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mercoledì 23 dicembre 2009

martedì 22 dicembre 2009

Non occorre essere dei geni per spalare la neve, perfino io che sono scesa dalla montagna del sapone posso immaginare che se devo liberare la macchina da una montagna di neve non la devo buttare in strada.
E nemmeno sulla macchina del vicino.
Se possibile, neanche sul marciapiede.
Oggi ho visto due signori che pulivano la loro macchina spostando la neve l'uno sulla macchina dell'altro.
Secondo me sono ancora lì.

domenica 20 dicembre 2009

Escalation

Pierino, il solito scalmanato, pedala in bicicletta davanti alla mamma:
- Guarda mamma, senza mani!
- Guarda mamma, senza piedi!
- Guadda mamma, scenscia denti!

Oggi è stata una di quelle giornate che, a saperlo, mi sarei rimboccata il piumone e me ne sarei stata a flanellare tutta la mattina.
Invece.
Mi sono alzata verso le 8 e, con il Nanno sotto braccio, sono andata in bagno per la consueta doccia.
Non c'era acqua.
Ohibò.
Chiamo Jeeg, guarda che non c'è acqua, dico, secondo me sono gelate le tubature!
Mentre lui si catapulta giù dal letto, si veste a razzo e si fionda fuori, io prendo il Nanno e vado in cucina per preparare la colazione.
Accendo sotto il latte.
Non c'è gas.
Mi affaccio fuori, guarda che sono gelate anche le bombole, siamo senza gas!
La temperatura segna -13.
In compenso scopriamo che al piano terra c'è un po' d'acqua calda: meno male, riesco a fare bollire un po' d'acqua per il tè nel bollitore.
Verso le 10 finisce anche l'acqua calda.
Sarebbe quasi stato da scendere in paese e comprare un paio di cestelli d'acqua.
Peccato che il nostro sterrato, ex fango street, fosse pieno di neve e intransitabile.
Ma per fortuna sono arrivati i ragazzi che ci hanno fatto i lavori alla casa per prendere il trattore e liberarci la strada! Macchè, era gelata anche la nafta dentro il trattore...
Insomma, per farla breve: piano piano è sorto il sole e ha scaldato le bombole, i tubi e la nafta.
Verso l'una di pomeriggio avevamo di nuovo acqua, calda e fredda, gas e la strada pulita.
Meno male che ieri avevo preparato razione doppia di pappa per il Nanno (cosa che faccio raramente): senza acqua e gas preparare qualunque cosa sarebbe stato veramente arduo!
Stanotte dormiremo con un filo d'acqua aperto, in barba agli sprechi e all'ecologia, in modo da evitare ulteriori congelamenti.
Domani Jeeg è al lavoro e non vorrei trovarmi in questa situazione un'altra volta.
Tuttavia, ve ne prego, tenetemi d'occhio: se non segnalo la mia presenza mandatemi un bel San Bernardo con la fiaschetta!

sabato 19 dicembre 2009

Neve!

Un Nanno felice nello zainetto con papà, il silenzio della neve, impronte sconosciute tutto intorno a casa, briciole per gli uccellini, latte per i gatti, sole che riluce sugli alberi... insomma, una meraviglia!

giovedì 17 dicembre 2009

Se rinasco

Lo sapevo, dovevo nascere maschio, adesso ne ho la certezza, almeno da ragazzina avrei ricevuto in regalo il Manuale delle Giovani Marmotte e non l'inutile Manuale di Candy Candy.
Tutti i miei compagni maschi ce l'avevano, noi, invece, avevamo l'altro, quello della bellezza, ricco di "semplici ricette di una volta per una bellezza da favola" (almeno, secondo gli standard dell'epoca e, naturalmente, secondo Candy Candy).
Insomma.
Non me ne sono mai fatta niente di sapere come rendere lucenti i capelli, morbide le mani, impeccabile una mise da merenda o come smacchiare la lana e cucire un orlo.
Forse avrei dovuto.
In effetti adesso sarei almeno presentabile come donnina di casa.
Ma tant'è.
Ah... potessi adesso accedere ai saggi consigli del Gran Mogol!
Forsei saprei accendere un fuoco, tagliare della legna, coltivare un orto, uccidere a mani nude i cinghiali che pascolano nella vigna.
Invece sono un'inetta: impiego ore a tentare di accendere il camino, con uno spreco di rametti, diavolina e carta e l'unico risultato di un filo di fumo.
Non so uccidere un ragno, figuriamoci un cinghiale, già tremo all'idea di doverne prima o poi affrontare uno.
Non so mandare segnali di fumo (Qui, Quo e Qua erano dei maghi), cosa che potrebbe tornarmi utile visto che oggi stavo per ribaltarmi in un fosso con la Fango car in una zona dove il cellulare non prende.
Non so orientarmi in pieno giorno, figuriamoci di notte: muschi e licheni non li distinguo e ho individuato la Stella Polare nelle luminarie del vicino.
Non so nemmeno riconoscere le bacche commestibili da quelle velenose: ho raccolto nel nostro bosco quelle che pensavo fossero bacche di rosa canina per farne marmellata e invece erano bacche di caprifoglio.
Insomma, come campagnola sono uno strazio. Come donnina di casa, anche.
Qualcuno ha il manuale "Campagna for Dummies"?!

lunedì 14 dicembre 2009

Nella vecchia fattoria...

Tanti anni fa, quando ancora vivevamo in città, una cosa che ci lasciava sempre di stucco era la domanda che tutti ci facevano quando dicevamo che ci saremmo trasferiti in campagna: bè, ma allora prenderete un cane, no?
Ecco.
In effetti la domanda giusta sarebbe stata: perchè? perchè, amici, avete deciso di abbandonare la metropoli tentacolare per andare a rifugiarvi in un buco di paesino, lontani da tutto e tutto?
Invece no, l'unico commento era che avremmo dovuto prendere un cane.
Mah.
Comunque, volevo annunciare che non abbiamo preso un cane, ma lui ha preso noi.
Insieme a 2 gatti.
Un paio di scoiattoli.
Una lepre.
Una famiglia di gazze.
E un branco di caprioli.
Il cane è quello del vicino, un vecchio setter, che viene tutti i giorni a farsi un giro intorno alla nostra casa: controlla la legna e ci fa una pisciatina. Annusa le scarpe da esterni e gli dà una leccatina. Scodinzola al Nanno , salta sulle sedie da giardino, fa ancora una pisciatina sulle ruote della Fango Car, un'altra nell'oleandro di Jeeg. Poi caga davanti alla porta d'ingresso e se ne va.
Nel tardo pomeriggio arrivano due gatti: uno grande arancione e bianco e uno più piccolo, grigio .
Questi si accoccolano sulla soglia della cucina, in attesa del maritozzo che gli lascia immancabilmente del cibo. Così prendono i topi, dice.
Come è pensabile che 2 gatti con la pancia piena abbiano voglia di andare catturare topi, non lo so.
Il Nanno li guarda estasiato, non vedo l'ora che sia estate per lasciarli giocare fuori insieme.
Poi abbiamo le gazze: maestosi uccelli bianchi e neri, manto lucido, voce potente. Hanno costruito il nido sui ciliegi della vigna, volano tutto il giorno in cerca di cibo, riempiendo il cielo di un gracchiare pieno.
Gli scoiattoli invece li vedo solo adesso che gli alberi sono spogli: corrono su e giù per i tronchi delle acacie, le code al vento, silenziosi e rapidi come saette.
La lepre sta nella vigna: si intravede di rado, tra un cespuglio di rosa canina e un ciuffo di melissa.
E' grande e tenera, mi piacerebbe poterla carezzare ma non credo si lascerà mai avvicinare.
Infine, e questa è scoperta di ieri, abbiamo i caprioli, un bel branco di caprioli adulti (ieri ne ho contati 6) che pascola sereno tra la vite e i ciliegi, guidato dal maschio più grande.
Ieri mattina, in una delle innumerevoli uscite verso la caldaia, mi sono fermata fuori a contemplare la vallata. Ho sentito un fruscio e li ho visti: fermi immobili, le orecchie tese e la codina dritta. Io non mi sono mossa e loro hanno ricominciato a brucare la poca erba superstite.
Poi improvvisamente han deciso di andare e a grandi balzi sono risaliti su per la collina.
Una meraviglia, altro che cane.

mercoledì 9 dicembre 2009

Il giorno della Nanna

Riassunto delle puntate precedenti: il Nanno , fino a ieri un gran dormiglione, a partire dal 6°mese inizia a mostrare evidenti segni di squilibrio. Dai consueti 2- 3 risvegli a notte passa gradualmente a 7-8 con conseguente crollo del già precario equilibrio psico-fisico dei genitori. Provata nell'animo e ancor più nel fisico, la campagnola convoca gli ultimi neuroni rimasti e, a fatica, elabora una strategia di sopravvivenza.

Da sabato scorso il Nanno dorme in camera sua. Ho approfittato del ponte e dell'arrivo di 2 dei magnifici 8 per sgomberare la sua camera, spostare il suo letto e organizzargli una discreta dose di comfort.
Vi lascio immaginare il patema d'animo che ha accompagnato la migrazione nannesca: e come farà in stanza da solo, e come farà senza sentirci vicini, e come faremo senza il suo respirare, e come facciamo se non lo sentiamo... Questo per i primi 10 minuti, poi ce ne siamo fatti una ragione.
Sarà come sarà, ma da sabato notte si dorme alla grande.
Siamo prima scesi a 6 risvegli, poi a 4, stanotte a 2.
Siamo passati da 8 ciuccciate per notte (sic) a 2.
Un miracolo.
Secondo me lo disturbavamo noi, accendendo la luce quando andavamo a dormire, chiacchierando (seppur sottovoce), muovendoci nel piumone, russando, ecc... ecc.
Ora quando si sveglia vado da lui e somministro la tetta (una volta), se poi si sveglia prima di 3 ore va Jeeg e io ronfo. Poi vado io e poi basta.
Sono 2 giorni che mi rendo di nuovo conto di chi sono e cosa faccio, il manipolo di neuroni ha riattivato le sinapsi.
Insomma, con i debiti scongiuri e la consapevolezza che stiamo parlando di oggi e domani chissà, siamo on the road again.

domenica 6 dicembre 2009

Bava Attack

Domenica mattina: i Campagnoli al completo prendono la Fango car e si recano giulivi al vicino centro Brico-Fai da Te per per gli immancabili acquisti necessari al completamento della casa campagnola.
Il Nanno , così come quando viene deportato all'Ikea, al supermercato, al centro commerciale e via dicendo, è di pessimo umore e manfesta il suo cospicuo disappunto con urla stizziti e tentativi di fuga dal passeggino.
Lo prendo in braccio e me lo porto in giro, cercando di interessarlo alle motoseghe, ai cavi elettrici, alle taniche di pittura e a tutti gli altri golosi ameniccoli che riempono le corsie del Brico.
Nulla da fare: se possibile, le urla aumentano di volume.
Sto quasi per capitolare quando capito davanti ad uno scaffale pieno di peluches: un immenso scimmione peloso attira l'interesse del Nanno , che lo afferra ridendo e finalmente tace.
Tiro un sospiro di sollievo e riesco perfino a sederlo in passeggino con il suo nuovo amico.
Distratta dagli acquisti mi accorgo troppo tardi che l'etichetta della scimmia è finita tra i dentini del Nanno , che la sta ciucciando con gran godimento, in un fiume di bava.
Riesco a sfilargli l'etichetta dalla bocca, me la metto in tasca pensando che poi la asciugherò prima di passarla alla cassiera.
Privato della cosa più gustosa del peluche, il Nanno inizia a ciucciare il pelo dell'animale, gli occhi, il muso, le zampe, spargendo ovunque resti appiccicosi di biscotto.
Pazienza, mi dico, lo laverò arrivati a casa.
Dopo un giro di mezz'ora ci mettiano in fila per pagare e con estremo disappunto mi accorgo che la scimmia giace inerte e bavosa in un angolo del passeggino.
Orrore.
Lancio un'occhiata al maritozzo: che facciamo, glielo compriamo 'sto scimmione? Sembra che non gli piaccia più...
Jeeg prende la scimmia e la agita davanti al Nanno , che la guarda indifferente.
Niente, non gli piace più.
Che facciamo?
E che dobbiamo fare? Non vedi che non gli piace? Io la rimetto a posto!
E così, da stamattina, sugli scaffali del Brico giace una grande scimmia di peluche, vischiosa di bava e appiccicaticcia di biscotti.
Chi fosse interessato mi contatti in pvt che gli dico dov'è.

venerdì 4 dicembre 2009

Caldaia, mon amour

50 Ting - La Caldaia: la caldaia, al pari della cornucopia europea, è simbolo di felicità e prosperità. Una caldaia piena di fuoco, su cui cuocere il cibo, rappresenta la pace e la tranquillità famigliare, luogo di comunione e forza.
tratto da I CHING, Il Libro dei Mutamenti.

