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venerdì 28 novembre 2008

Passi da gigante

Allora, la situazione è questa: nevica da stanotte, fiocchi ciccioni e pesanti, abbiamo già 30 centimetri di neve sulle trade e non accenna a smettere.
Ma guardate un po'.... sto scrivendo un post... quindi significa che sono in ufficio!!!
Insomma, sono riuscita a venire al lavoro e per un' ex cittadina non è poco.
Abbiamo messo le gomme da neve ( e non le stupide catene), avevamo gà una bella pala per spalare la neve intorno alla macchina (che non si chiama "vanga"), ho tirato fuori i sobri doposci acquistati l'anno scorso (e non i Moonboot tamarri) mi sono vestita "normale" ( e non da Totò e Peppino alla stazione di Milano) e sono venuta al lavoro.
Mi sono comunque presa della "cittadina" perchè avevo i doposci e non degli scarponcini, ma pazienza, rispetto all'anno scorso ci siamo paesinizzati alla grande!!!
Seguiranno foto dettagliate della copiosa nevicata, per il momento... Buona neve a tutti!!!

giovedì 27 novembre 2008

A me mi piace

Felicità è una grande piscina ripiena di acqua, acqua termale, calda, tanta, con le bolle, dove nuotare, fare le capriole, immergermi tutta tutta, galleggiare e farmi trasportare dalla corrente.
Felicità è uscire dalla piscina di acqua calda termale e spostarmi nel bagno turco, annebbiata dal vapore, cullata dallo sgocciolio dell'acqua calda, dove stendermi sulla pietra calda e lasciare andare una settimana di lavoro.
Felicità è uscire dal bagno turco e infilarmi nella mitica "doccia emozionale", con acqua nebulizzata aromatizzata al mandarino, sotto una luce tropicale color arancio, acqua tiepida che rinfresca e tonifica.
Felicità è uscire dalla doccia, avvolgermi nell'accappatoio e sdraiarmi sul lettino in betulla con una tisana calda in mano, chidere gli occhi e non pensare a nulla.
Felicità è rifare il giro, piscina- bagno turco - doccia- tisana più volte, fino a che le ossa sono sciolte e i muscoletti frollati come pasta fresca.
Mai come in questo periodo ho bisogno di caldo, di acqua, di coccole e leggerezza.
Che dite, mi uscirà un Gamberetto lessato?!?

Il mio regno per un GARAGE

Ci risiamo, di nuovo Novembre, di nuovo freddo, di nuovo ghiaccio, di nuovo a sbrinare la macchina.
Stamattina -5°, la macchina incastonata nel ghiaccio come un branzino al sale.
In città la parola "garage" aveva un solo significato: PARCHEGGIO. Avere un garage significava evitare di girare come babbei sotto casa per ore, passando e ripassando per le stesse vie più e più volte, vie anguste, in salita, strette e piene di macchine e scooter.
Conosco persone con appartamenti minuscoli di 40 mq, con mutui e bollette da pagare, debiti ovunque ma felici possessori di un garage microscopico, pagato a peso d'oro, ma pur sempre un garage.
Qui, nella tundra semi-polare della campagna, la parola "garage" ha tanti significati: innanzitutto magazzino, dove riporre compressori, tagliaerba, motozappe, vanghe, forconi e chi più ne ha più ne metta.
E poi "ricovero, riparo": la macchina messa in garage non ghiaccia, non gela, non si ricopre di galaverna nè di neve, non va sbrinata al mattino nè lasciata accesa 10 minuti in attesa che la temperatura interna salga al di sopra dello zero termico. Insomma, una salvezza.
In attesa che il nostro fienile venga trasformato nel garage più grande del mondo, vi dò qualche consiglio utile per evitare che il vostro prezioso mezzo di trasporto venga divorato dal bianco fratello tutte le notti:
- una bella coperta sul parabrezza;
- se non avete la coperta bastano dei giornali;
- al posto dei giornali, anche i depliant con le offerte della Bennet vanno benissimo;
Altrimenti, munitevi di bomboletta spray alla trielina per sciogliere il ghiaccio oppure, se siete poveri o ambientalisti, di una bella palettina in plastica.
Et voilà les jeux sont faits!!!

mercoledì 26 novembre 2008

SpappolatO

Il padre parte un po’ svantaggiato nella sua entrata nel nuovo ruolo.
Sono passati già quasi 5 mesi e, di fatto, a me non è successo niente.
Il mio corpo è più o meno lo stesso. La mia vita è rimasta praticamente invariata.
Non sento Gambe … lo immagino … e c'è una bella differenza.

