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giovedì 30 aprile 2009

ALLELUIA

Alla fine doveva succedere e ieri, esattamente alle 17:00, è finalmente successo.
L'ufficio tecnico del Comune dove abbiamo acquistato la nostra cascina ha finalmente approvato le ultime richieste di costruzione.
Adesso possiamo finire la casa e sperare concretamente di andarci a vivere.
Speriamo bene.

domenica 26 aprile 2009

Dov'è finito Mastro Lindo?

Io non l'avevo mai capito, guardando la pubblicità, perchè ogni volta che viene pubblicizzato un prodotto per pulire si dice che è efficace, che pulisce come nessun altro, che ottiene risultati perfetti ma soprattutto... che è veloce.
Ecco, io l'aggettivo veloce per un detergente per il bagno o la cucina non l'avrei mai usato.
Nella mia ingenuità dicevo ma perchè veloce, che senso ha, perchè dovrei pulire in fretta?
A me piace persino pulire, mi piace farlo con calma, tutta 'sta agitazione per un ottimo risultato in tempi brevi non la comprendevo proprio.
Ma oggi ho avuto un'illuminazione, così, improvvisa, come sempre sono le grandi intuizioni.
E' successo così: ore 11:03 il bimbo si stacca dal seno, viene messo nel lettino e miracolosamente dorme.
Ok, guardo l'orologio, calcolo 20 minuti per pulire bagno, cucina, ritirare la roba stesa e stenderne di nuova.
A quel punto ho preso il prodotto più veloce, cioè lo sgrassatore e come un'invasata ho spruzzato a destra e manca kili di prodotto, cercando di battere ogni record e finire prima che si svegliasse.
Ho rievocato con nostalgia quel bel pelatone di Mastro Lindo, che alla velocità del tornado puliva tutta casa .
Se qualcuno sapesse dove si è andato a rintanare, me lo faccia sapere, tutto sommato come colf lo vedrei proprio bene.

sabato 25 aprile 2009

Cicciobello über alles

Io me lo ricordo il giorno in cui al corso pre-parto ci hanno fatto cambiare il pannolone a Cicciobello, certo che me lo ricordo, era stata una cosa da ragazzi: si sdraiava Cicciobello, gli si toglieva la tutina, via il pannolone vecchio et voilà quello pulito.
Tempo totale: 1 minuto e 1/2, quasi un pit stop.
Ebbene, non è proprio la stessa cosa.
Intanto Cicciobello è narcolettico e totalmente remissivo, non si agita, non scalcia, non si appallottola in posizione fetale tentando di rotolare giù dal fasciatoio, non urla, non fa le rughette sulla fronte e uno sguardo afflitto da cane bastonato che sembra dire "mamma, perchè ogni giorno questa tortura?".
Poi, siamo onesti, Cicciobello non fa nè cacca nè pipì e, soprattutto, non li fa mentre lo stai cambiando.
Insomma, mi sarebbe piaciuto che almeno al corso avessero dato un paio di semplici istruzioni base:
- il vostro bambino non è uguale a Cicciobello (io ne ero parecchio convinta);
- se lo cambi prima della poppata, urlerà come un ossesso in preda ai crampi della fame e ti ritroverai a lottare corpo a corpo con una belva infoiata dotata di dita dalla presa di acciaio e artigli, appallottolato a uovo in posizione di difesa. In queste condizioni, è più facile domare a mani nude un dobermann bavoso e ringhioso;
- se lo cambi dopo la poppata succederà inevitabilmente che 1) farà cacca nell'istante esatto in cui gli togli il pannolone 2) non appena avrai pulito la cacca, farà una pipì da pompiere che raggiungerà nell'ordine il body, la tutina, il suo viso, il tuo e, ovviamente, tutto il fasciatoio.
- se lo cambi a metà tra le poppate (cioè quando è incosciente) la situazione non migliora: incavolato nero per essere stato svegliato di soprassalto ripeterà la pantomima del punto primo, non risolvendo un bel nulla.
Vada come vada, qualunque momento io scelga per cambiarlo sono dolori.
Per metterci al riparo da eventuali denunce per maltrattamento di minore abbiamo anche avvertito il vicino di casa: se senti delle urla beluine, come di animale scuoiato, ti prego, non farci caso, stiamo solo pulendo il bambolotto, pardon, il bambino.

mercoledì 22 aprile 2009

Il primo pediatra... non si scorda mai.

