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venerdì 20 aprile 2012

Incrociare i flussi

Ci sono cose che, quando sei adolescente e femmina, ti sembravo davvero surreali.
Una di queste è vedere i propri coetanei maschi, brufolosi e sudati,  che fanno pipì insieme incrociando i flussi schiamazzando e ridendo, compiaciuti della portata del getto e della pozza ai loro piedi.
Tu, da brava 15enne tormentata e introspettiva, dedita all'autoanalisi e alla sega mentale, alla vista di quegli scalmanati sudaticci e maneschi che giocano alla spada laser con il loro pisello ti rendi tristemente conto che non ce la puoi fare: avrai a che fare tutta la vita con dei bambinoni, con buona pace dell'introspezione, l'autoanalisi, lo spleen e tutta la barbosa menosità della sofferenza adolescenziale.
Passa l'adolescenza e con essa tutte quelle cose da maschi, tipo le gare di rutti, di peti, di puzze e pipì che la costellano giosamente.
E poi, tutto ad un tratto, 20 anni dopo, una sera, hai il privilegio di assistere alla nascita di un futuro adolescente maschio, proprio lì, sotto i tuoi occhi, nel bagno di casa tua.
Perchè certe cose, ti accorgi con orrore, sono insite nella natura maschile e vengono tramandate di padre in figlio, generazione dopo generazione, con buona pace delle femmine della specie:
- "Vieni Topo, facciamo pipì insieme!" - urla un garrulo inge - "vieni qui con me, che ti insegno una cosa..."
Due sere dopo in bagno ci sono io:
- "Mamma, tu pipì?"
- "Mah, Topo, se vuoi dopo di te..."
- "No Mamma! Insheme! Tu! Pipì me!"
- "Topo, non posso fare pipì, con te, se faccio pipì mi devo sedere..."
- "Noooo!!!! Tu pipì me!!!!"
- "Topo, ripeto, non posso fare pipì con te..."
- "UAHHHAHAAAAAA!!! Mamma! Pipì inshemeeeeeee!!!"
Segue pippone di mezz'ora sul fatto che non sono un maschio, che non faccio pipì in piedi, che sono femmina, con elenco di tutte le femmine che conosciamo... Niente.
Ogni volta mi viene richiesto di fare pipì con lui e incrociare i flussi: il concetto di maschio e femmina è al di sopra delle capacità attuali del nano, che continua a dirmi che anche io ho un pisello "là sotto"*
Perchè non bastava il trauma adolescenziale, che già ci aveva segnato abbondantemente,
no, ci voleva anche quello tardivo - materno, giusto per ricordarci che i maschi sono ovunque e, con buona pace, ci accompagneranno ancora a lungo.

* ricordarsi di contattare l'estetista per una radicale epilazione

martedì 17 aprile 2012

E la vita continua

(anche senza di noi
che siamo lontano ormai
da tutte quelle situazioni che ci univano
da tutte quelle piccole emozioni che bastavano
da tutte quelle situazioni che non tornano mai!
Perché col tempo cambia tutto lo sai
cambiamo anche noi
e cambiamo anche noi

...)

Che dire, è andata. E' andata più che bene in effetti, me la sono cavata alla grande, mi sono divertita, ho venduto libri e ricevuto strette di mano, promesse di altre presentazioni e perfino domande furbissime sul tema campagna VS città che in realtà non mi ero mai posta e che, ohibò, mi fa ritenere che i miei lettori siano immensamente più sensati di me.
E ho vissuto di rendita per ben due ore, beandomi di me stessa, della vita, dei miei quasi (non più tanto quasi) quarant'anni e della famosa TO DO LIST che con un libro scritto e pubblicato è quasi completa e poi.
Poi basta sono tornata a casa dai nani.
Nani che non mi vedevano da ben 4 ore e che, in crisi d'astinenza come tossici della peggio specie, mi hanno letteralmente scalato e avvinghiato come edere all'ultimo stadio.
Io non so voi, ma non riesco a mantenere inviolato neanche più un pezzettino di me stessa. Lasciamo perdere il cervello, che quello se lo sono bevuti come un uovo alla coque anni orsono, parlo del corpo, delle braccia, delle gambe, degli occhi, dei buchi del naso, delle orecchie, dell'ombelico, di tutti quei pezzi di me che pochi hanno osato sfiorare e che questi due sfrucugliano come tapiri nei formicai.
Mamma, (pigolano), e mi saltano in braccio, mammina, (cinguettano) e mi stritolano il collo, mammaaaaa - mmmaaa, (cantilenano) e mi sbatacchiano la faccia, ma-mam-mam-maaa (strillano) e mi pizzicano la coscia, mamma- mamma- mamma- mamma (ripetono come un mantra, incuranti delle mie risposte, dell'attenzione, della mia presenza) e mi cavano gli occhi, mi saltano suilla pancia, mi si aggrappano ad un malleolo, mi strappano i capelli.
Mi sento come un pezzo di carne sul bancone del macellaio.
E in più sono in 2.
E io mi divido tra l'uno e l'altro, un colpo al cerchio e uno alla botte, un bacio a uno e una carezza all'altro, un libretto e una canzone, una storia e un disegno, un po' con uno e un po' con l'altro. 
E non. basto.mai.
Mai. Mai. Mai.
In tutto questo l'inge è inutile come una decalcomania di Napolitano: il niente, nulla, aria fritta: "Ehi, bambini! Papà è qui!"
Non si voltano nemmeno.
Ora, un po' di considerazioni:
- la prima, materno-italiana: sarò sufficiente?
- la seconda, psicoanalitica: sarò sufficientemente buona?
- la terza, sull'orlo di una crisi di nervi: saranno sufficienti un paio di bicchieri?

