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lunedì 30 maggio 2011

Un sabato italiano, un sabato qualunque

Voglio una vita spericolata
Voglio una vita come quelle dei film
Voglio una vita esagerata
Voglio una vita come Steve Mc Queen
Voglio una vita che non è mai tardi
Di quelle che non dormi maiii
Voglio una vita
La voglio piena di guaiii


V. Rossi - Vita Spericolata


Ecco.
Vita che non è mai tardi. Che non dormi mai. 
SPERICOLATA.
Non era esattamente questo che intendevo a 16 anni, quando mi struggevo sulla spiaggia al tramonto, guardando l'orizzonte e sospirando alla vita piatta e noiosa di un'adolescente un po' sfigata.
No, decisamente non era questo.
Questo per dire che sabato abbiamo avuto veramente un pomeriggio accellerato, psichedelico quasi.
Siamo andati al mare.
Tutti e 4.
Maritozzo, me, Topolo e Nanosecondo al mare, dai nonni, con cena fuori.
Ero già sotto psicofarmaci al mattino (si fa per dire, non prendo medicine, ma ne avrei volute) all'idea di dover gestire le creature sotto il sole per 3 ore e poi portarle a cena.
E se fa troppo caldo? E se prendono un'insolazione? e se piangono tutto il tempo? e se sudano? E se??????
Insomma.
Arriviamo e c'è un vento che porta via. Fa quasi freddo. 
Il Topolo guarda il mare, ma non si avvicina. Si vede che ne è rapito, ma non osa toccare l'acqua. Mi vesto da Maria Teresa da Calcutta e inizio un'opera di convincimento certosina, con moine, salamelecchi e non ti fa niente, non è neanche fredda, e dai avvicinati, e dai infila un piedino in acqua e dai e dai e dai.
Dopo mezz'ora il  nano cammina sulla battigia, uno sguardo estatico negli occhi, si ferma guardando la risacca. Arriva un'onda un po' lunga e lui si gira per scappare, inciampa nelle crocs, si allunga sulla sabbia, si cappotta a pancia in giù e si inzuppa fino al midollo.
Ma che sfiga!!!
Urla, pianti, strepiti, tutta la spiaggia che ci guarda mentre tento di spogliarlo perchè il vento gelido lo fa tremare.
Fine dei giochi. 
Lo passo al maritozzo che trascorre l'ora successiva a farlo salire e scendere dagli scogli.
E pazienza. 
Nel frattempo l'altro nano ha problemi di acclimatamento: al sole suda come un panetto di burro, all'ombra starnutisce. Io entro in paranoia da ipocondria.
Dopo 2 estenuanti ore di mettilo al sole, no spostalo sotto l'ombrellone, sdraialo sull'asciugamano, no tienilo in braccio, passalo a me, aspetta lo tengo io, spoglialo un pochino, coprilo non vedi che ha freddo decidiamo di sbaraccare e prepararci per la transumanza al ristorante.
Ore 19:20 entriamo al ristorante. Ci sediamo. Ordiniamo e iniziamo il balletto della cena:
Io seduta con tetta, maritozzo fuori con Topolo affamato. 
Io fuori con nano per fare il ruttino, maritozzo seduto con Topolo che mangia. 
Io seduta che mangio. Nanosecondo in braccio alla nonna, fuori. Maritozzo rauco a furia di fare shhh shh che ha perso il controllo di un Topolo sazio che vuole andare a giocare.
Io fuori.
Maritozzo fuori. 
Bambini dentro con nonni. 
Nonni fuori con bambini, noi dentro a mangiare.
Ore 21, ripieni come tacchini, con la cena sullo stomaco, un nano stravolto che rugna, l'altro che piange di sonno, prendiamo la via del ritorno.
Ore 22:30 giacciamo tutti a letto, sfiniti.
"Con la pioggia o col sereno anche oggi un giorno in meno".
Amen.