E venne il giorno della pediatra e della relativa prima visita.
Non che qui ci sia molta scelta, le pediatre sono 2 e gli abitanti della nostra cittadina sono equamente divisi a favore di una e contro l'altra e viceversa. Di entrambe ho sentito dire esattamente le stesse cose: è troppo sbrigativa, ti tratta con sufficienza, dà troppe medicine, non ne dà abbastanza, non viene a casa se la chiami, fa aspettare in ambulatorio con i bambini malati attorno, è isterica.
Alla fine, ho tirato una moneta e ne ho scelto una.
Effettivamente, tutto ciò che avevo sentito dire in giro è confermato visto che in 9 minuti netti è riuscita a:
- spogliare il Nanno, pesarlo, misurarlo, controllargli il cordone, le unghie, gli occhi e le orecchie;
- darmi consigli su allattamento, alimentazione, coliche, pisolini, modo di allattare, di tenerlo in braccio e vestirlo;
- tirarlo su e giù dal lettino circa 5 volte, mentre lui urlava disperato, cercare di calmarlo per poi ridarmelo urlante.
Il tutto, senza smettere di parlare di bambini, del suo lavoro, del piano ferie, del perchè ha scelto di fare la pediatra e facendomi domande per le quali non aspettava risposta.
Alla fine conclude che: è aumentato un sacco di peso (500 gr in una settimana) ed è cresciuto, ergo... è sano come un pesce.
Next please!

martedì 21 aprile 2009

Out of control

Chi mi conosce, potrebbe stupirsi nel sentirmi dire che ho perso totalmente il controllo.
Solitamente sono infatti una persona estremamente controllata, iper-organizzata, che ama anticipare con largo anticipo progetti e scadenze, sempre proiettata nel futuro, in aspettative, ansie e programmi quinquennali.
Adesso tutto mi sfugge, mi scivola addosso, non riesco a trattenere un'idea, un impegno, un appuntamento se non con enorme sforzo.
Adesso aspetto.
Aspetto che il bimbo si svegli e mi mostri di che umore è, cosa desidera, come posso aiutarlo e soddisfarlo.
Adesso non penso, non ragiono, non programmo, non organizzo. Il mio progetto più a lungo termine riguarda le prossime 2 ore, cerco di capire se il tempo permette la quotidiana passeggiata. Stop.
E poi c'è il mio corpo, fuori controllo anche quello.
Col senno di poi, mi rendo conto che nessuno ci aveva preparato al post partum.
Sì, è vero, la famosa depressione, il maternity blues, la malinconia, un po' di tristezza, la stanchezza che rende tutto difficile.
Ma che dire dei punti, quei pochi punti che rendono doloroso e difficile stare seduti sia su sedie che sul letto?
E il seno? Sì ok, le gioie dell'allattamento, la vicinanza, il contatto con il bimbo.... tutto vero, ma che dire del seno gonfio, dolorante, dei capezzoli masticati e strapazzati che dolgono solo a guardarli???
E le emozioni che salgono e scendono, continue montagne russe, passo dell'euforia al pianto incontrollato, dal desiderio di non lasciare mai il bimbo a quello di tornare al lavoro domani per prendermi almeno un giorno per me.
E non siamo ancora alla 2a settimana.
Hai voluto la bicicletta?

lunedì 20 aprile 2009

Vuoi ballare con me?

E così, piano piano, si torna alla normalità, anche se mi chiedo cosa mai possa significare per me "normalità" ora che il Nanno è entrato nella nostra vita.
Comunque, al momento, normalità è svegliarsi verso le 8 e, di corsa, prima della poppata delle 9 - 9,30, riuscire a fare doccia e colazione.
Poi lui mangia e, con tutta calma, si riaddormenta. Allora mi preparo per uscire, lo calo nella fascia e via! per le strade del paesino.
Si rientra per pranzo, lui mangia, mangio io e si va a nanna insieme.
Poi lui mangia, poi mangia di nuovo, si cena, si aspetta la poppata della sera e verso le 23 si dorme, tutti.
Poi mangia alle 3, ri-mangia alle 6 e si ricomincia da capo.
E' normale?
Certo, per lui sì, per noi adesso anche.
Rispetto a prima è cambiato tutto.
Ho provato a leggere una rivista, mi sembrava tutta aria fritta.
Ho anche acceso la tele: inguardabile.
Mai la radio mi è parsa tanto rumorosa e mai i supermercati tanto pieni di gente e carichi di luci.
Insomma, sono ancora in un limbo mio, fatto di voci e luci soffuse, di rumori soffocati e pensieri silenti.
Mi sto partorendo ancora adesso in una nuova dimensione, vi saprò dire il tutto come evolve.

domenica 19 aprile 2009

E' NATO!!!

