Pagine

lunedì 9 settembre 2013

TU PARLA MIA LINGUA?

- Bimbi domani tornate a scuola! Siete contenti? Rivedrete tutti i vostri amici, giocherete insieme, imparerete un sacco di cose...
- Anche i tuffi dall'alto...
- No, amore, quello è la scuola di nuoto, non la scuola normale
- Mamma, ma poi andiamo alla scuola di nuoto?
- Anche io ffuola notooooooo!!!!
- Sì topino, poi andrete anche in piscina, per imparare a nuotare...
- Quando inizia la scuola?
- Domani amore, inizia domani, che bello eh?
- Ma quando inizia la scuola di nuoto?
- Ah, quella.. Quella inizia a ottobre, ci vuole tempo, ancora
- Anche io ffuola noto!!!
- No, amore, tu sei troppo piccolo per la piscina, devi aspettare ancora un anno... Ma domani vai a scuola, quella delle maestre, sei contento?
- Ffuola noto mamma?
- No amore, la scuola normale...
- Mamma perchè non andiamo subito in piscina?
- E' chiusa la piscina, riapre tra un mese
- Ma voglio fare la scuola di nuoto!
- Anche io ffuola noto!!!
- Bimbi, ascoltatemi bene: la piscina inizia tra un mese. Tu ci puoi andare. Tu no. Però domani andiamo tutti alla scuola dei bimbi, vedete? Questo è lo zainetto, questi sono i grembiuli, i pennarelli, il bavagliolo... Insomma SCUOLA capite? Sì? S-C-U-O-L-A.
- Mamma prendo il costume? Eh? E la cuffia?
- Anche io ffuola notooooooo!!!!
- E poi facciamo i tuffi? E vado anche sott'acqua? Senza braccioli eh mamma?
- FFUOLAAA NOTOOOOOOOO

In momenti come questi chiudo gli occhi e penso agli spinifex che rotolano nel deserto, sollevando polvere e sbattendo le porte dei saloon. Non so perchè, è lo stesso senso di desolazione.

venerdì 6 settembre 2013

Ma ce l'hai il porto d'orto?

Ieri mattina siamo scesi a valle a fare un paio di commissioni.
L'inge a un certo punto mi ricorda che dobbiamo passare a comprare i pannoloni del Ciccionetto chè, vista la recente esplosione intestinale, ne ha bruciati circa 45 in due giorni.
Ok, dai passiamo anche alla Lidl e già che ci siamo anche dai Cinesi a comprare due minchiate.
Parcheggiamo da ZHAO il super mercatone cinese che c'è giù al paesone e lasciamo la macchina sotto l'unico albero del parcheggione deserto.
Scendiamo dalla macchina e l'inge si paralizza.
- Ciccio, se non ti dai una mossa facciamo notte...
- ...
- Uè, bell'uomo, allora, a cosa giochi a un due tre stella?
- ...
- Ma cosa stai guardando?!?
- Guarda - fa lui, lo sguardo estatico, il dito puntato all'aiuola che delimita il parcheggio - guarda cos'hanno fatto...
- Mbeh? Che hanno fatto?
Mi giro e lo vedo: l'orto, anzi l'ORTO.
- Eh? Hanno fatto l'orto nell'aiuola del parcheggio?!?
Siore e siori, non due rape e due foglie d'insalata, tanto per passare la domenica senza il campionato, un orto con i controcazzi, di almeno 10 metri di lunghezza in cui si stagliavano fierissimi pomodori, bietole, cavoletti di bruxelles, insalate, spinaci e altre verdurose prelibatezze.
- Cioè, perfino i Cinesi son riusciti a fare l'orto... perchè io non ci riesco?
- No, ma hai visto dove l'han fatto?!? Nell'aiuola del parcheggio... Dai non ci credo!
- Che importa dove l'hanno fatto?!? A LORO è uscito tutto!!! perchè a me non escono manco le zucchine?! EH?! hai visto ieri il vicino come ha guardato le zucchine che ho piantato?! E ieri sera me ne ha portate un cesto! "Sai... dopo aver visto le tue..."! AH!
- Vabbè, dai ma che vuol dire... lui fa l'orto da 15 anni...
- Ma questi arrivati da Shangai due ore fa ci son riusciti anche loro!  E guarda le zucche! Guarda 'sta zucca è lunga come il camion...
- Sì, appunto, cresce vicino ai gas di scarico...  Magari la terra del parcheggio è meglio della nostra...
- Che smacco! Che smacco!!!
Ohggesù, mi è andato in loop l'inge. Ma porca misera, ci mancavao i cinesi con l'orto.
E ci hanno messo pure il cartello: NO TOCCARE; GRAZIE!
Cioè vuoi dire che gli fregavano i pomodori? Gli ravanavano nell'intimo degli spinaci? Gli han fregato le zucche?
Ma poi, come cacchio ti viene in mente di fare l'orto in un parcheggio?!? Ma vuoi dire che pure loro c'hanno la crisi? ma se pure i cinesi hanno fame, noi che dovremmo fare?!
'Azz.
Se qualcuno ha risposte le dia adesso, se non altro lo faccia per l'inge, porello.