I miei amici, che ci sono già passati, mi guardano, ridacchiano e mi anticipano che, a dispetto della attuale calma, la mia “calata” nel ruolo di padre assomiglierà più ad una valanga che ad un tuffo nell’acqua tiepida. “Preparati, ne avrai bisogno!”.

Preparati???
E che devo fare? Mi tengo in forma? Vado a correre? Esiste un corso pre-paternità?
No.

Come in tutte le cose importanti della vita (e con buona pace dei miei genitori fautori di una saggia pianificazione) l’ignoranza è un elemento indispensabile per affrontare una grande impresa!

Tanto per fare un esempio: ci avessero detto che la preparazione della nostra casa a Castelcinto avrebbe richiesto più di tre anni per realizzarsi, la avremmo mai acquistata?
Se ci avessero mostrato tutti i casini che abbiamo affrontato, i travasi di bile e le spese, che avremmo fatto?

E tal quale sta succedendo per questa nuova avventura … io sono qua, felicissimo, con un sorriso come da chi stia aspettando i regali di Natale e ripeto dentro di me “Sarò padre … che bello!”.

E la mia mente si riempie di bambini sorridenti, compiti fatti assieme ad un piccolo Einstein, a passeggiate in compagnia di un felice adolescente.

E i miei amici ridono sempre di più …

giovedì 20 novembre 2008

Idiosincrasie

Chi mi conosce sa quanto io sia allergica ai dottori, ai medici, agli ospedali, alle medicine, agli esami di qualunque tipo, alle farmacie, ai camici bianchi, agli stetoscopi, alle siringhe con gli aghi e anche senza, alle provette, alle cartelle cliniche e a qualunque cosa ricordi anche lontanamente la medicina occidentale.
Sarà che Nonna Giudix si fidava più delle erbe e dei decotti che degli antibiotici, sarà che da quando ho scoperto il Reiki mi curo con quello, sarà che ho lavorato per 6 anni con i medici e ho scoperto cose che voi umani, ma io meno vedo i dottori meglio mi sento.
Immaginatevi pertanto quanto sia lieta di vedere in questo periodo uno stuolo di ginecologi e medici di ogni tipo che mi esaminano, mi ecofotografano la pancia, mi sforacchiano le braccia, si tengono la mia pipì, allevano i miei batteri, discutono dei miei virus, mi misurano, mi pesano, mi palpano, mi auscultano e mi prendono la pressione.
Sono entusiasta come Wil Coyote quando gli cadono in testa i massi di Beep Beep.
E poi i discorsi della pancione - tettone che sono lì in coda con me e si scambiano opinioni su tutto, malattie, virus, anomalie, parti disastrosi, cesarei, vomito, esami sballati, amniocentesi, tri test e simili amenità.
Brrr... preferirei fare la coda all'INPS nei giorni di sciopero.
Pazienza, mi dicono che fino al parto dovrò sopportare, e forse anche qualche giorno dopo.
La cosa positiva è che tante mie colleghe hanno avuto il mio stesso ginecologo, pertanto so già in anticipo quali esami mi aspettano e quali sono ritenuti inutili, quali integratori vitaminici preferisce, come la pensa su amniocentesi e simili.
Non oso pensare a quando il Gamberetto nascerà... spero che non me lo scannerizzino in lungo e in largo e che me lo restituiscano integro e non tutto bucherellato da vaccini e punture.
A proposito di Gamberetto, non sappiamo ancora se è un maschietto o una bimbetta, ieri nell'ecografia era tutto di profilo e non si è fatto vedere.
Magari nelle prossime 437 ecografie previste riusciremo a scoprirlo, chissà!

lunedì 17 novembre 2008

Indovina chi??

