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venerdì 7 agosto 2009

L'ingegnere in erba

Dopo 4 anni di matrimonio posso senza dubbio affermare di essere una moglie molto, molto fortunata: Jeeg non ha vizio alcuno, non beve, non fuma, non sperpera lo stipendio in “Gratta e vinci”, non è dipendente né dal calcio né dal Gran Premio.

E' un ragazzo (ehm... un uomo) sobrio e posato, ama fare la spesa e cucinare, tiene in ordine casa e vestiti e da quando è nato il Nanno si è rivelato un padre affettuoso e presente.

In effetti, sembra non avere pecche, ma non fatevi ingannare, sotto una facciata di apparente riservatezza, frugale e moderata, nasconde un animo concupiscente che spasima per un'unica cosa: le piante.

Ahimè sì, Jeeg è posseduto dal demone del giardinaggio ed è un demone avido e frustrato che, non avendo ancora trovato terreno fertile su cui proliferare, si manifesta nei modi più fantasiosi e nei momenti meno opportuni: due piccole castagne di ippocastano nel sacchetto dei giochi del Nanno; una noce raccolta in Trentino posata sullo scolapiatti in cucina; foglie di tiglio, frassino e quercia messe a seccare tra le pagine di Altroconsumo; un barattolo di “Radicante per fiori e piante” sul comodino in camera da letto, accanto ai fazzoletti di carta e l'abat jour, sono i segni che lascia, piccoli ma inequivocabili.

Chiunque di noi si accorgesse di essere abitato da un'ossessione incoercibile farebbe di tutto per liberarsene: esorcismi, disinfestazioni, riti di purificazione, qualunque cosa pur di mettersi l'animo in pace.

Jeeg no.

Jeeg è un ingegnere.

E come tutti gli ingegneri affronta i casi della vita con puntiglioso rigore.

E così, dopo “La grande enciclopedia del Giardinaggio” è stata la volta di “Alberi da Frutta”, “Il mio Orto”, “Il Giardiniere dilettante” e di una cospicua serie di libercoli monotematici sulle piante grasse, le bulbose, le rose e le magnolie.

Ho intravisto anche un calendario per la semina di tipo steineriano.

L'ingegnere ha letto tutto.

Analizzato.

Imparato.

Confrontato foglie e corteccie, tipi di petali, di impollinazione e linfa.

Ha raccolto terriccio, gusci, rametti, talee, noci e bacche di ogni forma e colore.

Si è abbonato a “Terre campagnole” e registrato su www.giardinaggio.it

E ora sa.

E' homo botanicus fatto e finito.

Capita di camminare per un viale alberato e lui, incurante del Nanno che urla o piange, snocciola il nome di ogni albero e illustra con dovizia di particolari il tipo di foglie, il colore della corteccia, il mese di fioritura.

Pone interrogativi inquietanti tipo “Da cosa distingui l'ailanto dal frassino?” oppure “Come mai la corteccia di questa betulla è così bianca?” o ancora “Qual'è il mese di fioritura delle robinie?”.

Naturalmente sono domande retoriche, non si aspetta risposta alcuna.

Io ammicco, annuisco, comprendo e incoraggio.

In realtà, punto tutto sul nanno: il mio obiettivo è semplice, fare del Nanno il suo più grande fan, figlio devoto e ammiratore incontrastato.

Tale padre, tale figlio, perchè due giardinieri is meigl che uan.

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