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lunedì 31 agosto 2009

Ho vinto qualche cosa?

Tornata dalle ferie ho avuto una piacevole sorpresa da Silvietta, che mi ha assegnato il premio Honest Scrap.



Per ricevere il premio è necessario raccontare 10 cose di sé, unica prerogativa è che siano vere.

Condizioni di questo premio sono: raccontate ai vostri lettori 10 cose che si sappiano o meno di voi ma che sono vere. Indicate dieci persone che hanno diritto al premio e siate sicuri di far loro sapere che sono stati contrassegnati (un breve commento sul loro blog andrà bene). Non dimenticate di collegarvi di nuovo al blogger che vi ha premiato.

Temo fortemente che verrò contattata dal Grande Capo Cherokee “Estikazzi” (conoscete 610?) ma tant'è...

  1. Cosa fatta capo ha: ecco, io vorrei vivere secondo questa massima, ma non ce la faccio proprio. Pervasa da una pigrizia colossale, rimando le cose fino a quando è perfino troppo tardi per rimediare. Rimando, rimando, rimando e poi alla fine ho talmente tante cose da sbrigare, incombenze da risolvere, problemi da affrontare che, troppo sgomenta per affrontare tutto, rimando ancora un po'.

  2. Franza o Spagna purchè se magna: ahimè, temo che invece questo mi assomigli troppo. Quando si tratta di cibo non posso conoscere ritardi o incertezze. Devo mangiare SUBITO e TANTO. Non importa cosa, basta riempire lo stomaco. Fino a che non ho saziato la mia voracità sono intrattabile e di pessimo umore. Dopo, torno a essere la paciosa mammozza di sempre.

  3. L'erba del vicino è sempre più verde: in questo momento della mia vita potrei dire che “il bambino del vicino” è sempre più tranquillo, dorme di più, piange di meno, ha messo più dentini, sembra più vispo... Temo che sia un vizio che hanno un po' tutte le mamme!

  4. Sciuscià e sciurbì nu se peu: (aspirare e soffiare contemporaneamente non si può): è vero che in quanto donna sono dotata della famosa intelligenza “a grappolo” e quindi perfettamente in grado di fare 15 cose contemporaneamente, ma c'è un limite a tutto. Ad esempio, se intrattengo il Nanno mentre cucino, lavo i piatti e stendo la biancheria potrei avere dei problemi a rispondere anche al telefono!

  5. Tale madre, tale figlia: quanto è vero! Nonostante la mia veneranda età, pare che alcuni comportamenti, modi di fare e pensare della mia mamma siano rimasti scolpiti nella memoria e stiano riemergendo freschi e prepotenti con il Nanno . Chi l'avrebbe detto? Attenzione a dire “non diventerò mai come mia madre!”, potrebbero esserci delle sorprese dietro l'angolo ;))

  6. Meglio 1 giorno da leone che 100 da pecora: ma chi l'ha detto?! Notoriamente tranquilla, aborro il conflitto come la peste, sono capace di farmi calpestare da chiunque pur di non litigare o far valere i miei diritti. Sono la preda ideale di furboni e maleintenzionati, odio quando mi sparlano di qualcuno o sono tirata in mezzo a beghe famigliari. Tutto sommato, visto che non mi interessa il giorno da leone, posso averne 200 da pecora?

  7. Omo de panza, omo di sostanza (unico proverbio dei Malavoglia che mi sento di condividere): non mi fido degli uomini magri, palestrati, sempre in tiro e abbronzati. Mi piace la pancetta, il lardominale abbondante, mi dà più l'idea di un uomo che bada al sodo anziché al proprio ombelico.

  8. Chi dorme non piglia pesci: e neanche fa le pulizie o il bucato, organizza la giornata del Topolo e quella del maritozzo. Schiacciata dal senso di colpa per le troppe cose da fare (vedi punto 1) mi sveglio sempre all'alba, in preda all'ansia da prestazione, incapace di girarmi dall'altra parte e sonnecchiare ancora un po'. Ahimè, le notti insonni con il Nanno non mi hanno cambiata.

  9. Poggia e buca fan pari (un piccolo montarozzo e un piccolo buco si compensano): versione toscana della legge del karma. Tutto ciò che fai avrà una conseguenza... e alla fine i conti torneranno sempre.