Fino a ieri era la calderina, ottuso oggetto in metallo comandato da uno stupido interruttore on/off e regolato da un termostato: hai freddo? Alza il termostato. Hai caldo? Abbassa il termostato.
Finito.
La noia pervadeva la giornata dei campagnoli che, in quanto masoch... ehm... veramente campagnoli inside, ambivano a qualcosa di più stimolante per condire le loro insulse giornate.
E così, nella nuova casa campagnola, ha preso posto una Caldaia, di quelle vere, enormi, alte, grandi, rumorose.
E visto che i campagnoli, oltre a essere masoch... ehm... agresti nell'animo sono anche , bontà loro, ecologici, la Caldaia in questione accetta solo legna e pellet.
Niente metano, gasolio, alcol, carbone tutta roba inquinante e comoda da procacciarsi, noi qui bisogna soffrire, perchè la vita cittadina è da mollaccioni e certe scelte o si fanno o non si fanno.
E così oltre al Nanno , che già ci procura il suo bel daffare, abbiamo anche questo immenso oggetto, famelico come un orco, che ci tiene sottomessi come due zerbini.
Bisogna dargli da mangiare, alla bestia, e tanto anche: compra la legna, portala a casa e impilala, proteggila dalla pioggia e dalla neve, tienila asciutta e croccante e poi gettagliela in pasto. Però attenzione: la legna va messa in un certo modo,accesa senza troppa carta, rimestata spesso sennò si spegne.
E se la legna si spegne... niente acqua calda e niente riscaldamento, insomma freddo.
La mia giornata inizia pertanto sempre nello stesso modo: scendo al piano terra con il Nanno , lo siedo nel seggiolone, indosso il giaccone ed esco al gelo a controllare il bestione nel locale tecnico (c'è chi ha il boudoir, noi si ha questo): attizzo la legna, controllo la temperatura dell'acqua e la pressione sul manometro, infilo altri ciocchi di legna e controllo che prendano fuoco.
Entro in casa, controllo i termostati, ne spengo un paio per fare si che il piano terra si scaldi bene.
Ritorno in caldaia, ri-controllo la legna.
Do da mangiare al Nanno e faccio colazione.
Esco a controllare la caldaia.
Mi vesto e vesto il Nanno .
Esco a verificare che la legna sia sufficiente per le prossime due ore.
Scendo al paesino e faccio la spesa ma appena torno controllo la Caldaia.
Do da mangiare al Nanno e lo metto a nanna ed esco a controllare la Caldaia.
E così fino a sera, entra-esci-entra-esci, quando finalmente torna Jeeg: ciao amore, com'è andata oggi con il Nanno ? e la Caldaia????
Ora capisco perchè, tra gli uomini primitivi, ce n'era sempre uno addetto a controllare il fuoco...
Nella prossima vita mi compro una calderina a petrolio, regolata da un telecomando, che consuma come una centrale termoelettrica e inquina come un inceneritore, ma non si spegne mai e segna sempre 70°.
Eccheccaxxo.

martedì 1 dicembre 2009

No nanna, no party

C'è stato un tempo, nella mia vita a.N., in cui potevo permettermi di riflettere sui massimi sistemi, sul senso della vita, sull'Universo, sull'Essere e il non essere, il Tempo, lo Spazio e altre amenità fondamentali.
C'è stato un tempo, sempre nella mia vita a.N. in cui, se per caso la notte mi svegliavo potevo godermi il buio e il silenzio, aprire gli occhi, assaporare il tepore delle lenzuola e stare lì, senza fare nulla anche per intere mezz'ore.
C'è stato un tempo, nella mia vita a.N. in cui ero ignara, ignara della libertà di azione, movimento e pensiero e, ammettiamolo, l'ho sprecata tutta.
Adesso, nella mia centrifugata vita p.N. quello che rimane è uno sparuto gruppetto di neuroni, fifoni e insonnoliti, che si rifiutano di pensare, organizzare, riflettere, pianificare, godere.
Il mio pensierogramma è piatto, biiiiiip, non produce nulla, nemmeno un sussulto.
Oggi, per dire, il frutto di due ore di speculazione è stato questo: ho sonno, devo trovare una soluzione ai 7 risvegli notturni del Nanno .
Stop.
E poi? direte voi.
Poi basta.
Ho tentato una qualche sinapsi, ma invano.
Il gruppetto di neuroni ha soppesato la questione, ha messo ai voti le poche alternative (Estivill, Tracy Hogg, gas, cicchetto nella pappa), non ha risolto nulla e si è riappisolato.
Ho sonno, bon, morta lì.
Che vita di stenti.

giovedì 26 novembre 2009

Cervelli in fuga

Sto perdendo colpi e non credo sia solo per l'età.
Ieri, come ogni mattina, mi preparavo alla consueta uscita mattutina: lotta corpo a corpo con il Nanno per vestirlo, pianto disperato mentre mi vesto io, scendo in ingresso e nuova lotta per infilargli le scarpine, metto la giacca, la metto a lui (tra urla e contorcimenti), metto le scarpe, prendo i suoi biscotti, l'acqua, il cappellino, i giochini per la macchina, lo lego a forza nel seggiolino, prendo il cellulare e mando un paio di sms alle amiche ("anche oggi se dio vuole usciamo, ci vediamo in piazza), controllo di avere tutto, chiudo la porta di casa e mi siedo in macchina.
Pant pant.
Lancio un'occhiata sul sedile accanto e... oddio, sono senza borsa, cioè senza soldi, documenti e chiavi di casa.
Panico.
Mi sono chiusa fuori di casa.
Meno male che Jeeg non è al lavoro ma al paesino per commissioni e io ho il cellu.
Rapido sms e lo incontro per le chiavi, vi lascio imaginare il suo sottile sarcasmo mentre mi cosegna il suo paio di chiavi.
Meno male, mi ci mancava di dover andare fino in città a recuperare le chiavi o, peggio, rompere un costosissimo vetro nuovo per rientrare in casa.
Oggi, uguale: lotte, pianti, vestiti, scarpe, cappellini, giochi, ecc.... salgo in macchina e controllo di avere la borsa. Ok, la borsa c'è.
Controllo di avere le chiavi di casa: non ci sono.
Ricordo di averle tolte dalla borsa per cambiare portachiavi.
Mi sono chiusa di nuovo fuori. Ma porc!!!!
Meno male che avevo messo una chiave di riserva in un posto segreto.
Prendo le chiavi, acchiappo la spazzatura ed esco.
Arrivo al paesino, prendo le chiavi della macchina e la spazza, apro il cassonetto e getto via... le chiavi!!!!
Ma nooooooo!!!!
Meno male che il cassonetto è vuoto: salgo su un cartone, mi infilo per metà nel cassone, tra l'ilarità degli astanti, frugo fra la spazza (bleah!) e recupero le chiavi.
Insomma.
Credo che mi sia rimasto un solo neurone, per di più condiviso.
Che faccio, me le lego al collo tipo campanaccio, 'ste chiavi?!

mercoledì 25 novembre 2009

Preghierina

Fammi crescere i denti davanti,
te ne prego bambino Gesù!
Sono 2 ma mi sembrano tanti
Son caduti (han tagliato le gengive)
ma non crescono più!

Io non so se il bambino Gesù, di questi tempi, si occupi ancora di denti e gengive, fatto sta che se avesse 2 minuti di tempo per dare un aiutino al povero Nanno per allungargli i due incisivi superiori e farli uscire per bene gliene saremmo tutti veramente grati.
Davvero, neh.


P.S. la canzoncina di cui sopra, per chi non la conoscesse, esiste per veramente e ha allietato la sottoscritta per un sacco di tempo, cantata in coro da tutto il parentado (bei tempi!).

sabato 21 novembre 2009

Senza parole

E' sera a casa dei campagnoli, jeeg cerca di riaddormentare un Nanno insolitamente garrulo, la Campagnola si gode una sacrosanta doccia. All'uscita della doccia, va a dare il cambio al consunto marito.

- Ecco! Lo sapevo, arrivi tu e guarda che sorriso!
- ...
- Insomma, voglio dire, son qui da mezz'ora che lo intrattengo... sono ben suo padre!
- ...
- A me neanche uno sguardo, entri tu e guarda qua: sorrisi, risatine, tende le manine per toccarti, ti guarda quando ti muovi... è umiliante!
- ...
- Bè, non mi dire che non conto nulla, sono un padre presente io! Però, accidenti, tutti 'sti sorrisi a me non li fa!
-...
- Non dici nulla? Hai la coda di paglia, eh?
- Dunque vediamo: l'ho portato nella pancia per nove mesi, tra nausea e rutti (ricordi che volevi iscrivermi alla Corrida? Avrei avuto un successone, dicevi, se avessi imparato a parlare con i rutti). Mi occupo di lui, 7 giorni su 7, tutto il giorno e, soprattutto, tutta la notte quando somministro la tetta 2- 3 ma anche 7-8 volte di seguito mentre tu ronfi come un compressore e non ti svegli manco coi gavettoni. Gli cambio il pannolino, lo vesto, lo porto in giro, lo coccolo se piange, lo sgrido forte ma poi mi pento e lo bacio ancora di più. Gli preparo le pappe, gli canto le canzoncine, gli leggo i libretti e mi invento mille storie diverse per farlo divertire. Conosco ogni suo umore e cerco di prevenirlo, conosco ogni sua esigenza e cerco di andargli dietro, accorro al primo vagito interrompendo qualunque cosa io stia facendo, e questo da oltre 7 mesi.
Ora.
Non dico che quando entro in stanza si debba inchinare fino a terra gettando petali di rosa dove poso i piedi ma almeno un sorriso, se non altro per educazione, non credi che me lo possa concedere?
- ...
- ...
- Bè? Non dici nulla?
- Allora domani vengono i tuoi a pranzo?

