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martedì 23 novembre 2010

Fango: istruzioni per l'uso

La stagione del fango è iniziata e, come si suol dire, sta toccando vette inebrianti.
Se l'anno scorso ho passato la stagione autunno/inverno a pulire pavimenti, tappeti, macchina e scarpe quest' anno, udite udite!, aggiungo all'inventario anche stivali e vestiti.
Non miei, of course, io sono allergica alla marronea poltiglia, ma del Topolo che, come tutti i nani sotto il metro, adora sciaguettare nel fango e nelle pozzanghere.
Forza Topolo! Goditelo finchè puoi...

venerdì 19 novembre 2010

Vasinòpolo

Sai, mi dice l'amica Sole, sto provando a fare sì che il nano faccia la cacca nel vasino.
Ah sì? Di già? Ma ha solo 1 anno e 1/2...
Lo so, ma io intanto ci provo. Ho fatto così: 3 giorni fa, quando l'ìho spogliato, l'ho messo sul vasino e ho fatto GNNNNNNN, come per spingere e fare la cacca. Bè... lo sai che da allora ogni volta che deve fare la cacca prende il vasino, ci si siede e la fa?!
Ma dai, allora provo anche io!

Stasera spoglio il Topolo prima del bagnetto. Prendo il vasino, ce lo siedo sopra e faccio GNNNNN, come per spingere e fare la cacca.
Lui mi guarda.
Guarda il vasino.
Poi si alza, lo prende e lo solleva in alto facendo GNNNNNN, come a dire eh sì hai ragione, pesa veramente un sacco!!!

Non so come, ma credo ci vorrà taaaaaanto tempo per lo spannolinamento.

martedì 13 luglio 2010

Topolo 1 - Mammozza 0

Mi ha fregato come una dilettante, una novellina della prima ora, una pisquana qualunque alla prima uscita con un figlio appena nato.
Invece ha già 15 mesi e io chissà dove ho la testa che se continuo così fra poco mi ritroverò a fare le parole crociate come unico diversivo per la memoria.
Insomma.
Siamo usciti come di consueto per la solita spesa. Arrivati alla Coop scendo e prendo il Topolo e a piedi ci avviamo a fare la spesa.
A che serve il passeggino, penso tra me e me, tanto vuole camminare e poi lo metto nel carrello, è solo un ingombro inutile.
Entriamo nel supermercato, il Topolo si fionda alla macchinina-carrello, ci si infila dentro e se ne sta li tranquillo* .
Faccio la spesa, preparo le buste, pago e lì capisco il mio errore.
Tragico errore.
Ho 2 buste della spesa che pesano un quintale e il Topolo.
A piedi.
L'imbecille del giorno.
Insomma, per farla breve: cerco di acchiappare il Topolo mentre scappa sotto il tornello e rientra nel supermercato, poi mi sfugge oltre le porte scorrevoli, cerco di infilarlo in ascensore ma vuole salire le scale, il tutto con le buste cariche e 40° all'ombra. Arrivati al parcheggio vado verso la macchina ma lui si gira e si ri-infila in ascensore. Lo acchiappo per un braccio e lui si butta a terra urlando a sirena, ok allora cammina da solo fino alla macchina, di là, la macchina è là, lascia stare la moto del signore, non infilare le dita nel tombino vieni qui, non tornare indietro, lascia stare le ruote, non leccare la targa, vieni quiiiiii!!!!!!
Ugh!
Arriviamo alla macchina, finalmente.
Carico la spesa e lui, il Teppolo, finalmente ottiene ciò che vuole:

















Il Topolo al volante, mentre scala le marce e fa "brrumm bbrrrumm" con le labbra è uno spettacolo.
Il mio bimbo adorato. Il mio amore grande.
Ti adoro Topolo, ma la prossima volta TI CI LEGO AL PASSEGGINO, CAPITOOOO!!!!!!!