  10. Mal comune mezzo gaudio: ho condiviso questo modo di dire fino a pochi anni fa, consolandomi in caso di disgrazia, pensando a chi era nelle stesse condizioni. Poi ho conosciuto una ragazza di Barcellona che mi ha detto che in catalano il proverbio è molto simile, ma suona all'incirca così: “Mal comune gaudio degli asini”. Come dire: che cavolo ti rallegri dei tuoi guai? Solo perchè non sei solo?? Ma datti da fare! Anziché star lì a frignare! Ecco. Diciamo che ho cambiato prospettiva ;))

Questo gioco prevede l'asegnazione ad altre dieci blogger, ho deciso di fare come Extramamma e lasciare che chi legge, se vuole si racconti.



Un grazie ancora di cuore a Silvietta!



sabato 29 agosto 2009

Settembre, andiamo, è tempo di rientrare













Non è ancora Settembre, lo so, ma il rientro questa volta è definitivo: niente più vacanze in montagna, niente più ferie del maritozzo, niente più week end lunghi o settimane corte.

Per quest anno abbiamo finito, ci resta solo l'amena campagna del “Low Piedmont” e, come unica novità, un trasferimento nella casa nuova (ma di questo si occuperà Alberto Angela, nella sezione di Quark dedicata alla fantascienza).

Qualcuno di voi, forse, potrebbe chiedersi come sono andate le giornate in Alto Adige, se il Nanno ha imparato a dormire in passeggino, o se i Campagnoli hanno finalmente trascorso fuori intere giornate o, ancora, se la super-mega fascia equa e solidale ha trasportato per ore un festante Nanno oppure no.

Ecco.

“Oppure no” è la risposta alla maggior parte delle domande.

No, il Nanno disdegna ancora il passeggino sia come mezzo di trasporto (permanenza max 20 minuti) che come temporaneo luogo di nanna.

No, la super fascia strafiga equa e biologica pagata uno stonfo e sponsorizzata da centinaia di mamme, con il Topolo non funziona (anche qui, permanenza max 20 minuti).

Però lentamente ci stiamo avvicinando.

E' vero, il Nanno non dorme in passeggino, però dorme in una bella tendina blu della Quechua, comprata per l'occasione, sopra una copertina di cotone avvolto in un maglione di lana.

Non proprio il massimo della comodità, ma all'uso funziona.

Devo dire che la tendina blu ha salvato la nostra vacanza, permettendoci di stare fuori anche nel pomeriggio e di fare ottimi pic nic.

Per quanto riguarda la fascia, lasciamo perdere, devo constatare una sonora sconfitta: il Nanno non è adatto alla fascia, suda, ha caldo, si sente stringere e soffocare, tende le gambe e le braccia e urla fino a che non lo tiriamo fuori.

Insomma: non è adatto al passeggino, è troppo piccolo per lo zaino, non vuole la fascia o il marsupio.

Indovinate come faceva le ascensioni sulle Dolomiti?

Bravi, nel modo più new age e presitorico della storia: in braccio.

Grazie ancora al maritozzo che, forte come un toro, se l'è camallato su e giù per i monti, in tutte le posizioni.

Invece, un'attività che non conosce soste né rallentamenti è il P.I.L. (prodotto interno lordo): il Nanno, sia che si trovi a livello del mare, che a 2000 metri produce montagne di cacca, evidentemente il cambio d'aria non provoca in lui alcun turbamento.

Insomma: se devo fare un bilancio posso dire che ce la siamo cavata, voto totale 10/10.

Naturalmente ringrazio i partecipanti all'avventura per tutte le volte che hanno coccolato, consolato, baciato e preso in braccio il Nanno : Nonno Flemma e Nonna Chioccia, la Nona Nonna e zio il Giusto, la zia Maestra e lo zio Franco.

Alla prossima!



sabato 15 agosto 2009

Provaci ancora, Nanno !





Ordunque.

Ci son persone che non si rassegnano alle inevitabili imperfezioni della vita e, di quando in quando, amano ripetere gli stessi eventi al fine di migliorarne le prestazioni.

Noi siamo parte di questo gruppo: non paghi della vacanza in montagna di 3 settimane fa, siamo in procinto di ri-partire sempre per la stessa montagna, solo un po' più in là.