(Campagnola 1- Jeeg 0. Palla al centro e pedalare).

venerdì 20 novembre 2009

Certi traumi

E' un po' che non scrivo, quasi una settimana.
Il punto è che sono rimasta traumatizzata.
No, non dall'ennesimo scorpione in sala, o dalle vagonate di fango in macchina o sui vestiti, nemmeno dal Nanno che, bontà sua, più che crescere e tentare di venire a capo di questo mondo misterioso non fa.
No, sono rimasta traumatizzata dalla prima uscita libera negli ultimi 7 mesi e 1/2.
E' andata così.
Tutta la famiglia campagnola è scesa in città, giusto una settimana fa, per portare il Nanno dall'osteopata (forse vi racconterò in un post perchè e per come).
Poi, visto che l'appuntamento era al mattino, avevamo programmato di deportare il Nanno da nonna Giudix e andarcene in centro per negozi.
Non ci ho dormito una settimana, su questo progetto (una volta, non avrei dormito su cose un po' più serie ma babbè).
Il giorno fatidico, mollat... ehm... lasciato il Nanno dalla nonna ci siamo fiondati in centro e per 2 ore e 40 abbiamo avuto le mani e, soprattutto, la testa libera per fare, pensare, andare dove volevamo senza problemi.
Un sogno.
Salivo e scendevo le scale che manco mastro Lindo.
Entravo e uscivo dai camerini.
Mi muovevo agile tra gli scaffali delle librerie senza dover ripetere la solita litania "nontoccareattentoallemaninontisporgererestasedutoscusisignoranontogliertilescarpe
miscusioddioècadatoilciuccioprendiunpezzodipanetimettolagiaccatitolgoilcappello"
Ho perfino preso una cioccolata seduta in un bar strafigo sola con Jeeg, come facevamo cent anni fa, nella nostra vita a.N.
Poi è finito tutto.
Ci siamo ripresi la gioia della nostra vita e siamo rientrati alla base.
Ma io non son più la stessa.
Ora che ho riassaggiato l'ebbrezza della libertà conto i giorni che mi separano dall'apertura del micronido qui al paesino (lo stanno costruendo).
Ecco, l'ho detto.
E ora arrestatemi pure.

mercoledì 11 novembre 2009

Campagnola inside

A quasi un mese dal trasferimento nella casa-dei-nostri-sogni posso dire che vivere in campagna (per una che viene dalla città) è come sposarsi.
Il matrimonio, per chi ancora deve compiere questo passo, viene immaginato ingenuamente come un tripudio di coccole, passione, amore qui, amore là, sempre insieme, mano nella mano, occhi negli occhi.
Poi ci si sposa e si scopre, a volte con raccapriccio, che il matrimonio è soprattutto (cito a memoria la mia prof di italiano delle superiori) calzini sporchi, gomiti sulla tavola, lotta per il telecomando, rumori notturni e odore di cavoli.
La stessa cosa è per chi desidera la campagna: si sogna lo scoppiettare del camino, lo stormir delle fronde, il cnguettio degli uccellini al mattino e le stellate di notte. Si fantastica su una vita semplice, fatta di pochi, genuini piaceri e ci si trova, ahimè, con fatiche e scomodità mai immaginate: legna da spaccare/trasportare/sistemare; fango e terra in ogni angolo della casa; bestie feroci da annientare e distruggere (per ora siamo fermi al domare e addomesticare); giungla da districare e potare; foglie da spazzare, spazzatura da buttare a km di distanza, Topoli da vestire come yeti perchè qui fa già un freddo caino, ecc...ecc...
Pentita?
No, pentita mai. Anzi.
Solo, come ogni moglie dopo il secondo mese di matrimonio, finalmente consapevole di ciò che mi aspetta nei prossimi 30 anni: grandissimo sbattone quotidiano ma, alla fine, una gioia e una meraviglia continue.

lunedì 9 novembre 2009

L'uomo nero del XXI secolo

Una fresca mattina di fine Ottobre, al parco del paesino tre mamme con i loro cuccioli di 6 e 7 mesi.
L'argomento è sempre quello: ma quanto dormi di notte?

- Non ce la faccio più, non si dorme mai, questa si sveglia almeno 4 volte a notte, ogni due - tre ore.
- Beata! Il mio dalle 3 non dorme più, ciuccia fino alle 5 poi tutti in piedi!
- Il mio si sveglia 6- 7 volte, urla forte e piange, un incubo, lo calma solo la tetta..
- Non so come fare...
- Siamo esauriti...
- Sono nevratsenica...
- Ragazze, c'è solo una soluzione: Estivill.
- Noooo... Estivill no! stai pensando a lui?
- E' l'unica. Quelli che l'hanno provato dicono che in 1 settimana si dorme.-
- Sì, ma lo devi fare piangere!!!
- Io non ce la farei, se piange mi sento male. Perchè non provi con Tracy Hogg?
- Perchè ho già provato e non funziona. Ogni volta che la metto giù piange, allora la tiro su, poi la rimetto giù e così via. Non si può andare avanti così! Ci vuole Estivill.
- Bel metodo! Lo fai piangere, certo che poi si addormenta!
- Ma noooo, tu gli insegni a dormire, lui apprende un'abitudine alla nanna.
- macchè. Ti scarichi la coscienza pensando così. In realtà, l'unica cosa che lui apprende è che nessuno accorre in suo aiuto.
- Non è così, Estivill è moderno, è scientifico!
- Sarà...io continuo a preferire Tracy Hogg.
- Se funzionasse Tracy Hogg avrei già risolto il problema.
- Allora sei decisa?
- Guarda, provo ancora un paio di settimane, poii basta. Ora mi rileggo il libro e poi... si comincia.
- Auguri.... io mi sa che mi tengo i risvegli
- Anche io, Estivill è troppo estremo, perfino per me!

Il gioco delle 3 carte (home version)

Interno notte, A - B - C dormono nel grande letto + "side bed" nella camera dei Campagnoli.

Ad un certo punto C si sveglia: B si sposta nel suo letto per allattarlo. Quando ha finito ritorna nel suo letto.
Dopo un po', C si sveglia di nuovo: A si sposta accanto a C per consolarlo e coccolarlo. Nel frattempo, B si sposta al posto di A. Quando C dorme, A si sposta al posto di B. La situazione ora è B - A - C.
Poi C si sveglia nuovamente e B si ri- sposta per ri-allattarlo. A torna al suo posto. Quando B finisce, rientra nel suo letto.
C si sveglia ancora, a questo punto sia A che B gli fanno un cazziatone e si fingono morti.
Non funziona.
Pentiti, A e B prendono C nel loro letto.
Dopo 5 minuti, A e C russano beati, B si sente soffocare.
B si sposta nel letto di C.
Suona la sveglia di A, che si alza per andare al lavoro.
C sente la sveglia e, naturalmente, si sveglia anche lui.
B si ri-sposta per l'ennesima volta al posto di A, allatta C e poi si riaddormenta.
C non dorme più.
Ore 7:01 sia B che C sono in piedi: B vorrebbe spararsi agli alluci, tanto per allietare la mattinata, C fresco e riposato sembra un fiore appena colto.
Beata gioventù.

Ma allora ditelo...

E' matematico: non appena mi loggo e inizio a scrivere un post il Nanno si sveglia dal sonnellino.
Avrà poteri paranormali?

venerdì 6 novembre 2009

Working mom?

Ho riflettuto a lungo se scrivere o meno questo post, poi visto che non va nè su nè giù ho deciso di scriverlo, magari riesco a cavarne qualcosa.
Forse qualcuno ricorda che un anno e mezzo fa sono stata assunta da una (ex) fiorente ditta del Paesino, a tempo indeterminato e che, dopo 6 anni da Co.Co.Co. ,mi sembrava di toccare il cielo con un dito.
Al colloquio di assunzione mi è stato chiesto se desideravo figli, naturalmente ho risposto, almeno 2.
Si affretti signora, è stata la cortese risposta dopo una rapida occhiata al mio CV, alla sua età non si può aspettare ancora!
Detto fatto: 5 mesi dopo ero incinta del Nanno (evidentemente è bastata un'assunzione per "sbloccare" la situazione, visto che provavamo già da diversi anni).
Comunque.
Lavoro esaltante, matto, disperatissimo. Finalmente al posto giusto a fare la cosa giusta. Il mio capo contento, elargiva complimenti e gratificazioni.
Insomma, una vera gioia.
Poi ho iniziato i colloqui per trovare una sostituta ed è stata assunta con contratto di sostituzione maternità una ragazza giovane, molto, molto in gamba, che non vuole figli.
Questa mi soffia il posto, ho pensato.
Infatti.
Circa un mese fa sono tornata in ditta, per discutere del mio rientro.
Ho proposto al mio capo di rientrare dopo 5 mesi di maternità, tenendo un mese di scorta per eventuali malattie o problemi con il Nanno, gli ho detto che avevamo messo su una task force di nonni e che potevo riprendere a 6 ore al giorno, tutti i giorni a partire da gennaio.
"Perchè vuoi rientrare così presto? Perchè non ti fai tutta la maternità? Anzi, perchè non ti fai anche tutte le ferie? Sai, siamo parecchio in crisi e non c'è tanto lavoro, la ragazza che ti sostituisce è parecchio brava (un "mulo da lavoro", esatte parole), pensavamo di sentire di più la tua mancanza... In effetti, se rientrassi, non saprei neanche più dove metterti...Ma non volevi un altro bambino? Perchè non lo fai subito? Senti qua cosa ti propongo: maternità, ferie, un po' di cassa integrazione, nel frattempo resti incinta e... altra maternità! Che te ne pare?"

Caro capo che una volta mi portavi in palmo di mano e ora cerchi di tenermi a casa per i prossimi 3 anni, vediamo un po' di analizzare la tua proposta, succulenta come una cacca fritta e gratificante come una palata nei denti.
Innanzitutto spiegami perchè dovrei farmi tutta la maternità e tutte le ferie, restando a secco di giorni eventuali da prendere in caso di necessità o, dio non voglia, desiderio di riposarmi o andare via con la famiglia.
Poi, spiegami anche perchè dovrei cambiare ufficio, anzichè tornare al mio posto. Sono bastati pochi mesi per dequalificarmi completamente? Oppure sai che non potrei essere così schiava come prima e la cosa non ti va giù?
Curioso, poi, il tuo consiglio di fare subito un altro figlio, tanto per garantire il contratto alla sostituta e metterti al riparo da eventuali problemi col sindacato e la casa madre.
Ti ringrazio, infine, per le amabili parole che mi hai rivolto, credo che tutti avrebbero piacere a sentirsi dire che al loro rientro non ci sarà più un posto per loro nè, in definitiva, neanche il lavoro.
Mi piacerebbe poterti mandare a lavorare vita natural durante a spaccare sassi sulle strade o in una qualche miniera di sale, per insegnarti l'educazione, innanzitutto, e il rispetto per il lavoro e le persone.
Inutile dire che dovrò invece tornare, ahimè, nella tua ditta (sempre che non chiuda nel frattempo), ma sappi che anzichè una devota impiegata, ligia ed entusiasta, avrai un'acida serpe in seno, che coverà vendetta e rancore fino a quando riuscirà a trovare un altro lavoro e un altro capo, sempre che questa parola abbia ancora significato.
Salutoni

mercoledì 4 novembre 2009

Kombat Nanno

Alle soglie del 7° mese è tempo di bilanci.
I primi mesi sono stati accellerati, enorme sforzo fisico e mentale per cercare di capire, organizzarsi, entrare in sintonia con questo piccolo (è un eufemismo) esserino che mostrava già dalla nascita un carattere forte, volitivo, energico.
Poi un momento di calma, verso i 4 - 5 mesi, sembravamo aver trovato un nostro equilibrio: io proponevo (giochi, passeggiate, pisolini, tetta), lui accettava o rifiutava garbatamente (si fa per dire, però era niente confronto ad ora).
Adesso ci avviciniamo al 7° mese ed è iniziata la lotta, una lotta fisica, selvaggia per qualunque cosa: vestirsi, sedersi nel seggiolone, mangiare la pappa, allacciarsi al seggiolino dell'auto, girare in passeggino.
Il Nanno irrigidisce le gambe, urla, morde, si rotola fino a buttarsi giù, gira il collo piangendo, sbatte la testa, mammaaaa ma non capisci, voglio stare nudoooo, non voglio sedermi, voglio stare in braccio, voglio che mi coccoli, che ti occupi di me, che non ti distrai, che non parli, non mangi, non fai altro che giocare con meeee, mammaaa (o almeno, questo capisco io).
E' uno scontro di volontà.
E' una lotta fra corpi.
Fisicamente vinco ancora io, ma non so per quanto.
Mentalmente vinciamo a turno: scendo a compromessi, posticipo uscite, anticipo pappe, un po' di coccole e poi preparo cena, un po' in braccio e poi stiro, un po' di rotoloni sul letto e poi faccio la doccia.
E' una vita twitter: tutto in pochi minuti, tutto veloce, tutto superficiale.
Il punto è che anche le cose che faccio con e per lui sono così, c'è sempre qualcosa di mio che spinge per avere spazio.
Questo è il mio cruccio: che il tempo che gli dedico non è totale, ho sempre la testa occupata dalle 1000 altre cose che dovrei /vorrei fare. Insomma, l'esserci al 100%, la presenza totale nell'hic et nunc è ancora una chimera.
Ecco piange.
Alla prossima!

