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martedì 17 aprile 2012

E la vita continua

(anche senza di noi
che siamo lontano ormai
da tutte quelle situazioni che ci univano
da tutte quelle piccole emozioni che bastavano
da tutte quelle situazioni che non tornano mai!
Perché col tempo cambia tutto lo sai
cambiamo anche noi
e cambiamo anche noi

...)

Che dire, è andata. E' andata più che bene in effetti, me la sono cavata alla grande, mi sono divertita, ho venduto libri e ricevuto strette di mano, promesse di altre presentazioni e perfino domande furbissime sul tema campagna VS città che in realtà non mi ero mai posta e che, ohibò, mi fa ritenere che i miei lettori siano immensamente più sensati di me.
E ho vissuto di rendita per ben due ore, beandomi di me stessa, della vita, dei miei quasi (non più tanto quasi) quarant'anni e della famosa TO DO LIST che con un libro scritto e pubblicato è quasi completa e poi.
Poi basta sono tornata a casa dai nani.
Nani che non mi vedevano da ben 4 ore e che, in crisi d'astinenza come tossici della peggio specie, mi hanno letteralmente scalato e avvinghiato come edere all'ultimo stadio.
Io non so voi, ma non riesco a mantenere inviolato neanche più un pezzettino di me stessa. Lasciamo perdere il cervello, che quello se lo sono bevuti come un uovo alla coque anni orsono, parlo del corpo, delle braccia, delle gambe, degli occhi, dei buchi del naso, delle orecchie, dell'ombelico, di tutti quei pezzi di me che pochi hanno osato sfiorare e che questi due sfrucugliano come tapiri nei formicai.
Mamma, (pigolano), e mi saltano in braccio, mammina, (cinguettano) e mi stritolano il collo, mammaaaaa - mmmaaa, (cantilenano) e mi sbatacchiano la faccia, ma-mam-mam-maaa (strillano) e mi pizzicano la coscia, mamma- mamma- mamma- mamma (ripetono come un mantra, incuranti delle mie risposte, dell'attenzione, della mia presenza) e mi cavano gli occhi, mi saltano suilla pancia, mi si aggrappano ad un malleolo, mi strappano i capelli.
Mi sento come un pezzo di carne sul bancone del macellaio.
E in più sono in 2.
E io mi divido tra l'uno e l'altro, un colpo al cerchio e uno alla botte, un bacio a uno e una carezza all'altro, un libretto e una canzone, una storia e un disegno, un po' con uno e un po' con l'altro. 
E non. basto.mai.
Mai. Mai. Mai.
In tutto questo l'inge è inutile come una decalcomania di Napolitano: il niente, nulla, aria fritta: "Ehi, bambini! Papà è qui!"
Non si voltano nemmeno.
Ora, un po' di considerazioni:
- la prima, materno-italiana: sarò sufficiente?
- la seconda, psicoanalitica: sarò sufficientemente buona?
- la terza, sull'orlo di una crisi di nervi: saranno sufficienti un paio di bicchieri?

1 commento:

  1. e vabbè, tutte a te le fortune! per quanto riguarda il link... mi sa che ai 40 ci arrivo prima io, gulp!

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