Visto che il viaggio di 4 ore (poi magicamente stretchato fino a diventare 8) evidentemente non è stato sufficiente a domare il nostro spirito di avventura, domani all'alba partiremo per un viaggio previsto di 6 ore.

Quante ne impiegheremo?

Ce la faremo in un'unica tappa o dovremmo accamparci come i pionieri, lungo la strada, dormendo all'addiaccio e dando fuoco alla ruota di scorta per scaldarci?

La nostra meta è l'Alto Adige, la val Badia per essere precisi, un paesino di poche anime ci attende.

Speriamo bene.

Ho persino fatto l'elenco delle cose che vorrei miogliorassero rispetto all'altra vacanza:

  • neanche un giorno di pioggia o vento forte, please;

  • che il topolo dormisse tutte le notti (tutte vuol dire tutte, non un po' qua e un po' la);

  • che il Nanno stesse nella super fascia biologica acquistata all'occorrenza, di cotone equo e solidale, in modo da poterlo portare comodamente in giro secondo il principio del portare i piccoli;

  • last but not least che il Nanno imparasse a dormire fuori. Questo è fondamentale: se non riesce ad addormentarsi all'aperto (nel passeggino, nella fascia, sul plaid del pic nic) ogni giornata si trasforma in un incubo perchè all'ora di pranzo bisogna rientrare e farlo dormire nel letto.

Ora, non è che io voglia farlo diventare un saccopelista sfegatato, boicottatore degli alberghi e dei letti convenzionali, ci mancherebbe, però.. ogni tanto... una intera giornata fuori i campagnoli vorrebbero proprio farsela.

E quindi, cari tutti, preghiamo insieme, uniamo le nostre forze e inviamo tutta l'energia positiva verso il passeggino, che si trasformi da semplice mezzo di trasporto a fantastico lettino, ultra soffice, mega comodo, dispensatore di nanne formidabili e rosei sogni.

Amen.

venerdì 14 agosto 2009

4° mese, auguri Nanno!



Il nanno è grande.

Ha compiuto 4 mesi e sembra un'altro bimbo.

Ora mi guarda e mi vede, i suoi occhi sanno dove sono, mi seguono quando mi sposto, mi cercano tra le persone.

Il Nanno ora mi parla, mi chiama al mattino quando si sveglia nel letto, mi fa capire che vuole essere preso in braccio, o che si sta annoiando.

E poi le braccia, protese verso di me o i suoi giochi preferiti.

E le manine, aperte sui giochini o strette alla mia maglietta quando ciuccia la tetta.

Insomma, un altro mondo.

Forse comincia ad intravvedersi il suo carattere e non è affatto quella furia selvaggia che pareva da neonato.

In realtà (chi l'avrebbe detto ;)) eravamo noi che non capivamo le sue richieste, fossimo stati meno rigidi e un po' più accomodanti forse avremmo avuto meno pianti.

Adesso sfodera sorrisi e risate sdentate, canta e chiacchiera ed è un vero spasso.

Cerca di stare seduto e sembra uno di quei cagnolini anni '70 che si mettevano nel retro della macchina, perchè la testa gli dondola da ogni lato e fa una tenerezza infinita.

E' un amore.

E io sono una Campagnola perdutamente innamorata.

giovedì 13 agosto 2009

Aspettando

(Post tristanzuolo, astenersi depressi e cuorcontenti)



E' il primo agosto in cui non lavoro dal 2000 ad oggi e, devo ammettere, non mi ricordavo fosse così.

Così caldo, innanzitutto, perchè abituata a passare le giornate in uffici ad aria condizionata tanto da non sapere più cosa significa arrivare a sera con le ossa sciolte e le giunture gonfie di caldo.

Così lento, visto che è possibile uscire solo nelle prime ore del mattino e a tardo pomeriggio e la giornata è invece piena di ore.

E poi, immancabilmente, così tedioso: il Nanno di fatto azzera quasi tutte le possibilità di svago e l'evento clou della settimana si rivela essere l'incontro al parco con altre mamme.

Come se non bastasse, la mia attività cerebrale è scesa ad un livello impercettibile, le poche ore a mia disposizione trascorrono a fatica tra parole crociate, attività domestiche e letture infantili (ossia che riguardano bambini e perchè guardo solo le figure).