giovedì 26 maggio 2011

Rientri

Lui e lei, in macchina, alle 4 di pomeriggio, un giorno come tanti di rientro a casa:
- Allora, come è andata all'asilo, cos'hai fatto?
- BIBIIIII!
- hai giocato con i bimbi?
- IAIAAAAA!
- Ah, con Gaia. E poi?
- DEGOOOO!
- E anche con Diego. Hai fatto nanna?
- TI'.
- E pappa?
- TI'.
- ...
- NANON! LOLEEEE!!!
- Sì, ci sono un camion e un trattore.
- MAMMAAAA, NUNNI!!!
- Sì amore, hai i piedi nudi.
- GASE.
- Prego. Vuoi cantare?
- TIIIIIIIIIIIIII!!! DILLI! TATTE!
- La canzone di Noè? Ci son 2 coccodrilli... (DILLIIII) e un orango tango (TAGGGOOOO) due piccoli serpenti (TETTIIIII) e l'aquila reale (LALEEEEE) il gatto, il topo l'elefente (TATTEEEE!!) non manca più nessuno (NUNOOOOO) solo non si vedono i due liocorni (NIIIIIII!!!)...

Non so voi, ma io adoro questo tipo di conversazioni.
Adoro l'entusiasmo del Topolo, il suo stupore perfetto per tutto quello che vede, la gioia, le urla, il suo modo di parlare... E quando è così vorrei che il ritorno a casa durasse per sempre. Ingrano la seconda e alè, me la godo tutta tutta.

martedì 24 maggio 2011

Nudi alla meta

Ore 19:30, interno casa, cucina: sto finendo di preparare cena, mentre aspetto che il maritozzo e il Topolo finiscano la doccia. Nanosecondo è nella sua sdraietta, osserva le apine come solo un bambino può fare, in silenzio perfetto.
A un tratto sento uno scalpiccio di piedini giù per la scala, bene, penso, hanno finito, allora metto la minestra nei piatti.
Sento lo sgabello che si sposta e il Topolo si siede al tavolo.
- "Tutto bene, amore?"
Silenzio.
- "Ehi, nanetto, che c'è, tutto bene?" Strano, di solito arriva urlando pappaaaaaa a squarciagola... Mi giro per guardarlo in faccia e...nudo??? E' seduto a tavola nudo?!?!
- "Ma... nano... sei nudo?!? Come mai non hai i vestiti?!"
Il Topolo è una statua di sale: in silenzio, gli occhi fissi avanti a sè, la capretta di peluche stretta al petto.
Mi si stringe il cuore.
Guardo il maritozzo, arrivato in quel momento, scusa caro, per favore puoi venire un attimo di là?
- "????"
- "Senti - mi dice - il bagno tutto bene, abbiamo giocato, spruzzato, fatto le onde e tutto il resto. E' persino uscito dall'acqua senza protestare, poi l'ho asciugato e gli ho fatto il phon. Poi ho provato a vestirlo.
E lì si è scatenato l'inferno. Ho provato in tutti i modi, davvero, ti giuro. Alla fine ho rinunciato. Vedi un po' te se ci riesci."
Uhssignur.
Insomma, per farla breve: sono riuscita a infilargli dei vestiti e a farlo cenare dignitosamente.
La sera dopo il bagno gliel'ho fatto io.

venerdì 20 maggio 2011

Alle Crociate!

La domanda di oggi è:
Se, da 1 a 10, sei in difficoltà pari a 10 cosa puoi fare per semplificarti la vita?
Le opzioni possibili sono:
a) assumere una baby sitter a tempo pieno
b) derubare una banca e con il bottino assumere due baby sitter a tempo pieno
c) vincere il superenalotto e con il malloppo comprare uno stuolo di servitori più le due baby sitter di cui sopra
d) iniziare l'EC (elimination communication)

Ecco.
Diciamo che d) non è una buona risposta.
Epperò è esattamente quello che intendo fare: dal 31 maggio inizieremo a tenere Nanosecondo (2 mesi) senza pannolone, seguendo il metodo proposto da Laurie Boucke nel suo libro "Senza Pannolino".
Siamo impazziti?!?
E' probabile.
Forse è la mancanza di sonno decente. Chissà.
Fatto sta che da quando ho letto dell'esistenza di questo metodo (e mi sono iscritta ad un paio di gruppi, e ho letto il libro, e mi sono informata sui forum) non mi sono data pace, una specie di scimmia mistica si è impossessata di me e del mio cervello.
Devo essere andata fuori di testa.
Ma le crociate sono il mio forte, pertanto così ho deciso e così sarà.
Perlomeno per i primi 3 giorni, quando capirò che forse, visto che la mia salute mentale è appesa a un filo, dovrei piuttosto fare un abbonamento alla Spampers, se mai vincessi il superenalotto.

martedì 17 maggio 2011

mia fazza, mia strada

Aziz, il corriere che ci è capitato in sorte stamattina, è il primo in assoluto che riesce col furgoncino a percorrere lo sterrato e salire fino davanti casa.
- "Complimenti!"-  si congratula un maritozzo entusiasta, "sei il primo che ce la fa a salire!"
- "No problema capo, qui strada come in Marocco!".
Ah beh.