martedì 3 settembre 2013

S-Bilancino

A 7 giorni esatti dall'inizio della scuola, come se farlo mi aiutasse a scivolare meglio verso martedì prossimo (qualcuno poi mi spiegherà perchè la scuola inizia di martedì), dicevo, a 7 giorni dall'inizio dalla scuola provo a tirare un bilancio di cosa sono stato questi 2 mesi di vacanza con i bambini.

In questi due mesi l'inge ed io abbiamo:
- curato 3 otiti, un'influenza intestinale, due febbroni e una serie lunghissima di raffreddori;
- raggiunto 4 achievements nella pulizia delle ruzzle-cacche: the ultimate cacca, the challenge, not now! e the bomb;
- soffiato instanabili mocci;
- consolato interminabili litigi;
- sconfinato più volte nell'oscuro mondo di Mordor, detto anche "non ce la posso fare ad arrivare a settembre, oh! ce la faccio anche stavolta" e tornati indietro;
- coccolato tenerissime nuche, accarezzato piedini grassocci e sudaticci, baciato colli, guance, braccini e gambotte;
- scavato solchi di mezzo metro attorno a scivoli, altalene, dondoli e gonfiabili;
- somministrato chili quintali di cibo, merende, succhi, acqua, focacce, gelati;
- esaurito la pazienza, ricaricata, ri-esaurita, ri-caricata, ri-esaurita, riciclata quella di prima;
- giocato a memory, nascondino, prendimi, sono un fantasma, sono invisibile, nasconditi e poi fammi bù!, gare di triciclo/bicicletta/monopattino/carrello della Coop/ passeggino, lottalibera, tiro alla fune, negozio che vende cose in dollari ma non in euro;
- raccontato 257 favole, di cui 256 della pimpa e una non della pimpa;
- fatto bagni in mare, in piscina, al fiume, nella vasca grande e perfino sotto la doccia. In ogni caso l'acqua era troppo calda o troppo fredda;
- provato a lavorare.... finito di lavorare;
- guardato cartoni in italiano, inglese e spagnolo e perfino giapponese, per la disperazione;
- dormito in letto nostro, non nostro, poi di nuovo nostro e poi... (sorpresa del genitore).

Ed ecco la TOP TEN delle frasi dell'estate 2013:
10: puoi giocare da solo 10 minuti?
9: perchè non giochi con tuo fratello?
8. ce l'aveva prima lui
7. dopo te lo da
6. andiamo perchè è tardi
5. lavati le mani
4. non è ancora pronto
3: ho detto di sì, ma devi aspettare
2: guarda che ho detto SI', puoi aspettare un attimo?!
1: ASPETTAAAAAAAAAAAAAAAAA

E voi? come ve la siete cavata?

mercoledì 21 agosto 2013

l'apocalisse vista da davanti

L'elettrauto, in effetti, era parecchio perplesso:
- Fatemi capire bene cosa volete, che al momento non mi è tanto chiaro. Volete che vi installi un vetro dentro la macchina?
- Sì, un vetro antiproiettile, proprio qui, dietro i sedili del conducente e del passeggero;
- Cioè voi volete un vetro che vi separi dai sedili dietro, giusto?
- Sì, come quello delle limousine, che si alza a comando e isola i passeggeri;
- Ah. A comando. Uhm. Uhm. Uhm. Siete sicuri eh?
- Sì Vogliamo un vetro spesso, scuro e isolante che si alza a comando e divide l'abitacolo in due.
La faccia dell'eletrauto era chiarissima: ma che cazzarola ve ne fate?!?
- Senta,  si può fare oppure no?
- Fare si può fare, ma vi costerà
- Non importa, paghiamo quello che vuole.

