Diciamo la verità: 65 cm di neve in due giorni da queste parti sono una gran camurrìa.
Spostare la macchina in fondo alla strada d'accesso, che è sterrata e impraticabile anche con 4x4, fino all'imbocco con la provinciale dove, bontà sua, verrà incastonata in una tonnellata di neve dallo spazzaneve di passaggio e salata come un branzino dallo spargisale.
Vestire i bambini con tutti gli indumenti possibili e immaginabili, vederli sudare come pinguini già dal secondo strato di calze, impiegare circa 20 minuti per infilare le 10 dita nei 10 rispettivi buchi dei guanti e poi, una volta aperta finalmente la porta di casa, sentire risuonare un perentorio "Mamma, cacca!".
Trasportare a spalla in caldaia una quindicina di sacchi di pellet perchè la carriola, maledetta crumira, è inutilizzabile fino al disgelo.
Scongelare più volte al giorno l'acqua di Diego e Dora che si surgela solo a guardarla e spiegare all'inge che no, i polli non vengono sul divano in casa e che, di nuovo no, non gli presterò la trapunta di nonna per dormire più caldi.
Trascorrere 40 minuti all'aperto cercando di costruire un pupazzo di neve e scoprire con irritante raccapriccio che la fottuta neve fresca non si appiccica neanche se ti ci siedi sopra.
Cercare di consolare il nano grande, cui avevi promesso sin da settembre il suddetto pupazzo, spiegandogli l'ineffabile ineluttabilità delle leggi della fisica e ricevendo in cambio occhiate deluse e un pianto dirotto.Trascorre le successive 14 ore in casa inventando un passatempo dopo l'altro e provocando, come conseguenza, il suicidio in massa di quel manipolo di neuroni che ti erano rimasti.
Inveire più volte contro la dannata parabola che al 40° cm di neve si auto-oscura e toglie la visione dell'unica baby sitter disponibile: la tv.
Andare a dormire con la certezza che l'indomani all'alba bisognerà scendere in strada a spalare la macchina per poter uscire e arrivare in tempo al lavoro.
Epperò.
Epperò stamattina lo spettacolo che si presentava, sotto un cielo terso di luce e un sole che era un miracolo che ripagava di tutto questo.
Ben arrivato, inverno.