So già che fra qualche mese, quando sarò tornata a regime e avrò mille cose da fare, rimpiangerò di avere sprecato tanto tempo libero.

Tant'è.

Infine, questa è forse la cosa più pesante, questa casa che aspettiamo e non arriva mai ci sta rendendo pazzi, a me e al maritozzo.

Il 20 settembre saranno passati 4 anni da che abbiamo firmato il compromesso.

Quattro anni.

Un'infinità.

E non venitemi a raccontare che 4 anni di fronte all'eternità non sono nulla, perchè questa non è l'eternità, questa è la nostra vita in questo momento e 4 anni di sospensione, aspettando la realizzazione di un progetto, sono un tempo E-N-O-R-M-E.

“Quando saremo nella casa nuova...” è l'inizio di ogni discorso e la fine di una pazienza esaurita ormai molto tempo fa.

L'avessimo saputo, che restaurare una casa avrebbe richiesto così tanto tempo, non l'avremmo mai fatto, avremmo comprato una bella villettina con un po' di giardino, una di quelle dove entri con la valigia, anziché con la ruspa.

E così, mentre aspetto che il Nanno cresca (stia seduto, cammini, si addormenti in passeggino, mangi la frutta e poi le pappe, dica mamma, metta i denti...) e che ci diano la nostra casa (le nostre camere da letto, il nostro caminetto, la nostra vista sulla valle, il nostro orto, le nostre serate sotto le stelle, il parquet a piedi nudi...) il tempo passa, passa, passa e neanche Miss Rossella con il suo “domani è un altro giorno” sembra confortarmi granchè.

lunedì 10 agosto 2009

Un sabato di ordinaria follia

Sabato mattina pioveva, era freddo (si fa per dire) e brutto. Il parco, in queste condizioni, è off limits e anche il mio umore: mi ci manca di stare sopra le panchine del parco anche con la pioggia, il freddo e il nanno insacchettato nel parapioggia e poi mi si prospetta solo di annegarmi al fiume.

Insomma: che si fa di sabato con tempo brutto e pioggia?

Bravi, si va tutti all'Ikea. E quando dico tutti intendo proprio tutti: tutti i cittadini, i paesani, i turisti, quelli delle 2 riviere e pure qualche milanka in vacanza chè in spiaggia non ci si può andare.

Ci siamo ritrovati in 4.000 tutti lì. Simpatico raduno.

Siamo scesi dalla macchina che il Nanno era già sulla via della Tetta.

Tempo di comprare un Ivar e due traversine che ero già incatenata in refettorio (scusate, a me il ristorante Ikea ricorda il refettorio delle medie) con il Nanno attaccato.

Finita la pappa siamo ancora riusciti a ordinare un armadio ed era già l'ora del pisolino. Visto che il Nanno non dorme in passeggino, né in braccio, né sui letti Ikea, ma solo nel suo lettino ci siamo avviati all'uscita.

Tempo della visita 1 h e 40 minuti: un record.

Naturalmente, i mobili ce li facciamo portare: alla nostra età, con un bimbo piccolo è impensabile caricarseli in macchina.

Quanto ci vorrà per i mobili, chiediamo.

Non meno di un mese.

Siete sicuri? Guardate che non traslocheremo prima di metà settembre...

Tranquilli, il tempo medio stimato per le consegne è 40 giorni.

Infatti.

Driiin --- driiin--- “Siamo quelli dell'Ikea, che fate dopodomani? Vi portiamo i mobili!”

“Ma non dovevate venire a metà settembre?!”

“Ma chi ve l'ha detto? Noi siamo troppo efficienti!”





E così, il solito cinghiale adesso, oltre all'ADSL e alle telefonate godrà anche di un bell'armadio nuovo e un sacco di mobilio.

Beato lui.

Ora ci manca solo che l'antennista installi SKY e vedrete che non ce lo leviamo più di torno.





venerdì 7 agosto 2009

L'ingegnere in erba

Dopo 4 anni di matrimonio posso senza dubbio affermare di essere una moglie molto, molto fortunata: Jeeg non ha vizio alcuno, non beve, non fuma, non sperpera lo stipendio in “Gratta e vinci”, non è dipendente né dal calcio né dal Gran Premio.