lunedì 2 novembre 2009

Allo zoo dei Campagnoli

Lui: Ti piacciono gli scorpioni?
Lei: Mmmmhh... dipende dall'ascendente, comunque in generale direi di sì
Lui: ....
Lei: Non parlavi di umani, vero?
Lui: ....
Lei: Ok, dimmi dov'è
Lui: Qui, vieni a vedere
Lei: UUAAAHHHHHHHH (fugge dalla mansarda, le mani sugli occhi e il terrore nel cuore)

A pensarci bene, la nostra casa è già abbondantemente abitata. E' vero, si tratta di piccoli esserini, non umani, pelosi, bavosi, volanti ma pur sempre esseri viventi.
Ogni stanza ha la sua specie, un piccolo zoo privato sempre aperto 24 h/7 giorni a settimana.
La sala è colonizzata dalle cimici delle piante, ottusi insetti verdi che come unica attività si arrampicano sul muro (a piedi) arrivano fino a metà, poi perdono l'equilibrio e con un sonoro SCIOCK cascano a terra a zampe all'aria. Faticosamente si rigirano e ricominciano a scalare il muro.
Vanno avanti ore.
Quando si stufano, volano via (al che mi chiedo: perchè non voliano quando cascano dal muro, anzichè sfracellarsi a terra?). Boh.
In cucina abbiamo 3 mosche: solo 3 ma magiche. Il maritozzo ne acchiappa una e la butta fuori dalla finestra. Si gira, conta le mosche rimaste: sono sempre 3.
Ne acchiappa un'altra, la butta fuori.
Sempre 3.
zac! fuori! 3!
zac! fuori! 3!
Forse sono ologrammi, chi può dirlo.
I bagni invece sono casa di zanzare e moscerini.
Gli angoli vedono protagonisti i ragni gamba lunga, sottili sottili, paciosi, immobili: siccome mi fa orrore aspirarli con l'aspirapolvere li lascio dove sono, muoiono di vecchiaia (lo sapete che un ragno morto diventa prima grigio, poi bianco, poi si assottiglia tutto e alla fine si polverizza? - ma quante ne so).
Infine la mansarda: qui ci sono gli scorpioni.
Questi li temo veramente, siedo al pc con la paura che mi pizzichino un alluce o sbuchino fuori da sotto il mouse o dai cuscini del divano.
Jeeg, pragmatico, li spiaccica in un fastidioso scricchiolare di corazza. BLEAH!
Il Nanno per ora non si accorge di nulla, ma già so cosa succederà: appena scoprirà che sono terrorizzata e schifata da tutte queste cose le catturerà con le sue manine e me le farà trovare in tutti i luoghi possibili, facendomi uscire pazza.
E scoprirà, ahimè, che potrà ottenere ciò che vuole, solo mostrandomi un lucertolino o un ragnaccio più nero del solito.
Sono una mamma ricattabilissima, altro che escort e via dicendo...

domenica 1 novembre 2009

Che domenica bestiale..

In attesa di scoprire cosa possiamo inventarci per rendere questo posto un po' più sociale, abbiamo deciso che per il momento l'unica cosa da fare è renderlo abitabile.
E così, in una domenica foscosa e ancora tiepida lJeeg ed io abbiamo finalmente indossato i panni dei Campagnoli e provveduto a pulire casa, la caldaia e il camino, raccogliere legna secca e ammucchiarla in fascine, decidere quali alberi tenere e quali sacrificare al grande Focolare che tutto crea e tutto distrugge (= sempre lei, la caldaia).
Nel pomeriggio, armati dei nostri sorrisi migliori e di un Nanno moccioloso e tosseggiante siamo andati perfino a presentarci ai vicini, una cosa che in città non avremmo mai fatto (le assemblee di condominio erano un preludio all'omicidio preterintenzionale).
Il nostro vicino (che credo di nome faccia Jack Torrance) dice che il nostro terreno è colonizzato dai caprioli: almeno 15, dice lui.
Mai visti, diciamo.
Si vedono al mattino presto.
Quindi se facciamo l'orto...
Meglio cintarlo.
Mah.
La passeggiata del pomeriggio ha portato inquietanti scoperte: pere cadute sul nostro vialetto di accesso.
Il problema è che non sappiamo dove sia il pero, la giungla che ha avvolto tutto il terreno rende impervie le perlustrazioni. Forse anche inutili, visto che in effetti non sappiamo neanche come sia fatto un pero.
Urge aprire gli scatoloni dei libri e trovare "Alberi da Frutta" il manuale che il maritozzo ha studiato negli ultimi anni (non tanto bene, però...).
In tutto questo il Nanno è sempre con noi, con una faccia da "ma questi due, esattamente, chi me li ha mandati?". Non sta benissimo, bisogna dirlo, il raffreddore che sembrava passato sta avendo un ritorno gagliardo, mi sa che mi tocca portarlo da Magò.
Che il cielo ci aiuti.

venerdì 30 ottobre 2009

Tristezzaaaaaa per favore va viaaaaaa

Me l'ero immaginato diverso il trasferimento, ma del resto è sempre così: quando si anela una cosa per tanto tempo si tende a mitizzarla e a perdere di vista la mera realtà.
Viviamo nella nuova casa già da 3 settimane e sono pervasa da una malinconia che non provavo da tempo immemore.
Non ha a che fare con la casa, o almeno non nel senso che intendono tutti (una volta per tutte: non mi sento isolata!), a ha che fare con un progetto di vita che 4 anni fa era chiarissimo e ora, come dire, ha perso un po' di smalto.
La casa è bellissima, come ce la siamo sempre immaginata; il Nanno si è ambientato perfettamente; il fango è stato domato (fino alla prossima pioggia), le bestie che popolano ogni angolo della magione non mi fanno quasi più impressione.
E allora?
E allora 'sto posto è troppo grande!
Bisognerebbe popolarlo in qualche modo, ma non intendo fare figli a profusione solo per riempirne le stanze!
Non solo la casona è immensa, ma abbiamo accanto anche un bel fienile che, una volta ristrutturato, porterà altro spazio.
Insomma, che ci possiamo inventare?
Agriturismo? Palestra? Centro di meditazione? Campo estivo per bambini? Stalla? Bed & Breakfast?
In tutto questo (casa ancora da sistemare, giardino da de-giunglizzare, legna da tagliare, api da accudire, mele da raccogliere, ecc...) il Nanno ha scoperto che potrebbe stare seduto ma ancora non è capace, potrebbe mangiare da solo ma ancora non è capace, potrebbe afferrare e ciucciare tutto ciò che ha davanti ma ancora non è capace perciò non si può mollare un secondo.
Insomma, mille cose da fare e nemmeno una mano libera.
Sigh.

giovedì 29 ottobre 2009

Ma te....???

Sono a favore dei sondaggi, sempre, in effetti nutro un'insana quanto bizzarra passione per le interviste, specie se telefoniche. Non chiedetemi perchè, ma quando mi telefonano per avere la mia opinione su qualcosa, qualunque cosa - ahimè, rispondo sempre entusiasta.
Figuriamoci se potevo evitare di iscrivermi al programma di interviste della nostra regione dedicato alle neomamme: una volta ogni 3 mesi mi chiama un'infermiera del consultorio e mi interroga sul Nanno e sulla mia vita con lui.
Le domande spaziano da "allatti al seno o con latte artificiale" oppure "hai già fatto i vaccini" fino a "il marito/compagno ti da una mano in casa e con il bambino".
Alcune domande sono molto pertinenti ("hai avuto bisogno di un pediatra o dell'ospedale negli ultimi mesi"), altre sono stimolanti ("la presenza di parenti o amici dopo il parto è stata di conforto o fonte d'ansia") altre sono delle prese per i fondelli ("ti senti più o meno stanca da quando hai il bambino?" - "dormi di più o di meno?"), insomma, ce n'è per tutti i gusti.
Ma la domanda chiave, quella che ogni volta mi lascia perplessa è: "da quando hai il bambino, la tua vita è cambiata in meglio o in peggio?".
Ecco.
Una domanda così presuppone ore di discussione, di analisi, di confronto, di spiegazioni.
Vorrei invitare l'infermiera a casa, apparecchiare per un tè e cominciare con un: in che senso in meglio o in peggio?
In meglio, naturalmente, visto che desideravamo un figlio da anni e siamo stati fortunati, il Topolo è un bambino sano, allegro, amplificato e meraviglioso.
In meglio, ovviamente, visto che essere mamma è un'immensa gioia, una scoperta, un'avventura, un gioco, una stupefatta rivelazione ogni giorno.
In meglio, ça va sans dire, perchè la maternità, a mio parere, per una donna è sempre un'esperienza, una trasformazione, un cambiamento, un completarsi andando a toccare aspetti dell'animo femminile mai neanche immaginati prima.
Però non è finita qui.
In peggio, perchè ci sono giorni in cui la stanchezza, il sonno, l'esaurimento di ogni energia fanno apparire terrificante anche solo pensare di uscire di casa.
In peggio, perchè a volte la solitudine è così penetrante che ci si sente sole al mondo, abbandonate da tutto e tutti.
In peggio, perchè le giornate in cui il Nanno non sta bene, o ha sonno, o è nervoso fanno assaporare la rabbia in tutte le sue forme e si ha persino paura di quello che si potrebbe fare.
In peggio, perchè a volte anche l'idea di un cinema, di un libro, di un aperitivo è talmente nostalgica da far dubitare che ci sia mai stata una vita prima.
Alla fine, in quei 3 secondi di tempo che ho per ribattere, in ogni modo rispondo sempre in meglio, of course.

mercoledì 28 ottobre 2009

Cercasi controfigura

Almeno una volta l'anno scrivo un post intitolato in questo modo, bramosa di chiunque (un sosia, uno stuntman, un lupin con la maschera di gomma che mi possa somigliare) voglia prendere il mio posto.
Credo che in questo periodo l'occasione sia data dallo stress post-trasloco, più ambientazione nella casa nuova, più le millemila cose da fare per rendere abitabile (non dico "pulito") il nuovo nido, più dal Nanno che mette i dentini, più dal primo raffreddore sempre del Nanno .
Insomma.
Sono una larva.
Ci sono comunque delle buone notizie campagnole: ha smesso di piovere e lo sterrato si è asciugato, rendendo agevole le uscite da casa; il Nanno è uscito indenne dal raffreddore e, a parte qualche bolla di moccio dal naso di Spankiana memoria, sembra guarito; la casa sta assumendo un aspetto umano (non dico "pulito") addirittura potremmo quasi avere degli ospiti.
Infine: forse, dico forse, potrei iniziare un corso di apicoltura che mi porterebbe ad avere qualche ora tutta per me.
Non so se reggerei all'ebbrezza di avere entrambe le mani libere.