Era meglio il fantasma formaggino

(Attenzione, post bilioso)

In Italia siamo avanti, talmente avanti che, a volte, abbiamo già fatto il giro completo e tornati al punto di partenza.
Come nella pubblicità del formaggino Tuo, talmente edificante che quasi quasi li denuncio per incitamento alla discriminazione sessuale.
Riassumo lo spot, per chi non avesse la fortuna di vederlo ogni 10 minuti sui canali per bambini: un bimbo e una bimba intorno ai 4 anni stanno giocando in casa. Lei, non si sa come, finisce sotto il tavolo della sala, imprigionata da sedie capovolte appoggiate sul tavolo stesso. Fa capolino con i suoi grandi occhioni tra le sbarre degli schienali e aspetta. Aspetta che Lui venga a salvarla.
E meno male che lui arriva, vestito da re, sul suo cavallo e la libera dalla spaventosa prigione.
Baci e abbracci e fine.
Il messaggio è chiaro: tu, bambina, futura donna, se sei in difficoltà non fare nulla. Non ingegnarti, non cercare una soluzione, non darti da fare. Aspetta. Aspetta che un maschio (non un'amica, per carità) venga a salvarti e a toglierti dall'impiccio.
Già che ci sei, sposatelo anche il maschio, che è vestito da re e sicuramente guadagna più di te.
Ecco. A 4 anni è questo che passiamo ai nostri bimbi.
Mi sa che c'è tanto da lavorare.

mercoledì 11 maggio 2011

I love shopping (ma anche no)

Lunedì mattina, in preda ad un incoercibile impulso masochista, ho deciso di teletrasportarmi all'outlet più vicino e obbligarmi a fare un po' di shopping.
Premesso che: odio fare shopping e mi obbligo solo quando scendo al di sotto delle 3 paia di pantaloni e delle 4 magliette, che l'outlet mi si addice come la zia novantenne il giorno di natale, che attualmente ho una forma fisica più simile ad un trapezio scaleno che ad un corpo umano e che, Nanosecondo, detto anche "beato Angelico", non accetta volentieri le braccia paterne, potete immaginare lo spirito di giubilo che mi pervadeva.
La mattinata mi ha visto entrare nei pochi negozi che tollero (per gusti e prezzo) alla velocità della luce, sfrecciare tra gli scaffali con la flemma di mastro lindo, provare una montagna di roba che non mi piaceva ma che, ahimè, mi serviva, raccapricciarmi della pancia ancora cicciotta e delle tette da muccona, uscire con una maglietta che probabilmente non metterò mai.
In tutto questo il maritozzo si immolava fuori con il nano urlante.
Uscivo dal negozio, somministravo una tetta frettolosa, ri-entravo nel negozio successivo (per la cronaca: l'outlet ha 180 negozi, a me ne piacciono 5), sceglievo una maglietta e uscivo.
In tutto questo ero strapazzata dai sensi di colpa: ma come, fai shopping mentre tuo figlio urla?! ma come, fai shopping mentre tuo marito si sacrifica con la creatura in braccio e si becca gli insulti di tutti quelli che passano?! Ma come, sacrifichi marito e figlio per comprare cose che non ti piacciono?!
Insomma, la solita giornata  con il cervello da donna.
Alla fine, stremata dalle urla di Leonardo e dallo sguardo vitreo del marito ho indossato la fascia: il nano, finalmente rassicurato, è crollato addormentato all'istante e Luca si è finalmente rilassato.
Però... come si fa a comprare dei vestiti con un fagotto di 7 kili abbarbicato sulla pancia?
Semplice, si entra nei negozi e si comprano dei vestiti a caso, confidando nella buona sorte.
E così ho fatto: ho scelto felpe e maglie a occhio sotto lo sguardo disgustato dei commessi che, ovvove, squadravano questa mamma freak pescare a caso tra gli scaffali della loro boutique con un bambino in fascia e un marito sgarruppato a fianco.
Per la prossima volta offro dei soldi a chi va al posto mio: tanto, per comprare a caso, va bene chiunque.



venerdì 6 maggio 2011

Heil mamma!