*"tranquillo" nel gergo topolesco significa che urla a squarciagola il suo giubilo per la macchinina, mentre strombazza il clacson di plastica e ride a 8 denti a tutti i vecchietti che gli fanno le moine.

sabato 10 luglio 2010

15 mesi e non sentirli

Il Topolo è in forma, ormai il mondo è suo e chi lo ferma più?
Ha raggiunto vette di consapevolezza che solo qualche settimana fa sembravano impossibili e la sua coordinazione si affina ogni minuto che passa..
Cammina. Non con la gamba tesa alla Dr House, nè con le mani avanti a sè, novello Frankenstein, no, cammina sciolto e spedito, possibilmente con il braccio e l'indice teso come uno che ha appena segnato il gol della finale e intonando inni di gioia.
Ha imparato a frenare e girare su se stesso.
Impila i cubi uno sull'altro.
Infila le cose una dentro l'altra.
Spinge mobili, tavolini, passeggini e tricicli ("ara", afferma un previdente maritozzo).
Beve dal bicchiere, usa la forchetta per la frutta, mette la pappa nel cucchiaino con le mani e poi mangia dal cucchiaino.
Insomma, sono fiererrima.
Solo di parlare non se ne parla, siamo fermi a mmmmammmma, ddddadddda, ckkkkk, nnnnnnn.
Se comprasse qualche vocale ogni tanto farebbe un figurone.
Ma tant'è.
Naturalmente, le bimbe della sua età, fanno già cose mirabolanti, che io mi chiedo se le hanno dopate nel latte, ma non importa: topolo über alles sempre!

mercoledì 26 maggio 2010

Nato per mangiare

E' un po' che osservo il mio bimbo, da 13 mesi e 2 settimane per l'esattezza, e il sospetto che non sia lui ma anche un altro aumenta ogni giorno.
E' ovvio che lui è lui. Ma non solo.
Assomiglia fortemente a qualcuno altro, qualcuno di mia conoscenza cui ho voluto un bene dell'anima e che è mancato un paio di anni fa.
Ma andiamo con ordine.
Il mio bimbo è forte, ha un carattere volitivo e assai deciso; è impaziente, testardo, cocciuto e smanioso.
Ama stare all' aria aperta e in compagnia. Gli piacciono la musica, le immagini colorate e tutto ciò che fa rumore. E' nato con i bronchi sensibili e l'inverno scorso ha respirato male, a fatica e con l'aiuto di dosi massicce di cortisone.
Ma soprattutto ama mangiare. Lui mangia tutto, a qualunque ora e con grande foga. Inizia con quello che ha nel piatto, prosegue con quello che gli diamo noi e, una volta messo a terra, si sbafa serenamente ogni piccolo pulviscolo che raccatta sul pavimento.
Ha 13 mesi e ha già fatto indigestione.
Tutto ciò mi ricorda una persona sola: mio nonno Nanni.
Possibile che il Nanni sia rinato di nuovo in questa famiglia?
Possibile sì. A giudicare dalle fattezze del mio bimbo non ho quasi più dubbi.
E allora, scusate, ma mando un ultimo messaggio al Nanni: GUARDA CHE LA PROSSIMA VOLTA COL CAVOLO CHE TI LASCIO MANGIARE LA MIA PIZZA PEPERONI E SALSICCIA!
Insomma, quando ce vò ce vò.

giovedì 21 gennaio 2010

Baci da Alcatraz

"Qui la gente va veloce ed il tempo corre piano
come un treno dentro a una galleria..."
F. De Gregori - Natale

Restare in un ospedale, così a lungo e con un bimbo così minuscolo, è una strana storia.
Il tempo non passa, i minuti scendono col contagocce e i pochi appuntamenti della giornata (la visita della dottoressa, l'aerosol) vengono attesi come il megaevento dell'anno.
Fuori c'è nebbia e la neve sugli alberi, tanto per aumentare il candore e lo spaesamento di queste giornate.
In tutto questo il
Nanno si è adattato alla grande alla sua nuova casa e, con il recupero delle sue storiche energie, è tornato a crescere e progredire.
Gattonicchia in sala giochi, si arrampica sulle sbarre del lettino, socializza con gli altri bambini (non infetti), sorride alle infermire, porta avanti la sua personale lotta contro l'aerosol, insomma, Nanneggia.
La sua salute è ormai perfetta, domani dovremmo essere rilasciati.
Speriamo bene, perchè non solo il rancio fa schifo, ma stamani si sono persino scordati di darmi la colazione :((((
Ora vedo se riesco a procacciarmi un caffè, magari scambiando dei cioccolatini con quella della stanza 3.