venerdì 23 ottobre 2009

CVD

(come volevasi dimostrare)
Lo sapevo, lo sapevo porca paletta che il dannato sterrato mi avrebbe fatto dannare!
Sono bastate poche ore di pioggia per trasformare una dignitosa strada di campagna in una pista di fango, poche ore e nemmeno il 4x4 che mi è toccato in sorte riusciva a percorrere i pochi metri fino a casa.
Ma ho scelto io di venire quassù e ora non mi posso lamentare, hai voluto la bicicletta e ora pedala (oppure: hai voluto la fangazza e mò ci sguazzi).
Il primo giorno sono scesa con il Nanno , due mani strette al volante e le ruote che SGUISSHH SGUISSHH slittavano a destra e a manca, una volta verso il burrone l'altra verso il monte.
Ma sono arrivata in fondo alla discesa.
Al ritorno, ho mollato la macchina a metà salita e me la sono fatta a piedi: il Nanno in braccio, insieme all'ombrello, la borsa, le chiavi di casa e il fango fino alle caviglie.
PUAH!
Il secondo giorno mi sono fatta furba e, in salita, ho tirato il motore su di giri fino allo stremo, le ruote giravano a mille, il fango schizzava ovunque ma sono arrivata davanti a casa.
Il terzo giorno ho guardato fuori e, da perfetta campagnola, ho detto ah, ancora fango.
La macchina è un disastro, il fango è perfino sul tettuccio, ma sono veramente fiera di me: nemico numero 1 sconfitto, adesso aspettiamo la neve.

giovedì 22 ottobre 2009

Premiosità


Ricevo questo da Extramamma, che ringrazio di cuore! e passo la palla, o meglio il francobollo ad altre 10 blogger.
Queste sono le regole:
incollare il francobollo e riferire il nome del blog-mittente spedirlo ad altri 10 blogs chiedendo loro di pubblicare le regole e assicurarsi che il francobollo passi ad altri affinchè si conoscano nuovi blog.
Il mio premio va a:

- Emily
- Silvietta
- My
- The italiam Mom
- Lisa
- Vita da Strega
- Raperonzolo
- Wonderland
- Zauberei
- Torta di Mele

mercoledì 21 ottobre 2009

Post trasloco

Non saprei.
Non saprei da dove cominciare a raccontare questo periodo post trasloco e post grande cambiamento. Già il trasloco in sè è evento parecchio pesante (fosse per me, lo inserirei nella lista degli eventi stressanti, intorno al 10° posto) in più passare da un paesone all'isolamento di un bosco è parecchio impegnativo.
Per darvi un'idea: Città circoa 600.000 abitanti; Paesino(dove siamo stati 3 anni) circa 11.000 abitanti; Castelcinto dove siamo ora circa 900 anime.
Insomma, siamo pochini.
La prima notte non ho chiuso occhio per il buio. No, il silenzio non mi fa così impressione, ma il buio cieco e pesto sì. Impossibile localizzarsi le mani figuriamoci il Nanno : riuscire a trovarlo per allattarlo è stata un'impresa.
Dalla notte successiva abbiamo una bella luce notturna.
Il silenzio, dicevamo.
Qui tutto tace: l'unico rumore è il sommesso ronzio della Caldaia e il rassicurante rumore del pellet che cade nella camera di combustione.
Stop.
Ogni tanto passa una macchina.
A volte si alza in volo un corvo.
Ma la cosa più bella è la luce: la luce del sole che filtra tra i rami al mattino illuminando la cucina; la luce del tramonto che inonda la vigna e la colora di rosso; il chiarore delle stelle di sera, che ci eravamo dimenticati stavano appese nel cielo sopra di noi.
Aspettiamo la prima luna piena per dormire a persiane aperte senza lucetta, godendo del chiarore dei raggi lunari.
Il Nanno l'ha presa bene: passa da una stanza all'altra con la meraviglia delle sue lunghe ciglia. ha ripreso i suoi ritmi. E di notte, sarà che non abitiamo più sopra una pizzeria, ronfa alla grande, svegliandosi ben poche volte.
La mia impressione è di essere andata a vivere in un agriturismo e di essere in vacanza.
Quando eravamo in città fuggivamo via ogni week end per andare a respirare, ora siamo già via, non c'è bisogno di andare da nessuna parte, siamo già arrivati.

giovedì 15 ottobre 2009

Uno dice: e che sarà mai? Il 23° trasloco non potrà essere peggio degli altri... ahahahahaha.... prova tu a traslocare con un Nanno di 6 mesi che non ne vuole sapere di stare un attimo tranquillo sul seggiolone o sulla sdraietta o sul lettone o dove caspita vuole lui, basta che ci stiaaaaaa!!!
Sggruunf.

(arrivata allo scatolone n. 45 la Campagnola inizia a mostrare leggeri segni di nevrastenia, connotata da attacchi di ansia frammista ad attività frenetico-ipercinetica. Levatele il caffè, please.)

mercoledì 14 ottobre 2009

Countdown: -4

Ci sono cose che richiedono tempo prima di avverarsi, tanto tempo e forse è un bene.
La gestazione dei bimbi avviene in 9 mesi e ci voglioni tutti: addirittura il Topolo che è nato un po' prima mi ha privato delle ultime 3 settimane nelle quali, forse un po' ingenuamente, contavo di organizzarmi seriamente ad accoglierlo, oltre che leggere quei 5 - 6 volumi che mi erano rimasti sul comodino.
Il tutto per dire che aspettare una casa per 4 anni è un po' tantino, diciamo che in teoria dovrei essere preparata a tale evento.
In teoria.
Ma questa non è una casa normale.
Questa è una casa campagnola e bioenergetica - naturale, il che presuppone tantissime cose che una cittadina snobbina come me (seppur con animo hippy-alternativo) ignora e, soprattutto, teme.
Cominciamo dalla posizione: non è sulla strada principale, ci sono 200 metri di sterrato per raggiungerla.
Ora.
Lo sterrato è tanto pittoresco, ma quando piove e le ruote slittano nella melma e il fango ricopre i finestrini l'effetto romantico sparisce e appare quello splatter (oltre che quello orrifico che vede la macchina slittare verso il burrone).
Non parliamo di quando nevica.
Già immagino me e il Nanno imprigionati in un muro di neve, la casa isolata come l'Overlook Hotel, le provviste che scarseggiano e una scritta sul muro... REDRUM...
Poi c'è la caldaia.
La caldaia dei Campagnoli è talmente grande che ha richiesto una casetta tutta sua.
Scordatevi il tasto on- off che in 2 minuti attiva o spegne i caloriferi.
Questa va a legna e pellet. Roba pesante, difficile da procurarsi, poco maneggevole per chi non ha mai maneggiato un'accetta.
Già mi vedo, io e il Nanno , soli in casa, con un freddo cane, la legna è finita, il gelo che ci prende lentamente...
Poi ci sono le bestie.
Lo so, lo so, dannazione!, che in campagna ci sono le bestie. Ma che ci posso fare? Sono orripilata da tutto ciò che striscia, salta, vola, annaspa, sbava e la casa pullula di millepiedi, scorpioni, ragni, scarafaggi e altri insetti schifosi che sbucano da tutte le parti.
Già mi vedo, io e il Nanno , chiusi in una qualche stanza, assediata da torme di bestiacce viscide e bavose... ecc... ecc...
Poi c'è il bosco fuori, la foresta di rovi incolti che deve essere pulita, potata, seminata, tenuta in ordine altrimenti potrebbe franare o smottare o fare cadere alberi sul tetto e avvolgere lentamente la casa nelle sue spire di giungla incantata.
Già mi immagino, io e il Nanno , con un pezzo di collina franato davanti alla porta di casa... ecc... ecc...
Insomma.
Questo per dire che le ultime notti le ho passate a sforzarmi di ricordare cosa caspita mi avesse tanto attratto di questa vita.
Cosa aveva il piccolo appartamento di 40 mq nel pieno centro cittadino che non andava bene?!?

lunedì 12 ottobre 2009

La storia (in)finita

Riassunto del riassunto del riassunto delle puntate precedenti:

La storia è ormai trita e ri-trita: in una città crepuscolare lui e lei si incontrano, si piacciono, si mettono insieme e si sposano. In un delirio di passione e insalubrità mentale (giuro, non è colpa di sostanze psicotrope) scoprono di avere entrambi l'infausto sogno di abbandonare la metropoli tentacolare e di trasferirsi in campagna.
Insensibili al coro di parenti che cercano di dissuaderli dal folle progetto vendono tutto, si indebitano fino alle mutande e acquistano giulivi un rudere campagnolo in località Castelcinto.
Incuranti degli auspici avversi (il giulivo rudere crollerà sotto il soffio di una brezza marzolina) decidono di andare avanti e ricostruire tutto.
Osteggiati dalla burocrazia, martoriati dalle commissioni edilizie, stremati da permessi, permessini, deroghe, leggi ad cascinam, firme, timbri, marche da bollo, e simili impiegheranno 4 anni per portare a termine il loro progetto.

Puntata di oggi:
Lui e lei, ormai incanutiti, hanno finalmente assistito alla posa dell'ultima pietra, dell'ultimo muro, dell'ultimo pezzo della loro casa. Stanno per traslocare.
Davanti ad uno struggente tramonto, tra uno stormir di ciliegi e un ronzare di api lei dice a lui: amore, ma cos'è che ci piaceva tanto di questo posto?
Lui risponde: chi può dirlo? In effetti... a guardar bene non c'è neanche il mare!

Prossime puntate:
I due traslocheranno entro breve (per scaramanzia non riveleremo la data) e scopriranno che si stava meglio quando si stava peggio.
Ma anche no.

venerdì 9 ottobre 2009

Sarà vero?

Come spesso succede nelle competizioni sportive, un record per essere ritenuto valido deve essere raggiunto in condizioni "standard". Così se riesci a fare un tempo eccezionale sui 100m con troppo vento a favore, vinci la gara ma il risultato non viene considerato ai fini del record.

Il Nanno ha detto "mamma".

In effetti ero lì e posso solo che confermare.

Tuttavia, una giuria internazionale ed indipendente evidenzierebbe che l’evento si è verificato ad un'ora imprecisata tra le 2 e le 4 del mattino, momento in cui sia la mamma che il papà hanno capacità motorie/cerebrali/sensoriale parecchio penalizzate. (non che normalmente stiamo parlando di due fulmini di guerra; come coppia potremmo essere soprannominati il gatto e … il gatto).

In più il Nanno piangeva già da un po’, fatto che aveva gettato nel solito sgomento e stato confusionale l’establishment genitoriale.

Secondo voi, a che conclusione giungerebbe la giuria?

^_^



Di già?