E' un ragazzo (ehm... un uomo) sobrio e posato, ama fare la spesa e cucinare, tiene in ordine casa e vestiti e da quando è nato il Nanno si è rivelato un padre affettuoso e presente.

In effetti, sembra non avere pecche, ma non fatevi ingannare, sotto una facciata di apparente riservatezza, frugale e moderata, nasconde un animo concupiscente che spasima per un'unica cosa: le piante.

Ahimè sì, Jeeg è posseduto dal demone del giardinaggio ed è un demone avido e frustrato che, non avendo ancora trovato terreno fertile su cui proliferare, si manifesta nei modi più fantasiosi e nei momenti meno opportuni: due piccole castagne di ippocastano nel sacchetto dei giochi del Nanno; una noce raccolta in Trentino posata sullo scolapiatti in cucina; foglie di tiglio, frassino e quercia messe a seccare tra le pagine di Altroconsumo; un barattolo di “Radicante per fiori e piante” sul comodino in camera da letto, accanto ai fazzoletti di carta e l'abat jour, sono i segni che lascia, piccoli ma inequivocabili.

Chiunque di noi si accorgesse di essere abitato da un'ossessione incoercibile farebbe di tutto per liberarsene: esorcismi, disinfestazioni, riti di purificazione, qualunque cosa pur di mettersi l'animo in pace.

Jeeg no.

Jeeg è un ingegnere.

E come tutti gli ingegneri affronta i casi della vita con puntiglioso rigore.

E così, dopo “La grande enciclopedia del Giardinaggio” è stata la volta di “Alberi da Frutta”, “Il mio Orto”, “Il Giardiniere dilettante” e di una cospicua serie di libercoli monotematici sulle piante grasse, le bulbose, le rose e le magnolie.

Ho intravisto anche un calendario per la semina di tipo steineriano.

L'ingegnere ha letto tutto.

Analizzato.

Imparato.

Confrontato foglie e corteccie, tipi di petali, di impollinazione e linfa.

Ha raccolto terriccio, gusci, rametti, talee, noci e bacche di ogni forma e colore.

Si è abbonato a “Terre campagnole” e registrato su www.giardinaggio.it

E ora sa.

E' homo botanicus fatto e finito.

Capita di camminare per un viale alberato e lui, incurante del Nanno che urla o piange, snocciola il nome di ogni albero e illustra con dovizia di particolari il tipo di foglie, il colore della corteccia, il mese di fioritura.

Pone interrogativi inquietanti tipo “Da cosa distingui l'ailanto dal frassino?” oppure “Come mai la corteccia di questa betulla è così bianca?” o ancora “Qual'è il mese di fioritura delle robinie?”.

Naturalmente sono domande retoriche, non si aspetta risposta alcuna.

Io ammicco, annuisco, comprendo e incoraggio.

In realtà, punto tutto sul nanno: il mio obiettivo è semplice, fare del Nanno il suo più grande fan, figlio devoto e ammiratore incontrastato.

Tale padre, tale figlio, perchè due giardinieri is meigl che uan.

lunedì 3 agosto 2009

187 modi per... non capire una beneamata CIPPA

Riassunto delle puntate precedenti:

All'incirca un anno fa, un Jeeg entusiasta ed ottimista chiamò il 187 per informarsi sulla futura linea telefonica presso la casa nuova. Le innumerevoli telefonate avevano un che di surreale, visto che si cercava di far capire in tutti i modi all'operatore che si trattava di una linea nuova, in una casa in campagna di nuova costruzione che, quindi, non aveva mai avuto un telefono prima.

Niente da fare.

Immancabilmente, l'operatore rispondeva che avrebbe mandato qualcuno e che in pochi minuti avrebbe attivato il telefono.

No, non avete capito.

Dove mandate qualcuno? Siamo in aperta campagna, il vostro tecnico non troverebbe la casa. E poi: attivare cosa??? Non c'è linea. Non c'è mai stata. Bisogna scavare per fare passare il filo e manca il palo del telefono.

Insomma.

C'è voluto quasi un anno per scrivere la nostra richiesta:

CASA NUOVA IN CAMPAGNA NECESSITA DI NUOVA LINEA TELEFONICA.

