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venerdì 20 agosto 2010

Di fratellini e altre minacce

Insomma, parliamoci chiaramente: quando il maritozzo ed io abbiamo deciso di avere un altro figlio non è stato per tirare un tiro mancino al Topolo.
Nè per rendergli la vita un inferno.
Nè, tantomeno, per trasformarlo in un bambino infelice, frustrato e geloso per il resto della sua vita.
(a volte è bene dirle queste cose).
Il nostro intento di sventurati figli unici è semplicemente quello di essere in 4, di essere " di più", di condividere nel numero massimo consentito di persone l'amore e la gioia di essere una famiglia.
E, perchè no, di dare un amico speciale, un compagno di giochi, una persona in più da amare al Topolo.
Detto questo, non capisco perchè invece tutti i parenti allarmino più o meno velatamente questo povero bimbo di 16 mesi con minacce crudeli e sadiche, vedrai, gli sussurrano all'orecchio, fra poco non sarai più solo ehehehe, altro che capricci, ihihih, altro che mamma qui, papà là, uhuhu, vedrai... vedrai....
Ma vedrai che!?
Qualcuno gli dice che con il fratellino/a dovrà scordarsi i regali e le attenzioni, altri che nessuno lo considererà più, certi altri che dovrà cedere tutti i privilegi e i giochi al più piccolo.
Mia suocera, poi (figlia unica nd.r.), continua a dire che sarà meglio che torni al nido a settembre, anche se siamo a casa dal lavoro in 2, altrimenti, quando nascerà l'altro, "avrà uno shock".
Al maritozzo dice di smettere di prenderlo in braccio, altrimenti, con l'altro, sarà un trauma.
E' arrivata a dirci che "potrebbe regredire mentalmente" alla nascita del fratello (sic).
Addirittura.
Potrebbero cadergli le unghie, storcerglisi i piedini, potrebbe smettere di camminare o persino di mangiare!!!
MA PER FAVORE.
Qualcuno vuole spiegare, cortesemente, a questa gente che potrebbe anche darsi che vada tutto bene, che a parte qualche litigio, i 2 potrebbero persino volersi bene e che, orrore, riuscirebbero a fidarsi l'uno dell'altro e a diventare straordinariamente amici?
Fatelo voi, vi prego, io non ne ho la forza.

lunedì 16 agosto 2010

Parole, parole...

Ha uno sguardo così intelligente, gli manca solo la parola!

La mia prof. di Tedesco, 1000 anni fa, sosteneva che per sopravvivere in un paese straniero era sufficiente conoscere i numeri da 0 a 10. Con quelli, diceva, era possibile prendere un taxi, pagare un albergo, ordinare al ristorante, ecc...
Oggi come oggi le telefeonerei per dirle che, in effetti, per cavarsela in un paese straniero basta meno, molto, ma molto meno.
Prendiamo il Topolo, ad esempio.
Egli non conta, nè conosce i numeri da 0 ad alcunchè. Non parla affatto, dice solo una parola (e non è mamma): la sua parola è VADDA' (= guarda).
Guarda che? Non si sa.
Vaddà!
Guarda cosa amore? Le nuvole? Gli alberi? Il tavolo? Il tappeto?
Nulla. Il "vaddà" è seguito dal silenzio, come il compagno di scompartimento che indica estasiato fuori dal finestrino, un punto imprecisato del pianeta, ma non intende nulla di preciso.
Guarda...ehhhh.... ahhhh.
Bon.
Per il resto il nostro eroe se la cava egregiamente con un imperioso MMM MMM, con le dita della manina che si muovono a dire porta un po' qui (la pappa, la tua penna, l'acqua, il giochino).
E noi, umani straordinariamente dotati, interpretiamo alla perfezione ogni suo gesto.
Non parlerà mai.
Diventerà come Rex, canino commissario, obbedirà agli ultrasuoni e scodinzolerà felice per ogni panino con la mortazza che gli verrà lanciato.
Arf.

giovedì 12 agosto 2010

Di Fagiolini e co.

E venne il giorno della prima eco al nuovo fagiolino: stesso ospedale, stesso ginecologo, stesso angusto ambulatorio, solo io diversa. Intanto sola, visto che il maritozzo era a casa con il Topolo e poi sicuramente meno emozionata. Insomma, quando l'ho visto lì nella pancia, disteso come su un'amaca, lo sfarfallio del cuoricino... bè, una lacrimuccia è scesa lo stesso.
Però è tutta un'altra cosa.
Nel frattempo stiamo cercando di raccontare al Topolo quello che succederà a partire da marzo prossimo, che avrà un fratellino o una sorellina, che non sarà più solo, che sarà bellissimo essere in 4, ecc.. Secondo me siamo pure convincenti, visto che entrambi siamo figli unici (o quasi, ma questa è un'altra storia) ma tant'è... chissà come la prenderà.
Per stasera chiudo, l'unica cosa che è uguale all'altra volta è una stanchezza tale che mi casca la testa sulla tastiera.
Good night and good luck.

lunedì 9 agosto 2010

E adesso?!

Che lo spirito della Montessori si manifesti e discenda in me,
povera madre sventurata, che fino a ieri diceva io le sgridate no,
io gli scappellotti no, io e la pace dei sensi siamo una sola cosa
e che oggi, al compimento del 16° mese del Topolo,
le prudono le mani ogni 20 secondi

e si ritrova ad urlare come e più di Vanna Marchi avvolta dalle alghe.
Ugh.

Insomma, siamo tornati.
La versione bucolica della settimana in montagna vede un'allegra famigliuola (mammozza, maritozzo, Topolo, nonna Giudix, nonno ruggito, bisnonna Irmetta) riunita in una ridente vallata valdostana ad ingozzarsi di fontina e salsiccia, sotto un sole terso e teso, a passeggiar tra fiumi e prati cantando la Montanara uè a squarciagola e vissero tutti felici e contenti.

La versione reality della stessa vacanza vede la suddetta famigliuola di 5 adulti riunita con un solo scopo: tenere a bada un 16mesenne alto come un comodino in stato di avanzata nevrosi isterica e narcisismo imperante (e se ve lo dice una psicologa prendete la diagnosi per vera).
E in braccio no.
E a piedi no.
E la mano no.
E tu vai a destra e io a sinistra.
E tu sali e io scendo.
E mangio la terra.
E mangio i sassi.
E bruco l'erbetta.
E salgo lo scivolo al contrario e poi piango perchè precipito da solo.
E la frutta no.
E lo zucchino no.
E la salsiccia sì.
E tutto quello che dici tu NO! E tutto quello che voglio io SI'.
Non va bene?
UUAAAHHHHHHHHHHHHH
(segue numero della biscia impazzita, riverso a terra, la schiena inarcata, gli occhi imploranti e le mani protese ad un invisibile santo che mai arriverà).
Ordunque.
Dimenticati i libri sull'educazione serena e democratica, accogliente, accomodante, "ferma ma dolce" (Tata Lucia), un solo pensiero mi viene in mente: SI FA COME DICO IOOOOOOO, CAPITOOOOOOO!!!!!
Acc.
Il mio aplomb mi ha piantatto in asso.