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mercoledì 30 giugno 2010

Not in my name

E' un po' di tempo che osservo il rapporto che il maritozzo ed io stiamo cercando di instaurare con il Topolo.
La maggior parte delle cose che facciamo con lui e per lui è abbastanza razionale, studiata a tavolino, letta sui libri, discussa insieme. Si tratta dell'educazione voluta, selezionata in anni di riflessioni sul diventare genitori, sull'essere padre e madre, deriva dalla nostra cultura, dalla nostra maturità, dalle letture, dal nostro appartenere ad un certo mondo e aderire ad un determinato modello.
Potremmo chiamarla l'educazione "illuminista", tanto per non esagerare e definirla addirittura "illuminata".
L'educazione illuminista procede per tentativi ed errori, come un servosterzo gira a destra o sinistra, corre, rallenta a seconda delle reazioni del Topolo, può essere modificata, migliorata, discussa, aggiustata.
Questo, a mio parere, è quanto di buono è possibile fare per i nostri figli.
Poi c'è il lato B, il lato oscuro, l'educazione inconscia, quella coatta, quella che non si può fare a meno di elargire perchè deriva da anni di figlitudine, anni passati a dire "Io, questo, non lo farò mai".
Me le ricordo ancora le tante volte in cui, bambina, me ne tornavo in camera mia, offesa, arrabbiata, dispiaciuta, in lacrime e nella mia testa un unico pensiero, se avrò mai un figlio farò tutto il contrario!
Ecco, è questo il problema: tutto il contrario.
Ma tutto il contrario di cosa? Di come i nostri genitori facevano con noi, di quello che loro dicevano e a noi mandava in bestia, del loro comportamento assurdo ai nostri occhi, di cosa non dicevano, di quello che avremmo tanto desiderato e ci hanno sempre negato.
E ora noi facciamo il contrario.
Non importa che tipo sia nostro figlio, che cosa è giusto o meglio per lui, noi comunque faremo il contrario dei nostri genitori. A prescindere.
Perchè noi abbiamo sofferto.
Perchè noi abbiamo detto mille volte non è giusto.
Perchè noi abbiamo deciso che quello che ci hanno fatto non deve passarlo mai più nessun altro essere umano.
E allora vai di contrappasso!
E questo, secondo me, è il modo in cui "sbaglieremo" (vi prego, passatemi il termine).
Perche quando ci comportiamo così non abbiamo davanti nostro figlio, con il suo carattere, il suo temperamento, i suoi bisogni, ma noi stessi, noi stessi piccolini ed indifesi, alla ricerca del nostro riscatto personale.
L'importante, come sempre, è essere consapevoli di quello che si fa e del perchè si fa.
Io, comunque, per mettermi al vento, sto già mettendo da parte i soldi per la psicoterapia del Topolo.

martedì 29 giugno 2010

Change is in the air...

Qualcuno mi spieghi, per favore, perchè ogni volta che vado incontro a cambiamenti epocali sento il bisogno di tagliarmi i capelli.
Non una spuntatina, una sfilatina qui, un'aggiustatina là, no un TAGLIO coi controcaxxi che poi ci metto anni per ritornare normale, passando per l'orribile stadio delle mollette per capelli e del cerchietto.
Per dire. Il maritozzo sta andando incontro allo stesso cambiamento epocale e non si fa nemmeno la barba.
Io invece, trulla trulla come il Puffo Burlone, me ne sono andata dal parrucchiere del paesino e mi sono fatta fare una bella sforbiciatura.
Potatura.
Rasatura.
Pelatura.
Non paga di cotanta tosatura quando sono arrivata a casa mi sono ancora passata la macchinetta del maritozzo.
Et voilà, la zia Fester!
Insomma, c'ho più unghie che capelli.

