse chiederei dei consulti, oppure avrei bisogno di essere confortata (si sa come sono apprensive le mamme!), magari potrei anche trafserirmi vicino al suo studio... in caso di emergenza non si sa mai!





Mmmh... Tutto sommato è un bene che il Nanno abbia Magò come pediatra, mi sa che la sua salute ne ha sicuro giovamento!