Domani ho il TRITEST, celeberrimo esame composto da prelievo di sangue + ecografia, tramite il quale si capirà se dovrò fare l'amniocentesi o meno e, soprattutto, tramite il quale si potrà forse scoprire se Gamberetto e un signorino o una signorina (è pur vero che Nonnoracolo ha fatto i tarocchi, ma l'evidenza scientifica è un'altra cosa ;))
Tanti mi chiedono, ma voi lo volete sapere, di che sesso è? Certo, rispondiamo noi, ci mancherebbe! Ah, io no, non ho voluto saperlo, sai... volevamo una sorpresa!
Come una sorpresa, ma non sei mica un Ovetto Kinder!?
Jeeg ed io questa cosa non c'è verso che la capiamo, davvero, e ci scusiamo con i sorpresofili, ma proprio non riusciamo a trovare neanche una cosa positiva nel non sapere il sesso del bambino: si dimezza da subito l'elenco dei nomi, è possibile acquistare con largo anticipo abitini rosa o azzurri, scegliere il colore per le pareti della stanzuccia e, last but not least, concentrarsi sulla creatura in modo, per così dire, appropriato.
Insomma, io spero tanto che si scopra presto, se non è domani sarà con la morfologica, sennò fra un po' di tempo, ma io proprio la sorpresa non la voglio, no no no!!!

Bucato animalista.

Si vede proprio che abbiamo abbandonato la città tentacolare, con i suoi mille pericoli e le sue mille tentazioni.
E si vede da tante piccole cose, quasi invisibili ma impossibili da non vedere.
Una di queste è il bucato.
Al momento, stendo i panni in un vicoletto del centro storico, neanche tanto campagnolo, a dir la verità, però al bucato accadono tante vicissitudini.
D'inverno, quando i vicini accendono il camino, ritiro i panni che profumano di legna, una meraviglia.
Ma soprattutto, e questo succede tutto l'anno, durante le ore stesi fuori i panni diventano rifugio per tanti animaletti: ragni, falene, lumachine, farfalline di ogni specie si raggomitolano nelle maniche, tra le pieghe delle lenzuola, nei colletti delle camicie.
Poi io ritiro il tutto e in casa comincia uno svolazzare forsennato, uno strisciare di lumache, un arrampicarsi di ragnetti.
Chi mi conosce sa quanto io sia schifata dalle bestie in generale, terrorizzata da tutto ciò che striscia e orripilata da tutto ciò che vola (qualcuno, saggiamente, potrebbe chiedersi a questo punto come io pensi anche solo di sopravvivere in campagna).
E allora apro le finestre e brandendo uno strofinaccio comincio a rotearlo urlando, una scena veramente patetica.
Ma non finisce qui.
Tante bestioline, intorpidite dal freddo o dalla notte, non si svegliano affatto e restano addormentate nei panni. Vengono piegate e messe sull'armadio, in attesa di essere stirate. E così, magari anche dopo una settimana, mi appresto a stirare e il più delle volte non mi accorgo della farfallina stecchita che giace inerte sulle lenzuola e la stiro serenamente. Dopo di che è praticamente impossibile staccarla, resta appiccicata come una sindone polverosa.
Insomma, tra lumachine spiaccicate, farfalline stirate, ragnatele ordite nelle maniche il bucato dei Campagnoli giulivi asomiglia terribilmente al trasferello della Bella Fattoria!!!

mercoledì 12 novembre 2008

Nome omen

Devo ammettere che avevo sottovalutato la questione: la scelta del nome mi sembrava l'ultimo dei miei problemi, oggettivamente una faccenda di poco conto rispetto ad altri aspetti della gravidanza.
Con tutti i nomi che esistono al mondo, riflettevo, figuriamoci se sarà difficile sceglierne uno!
In realtà, non sono poi così tanti i nomi che possiamo scegliere:
- scarteremo i nomi dei famigliari, seppur molto belli: causa divorzi e separazioni varie rischieremmo incidenti diplomatici e faide intestine;
- non sceglieremo nomi di persone famose associati invariabilmente al personaggio: Silvio, Pàmela, Moana, Romano, Benito, ecc...ecc...
- non vogliamo scegliere nomi di famosi assassini o serial killer: Erika, Olindo, Donato, Omar...
- non vogliamo usare nomi di attori o attrici, nè nomi stranieri, desueti o ridicoli, nè nomi di cartoni animati o serie televisive;
- non possiamo usare nomi di persone che a qualcuno dei famigliari ricordino amici, parenti o colleghi antipatici, maligni e cattivi.
Uff.
Alla fine, ieri sera, mi sono decisa e ho acquistato il famoso libro dei nomi.
Ho cominciato dalla "A", segnando su un foglio tutti i nomi che mi piacevano e così, a orecchio, potevano suonare bene.
Un altro criterio fondamentale di scelta è il significato: non potrei mai dare a Gamberetto un nome che significa "giovenca" (Lia ) o "povera, misera, umile" (Dalila).
Nè possiamo chiamarlo con un nome che faccia a pugni con il cognome, come Dafne o Delfino.
Insomma, alla fine siamo rimasti con un pugno di nomi: Alessio /a, Nicola/Nicoletta, Daniele, Gabriele, Viviana, Viola.
Fateci sapere.