domenica 27 giugno 2010

Brodo primordiale

Ok, ammettiamolo: mi sono rotta sinceramente le scatole di fare finta che vada tutto bene, che non siamo preoccupati, che siamo sereni, tranquilli e fiduciosi che la vita ci darà una mano, che l'universo ha deciso che questa è la nostra grande occasione e che, visto che tutto è già predestinato, a che serve preoccuparsi?, mi sono anche stufata di dover consolare mia madre ogni volta che telefona e mi fa del soffoco estremo sul lavoro, sul cercare lavoro, sul pagarsi una pensione e via dicendo, e mi sono estremamente rotta, se possibile ancora di più, dover spiegare ogni santa volta a destra e a manca, cosa faremo adesso, quali sono i nostri piani, come pensiamo di muoverci e se abbiamo dei piani B e via dicendo.
Adesso basta.
B-a-s-t-a.
Scusate, ma questi sono affari nostri.
Una coppia che, all'improvviso e contemporaneamente, si trova senza lavoro, è una coppia che ha solo bisogno di una cosa: rispetto.
Rispetto e silenzio.
Se possibile, rispetto, silenzio e sostegno.
Il maritozzo ed io abbiamo bisogno di stare soli, di parlare, di capire, di trovare il nostro modo di affrontare la situazione e di uscirne. Dobbiamo trovare la nostra via e se sarà una via sbagliata, pazienza sarà la nostra via sbagliata.
Mia madre che mi dice "non sono preoccupata per voi, ma per il Bambino" non è mia madre è una perfetta sconosciuta che andrebbe lasciata in una stanza al buio finchè non le torni il senno.
Non sappiamo cosa fare, è vero.
Stiamo testando piani, progetti, soldi, situazioni.
Stiamo fantasticando, stiamo vagliando i nostri sogni, per vedere quanto sono veri e quanto sono possibili.
Stiamo prendendo le misure ad una nuova pelle, che non è pelle di impiegati, di lavoro fisso, di stipendio a fine mese e di "al venerdì alle 5 esco e fino al lunedì della mia ditta non voglio sapere nulla".
Siamo una coppia in travaglio, siamo bimbi a testa in giù risucchiati verso la luce, pieni di paura e spavento per il nuovo che ci circonda.
Lasciateci in pace, please, che noi qui si cerca di venire alla vita.

mercoledì 23 giugno 2010

On the road again

Insomma, ci risiamo n'atra vota: bisogna ricominciare a cercare lavoro.
Stavolta però è tutto diverso: intanto siamo in 2, poi non dobbiamo "cercarlo" dobbiamo crearlo, inventarlo da zero, costruircelo su misura.
E questa sì che è un'occasione!
Finalmente possiamo seriamente pensare a come occupare i 2 ettari di terreno e il fienile che abbiamo attorno a casa.
I piani sono abbastanza semplici: 1) mettere su un'azienda apistica; 2) ristrutturare il fienile in modo da farne una fattoria didattica, con laboratori vari (miele, formaggio, pane).
Bon.
Se penso ai permessi che ci vorranno, i soldi, le energie e via dicendo mi sento mancare.
Ma tant'è.
Che altro dovremmo fare, secondo voi?! Aspettare di trovare un lavoro impiegatizio per poi finire come siamo adesso? No, grazie.
Se è vero che la vita comincia a 40 anni è il nstro momento. Altro non possiamo fare.
certo che per essere due ex cittadini ne abbiamo fatta di strada...

martedì 22 giugno 2010

Il giorno della Marmotta

64 Ueì Ci - Ricominciare
Tempo di ricominciare dall'inizio.
Quando le cose sono allo stato di preparazione si possono ancora riorganizzare in modo che si compiano esattamente.
"I:CHING Il libro dei mutamenti", di E.J. Cordiglia

Tutto muta, tutto si trasforma.
Tre anni fa, quando ho aperto il primo blog ero un'altra persona, avevo altri obiettivi.
L'idea era quella di scrivere cosa mi succedeva, di modo che la famiglia mi sentisse vicina.
Non ho mai nascosto il mio nome o quello del maritozzo, nè ho nascosto il nome del mio paesino, della mia Regione, della città di provenienza.
Errore.
Gravissimo errore.
Parecchi colleghi della mia ditta leggevano tranquillamente i fatti miei, a mia insaputa, naturalmente.
E così, dopo lungo rimuginare, mi sono messa all'opera: ho modificato tutti i post (dal 2007, 398 post) eliminando nomi e località, cambiando gli pseudonimi e quant altro. Non ho avuto la forza di modificare i commenti.
Spero che la maggior parte delle persone rinunci e non mi cerchi più in rete.
Ma non sono riuscita a smettere di scrivere, scusate, per me è come respirare.
Visto che sarò anonima adesso voglio scrivere di quello che so, o penso di sapere, di quello che capisco, o penso di capire, di quello che sono, o ritengo di essere.
Spero di riuscire a recuperare i miei 15 lettori, chissà, ci terrei veramente.

Movida de noantri

Riassunto delle puntate precedenti: i Campagnoli, stremati da un inverno lungo e tempestoso che ha visto 3 ricoveri ospedalieri del Topolo, una quantità di neve che non si vedeva da 80 anni, un lento adattamento alla nuova casa e alla vita campagnola, hanno deciso che tutto ciò non era sufficiente e, tanto per non farsi mancare nulla, hanno ben pensato che ci voleva un po' di pepe nella loro angusta esistenza.
Già, ma cosa avrebbe potuto movimentare un po' la faccenda?

Dal 1° agosto il maritozzo sarà a casa, in mobilità "volontaria".
Da ieri la Campagnola è in cassa integrazione.

Eccoci qui, sufficientemente "movimentati" e pepati!
Ora sì che ci divertiamo!!!