Come fu, come non fu, un lunedì di sole, con le rondini alte nel cielo e i ciliegi carichi di fiori il nostro bimbo ha deciso che era ora di uscire e con un calcetto ben assestato ha rotto le membrane del sacco che lo conteneva.
Rapida inversione di marcia di Jeeg, che era già quasi al lavoro, e con tutta calma, partenza per l'ospedale.
Inutile a dirsi che nella mia mente immaginavo un parto in giornata: rottura delle acque, rapido travaglio, un paio di spinte e voilà, il bimbozzo in serata è tra la nostre braccia!
La realtà è stata ben diversa: 24 ore in attesa che il travaglio iniziasse spontaneamente ma, visto che eravamo solo alla 38a settimana, non è iniziato niente.
Il giorno dopo induzione del travaglio, che però non è stato sufficiente a fare dilatare l'utero e il giorno dopo ancora altra induzione di travaglio e finalmente parto spontaneo.
Le acque si sono rotte lunedì 6 aprile, il bimbo è venuto alla luce l'8 aprile, mercoledì nel pomeriggio. Per gli appassionati, 3.3 kg per 51 cm.
Benvenuto raggio di sole.
Per il resto, che dire, il rientro a casa è stato abbastanza faticoso, prendere il ritmo con un esserino così piccolo, fragile indifeso è tutt'altro che semplice, ma non impossibile.
Inutile dire che Jeeg ed io siamo completamente sciolti di fronte a lui, i nostri propositi di severità e disciplina sono spariti nell'istante stesso in cui l'abbiamo visto.
Se qualcuno vuole fare il poliziotto cattivo, ci chiami.
Ora scappo, stamattina non si è ancora svegliato e temo la sirena da un momento all'altro.

domenica 5 aprile 2009

Dimmi che pancia hai, ti dirò che figlio avrai

Il più educato è stato un signore anziano, ieri, al supermercato che, prima di toccarmi la pancia, mi ha chiesto il permesso. Con aria assolutamente stucchevole mi ha rivelato che lui non può proprio resistere, quando vede una pancia incinta la deve toccare, “i bambini mi piacciono troppo”.(Per non alimentare inutili polemiche eviterò di dire che nella mente mi sono balenate squallide immagini di vecchietti lepeghi e bavosi avvinghiati come lombrichi a bambini e ragazzini).

Altrimenti, quello che succede di solito è che le persone allunghino impunemente le mani sulla pancia, prima che possa fermarle in qualche modo.

Ma insomma, non ti conosco, non so chi sei, cosa ti fa pensare che il mio massimo desiderio sia avere le tue manacce sulla mia pancia???

Non ho veramente parole.

Altro fenomeno diffusissimo e inarrestabile è quello del consiglio non richiesto, somministrato da chiunque nella vita abbia avuto figli, parenti che hanno avuto figli, amici che hanno avuto figli, una televisione in cui hanno visto film o telefilm in cui famiglie americane hanno avuto figli.

Insomma, delle vere autorità in materia.

Funziona così: mentre stai ordinando il pane, o aspettando che il meccanico ti cambi le gomme, o sei in coda alla cassa, o stai scegliendo un libro in libreria, lo sconosciuto di turno ti avvicina di soppiatto e ti rivolge un'innocua domanda: Che nome hai scelto? Quando nasce? Sono uno o due? Hai già comprato il passeggino? Pensi di allattare? Hai qualcuno che ti aiuterà?

Robe così.

Ingenuamente, le prime volte, rispondevo seriamente, fornendo persino motivazioni accreditate e ponderate.

ERRORE, TRAGICO ERRORE.

Qualunque risposta voi diate a qualsiasi domanda sarà la risposta sbagliata.

Ripeto, non esiste risposta giusta alle domande sui bambini, chiunque si sentirà in dovere di contraddirvi portando ad esempio nugoli di figli, nipoti, figli di amici, lontani parenti, i Bradford (tutti e 8), i Kramer contro Kramer, Freud, il mostro di Milwakee, lo psicologo della televisione, il bidello delle elementari e chi più ne ha più ne metta.