Il Nanno ha detto "mamma".
Poi ha compiuto 6 mesi.
Poi gli è spuntato il primo dentino.
Ora gli stiro una camicia e via! fuori casa!

mercoledì 7 ottobre 2009

Dio li fa e poi li accoppia

Ho scoperto il significato della parola "idiosincrasia" a 17 anni, con il risultato dei test attitudinali: il soggetto (me) presenta una patologica idiosincrasia per tutte le materie scientifiche, matematiche, tecniche. Al contrario è felicemente (felicemente?) portata per tutto ciò che riguarda la sfera linguistica, di vocabolario, e relazionale- emotiva.
Ma va.
Il mio voto tipico in matematica non era nemmeno un voto, ma A.I. = Assolutamente Inclassificabile. Il prof di mate un giorno ha detto al mio papà che visto che non si può cavar sangue da una rapa, mi basta che sua figlia stia zitta e buona nel banco e io la promuovo.
Che caro.
Insomma, questo per dire che io e i numeri, io e i ragionamenti, io e le capacità logico - astratte, matematiche, geometriche, tecniche non ci parliamo.
Non ci siamo mai parlati.
Ricordo che in seconda elementare avevo enormi problemi con le frazioni, la dannata torta divisa in quinti o ottavi mi dava dei bei grattacapi.
Naturalmente, visto che questa è la sacra legge del karma, sono nata in una stirpe di ingegneri, addirittura ne ho sposato uno, tanto per avvilirmi ogni giorno di più.
Il maritozzo mi parla di leggi di rifrazione della luce, di riflessione, di dispersione del suono, cerca di inculcarmi la teoria delle potenze, quella dei frattali, mi interroga a sorpresa sul teorema di Pitagora e sulla legge di Archimede, mi confida che spesso, per non annoiarsi, immagina di ruotare dei solidi nello spazio, tanto per vedere l'effetto che fa.
Io gli chiedo quanta torta vuoi, lui risponde un sedicesimo, grazie.
Uno strazio.
In compenso, perchè la fortuna è cieca ma il karma ci vede benissimo, lui è la negazione totale per tutto ciò che è italiano, inglese, spelling, letteratura.
Storpia le parole, inventa tempi e modi verbali, non ricorda il nome di una località neanche a morire, ha una pronuncia inglese che farebbe accapponare la pelle a un'iguana.
Compila le parole crociate inserendo parole a caso "perchè suonano bene" e quando gli mostro il risultato dei rebus mi guarda stranito, confessando che io parlo, ma lui sente solo le onde del mare.
Meno male che ci siamo incontrati, ci completiamo perfettamente, solo assieme riusciamo a condurre un'esistenza normale.
Ma il Nanno ? Da chi avrà preso?
Ogni giorno preghiamo che abbia preso il meglio di entrambi, non osiamo neanche immaginare il contrario: con le mie capacità matematiche e quelle linguistiche del maritozzo riteniamoc he a stento riuscirebbe a terminare la scuola materna.
E dopo?
Subito a lavorare!

JUBILATION!!!

HA DETTO "MAMMA"! VI GIURO HA DETTO "MAMMA"!!!
Oddioddioddio.
Capite?! Sì che capite!
(Ha detto mamma e non "minchia" come qualcuno aveva cercato subdolamente di insegnargli!!!)
Bravo Nanno !

martedì 6 ottobre 2009

Mah!

Leggo il post di Emily e penso che:
le uniche due persone che mi hanno, ad oggi, invitato su Facebook, sono ultra - 50enni.
E parenti.
Vorrà ben dire qualcosa.
Ma cosa?

lunedì 5 ottobre 2009

IKEA... mon amour!

Dopo un intero week end passato a (tentare di) montare mobili ikea posso fare le seguenti affermazioni:
1. so di famiglie che dopo una partita a Risiko particolarmente estenuante non si sono più rivolte la parola per anni; non ho notizie che lo stesso succeda dopo aver (tentato di) montare un PAX. Potremmo essere i primi;
2. seguire le istruzioni pedissequamente non impedirà al suddetto PAX di prendere vita e esibirsi in uno sgraziato inchino su se stesso, con conseguente sbriciolamento dell'esotico impiallacciato che lo compone e successivo zoppichìo di tutto l'armadio;
3. il numero delle pagine per le istruzioni è inversamente proporzionale alla difficoltà del montaggio;
4. se non sapete come liberarvi del vicino antipatico o della suocera pettegola suggerisco di chiedergli di aiutarvi a montare un IVAR: a metà montaggio la struttura si affloscerà come un castello di carte e del vostro nemico resteranno solo ossa sparecchiate. Vi appellerete al tragico incidente e nessuno avrà nulla da obiettare.
Meditate, gente, meditate.

Di acqua e Gamberetti

Visto l'esito del corso di massaggio, non ero poi così sicura che il Nanno avrebbe gradito il corso di "acquaticità neonatale" previsto per bimbi dai 3 ai 36 mesi.
E' vero che l'attività è non agonistica (?), come precisato sul certificato medico, e quindi non ci sarebbe stata competizione tra neonati, pur tuttavia l'impegno si presentava gravoso assai.
E così, un sabato mattina uggioso e umidiccio, armata di Nanno e borsona da piscina per me e lui mi sono presentata alla Ugual, noterrima palestra del paesino.
Chi ha bimbi sa cosa significa doversi svestire e cambiare per la piscina con una mano sola, mentre con l'altra si tiene una iena inselvatichita nell'altra che si contorce come una murena mentre cerca di ciucciarvi a turno le dita, la maglietta, la spalla, il ciondolo e i capelli.
Comunque, riesco a cambiarmi, a svestire lui ed entriamo nel locale adibito a piscina: il Nanno ammutolisce.
Silenzio.
Non ciuccia, non sbava, non profferisce verbo, occhi spalancati e gambe tese, tutto il corpo in allarme.
Lo sguardo dice chiaramente "Mamma, che caspita ti sei inventata stavolta? Dove siamo?!?"
Entriamo in acqua, freddina, e lui è in modalità stoccafisso che mi guarda atterrito, col mento tremolante.
Ohssignùr, sta per piangere, penso.
Invece...passano i minuti, lo faccio ondeggiare a destra e sinistra, lo metto supino, l'istruttore gli sgocciola acqua sulla testa e piano piano si rilassa... accenna un sorriso... ride... inizia a parlare!
E' fatta, gli piace!!!
Ora mi guarda felice, sgambetta, agita le braccia contento. Ma il top lo raggiungiamo quando si infila due dita in bocca e inizia a ciucciare: massimo del relax.
Insomma, un successo.
Usciamo tra i sorrisi dell'istruttore e la promessa di rivederci.
Purtroppo, il momento idilliaco della vasca si trasforma in un incubo nello spogliatoio: stesse scene fantozziane dell'entrata, solo che adesso io sono fradicia e lui urla come un ossesso.
Inutile dire che cercare di rivestire un neonato bagnato e urlante e contemporaneamente asciugarmi e rivestirmi a mia volta è un'impresa titanica.
Alla fine usciamo: lui stancherrimo si addormenta in braccio, io ancora mezza bagnata inizio a starnutire, ma non importa, va tutto bene, il Nanno era contento e questo è l'importante.
Del resto, da un ex Gamberetto, forse dovevo aspettarmelo ;))

domenica 4 ottobre 2009

On the air

L'altro giorno stavo cucinando serenamente, il Nanno dormiva, l'aria calda di ottobre entrava dalla finestra, tutto era pace e armonia.
Come ogni pomeriggio, la radio era sintonizzata su Radio2: e ora, cari amici, vi facciamo una domanda: qual'è il video che avete più amato degli anni '80? Quale gruppo ascoltavate? Scrivete un sms al nostro numero!
E così, in un impeto di buonumore, ho preso il cellulare e mandato un sms a Radio2, con scritto "il mio video preferito è Close to me dei Cure".
Dopodiche, fischiettando, mi sono rimessa a pulire la zucca e tagliare le cipolle, pensando ai fatti miei.

Driii -n driii-n:
- Buongiorno, qui è radio2, sei la Campagnola?
(Oh santa Cleopatra)
- Sì
- Ti va di partecipare alla trasmissione e parlare in diretta radiofonica?
- Ehmm! Oddio...
- Oddio sì o oddio no? Se dici di sì ti devi far trovare!
(Ok, calma, niente panico, NIENTE PANICO!!! e che diamine, ho partorito! sarò in grado di parlare alla radio!)
- Sì, va bene
- Ti richiamo fra 5 minuti.

Ora.
E' vero che il tempo è relativo, ma 5 minuti sono pochissimi per cercare di calmare le palpitazioni,
e pensare a qualcosa di interessante da dire su quel video. Ma poi? Perchè mi piaceva? Perchè cavolo ascoltavo i Cure? AIUTOOOOO!!!!!!

Drrii-nn
- Pronto Campagnola? Dopo la canzone ci sei tu!
(aaarghhhhh)
- Eccoci qui, ora abbiamo la Campagnola dal paesino, ciao Campagnola!
- Gghhhhh....
- Dicci, qual'è il video che hai scelto?
- Ghhh... bbbbeeeee....maaaaaa.... clos tu mi..... chiur... robert smit.....gheeeeee
- Ahhh!!! Molto bello!! E come mai ti piaceva?
- Beeeee... cioèèèè...daaaaaa..... bhhhhhccccc....hhhaaaaa
- Capito! E cosa succedeva nel video???
- Ahhhh.... armadio..... scogliera... cadeva.....bbbbhhhhhhhhh...ghhhhh
- Ma senti, tu che sei un'esperta dei Cure, quale era quel video dove i membri del gruppo erano dei bambini ma le ombre erano degli adulti?
- Ehhhhh... ??????-----??????...boohhhhhhhh
- Grazie per aver chiamato! Ciao Campagnola!
Click.

Ho ripreso consapevolezza di me boccheggiante e sudata marcia, con la certezza di avere fatto la figura di una perfetta imbecille troglodita analfabeta.
Ma che meraviglia.
La prossima volta che mi viene l'uzzolo di comunicare con una radio per prima cosa mi infilo le dita in...tasca.

lunedì 28 settembre 2009

Ella fu.

E alla fine, dopo 9 mesi + 5 mesi e mezzo di assoluta salute fisica (su quella mentale non mi sbilancerei) la campagnola è crollata sotto la scure di un'influenza con i fiocchi.
La parure di sintomi c'è tutta al gran completo: ghiandoloni, gola di fuoco, naso tappato, mal di testa e febbrina. Insomma, mi sento come se mi avessero fatto una gettata di cemento in testa (notare il parallelismo edile, come si confà a noialtri campagnoli).
E allora?
Come occuparsi di un Nanno nel pieno delle sue giovani forze senza avere manco la possibilità di scendere dal letto?
Per farla breve: Jeeg a casa a gestire il virgulto e io in vacanzaaaaa!!!!
Una meraviglia: giaccio nel letto avvolta nel silenzio, ogni tanto mi adagiano la belva affamata di fianco, allatto, e poi tutto ripiomba nel buio. Il marito si riprende il Nanno e lo riporta fuori.
Fine.
Niente corpo a corpo per cambiarlo, niente pipì - denti- colazione- vestirsi e lavarsi alla Fantozzi maniera per fare in fretta che sennò piange, niente sali / scendi dalle scale con il passeggino che in totale sono 16 kg di roba sulle spalle, niente passeggiatina con rugna, prendimi in braccio, ancora 2 minuti, daaai prendimi in braccio, ancora 1 minuto, UUUHHAAAA, ok ti prendo in braccio.
Niente di tutto ciò.
Solo io e il mio raffreddore.
Io e te, te e io.
In compenso, Jeeg , dopo solo 9 ore con il Nanno è l'ombra di se stesso.
"Sono un po' stanchino", ha detto l'ultima volta prima di caricarsi il passeggino e uscire di nuovo.
Ma va.
Scommettiamo che domani con il ghiandolone infoiato ci sarà anche qualcun altro?