Dopo una settimana la macchina era pronta:
- E questo è il telecomando, vedete? Basta schiacciare qui... e taac! Il vetro si alza e si fissa qui in alto, su questa guida;
- E' resistente?
- Anti proiettile, antirumore, antigraffio, anti tutto. Potrebbe venirvi addosso un hammer e non vi accorgereste di nulla
- Perfetto! Quanto le dobbiamo?
- Sono 6500 €
- A lei, grazie
- Saluto
Ci guarda andare via, le mani sui fianchi. Scote la testa, si rimette al lavoro.

Il giorno seguente saliamo in macchina, tutti e 4, bambini dietro, inge al volante, io lato passeggero.
Dopo soli 5 minuti inizia la solita camurria:
- mamma, ho sete, mi dai un succo
- Topo, andiamo solo a fare la spesa, resisti 5 minuti
- mamma, mi è caduto lo squalo, me lo prendi?
- ciccio non ci arrivo, è rotolato sotto al sedile
- mamma, perchè qui passa il treno?
- mamma, il mio squaloooo
- mamma, guadda tattoiiiii
- mamma, devo fare cacca
- mamma, lui mi ha preso la macchinina...
- IO CE L'AVEVO IOOOO
- MAMMAMMAAAAAA UFFAAAAA MA QUANDO ARRIVIAMOOOOO
- MAMMMMMMMMMAAAAAAAAAAAAAAA

Guardo l'inge. Fa cenno di sì con la testa. Schiaccio il tasto del telecomando, bzzzz.... il vetro si alza e sigilla la macchina.
Ahhhhh, il silenzio.
Accendo il cd, Eine kleine Nachtmusik di Mozart si diffonde dalle casse.
Dietro, l'apocalisse. Lo vedo dalle facce, stanno urlando a squarciagola mentre si strappano dalle mani la macchinina e il trattore: non si sente nulla.
Guardo fuori dal finestrino il vento che passa sulle acacie, l'inge mi sorride. Finalmente la pace.

Poi mi sveglio tutta sudata.

lunedì 19 agosto 2013

Di assenza e fogliolone

E' proprio vero che le persone non si conoscono mai fino in fondo e che a volte ci vuole un evento speciale per avere un barlume di ciò che sono in realtà.
Il Ciccionetto, ad esempio, è sempre stato etichettato (sì, etichettato, so che non si dovrebbe, che si limità la sua individualità, bla bla bla) come pacioso, pacioccone, statico, tranquillo, apatico, inerte, abulico, lamentoso, mutanda stretta.
Non è un granchè, neh. Rispetto a quella mina impazzita del fratello, forse per effetto ottico, a volte sembra dipinto.
Epperò.
Sono bastati pochi giorni di assenza del Topolo per vederlo completamente trasformato: allegro, canterino, gran parlatore, colui che non muoveva un passo trasformato in camminatore, corridore e saltatore. Da muto con pollice in bocca a oratore inarrestabile.
Al ritorno del fratello, d'incantesimo, tornava quello di prima: statua di sale, muta e ciucciolosa.
Poi nuova settimana di ferie del fratello maggiore: ri-trasformazione globale. Qualcuno lo trova anche cresciuto, da una settimana all'altra. Tutti notano la verve e l'accattivante simpatia.
Ma guarda un po'.
Probabilmente l'ombra di una foglia enorme, ipertofica e autoreferenziata come quella del Topolo non lascia gran nutrimento agli altri e, come tutte le piante che si rispettino, bastano pochi giorni di sole, acqua e cure amorevoli per sviluppare radici e autostima.
Si vede anche che l'ebbrezza di ritrovarsi figlio unico, per chi è eternamente secondo, è talmente inebriante che stimola crescita e neuroni.
In compenso, una settimana di permanenza del Topolo con il cugino più piccolo ha aperto gli occhi del suddetto sul fratello minore: toh, deve essersi detto, a casa ne ho uno uguale. Potrei quasi giocarci assieme.
E così, alla fine di agosto, ci ritroviamo con due figli diversi: uno più forte, coraggioso, più alto e decisamente più consapevole di sè stesso e del suo posto, l'altro con gli occhi in basso a cercare la compagnia del minore.
Permettetemi tuttavia di esprimere un ultimo desiderio: hai visto mai che la nonnitudine se li porti via entrambi, l'estate prossima.
Magari trovano cresciuti anche noi, dopo.