lunedì 10 novembre 2008

Non sono pigra, sono incinta

Qualcuno, maliziosamente, potrebbe insinuare che, come la stragrande maggioranza dei Toro, io sia diventata di una pigrizia estrema.
Potrebbe dedurlo da tanti piccoli indizi: cerco di non chinarmi, di fare le scale dentro casa il meno possibile, di non portare pacchi, di non sollevare pesi, di non affrettarmi in nessun modo.
Addirittura ieri, durante la nostra passeggiata pomeridiana del sabato tra le vigne e i campi, alla vista di un falsopiano mi sono fermata annichilita e ho esclamato : "Ma devo proprio salire su vetta?!"
Jeeg , che mi conosceva in tempi non sospetti, quando ero tonica e atletica, tempi in cui scalavo montagne, sciavo, mi esibivo senza sforzo in lunghe corse, kata di karate, balli sfrenati, gite in bicicletta e sollevamento sacchetti/borse e valigie mi guarda e sospira... eh... sei proprio mammolosa!!!
Ieri mattina, mentre cambiavamo le lenzuola mi sono seduta sul letto, col fiatone e il batticuore, il maritozzo mi teneva la mano e mi accarezzava i capelli, come a una vecchia ottuagenaria, SIGH.
Infine, cammino anche più lenta e con i piedi a papera, oltre che con la pancia in fuori.
Insomma, Gamberetto respira metà della mia aria, mangia metà del mio cibo e consuma metà della mia energia. Nuotasse almeno a favore quando andiamo in salita!!!

Le FINESTRE della felicità

E finalmente, in un attimo di tregua della pioggia incessante che ci ha allietato nelle ultime 3 settimane l'omino delle finestre è riuscito a montarle tutte in un solo giorno.
Meno male, perchè l'acqua cadendo dal cielo, rimbalzava sui ponteggi e scrosciava in casa, allagando pavimenti, davanzali e muri.
Altre foto della finestratura le trovate qui.

martedì 4 novembre 2008

Le farfalle nella pancia

E' qualche giorno che, soprattutto da seduta, oltre ai soliti pruriti, sento qualcosa di nuovo, di bizzarro alla pancia come un frullìo, un battito d'ali.
E' Gamberetto!!!
Avrà mica le ali al posto delle braccia?? Starà mica imparando a volare? O forse nuota a farfalla?!?
La prima volta che ho provato questa sensazione era di pomeriggio, mi ha colto di sorpresa: cos'è? un crampetto? un solletico? Poi di nuovo: a quel punto ho capito, è il mio bimbo che nuota e si sposta, esplorando quel piccolo brodo che per ora è la sua casetta.
Vai Gambe, nuota e goditela, che qui fuori nel frattempo ti stiamo preparando una casa coi fiocchi!

lunedì 3 novembre 2008

Alla Fiera dell'EST

Come tutti gli intenditori del settore sicuramente sapranno, il nostro paesino vanta una ricca tradizione di negozi di antiquariato e restauro.
Per le vie centrali è possibile trovare svariati laboratori dove si restaurano oggetti antichi e della tradizione contadina, con le vetrine affrescate e gli oggetti antichi che fanno bella mostra di sé. Ma l’attrattiva principale sono sicuramente i celeberrimi “Mercatini dell’Antiquariato” che ogni 2 mesi circa abbiamo l’onore di ospitare nelle vie del centro storico e nelle piazze principali.
Che meraviglia per gli occhi! Che gioia per gli appassionati!
Tavoli in legno pregiato, vetrinette intarsiate, argenteria, vecchi mortai e attrezzi da cucina, cartoline, sedie, busti in bronzo e vecchi arnesi da contadini. E ancora pizzi, merletti, ceramiche, gioielli Belle Epoque e vestiti con le piume. Questo il LATO A del mercatino.