Per amor di brevità tralascerò di frantoiarvi i maroni sulle svariate volte che Jeeg ha chiamato la Telecom per accertarsi che avessero capito la natura del lavoro: ma naturamente signor Campagnolo, veniamo ad attivare una nuova linea, con trasloco del vostro numero, in una nuova casa in campagna. Ovviamente non attiveremo subito la linea, aspetteremo che traslochiate.

Siete sicuri di aver capito?

Ma naturale, per chi ci avete preso?

E infatti.





Stamattina, ore 8:30, due solerti tecnici guardavano perplessi lo sterrato che conduce a casa nostra.

Jeeg li guardava sospettoso e incarognito: dov'è il palo?

Quale palo?

Il palo per costruire la linea.

Perchè, ci vuole un palo?

Veda un po' lei. Come pensa di fare arrivare la linea fin lassù?

In effetti.

...

Ci vorrebbe un palo.

...

Non ce l'abbiamo. Non ci hanno detto che ci voleva un palo. Dobbiamo andare a prenderlo.

...

Andiamo a prenderlo e poi facciamo il lavoro.





Oggi pomeriggio, ore 18:00, squilla il cellulare, sul display lampeggia la scritta “casa”.

Come casa? E chi ci chiama da casa nostra?!?

Indovina indovinello.

Signor Campagnolo? Abbiamo finito! La linea telefonica è attiva!”

Come attiva??? Di già??? Volete dire che avete traslocato una linea telefonica in una casa ancora in costruzione togliendo il telefono da casa nostra???





Bè... almeno abbiamo fatto tutto in una volta sola! Subito! Rapidi ed efficienti! Ci viene a mettere una firma?”





E fu così che, nonostante un anno di telefonate infarcite di spiegazioni, chiarimenti, fax e disegni, i Campagnoli Giulivi a 2 mesi abbondanti dal trasloco si ritrovano senza telefono fisso.

In compenso, se lo desiderate, potete comunque telefonarci alla casa nuova: magari qualche cinghiale di passaggio risponde e potete fare due chiacchiere.

Allattamento soffice...e vvai!!!

Quest'estate, prima della partenza per il Trentino, su segnalazione di Francesca (che ringrazio ancora una volta) ho partecipato all'iniziativa del sito veremamme.it per testare un prodotto per l'allattamento.

Ho inviato i miei dati assieme al mio indirizo mail e Giuliana mi ha contattato per spiegarmi di cosa si trattava: avrei ricevuto gratuitamente un cuscino per allattare, avrei dovuto provarlo e dire cosa ne pensavo sul mio blog.

Ebbene, eccomi qui.

Il cuscino in questione si chiama BOPPY, è un prodotto americano e, devo ammettere, mi ha semplificato decisamente la vita.

Usavo già per allattare un cuscinone apposito ma la differenza enorme con questo nuovo è che non devo legarmelo dietro la schiena.

Mi spiego: con quello di prima avevo bisogno di entrambe le mani libere per riuscire a sistemarmelo in grembo e legarlo alla sedia dietro la mia schiena.

Una volta legato, potevo prendere il Nanno in braccio e allattarlo.

Non è bello essere legati ad una sedia con un bambino in braccio, lo dico per esperienza.

Non ci si può alzare per nessun motivo e quando suonano alla porta, o al citofono è un problema. Anche quando si ha un topo in cucina è parecchio problematico.

Inoltre, quando il Nanno ha tanta fame (cioè sempre) e strepita urlando sono costretta a posarlo nella sdraietta per legarmi il cuscino e poi, con manovre da contorsionista, posso sollevarlo.

Con BOPPY è tutto più semplice: non si deve allacciare, basta appoggiarlo sui fianchi ed ecco lì che è pronto.

Facile, veloce e si fa con una mano sola.

E quando il Nanno si addormenta dopo aver ciucciato posso alzarmi e, sempre con una mano sola, toglierlo e posarlo su una sedia.

Non come con il vecchio cuscino che lo slacciavo e cadeva a terra perchè era grosso e “molle” e rischiavo pure di inciampare nelle cinghie.

Last but not least, BOPPY ha anche una fodera deliziosa lilla a fiorellini che è davvero un amore.

Insomma, voto 10/10.