La vita al tempo dei terrible two non è una passeggiata.
A volte mi chiedo se sono veramente io che bercio ordini dal mattino alla sera o se sono stata posseduta dallo spirito della Rottenmayer e non me ne sono manco accorta.
Si inizia all'alba (le 6.30, ultimamente) tentando di tenere a bada le urla entusiaste del Topolo che, bontà sua, ha un tono di voce squillante e non conosce la differenza tra il parlare normale e il tifo da stadio. Si prosegue con la vestizione che, ancora oggi, assomiglia più ad un incontro di lotta libera che ad un sobrio cambio pigiama / vestiti.
Poi c'è la colazione, con l'immancabile battaglia per il latte rovesciato, i biscotti buttati a terra e la frutta spiaccicata sul tavolo. A ruota, la corsa attorno a casa per infilargli le scarpe e metterlo in macchina.
Il pomeriggio vede urla e grida per tentare di evitare che corra e inciampi nei suoi piedi, che mangi la sabbia, che strappi fiori e foglie, che si dia la zappa sui piedi (sic) che si faccia male con gli attrezzi da giardino, che si catapulti giù dall'altalena, che strappi le fragole acerbe e le inghiotta, ecc..
Per finire, la battaglia del bagnetto che lo vede bere ettolitri di acqua calda e insaponata, il circo della cena e l'estenuante combattimento per evitare che guardi la TV ad un centimetro di distanza strisciando le macchinine sullo schermo.
Insomma.
Dal mattino alla sera è un continuo di "no! non toccare! attento! non si rovescia! non si butta a terra! ti fai male! brucia! punge! fai piano! non correre! quante volte te lo devo dire!" ripetuti mille mila volte, inutilmente.
Non so più a che santo votarmi. 
Ho provato le buone, spiegando e ri-spiegando il perchè delle cose, delle regole, le conseguenze di certe azioni. Mi sono sdraiata a terra con lui per fargli vedere quanto sono grandi le macchine e se ti passano sopra fanno male, e tanto. Ma non c'è verso di farsi dare la mano per strada. Gli ho avvicinato le mani al fuoco spiegando che brucia. Ho rovesciato tazze, allagando tavoli e vestiti. Ho fatto cadere oggetti, mostrando che si possono rompere. Ho gettato peluche dalle scale, cercando di fargli capire che se succede a lui si fa male.
La Montessori mi avrebbe assunta su due piedi.
Tutto inutile.
Ho provato le cattive, con urla, occhiatacce, scapaccioni (leggeri! giuro), strattonamenti e scenate in mezzo alla strada, al supermercato, ai giardini.
Tutto inutile.
Ho provato la via del gioco, dello scherzo, del divertimento, imboccando la capretta di pezza, cambiando il pannolone all'orso gigante, litigando con un ippopotamo di un metro per due, provando a mettermi io i suoi vestiti, a fare ballare omini di lego e quant altro.
Tutto inutile.
Sono arrivata a passare sopra a comportamenti surreali senza batter ciglio, pur di restare 5 minuti senza vietare qualcosa (un esempio? ieri è andato al nido con un chilo di fard in faccia. Si era impossessato del pennello e non c'è stato verso di toglierglielo).
Ora, ditemi voi cosa devo fare.
Mi sforzo di ripetermi che non è lui il problema, sono io che non trovo la chiave per entrargli nella mente e fargli capire il concetto di "pericolo" e "attenzione". Mi impongo di pensare che è presto, che è troppo piccolo per essere coordinato e attento, che ancora non capisce il rapporto causa effetto ma, dio santo, persino un neonato capirebbe un NO secco urlato da entrambi i genitori.
Mi ripeto che crescerà, che è solo una fase, che tutto passa. Ma nel frattempo mi sento un fallimento di madre, altro che educazione democratica e ponderata, qui siamo allo sbando totale.
In tutto questo ieri mi è apparsa tata Lucia, nella sua ridicola divisa da Mary Poppins, che blaterava a proposito di educazione "autoritaria, comunicativa e comportamentale", spiegando a due poveretti di genitori la differenza fra le tre e, ovviamente, la facilità con cui si può intraprendere la Via giusta.
Ecco.
Se l'avessi tra le mani, Tata Lucia, la metterei a spaccare legna in giardino sotto il sole di mezzogiorno e poi, quando vedrei che non ce la fa più, la bastonerei dolcemente, spiegandole che sto solo cercando di essere comunicativa.
Chissà se funzionerebbe.