Poi c’è il LATO B, il lato oscuro, il rovescio della medaglia, la fregatura, insomma.
In mezzo ai pochi banchetti di antiquariato puro, trovano posto una marea di altre bancarelle che espongono, con una sincerità sconcertante, della roba vecchia, del ciarpame, della rumenta vera e propria che con l’antiquariato non ha niente a che fare.
E’ così possibile ravanare in mucchi abnormi di sorprese degli Ovetti Kinder, sfogliare copie di fotoromanzi anni ’70 con un Massimo Ciavarro ancora imberbe, ammirare collezioni di tappi di sughero e chiedersi come mai dei Cicciobelli sporchi e orbi siano finiti tra le strade piemontesi.
E ancora: ci sono vecchie scatole del Monopoli rabberciate alla bell’e meglio, caschi da moto rotti e bicchieri della Nutella sbeccati e scoloriti.
Se non vi basta, potete sempre rifarvi gli occhi davanti a delle collezioni di Barbie così male in arnese da sembrare appena sbarcate dal viaggio della speranza, giocare a indovinare a chi appartenevano i pentolini di latta con i manici bruciati e tentare di specchiarvi in specchi così opachi e arrugginiti da farvi assomigliare a un Orco subito prima della battaglia con le forze del male.
Il tutto, ça va sans dire, a prezzi esagerati.

Se la cosa vi intriga potete venirci a trovare il prossimo 8 dicembre: chissà, magari avete fortuna e trovate un bel Pinocchio in legno con il naso spezzato o una grande valigia in plastica a quadrettoni con ancora i segni dello scotch da pacchi per tenerla insieme!

Autunnismo

Il bello delle vigne e delle colline del circondario è che in questa stagione si infiammano di un rosso vermiglio, colorando in modo meraviglioso tutta la campagna.
L'ingegnere, che vive attaccato a Google Earth come ad un respiratore, ha trovato una passegggiata piana e lunga, vicino a casa e tra le vigne.
E così, nel pomeriggio di sabato, le colline hanno accolto 2 Campagnoli giulivi stranamente liberi da impegni che hanno passeggiato per 2 ore buone, in uno sfavillio di colori brunastri, sotto un cielo d'autunno di una meraviglia commovente. Una breve idea di quello che abbiamo incontrato è qui sotto:

Come la Sirenetta

Uno degli enormi vantaggi del vivere al paesino è la minima distanza che ci separa da Acquasanta e dalle sua magnifiche terme.
Ieri pomeriggio, sul finire di una domenica uggiosa e grigia, Jeeg mi ha preso per mano e mi ha portato alla Beauty Farm del Grand Hotel di Acquasanta.
Solitamente amo fare il bagno caldo, rotolarmi nelle bolle dell'idromassaggio e sudare come una maialina nel bagno turco e nella sauna e ieri, oh cavolo, ieri me la sono proprio goduta!!!

Sarà che le zucche che mi ritrovo sul petto magicamente nell'acqua diventavano due piume, sarà che il caldo mi avvolgeva come un abbraccio, sarà che Gamberetto nuota nella mia pancia e io nuotavo fuori... non lo so, ma ieri ci sarei stata tutto il giorno, fino a perdere la pelle e ritrovarmi tutta raggrinzita.
Un unico appunto: ho tentato di indossare il solito bikini, con risultati oserei dire veramente patetici. Sembravo una vecchia pornostar, fuori forma e decaduta, con uno striminzito reggiseno a coprire delle tette ormai sformate.
Allora ho riesumato il mio vecchio costume nero da piscina, comprato nel glorioso 1994 a Torino: questo invece era talmente liso e consunto, quasi trasparente, che mi faceva apparire come una povera zitella, sfinita dai debiti e dalla vita.

Insomma: ho bisogno di un costume nuovo!!!