martedì 30 luglio 2013

In piscina con Santa Teresa

E poi, alla fine, viene il tempo in cui un gruppuscolo di neuroni riesce ad affrancarsi dalla prole e ad avere vita propria, tipo pensare.
Oggi pomeriggio a TreeObvious, nella cascante piscina comunale, ho avuto comodamente il tempo di guardarmi attorno e pazienza se era meglio che i neuroni fossero rimasti appiccicati ai nani, io le mamme che ho visto ve le racconto lo stesso:

C'era la mamma Santa Teresa, estatica, al posto di una mano le era cresciuto uno smartphone col quale scattava alla velocità di 650 foto al minuto, lanciando gridolini di gioia ad ogni sbuffo emanato dalla creatura e quasi svenendo orgasmica ad un suo maldestro tentativo di nuotata. Ha tipicamente figli sotto i 12 mesi,  cammina nel tunnel ancora con la luce proveniente dall'esterno, ignora che sta per sfracellarsi contro il muro del tedio, della stanchezza e, soprattutto, dei terrible two. Porella.

Accanto a lei sedeva mamma Morten Harket:
- Mamma, guarda che tuffo! - A-AH, rispondeva lei.
- Mamma, guarda, vado sott'acqua! - A-AH, ribatteva lei.
- Mamma, annego!
- A-AH
- Mamma, mi sento male!
- A-AH
- Mamma, guarda un triplo salto carpiato con avvitamento a spirale rovesciata!
- A-AH
Inamovibile, insormontabile, inarrivabile, alla mamma  A-AH niente ci fa, niente ci intteressa, niente ci muove. Probabilmente è vuota dentro, pronta per la tassidermia.

La mamma E.R. invece parcheggerebbe volentieri l'ambulanza a bordo piscina, pronta ad ogni evenienza perchè non si sa mai. E' un flusso ininterrotto di ti senti bene, ti sei fatto male, hai fame, hai sete, haifreddocaldolabbraviolamangiatodapocotimuovitroppoetroppopoco.
Teme il sole, il caldo e il cloro. Ha orrore dei tuffi, raccapriccio dei germi, disgusto della pipì nell'acqua bassa e, naturalmente, paura di tutto. Se potesse tumulerebbe i suoi figli in un sarcofago sterile e li ostenterebbe soltanto a Pasqua e Natale.Tristezza.

C'è poi mamma SKY, orientata verso il sole, incartapecorita e rinsecchita come una prugna, sigaretta in bocca e cellulare all'orecchio. Raglia ordini secchi e perentori, bellamente ignorati dai figli teppisti, terrore della piscina bassa e di tutte le altre mamme. Mamma SKY non si alza, non mangia, non beve. Anche se i figli sono alla piscina grande, lontana centinaia di metri, non smette di ripetere non correre, attento, non tuffarti, ti fai male, se vengo lì le prendi, guarda che non sto ridendo, aspetta che viene tuo padre. TSO subito.

Infine, la mia preferita, mamma Bill Murray. Probabilmente prima di sette fratelli, non si scompone di niente. Ha uno stuolo di nani appresso, che gestisce con la flemma di un pittore indeciso tra il giallo ocra e il terra di siena. Recupera il figlio che giace a tre metri di profondità dandogli due colpetti sulla spalla, separa due bimbette che si stanno morsicando per il possesso di Barbie BayWatch prendendole sotto le braccia e adagiandole sull'asciugamano. Sorride, annuisce, è empatica e assertiva. E quando viene l'ora della merenda elargisce cibo a destra e manca circondata da nanetti allegri e sereni. Invidiabile.

Io naturalmente vorrei tanto essere una Bill Murray. Purtroppo credo di piazzarmi tra E.R. e Santa Teresa. Ci stiamo lavorando.

martedì 9 luglio 2013

Il post del TG1 ( o di Studio Aperto, se preferite)