Qualsiasi decisione abbiate preso voi e vostro marito per la nascita, la crescita e l'educazione di vostro figlio si rivelerà assolutamente inadeguata, vedrete, ahahah, il piccolo nato si trasformerà inevitabilmente in un individuo debosciato, smidollato, senza regole né iniziativa, viziato, sciammannato, mammone, nella migliore delle ipotesi, o in un depresso, alcolista, serial killer, farmaco dipendente, drogato, pervertito, comunista nella peggiore.

C'è da chiedersi a quale di queste due categorie apparteniamo tutti noi.

mercoledì 1 aprile 2009

L'ARTE DI PORTARE I CUCCIOLI

C'è stato un tempo, quando ero una giovane ragazza avventurosa, in cui a lungo ho pellegrinato in Asia, per il Nepal, l'India e la Thailandia.In tutti questi Paesi non ho mai, dico mai, visto un passeggino, una carrozzina o un qualsiasi altro attrezzo preposto al trasporto dei neonati e dei bimbi piccoli che, fino all'incirca ai 3 anni, vengono portati con apposite fasce in stoffa sulla schiena o sul fianco della mamma.

Nessuno di questi bimbi piange, fa i capricci o si lamenta: quando non dorme, guarda il mondo attorno a sè, seguendo la mamma nelle sue attività.
Ricordo in Thailandia questi gruppi di mamme, provenienti dalle montagne intorno a Chiang Rai, vestite con abiti tradizionali, che con i bambini sulla schiena sciamavano intorno a noi turisti, munite di calcolatrice elettronica, vendendo monili in argento, splendide stoffe tessute a mano e oggetti di artigianato locale.
I bimbi erano sulla schiena e ridevano contenti degli scherzi e dei sorrisi che gli facevamo.
All'epoca ho registrato il fatto senza dargli troppa importanza, pensavo che i passeggini fossero una “conquista” occidentale e che sarebbero arrivati anche in Asia, prima o poi.
Come spesso accade il tempo cambia la prospettiva e quando sono rimasta incinta uno dei primi problemi che si sono presentati è stato quello del trasporto: come accidenti me lo porto in giro il bimbo, visto che sarò quasi sempre da sola e a piedi?
Meno male che ci sono le amiche che regalano libri (grazie Clà!), perchè nell'utilissimo “Bebè a costo zero” ho trovato un intero capitolo dedicato al trasporto dei bimbi e una delle soluzioni caldamente consigliate è per l'appunto quello della fascia in stoffa.
Tante persone mi chiedono perchè mai dovrebbero fare la
fatica di portare in collo il bimbo, quando esistono passeggini iper-tecnologici che assicurano un trasporto veloce e comodo per mamma e bimbo.
In realtà, la
vera domanda, che non mi viene fatta, ma che è sottintesa è un'altra: ma non è che portandolo sempre in braccio lo vizi???
A parte il fatto che mi piacerebbe discutere sul significato che assume la parola
vizio se riferita ad un adulto e, in particolare ad un bimbo, ma in generale penso che per prima cosa sia necessario pensare a ciò che è meglio per il bimbo, non per noi. Siamo proprio sicuri che il passeggino, o la carrozzina, o l'ovetto siano la soluzione migliore per i bambini?
Di seguito, un breve elenco tratto dal libro di cui sopra, da altri libri e da vari siti, sui vantaggi delle fasce porta bambini:

  • il bimbo è al caldo, a stretto contatto con il petto della mamma, di cui riconosce odore e calore, e di cui sente il cuore, il battito che l'ha accompagnato per 9 mesi: “il supporto (fascia o marsupio) rappresenta una sorta di utero in transizione in cui il bimbo, così come nell'utero materno, continua ad essere cullato grazie al movimento di chi lo porta”;

  • la posizione nella fascia, sul petto o sulle spalle del genitore permette che il bimbo viva alla stessa altezza degli adulti, osservandone lo stesso mondo e condividendone stimoli e sollecitazioni;

  • la vicinanza e il contatto continuo permettono a mamma e bambino di stabilire un'intensa relazione, fatta di contatto, sguardo, comprensione reciproca. I bimbi si sentono più amati e coccolati, di conseguenza sono più rassicurati e tranquilli; questo fa sì che la mamma si senta più “capace”, meno ansiosa e più sicura di sé;

  • last, but not least, chi porta il bimbo in fascia ha entrambe le mani libere, vantaggio non da poco se si deve portare la spesa o fare delle commissioni.

Se l'argomento vi interessa e volete saperne di più potete consultare il sito www.portareipiccoli.it oppure acquistare il libro di Esther Weber “Portare i piccoli”.