E' un po' di tempo che osservo il rapporto che il maritozzo ed io stiamo cercando di instaurare con il Topolo.
La maggior parte delle cose che facciamo con lui e per lui è abbastanza razionale, studiata a tavolino, letta sui libri, discussa insieme. Si tratta dell'educazione voluta, selezionata in anni di riflessioni sul diventare genitori, sull'essere padre e madre, deriva dalla nostra cultura, dalla nostra maturità, dalle letture, dal nostro appartenere ad un certo mondo e aderire ad un determinato modello.
Potremmo chiamarla l'educazione "illuminista", tanto per non esagerare e definirla addirittura "illuminata".
L'educazione illuminista procede per tentativi ed errori, come un servosterzo gira a destra o sinistra, corre, rallenta a seconda delle reazioni del Topolo, può essere modificata, migliorata, discussa, aggiustata.
Questo, a mio parere, è quanto di buono è possibile fare per i nostri figli.
Poi c'è il lato B, il lato oscuro, l'educazione inconscia, quella coatta, quella che non si può fare a meno di elargire perchè deriva da anni di figlitudine, anni passati a dire "Io, questo, non lo farò mai".
Me le ricordo ancora le tante volte in cui, bambina, me ne tornavo in camera mia, offesa, arrabbiata, dispiaciuta, in lacrime e nella mia testa un unico pensiero, se avrò mai un figlio farò tutto il contrario!
Ecco, è questo il problema: tutto il contrario.
Ma tutto il contrario di cosa? Di come i nostri genitori facevano con noi, di quello che loro dicevano e a noi mandava in bestia, del loro comportamento assurdo ai nostri occhi, di cosa non dicevano, di quello che avremmo tanto desiderato e ci hanno sempre negato.
E ora noi facciamo il contrario.
Non importa che tipo sia nostro figlio, che cosa è giusto o meglio per lui, noi comunque faremo il contrario dei nostri genitori. A prescindere.
Perchè noi abbiamo sofferto.
Perchè noi abbiamo detto mille volte non è giusto.
Perchè noi abbiamo deciso che quello che ci hanno fatto non deve passarlo mai più nessun altro essere umano.
E allora vai di contrappasso!
E questo, secondo me, è il modo in cui "sbaglieremo" (vi prego, passatemi il termine).
Perche quando ci comportiamo così non abbiamo davanti nostro figlio, con il suo carattere, il suo temperamento, i suoi bisogni, ma noi stessi, noi stessi piccolini ed indifesi, alla ricerca del nostro riscatto personale.
L'importante, come sempre, è essere consapevoli di quello che si fa e del perchè si fa.
Io, comunque, per mettermi al vento, sto già mettendo da parte i soldi per la psicoterapia del Topolo.
La maggior parte delle cose che facciamo con lui e per lui è abbastanza razionale, studiata a tavolino, letta sui libri, discussa insieme. Si tratta dell'educazione voluta, selezionata in anni di riflessioni sul diventare genitori, sull'essere padre e madre, deriva dalla nostra cultura, dalla nostra maturità, dalle letture, dal nostro appartenere ad un certo mondo e aderire ad un determinato modello.
Potremmo chiamarla l'educazione "illuminista", tanto per non esagerare e definirla addirittura "illuminata".
L'educazione illuminista procede per tentativi ed errori, come un servosterzo gira a destra o sinistra, corre, rallenta a seconda delle reazioni del Topolo, può essere modificata, migliorata, discussa, aggiustata.
Questo, a mio parere, è quanto di buono è possibile fare per i nostri figli.
Poi c'è il lato B, il lato oscuro, l'educazione inconscia, quella coatta, quella che non si può fare a meno di elargire perchè deriva da anni di figlitudine, anni passati a dire "Io, questo, non lo farò mai".
Me le ricordo ancora le tante volte in cui, bambina, me ne tornavo in camera mia, offesa, arrabbiata, dispiaciuta, in lacrime e nella mia testa un unico pensiero, se avrò mai un figlio farò tutto il contrario!
Ecco, è questo il problema: tutto il contrario.
Ma tutto il contrario di cosa? Di come i nostri genitori facevano con noi, di quello che loro dicevano e a noi mandava in bestia, del loro comportamento assurdo ai nostri occhi, di cosa non dicevano, di quello che avremmo tanto desiderato e ci hanno sempre negato.
E ora noi facciamo il contrario.
Non importa che tipo sia nostro figlio, che cosa è giusto o meglio per lui, noi comunque faremo il contrario dei nostri genitori. A prescindere.
Perchè noi abbiamo sofferto.
Perchè noi abbiamo detto mille volte non è giusto.
Perchè noi abbiamo deciso che quello che ci hanno fatto non deve passarlo mai più nessun altro essere umano.
E allora vai di contrappasso!
E questo, secondo me, è il modo in cui "sbaglieremo" (vi prego, passatemi il termine).
Perche quando ci comportiamo così non abbiamo davanti nostro figlio, con il suo carattere, il suo temperamento, i suoi bisogni, ma noi stessi, noi stessi piccolini ed indifesi, alla ricerca del nostro riscatto personale.
L'importante, come sempre, è essere consapevoli di quello che si fa e del perchè si fa.
Io, comunque, per mettermi al vento, sto già mettendo da parte i soldi per la psicoterapia del Topolo.