martedì 19 gennaio 2010

From Alcatraz with love

Ci hanno catturato, a me e al Nanno .
Fino a un momento prima eravamo lì, a piede libero, correvamo felici all'aria aperta, avevamo i nostri ritmi e i nostri giochi e il momento dopo... ZAC... presi! e ora siamo prigionieri a tempo pieno senza manco la mezz'ora d'aria.
Il Nanno ha avuto una crisi respiratoria domenica notte e lunedì mattina Magò, la nostra sempreverde pediatra, contattata d'urgenza, ha imposto il ricovero presso l'ospedale vicino per quello che lei ha chiamato "broncospasmo".
Per carità, ci siamo presi un colpo, meno male che l'hanno ricoverato e preso subito in cura, respirava così male che sembrava stesse correndo i 100 metri a ostacoli, povero amore.
Ora sta decisamente bene, respira di nuovo ed è tornato il vecchio Nanno di sempre.
Solo che "il vecchio Nanno di sempre" chiuso in una stanza d'ospedale, in un lettino con le sbarre, sforacchiato, auscultato, prelievato, sciroppato, ossigenato e quant'altro è insofferente, e me pure.
Mi dicono: signora, com'è agitato questo suo bambino! Sarà il catarro?
No, è sempre così.
Immaginatevi l'aerosol.
E l'ossigeno.
E il monitoraggio del cuoricino.
E poi pensate a me, che ho solo 2 braccia per tenerlo fermo mentre lui ha 2 braccia, 2 gambe e due polmoni da 2000 watt, oltre che essere campione di contorsionismo libero e lotta selvaggia.
Ho chiesto se potevano rilasciarci su cauzione.
Nossignora.
Bustarella?
Nein.
Minacce, ritorsioni, ricatti?
Rien à faire, il rilascio è previsto venerdì.
E così tento di passare il tempo, in questa stanza di 4 metri quadrati, temperatura 26°, letto scomodissimo e infermiere zelanti e premurose che riescono ad entrare sempre esattamente nel momento in cui si è addormentato.
In più il rancio fa schifo.
God save the Campagnol.

lunedì 9 novembre 2009

Il gioco delle 3 carte (home version)

Interno notte, A - B - C dormono nel grande letto + "side bed" nella camera dei Campagnoli.

Ad un certo punto C si sveglia: B si sposta nel suo letto per allattarlo. Quando ha finito ritorna nel suo letto.
Dopo un po', C si sveglia di nuovo: A si sposta accanto a C per consolarlo e coccolarlo. Nel frattempo, B si sposta al posto di A. Quando C dorme, A si sposta al posto di B. La situazione ora è B - A - C.
Poi C si sveglia nuovamente e B si ri- sposta per ri-allattarlo. A torna al suo posto. Quando B finisce, rientra nel suo letto.
C si sveglia ancora, a questo punto sia A che B gli fanno un cazziatone e si fingono morti.
Non funziona.
Pentiti, A e B prendono C nel loro letto.
Dopo 5 minuti, A e C russano beati, B si sente soffocare.
B si sposta nel letto di C.
Suona la sveglia di A, che si alza per andare al lavoro.
C sente la sveglia e, naturalmente, si sveglia anche lui.
B si ri-sposta per l'ennesima volta al posto di A, allatta C e poi si riaddormenta.
C non dorme più.
Ore 7:01 sia B che C sono in piedi: B vorrebbe spararsi agli alluci, tanto per allietare la mattinata, C fresco e riposato sembra un fiore appena colto.
Beata gioventù.