venerdì 25 settembre 2009

Occhio per occhio, mutanda per mutanda

Il paesino è una graziosa cittadina, niente che dire: tranquilla, vivace il giusto, a misura d'uomo e di bimbo, la vita vi scorre con regolare pacatezza, pochi scossoni quasi nessuna sorpresa.
L'unica cosa, se mi posso permettere, che non mi aggrada particolarmente è la distribuzione dei negozi.
Non la quantità (quelli sono e quelli restano), nè la qualità (rispetto alla città hanno sicuramente una marcia in più), ma la scelta.
E' una cosa che mi ha lasciato perplessa fino dai primi mesi, visto che al paesino ci sono essenzialmente 2 tipi di negozi: Ottici e Intimo.
Nelle tre vie principali ho contato 9 negozi di ottica e 7 di intimo. Attenzione, non stiamo parlando di vie lunghe chilometri, ma viuzze centrali di media lunghezza.
Occhiali e mutande, bizzarra accoppiata.
Chissà perchè, poi.
Forse abbiamo trovato la risposta alla domanda di Venditti "ma come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati?": bè, se sono di qui è presto detto, occhiali e biancheria intima di pizzo.
La cosa buffa è che sono tutti vicini, spesso dirimpettai, un ottico a destra, uno a sinistra. Una mutanda al civico 8, un'altra esposta al 10.
Boh.
In compenso ci sono pochissimi negozi di scarpe, e per una amante delle calzature come me è una vera tragedia. I pochi che ci sono inoltre non hanno il mio numero, pare che mettere in vendita il 41 comporti l'abolizione del 35. Misteri dello shopping.
Che disgrazia.
Ma pazienza, la città è vicina, farò presto dei raid punitivi e rifornirò il guardaroba ;))

mercoledì 23 settembre 2009

Di transumanze e altre migrazioni

Calano le tenebre a casa dei Campagnoli e, come ogni notte, a parte il lieve grattare del topo in mansarda (un topo vero, in carne e coda), tutto tace.
Jeeg ronfa serafico, la campagnola giace incosciente in un sonno senza sogni, il Nanno sibila e sbavetta nel suo lettino.
All'improvviso un grattare di unghiette sul lenzuolo segnala che il momento è arrivato: il Nanno si sveglia, intona un paio di vagiti, volge la testa a destra e a manca per assicurarsi che nessuno lo veda e...oplà!!! con un rapido colpo di gambe si sposta verso la campagnola.
Altra occhiata fulminea, un veloce sollevamento del bacino e voilà! altro balzo a raggiungere il lettone.
Ormai ha superato il bordo del suo lettino ed è sconfinato accanto alla campagnola.
La quale, sentendosi gli 8 chili della creatura spingere sulla schiena, gemendo e mugugnando striscia verso il marito.
Altro grattare di unghiette e tra un vorticar di braccia, uno spingere di ginocchia un puntellare di piedini... il Nanno aderisce nuovamente alla sua mamma.
A questo punto mi sveglio.
Mi sollevo sulle braccia e quello che vedo mi sconcerta: Jeeg dorme in bilico sul suo lato di letto, basterebbe un soffio a farlo rotolare a terra; io non ho più spazio, sfrattata totalmente dal mio posto.
In mezzo al lettone, spalmato a pelle d'orso, finge di dormire quel gran burlone del Nanno, un lembo di lenzuolo in bocca e un filo di bava sulla guancia.
Hai capito! cerca di fregarmi.
E va bene.
Scavalco il Nanno e mi ri - sdraio al mio posto, mezza nel lettone, mezza sotto le coperte del lettino.
Silenzio.
Dopo pochi minuti... grrr grrr ( unghiette) e stunf! sdeng! sping! scavalc! il nanno avanza ancora e aderisce a Jeeg.
A quel punto il lettone è finito: Jeeg apre le sue grandi braccia, piega le ginocchia e accoglie il Nanno accanto a sè.
E così, tra un russare sommesso e uno sbavare ciuccettante, padre e figlio si addormentano l'uno nelle braccia dell'altro.
A quel punto posso finalmente riaddormentarmi, anche perchè alla fine mi è rimasto quasi tutto il lettone!
Evvai!

martedì 22 settembre 2009

Ndò kojo kojo

(O meglio: Ndò pijo pijo)

La visita mensile alla nostra beneamata pediatra Magò ogni mese che passa diventa sempre più esilarante.
Ieri abbiamo toccato vette sublimi, e meno male che il Nanno sta sempre bene perchè così posso apprezzare appieno il copione, senza distrazioni.
Lo sketch di ieri si intitolava "Lo svezzamento".
Dopo la visita di routine (sempre per gli appassionati: kg 8,640 - cm 74), mentre rivestivo la creatura, Magò si è seduta alla scrivania e ha vergato a mano La Ricetta.
La Ricetta, bisogna dirlo, è come una formula magica invariata nei secoli che si tramanda per via matrilineare perchè, appunto, viene consegnata alle trepidanti mamme accompagnata da solenni parole: non avrai altra ricetta che questa che ti sto consegnando. Essa è unica e insostituibile, ogni seppur minima modifica provocherà cataclismi e sciagure tali da farti pregare di non essere mai esistita.
Così parlò Magò. Augh.
Ed eccola qui la ricetta:

- acqua di bottiglia ("perchè quella del rubinetto ha il cloro")
- 1 carota, 1 patata, 1 foglia di bietola ("nessun altra verdura, sono pesanti")
- liofilizzato di carne Miellin ("sono i migliori")
- farina di riso Mallupa
- olio di oliva Psalmon
- niente sale
- parmigiano

Dovrei somministrare al Nanno questa sbobb... ehm.... pappa per circa un mese.
Un mese. sempre la stessa. senza sale. tutta roba finta, di marca, stracara.
Dopo un mese, posso sostituire il liofilizzato Miellin con l'omogeneizzato Psalmon e la farina di riso con la pastina, sempre Mallupa.
Un altro mese. sempre senza sale. sempre le stesse 3 verdure. sempre di marca, finta, stracara.
E la tetta? La cara, vecchia, spelacchiata tetta che ci ha portato fin qui in questi 5 lunghissimi mesi?
La tetta viene relegata ad un ruolo secondario, per così dire, dovendo comparire, ahilei e ahinoi, solo 4 volte al giorno.
E come no.

Cara Magò,
è evidente che non guardi i bambini che hai davanti, altrimenti avresti capito che il Nanno è un bambino curioso, vivace, che si annoia facilmente, oltre che vorace e pretenzioso.
Anche solo ventilare l'ipotesi di una pappona sempre uguale, settimana dopo settimana, farebbe cadere in depressione sia me che lui.
E poi.
Perchè non posso usare il cibo vero?
E l'acqua del rubinetto, stra- controllata e stra-sicura?
Perfino l'olio deve avere quella etichetta?
Ah già. Mi ero dimenticata che tutte quelle marche ti servono a mantenere il tuo mega SUV da 50.000 €!
Cara Magò, io ti ringrazio comunque, perchè almeno capisco come mai tanti bambini di oggi hanno problemi con il cibo, tante intolleranze, inscenano tanti rifiuti e perchè lo svezzamento è vissuto spesso in modo tanto difficile.
A proposito, ti è giunta voce che non si chiama più svezzamento ma "Alimentazione complementare a richiesta"? Indovina complementare rispetto a cosa?
Ma guarda un po'.
Alla tetta.

lunedì 21 settembre 2009

Del perchè lo dico io e basta

Mai avrei immaginato, prima di restare incinta, che il mestiere di mamma avrebbe richiesto tanto sforzo e tanta fatica.
No, non sto parlando della fatica quotidiana, dei nuovi orari, delle responsabilità, dello sforzo per adeguarsi a ritmi diversi e ad una vita totalmente rivoluzionata.
Sto parlando dello sforzo e della fatica per riuscire a seguire il proprio istinto, le proprie intuizioni nonostante il gran vociare di amici, parenti e conoscenti che, bontà loro, in ogni caso devono elargire qualche suggerimento.
All'inizio è difficile: la voce interiore c'è, ma è flebile, insicura, sovrastata dall'abnorme quantità di credenze che raggiungono la neo-mamma.
Poi il bimbo cresce, si acquista sicurezza, l'intuizione si fa coraggio, si fa strada fra le tante opinioni e, guarda un po', ha quasi sempre ragione.
Però non è facile.
Noi, come genitori, sin dai primi giorni di vita del nostro bimbo, avevamo delle idee su come educarlo, su come crescerlo, ma soprattutto io come mamma sentivo cosa era giusto fare, sapevo dentro di me cosa era giusto per lui, ma ho incontrato enormi resistenze a fare passare il concetto che la mia intuizione indicava la giusta direzione.
L'impressione è che si sia persa totalmente la fiducia nell'istinto, sia materno che paterno, per dare invece ascolto al parere di "esperti", che niente hanno a che fare con il bimbo nel qui e ora ma che, in quanto già genitori, la sanno più lunga di tutti.
Non parliamo poi di pediatri o puericultori, in questo campo le mode vanno e vengono ad una velocità tale che credo persino loro fatichino a seguirle.
Il nostro bimbo ha solo 5 mesi, ma già abbiamo dovuto affrontare spinosi dilemmi relativi al dove e come farlo dormire e addormentare, come farlo mangiare e ogni quanto, come vestirlo, cosa dargli da bere ( o non dargli affatto), tenerlo in braccio o meno, ecc... argomenti che ogni mamma conosce fin troppo bene.
E allora? Che fare in questi casi?
Paradossalmente, l'unico strumento valido che abbiamo trovato per arginare il gran bailamme dei consiglieri, è stato quello di informarci, di girare in rete e trovare blog o siti che riportino informazioni valide, titoli di articoli o libri, risultati di ricerche e acquistare dei manuali che riportassero le nostre stesse opinioni e recitare come un mantra le nostre convinzioni: non siamo noi a pensare così, lo dice il Dottor XXYZ, e noi seguiamo fedelmente il parere degli esperti!
Lo scopo è quello di dimostrare che, sebbene mettiamo in atto comportamenti ritenuti bizzarri, inusuali o (orrore!) addiritura anticonformisti rispetto alle mode del momento, lo facciamo supportati dalla teoria, dalla conoscenza scientifica e, quindi, siamo genitori perfettamente responsabili.
Semplicemente dire che agiamo in un certo modo "perchè noi sentiamo e pensiamo così" non sortisce gli stessi risultati, anzi, aumenta il gran coro dei consiglieri che tentano in ogni modo di riportarci sulla retta via.
Che pasticcio.
A volte mi sembra di vivere una doppia vita: quella ufficiale, la bella copia diciamo, da presentare al pediatra, ai conoscenti, al parco, infarcita da mezze verità, mezze bugie, comportamenti standard e uniformati.
E poi quella vera, clandestina quasi, in cui posso finalmente dire e fare ciò che ritengo più giusto per il mio bambino, infischiandomene serenamente dl parere altrui.
E così, tra un "Besame Mucho", un "Bebè a costo zero" e un "Io mi svezzo da solo!" andiamo avanti giorno dopo giorno nel nostro quotidiano confronto con il mondo là fuori.
Un grazie a tutti coloro che diffondono e credono nella libera informazione e nel circolare delle idee.

venerdì 18 settembre 2009

Padellate come se piovesse

"Ma perchè poi fate piangere il bambino in questo modo...!!!!"
(così apostrofommi con evidente disprezzo una signora all'ikea)

Cara signora che ti incontro all'ikea di venerdì mattina che Jeeg ha preso ferie per venirci perchè di sabato c'è troppa gente e non si può girare, tu poni una domanda sensata: perchè facciamo piangere il bambino in questo modo all'ikea?
Davvero non ti vengono in mente risposte utili in quella tua testolina ripiena di tofu?
Secondo te perchè?
Perchè ci divertiamo?
Perchè non abbiamo altro da fare?
Perchè non avevamo altro posto dove farlo piangere e, siccome siamo degli snob, ogni giorno lo portiamo in un posto diverso e oggi è toccato all'ikea?
O forse perchè, anche se ci è nato un infantolino e ci facciamo un mazzo così da mane a sera per tirarlo su con tutti i crismi, la vita va avanti e bisogna pur uscire di casa e fare delle cose per il prosieguo appunto della vita stessa?
Di quante baby sitter pensi che disponiamo?
Chi credi che possa andare al nostro posto a ordinare mobili?
E comunque: ma perchè non ti fai una forchettata di c***i tuoi?!