mercoledì 4 maggio 2011

Accanimenti 2

Stamattina, ore 9:26, ho fatto il mio ingresso trionfale in Paese, nella piazza dove c'era il mercato gremita di gente, con Nanosecondo nella fascia (ta-daaah!) (giubilo e festosità degli astanti)
Chi ha seguito le mie vicissitudini fascerecce può immaginare il mio tronfio sorriso e il mio umore orgoglione nell'avere il pupo in saccoccia anzichè urlante in passeggino con conseguente presa in braccio e slogatura del polso che spinge il passeggino vuoto.
Ho insistito nell'uso della fascia come poche altre volte nella mia vita e ho imparato ad usare la famigerata fascia lunga elasticizzata che tanto avevo demonizzato e che, una volta addomesticata, si è rivelata in realtà una creatura sottomessa e ubbidiente.
Devo pubblicamente ringraziare Annamaria, gestora del sito Bottega Bubamara, per aver pazientemente risposto alle mie domande e avere messo su You Tube una serie di tutorial che ho consumato a furia di riguardarmeli.
Insomma.
La vita con la fascia è una bella vita: mani libere, libertà di movimento, nano a portata di baci e carezzine e, soprattutto, tranquillo e spesso addormentato.
Due cose sono per me preziosissime: 1) quando lo tengo nella fascia la giornata volge al sereno: non piange mai, non ha mal di pancia, anche se è sveglio è tranquillissimo, la notte dorme più calmo e si sveglia meno per mangiare; 2) ( e questo è il valore aggiunto) la sensazione di pace e amore che ho tenendomelo sulla pancia. E' bellissimo. Quel calduccio, quel morbido contatto, il suo odore... impagabile. Vale la pena di sopportare un po' di fatica e un po' di tensione alle lombari. 
Ma con un buon sonno passa tutto!

martedì 3 maggio 2011

Parliamone

Finalmente il Topolo parla!
Certo, è una lingua tutta sua, fatta essenzialmente di vocali e due sole  consonanti, ma che importa, si fa capire bene e ripete tutto quello che diciamo noi.
La cosa buffa è che usa solo la fine delle parole, come se avesse troppa fretta di pronunciarle e la prima parte portasse via tempo, chissà.
E così i dialoghi sono tipo questi:
- Gabri, vuoi un biscotto?
- TOTTOOOOOOO (perchè lui urla sempre), tì!
- Guarda che ti è caduto...
- TUTOOOOOOOOOOOOOOO!
- Guarda, una capretta!
- TETTAAAAAAAAAA


E poi, ancora: tito (finito), tuta (brucia), utta (mucca), lallo (cavallo), uaua (acqua), ecosì via.
Ma l'altro giorno mi ha davvero intenerito.
E' un po' che proviamo a insegnargli i nostri nomi e così è un continuo di domande: come si chiama papà? e tu? e il fratellino?
100% delle volte nessuna risposta.
Ma ieri, all'improvviso...
Come ti chiami?  LELEEEE (Gabriele)
E papà? CUCCAAAAA (Luca)
E il fratellino? DADDOOOOOO (Leonardo)
E la mamma? MAMMA (serissimo)
Non ho un nome, sono la mamma.
E basta.
Che altro potrei essere?!

lunedì 2 maggio 2011

Situazione disperata ma non seria

Sono fuori dal tunnel-l-l-l del divertimento, questo è poco ma sicuro. 
Ho iniziato questo post almeno 5 volte, ma l'unico neurone ancora sveglio a quest ora è il guardiano del cervello che sta facendo il giro della sicurezza. Il resto della materia grigia, beato lui, dorme saporitamente.
Pertanto credo che farò un rapido riassunto della situazione, non chiedete di più:
siamo vivi e stiamo bene, grazie.
Alla prossima