venerdì 6 aprile 2012

Nessuna scappatoia

Sabato 14, se non avete di meglio da fare, passate a trovarmi a Bogliasco, ridente localià della riviera ligure e venite a vedermi mentre tenterò pubblicamente di dare un senso a quello che ho scritto cercando di non rendermi ridicola oltre un certo limite e di non sprofondare in un mare di ovvietà.
Ecco.
Io ve l'ho detto.
Sono stata invitata nientepopodimenoche da un assessore alla cultura.
Epperò.
Ma io, che gli dico ad un assessore alla cultura?
E poi.
Che cavolo dovrò fare? E dire? 
Ma soprattutto: COME MI VESTO? E i capelli?
Ok, lo ammetto, sono in paranoia bipolare. 
Oscillo tra l'esaltazione euforica del mio Ego più narcisista e la depressione angosciata della mia parte più ritrosa.
Io, che parlo davanti ad un pubblico entusiasta, che applaude e ammicca, io che trascino la platea con una parlantina fluida e sciolta, io brillante e disinvolta, io superstar.
Io che balbetto e sudo, incespico nelle parole e nei miei piedi, io che sbatto gli occhi e non capisco cosa mi dicono, io con i capelli arruffati e i pantaloni troppo corti, io con gli occhiali che scivolano sul naso, io che mi sotterro con la mia stessa incapacità.
Chissà chi vincerà.
Quello che so è che ho ancora 7 giorni, poi si va in scena.
E che cavolo, dai, non sarà peggio che partorire.
Mah.
Non so.


mercoledì 4 aprile 2012

Averci pensato prima

Di Magò, l'immarcescibile pediatra di PaeseMioCheStaiSullaCollina, ho già parlato varie volte. Epperò mi tocca occuparmi di nuovo di lei e non perchè ha vinto il premio come pediatra migliore del decennio.
Magò, sempre sia lodata, detiene vari record, tutti insieme e tutti concentrati nello stesso metro e 50:
- è la donna che riesce, contemporaneamente, ad auscultare un torace con un orecchio e  un telefono con l'altro;
- misurare un bambino con il metro da sarta e firmare una ricetta con la stilografica di nonno;
- osservare una gola arrossata con l'occhio sinistro e controllare la discesa dei testicoli con quello destro;
- prescrivere antibiotici quasi mortali con una mano e vergarti la ricetta della pasta al pomodoro con l'altra (ricetta che tu, inutile donna moderna del XI secolo, sicuramente ignori);
Magò è la detentrice del miglior tempo mai visto per visita di bambino: l'ultima volta ha battuto il suo stesso record ed è scesa sotto i 4 minuti, compresa svestizione e ri-vestizione del Ciccionetto sul lettino, firma di 4 ricette altrui, consulenza telefonica ad altra mamma, prescrizione dettata alla segretaria, scambio di pacchetto con marito di passaggio et voilà, sbattuti fuori dalla stanza.
Inutile dire che tu mamma, povera beota inutilmente apprensiva, non troverai risposta alle domande che ti assillano. O meglio, avrai risposta, ma forse avresti fatto meglio a domandare alla fruttivendola, che sembra dotata di maggior buon senso:
- Magò, che ne dice, il Ciccionetto non fa la cacca da solo da 6 mesi...
- Non preoccuparti signora, fra poco possiamo dargli il lassativo, contuna pure con la peretta quotidiana!
- Magò, che ne pensa, queste mani così rosse e squamate che la pelle viene via da sola...
- Tranquilla mammina, la crema al cortisone fa miracoli!
- Magò, che disgrazia, il Ciccionetto si continua a svegliare mille volte per notte...
- Deve smetterla con la tetta! Camomilla e camminare! NEXT PLEASE!
E così, alla peretta numero 150, dopo una notte con 12 risvegli funestata da pianti isterici dovuti al prurito alle mani ho contattato un altro pediatra: 60 minuti di visita, attenzione totale a noi, al nano, ai problemi; risposte chiare ed esaurienti alle nostre domande, spiegazioni esaustive alle varie ipotesi e, finalmente, una diagnosi: sospetta e fortemente probabile intolleranza ai latticini. Numerosi esami da fare, dieta ferrea priva di latticini per me e per il Ciccionetto e la rassicurazione che se questa non è la strada giusta proseguiremo con altre ipotesi.
Non siamo più soli, c'è speranza per il Ciccionetto e per le nostre notti.
Peccato aver penato per un anno, aver avuto tanti dubbi nel cercare qualcun altro e, passatemi il commento da genovese, aver dovuto pagare così tanti soldi.