Scusate eh, ma a me questi che passano e sentenziano non so se si è capito ma mi stanno proprio sulle balle!

mercoledì 16 settembre 2009

Corso di massaggio: 2a puntata

Stavolta, memore della puntata precedente, ero pronta: tappi nelle orecchie, tette già calde (ehm! già pronte, intendo), mani piene d'olio e una fiera determinazione a farcela.
Entriamo e... 3...2...1... UAHHHHHH!!!!
Ma porc!!!
Insomma, stesso identico copione della volta precedente: tetta, isteria diffusa, mugolii, biscia impazzita, contorsionismo, gamba di legno.
Mi perdo il massaggio sulle braccia e quello sul petto.
Riesco a sdraiarlo per il massaggio sulla pancia, che il Nanno sembra quasi apprezzare.
Alla fine, sembra quasi rilassato.
Incredibile.
Un Nanno rilassato è un'esperienza quasi mistica: silenzioso, morbido, "pieghevole", de-bavizzato.
Wow.
Chissà che alla 5a lezione io riesca a farlo addormentare?!? (Come no, poi mi sveglio tutta sudata).

venerdì 11 settembre 2009

Come si cambia

Non più giuliva, ma pur sempre campagnola.
E' così che mi sento, ammesso che a qualcuno possa vagamente importare.
Diciamo che dopo 3 anni al paesino l'entusiasmo scoppiettante per l'abbandono della metropoli tentacolare è un po' svanito, è subentrata una certa consuetudine.
Invece, l'entusiasmo (e lo shock, ammettiamolo) per il drastico cambiamento di vita imposto dal Nanno è ancora fresco e tutt'altro che assorbito.
E allora eccomi qui: Mamma li turchi!
Mamma sì, ma con un ospite straniero cui dare asilo, conforto, nutrimento.
Naturalmente non parla la nostra lingua.
E, manco a dirlo, non si capisce facilmente di cosa esattamente ha bisogno.
E così, tra un misunderstanding e un qui pro quo, la nostra eroina va avanti giorno dopo giorno.
Speriamo di imparare presto l'uno la lingua dell'altro, non vorrei continuare a brancolare nel buio ancora a lungo.

giovedì 10 settembre 2009

Mare: istruzioni per l'uso

Nato in campagna, deportato in montagna per 3 lunghe settimane, reimpatriato a forza nel ritmo lento del paesinoe, infine, sceso al mare in un settembre di sogno.
Il Nanno globe trotter fin'ora ha mostrato una capacità di adattamento stoica e una indifferenza quasi totale a tutti i climi e a tutti i paesaggi.
La maestosità delle Dolomiti, l'infinita distesa dei prati, il verde brillante degli abeti, gli hanno fatto un baffo.
L'abbiamo portato sui laghi di montagna: niente.
Fatto salire a 2ooo metri con i ghiacciai di fronte: ha sbadigliato.
L'abbiamo portato a funghi, a mangiare lo strudel e bere il latte appena munto: si è addormentato.
Poi ha visto il mare.
Ha visto il mare e il mare se l'è mangiato.
I primi 3 giorni è stato immobile, lo sguardo fisso sulle onde, il pollice stretto nei pugni come quando è nato, le gambe tese. Non una parola, un vagito, un gorgheggio, una goccia di bava è uscita dalle sue labbra.
Tutto il suo essere era teso a guardare, guardare e capire cosa diavolo fosse quella roba lì in movimento, tutta quell'acqua, dove andasse, che rumore facesse, che odore avesse.
La tramontana di settembre gli passava sulle braccina nude.
Le onde si infrangevano sui suoi piedini.
Il sole del mattino gli dorava le piumette sulla testa.
E lui stava lì zitto e immobile.
Poi, il 4° giorno, ha deciso che il mare gli piaceva.
Da quel momento il Nanno al mare è festa grande, un capodanno, un carnevale di gridolini, di bava impazzita, di braccia tese e gambe saltellanti.
Lo metto in acqua fino alle caviglie, ne vuole di più.
Lo immergo fino al pannolone, ne vuole di più.
Lo immergo fino alle spalle: è finalmente felice.
E poi, quando è stanco di acqua, onde, e sole in viso, lo sdraio sul lettino nudo e questa è l'apoteosi.
Potere sgambettare nudo, con il vento sulla pelle, poter fare pipì nel vento e ciucciare un grande asciugamano salato...ragazzi... questa sì che è vita!
E pensare che sia io che Jeeg veniamo da lunga tradizione montanara e non sopportiamo il mare per più di 5 giorni.
Mi sa che qualcuno cambierà idea (e non credo sarà quello basso).

lunedì 7 settembre 2009

Tra sogno e realtà

Sono passati quasi 5 mesi da quando è nato il Nanno e ancora non ho imparato la prima legge del genitore: oggi è oggi, domani è un altro giorno e sicuramente sarà diverso da quello che hai passato fino ad ora.

Ogni ora è diversa dall'altra, impossibile avere certezze, orari, schemi, poter dire con serenità “il mio bimbo fa così e cosà” perchè così e cosà sono adesso, in questo momento, fra un'ora saranno diversi.

In realtà, se si riesce a realizzare questo modo di vivere, si realizza una delle più grandi Verità della nostra esistenza: vivere nel qui e ora, essere in ogni momento, senza passato e senza futuro.

Inutile dire che è difficilissimo.

E' difficile in generale, figuriamoci per una come me, rigida e abitudinaria, che se non ho tutto sotto controllo esco pazza d'ansia.

E così.

Siamo qui a 2 passi dal mare, con un'arietta frizzantina che invita al sole e all'aperto, con vie stracolme di negozi, parchi nuovi di zecca che il Nanno non ha mai visto, infinite possibilità di divertimento e che succede? Siamo in casa.

Il Nanno stanotte non ha quasi dormito per il male ai dentini che stanno per uscire e stamattina era intrattabile come una vipera: dopo un giretto di un'ora sono dovuta rientrare di corsa, le urla del Nanno perforavano i timpani.

Ora dorme.

Chissà che succederà oggi pomeriggio?

E stanotte?

E domani?

domenica 6 settembre 2009

Con quella faccia un po' così...



In realtà non è vero che l'estate è finita, in un colpo di coda settembrino io e il Nanno ci siamo trasferiti da Nonno Flemma e Nonna Chioccia nella vanitosa Riviera di Levante.

Arrivati nel tardo pomeriggio ho preteso di andare al mare immediatamente, nonostante l'ora tarda e la stanchezza di tutti.

Cavolo.

Tre anni in campagna e già mi è cresciuta un'anima campagnola: guardavo rapita i colori, il mare, l'abbronzatura di chi al mare ha trascorso un'intera estate, i parei, le infradito, la varietà di una moda che, evidentemente, nel nostro paesino non arriverà mai.

Mi sono tuffata in un mare algoso e torbido come un'invasata, un mare francamente sporco che, solo 2 estati fa, avrei inevitabilmente snobbato.

Il Nanno aveva gli occhi spalancati dalla stupore: colori, suoni, odori sconosciuti investivano la sua testolina, aveva una bava di meraviglia lunga così.

Nei prossimi giorni cercherò di portarlo in spiaggia, vediamo se riesco a fargli fare un bagnetto e prendere confidenza con questo nuovo elemento.

Alle prossime puntate!

mercoledì 2 settembre 2009

Corso massaggio: 1a puntata

Premessa: la Regione dove viviamo (sempre sia lodata) offre gratuitamente un corso di 5 lezioni di massaggio infantile per bimbi fino a 8 mesi. Il corso si tiene al consultorio locale, condotto da un'ostetrica. Si porta solo l'olio di mandorle e il bimbo, tutto il resto (materasso, traversine, materiale didattico) lo mettono loro.





La vita con il Topolo è come le montagne russe: si sale lentamente, piano, piano, sempre più in alto, sempre più su... si trattiene il fiato... poi si arriva in cima... si chiudono gli occhi e poi.... giù! In una discesa senza fine, tutto il corpo in panico e la preghiera che tutto finisca e torni la calma.

Ecco.

La prima lezione del corso di massaggio infantile io la descriverei così.





Siamo 5 mamme, le stesse del corso pre parto: grandi saluti, abbracci, racconti di parto e vita con bimbi, commozione, carezze e sorrisi ai bimbi, insomma un bel clima di allegria e mammitudine. I bimbi sono bellissimi, alcuni abbronzati, altri cicciotti, tutti con la manina in bocca e sorrisi sdentati.

Entriamo nella sala massaggio. Fa un caldo torrido. Io comincio a sudare, ben sapendo che il Topolo mal sopporta il caldo e infatti... 3... 2... 1... UUAAHHHH!!!! (mammaaaaa, ma dove mi hai portato? Fa un caldo pazzesco!)

Tutti gli altri bimbi si lasciano svestire e sdraiare sul materassino, io sono in piedi con il Topolo urlante in braccio, sempre più accaldato lui, sempre più sudata e nervosa io.

Le urla aumentano di livello, l'ostetrica spiega, ma nessuno sente.

Sfodero il Jolly e lo attacco alla tetta.

Silenzio.

Respiro di sollievo.

Però lo guardo ed è congestionato dal caldo. Ma come fanno gli altri? Tutti i bimbi sono serenamente sdraiati, sorridono alle mamme, ciucciano la manina, si guardano in giro beati.



Io ho un'idorvora attaccata alla tetta, che mentre ciuccia mugola e si lamenta (mammaaaaa... fa caldooooo... ma cosa facciamo quiiiii....).

Chiedo timidamente di aprire almeno la porta.

L'ostetrica apre sia porta che finestra: meno male, si comincia a respirare. Cerco di rilassarmi.

Stacco il Topolo dalla tetta e lo sdraio, pregando in cuor mio che non ricominci a gridare.

Mi cospargo le mani di olio e tutti insieme iniziamo a massaggiare le gambine.

Ora, io mi chiedo: ma perchè per una volta, su una cosa non possiamo essere uguali agli altri?

Tutti i bimbi sono tranquilli: sdraiati in silenzio, si ciucciano la mano guardando la mamma, le gambine morbide e rilassate.

Tutte le mamme sono pacifiche: accarezzano le gambine dei loro bimbi, massaggiandole delicatamente, sorridendo e sussurrando a bassa voce.

Poi ci siamo noi.

Il Topolo si contorce come un invasato, fa il numero della biscia impazzita, tende le gambe e solleva il bacino, sbatte le braccia tese sul materasso, tenta di aprirsi il pannolone con le unghie, si ciuccia la mano in modo osceno, con risucchi e iper produzione di bava, mugola e strilletta facendo ogni volta temere il peggio.

Io sono calma come se fossi seduta sull'orlo di un vulcano: l'unica cosa che penso è speriamo che non inizi a urlare, per favore fa che stia sdraiato e zitto, ancora un po' e finiamo, coraggio, ce l'abbiamo quasi fatta.

Alla fine, dopo un'oretta, sono stremata e sudata fradicia.

Rivesto il bimbo in fretta, cercando di uscire al più presto quando, nel silenzio generale, il Topolo tira un rutto che fa tremare le pareti.

Lo guardo costernata. Ridono tutte, in un coro di “salute!”, “buono il latte, eh?”, “ti piace la tetta?”.

Io arrossisco. Prendo tutte le nostre cose e cerco di filarmela.

Il Topolo mi sorride e con aria birichina... PPRROTTT!!! una sonora puzzetta rompe il silenzio

La prossima volta mi porto una vanga.