Ok, fa caldo.
Sono quasi le 9 di sera e il termometro segna ancora 29°.
Il sole deve ancora tramontare e, visto che gli alberi che abbiamo piantato quando ci siamo trasferiti qui fanno ombra solo agli omini lego e la faranno agli umani fra 20 anni circa, fa un caldo assassino.
E allora vi beccate il post del TG1, luoghi comuni e banalità come se piovesse (magari, ahah).
Sapete già che dovete portare i nonni alla coop alle 9 del mattino e passare a riprenderli alle 5 di pomeriggio, chiedete se hanno fatto merenda, mi raccomando.
Sapete anche che fa insolitamente caldo, eppure siamo a luglio, che tempo del piffero. E sono iniziati i saldi, e la gente se ne sta al mare o in montagna, e i turisti invadono le città d'arte e ci sarà l'esodo e anche il controesodo. Perbacco, ma siete informatissimi!
Quello che non sapete, e ora ve lo dico io, è che i bambini sono tutti diversi. Lo sapevate? Macchè, dovevo arrivare io a scuotervi le sinapsi e fibrillarvi i neuroni.
Parlo dei fratelli, eh, mica bambini di pianeti diversi.
Uno è casinista, l'altro è tranquillo. Uno corre e salta ma non dice una parola, l'altro sembra impagliato ma parla come umberto eco.
Ma ancora non vi ho detto tutto.
Uno ha smesso il pannolone in 2 settimane, siore e siori, l'altro sta impiegando 2 settimane solo a trovarsi il pisello. Ullallà, che roba eh.
Uno gioca e chiacchiera da solo, l'altro quando è da solo si sdraia sul divano e inizia a lamentarsi come Harry quando guarda Casablanca*.
Uno è color nivea, l'altro color carlo conti.
Uno coi muscoli sodi e scolpiti, l'altro sembra la pasta della pizza ma troppo annacquata.
E insomma.
Sono diversi, eh. Se non fosse che sono usciti dalla mia stessa pancia, signora mia, le direi che son di 2 madri diverse.
Ma tant'è.
Però non dan problemi, sa?
Del resto, figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi.


* "Harry ti presento Sally"

martedì 2 luglio 2013

Il giorno che la scuola era vuota

Immaginate un paesino su un cucuzzolo.
Il paesino, in pieno stile medievale, ha tutto ciò che non deve mancare a un tipico paesino di cucuzzolo nel Nord Italia: un castello, una chiesa, un piccolo centro storico, la posta, l'alimentari, la farmacia e il bar. La banca no. Ma una giunta che si porta a casa l'impossibile sì, ma non divaghiamo.
Ieri, in un pomeriggio d'estate baciato da un venticello delizioso, suono alla porta della materna.
Una volta.
Due.
Tre, quattro cinque.
Nesssuna risposta.
Guardo atraverso la finestra del primo piano: 15 piccoli lettini sono ordinatamente disposti con il lenzuolino e le federe: vuoti.
Provo a telefonare, ma gli squilli sono vani.
Chiamo la maestra Puffetta al cellulare, nessuna risposta. 
Nessun rumore, nessuno schiamazzo: la scuola è deserta.
Arriva il nonno di Andrea: e dove sono i bambini? mi chiede.
Non ne ho la più pallida idea.
Forse al parco Brontolo? No, ci andavano stamattina.
Forse ai giardini della cantina sociale? No, ci andavano ieri.
Quanti nipoti ha dentro? Uno, mi dice lui. E lei?
Io 2 figli. Ah, fa lui.
Ci sediamo su un muretto, le gambe che dondolano, lo sguardo a terra.
Non sono preoccupata, ci mancherebbe, che cosa vuoi che succeda a Bontalla Morbida, 706 abitanti? Anzi, quei pochi minuti guadagnati, nel silenzio del pomeriggio, tutti per me, senza nessun senso di colpa sono quasi piacevoli.
Arriva la mamma di Claramilla. Poi quella di Matteo.
Alla fine siamo tutti lì, fuori dalla scuola a chiederci che fine hanno fatto 24 nanetti sotto il metro e 10 e quelle sciroccate delle maestre.
Alle 16:40, giulive come  paperelle di stagno, si presentano le 2 maestre, con i bimbi al seguito:
- Eravamo andate a casa della nonna di Milena e Maela, ha un bel giardino, sapete?
Ecco.
Finita la pacchia, bè diciamo che un regalo di 42 minuti di tempo libero non capiterà mai più.
- Volevo dirti - mi dice maestra Puffetta - che oggi abbiamo fatto la battaglia con i palloncini e le pistole ad acqua...
- Oggi?!? Ma non lo sapevo, non ho portato nè il costume, nè l'asciugamano, nè il cambio... nemmeno le pistole ad acqua!
- Eh, infatti il Topolo non aveva nulla
- E come hai fatto?
- L'ho denudato
- Cioè?
- Cioè l'ho spogliato nudo, gli ho dato la pistola di un altro bimbo e l'ho fatto giocare. Poi ho lasciato che si asciugasse al sole
- Gli hai fatto fare la battaglia con i gavettoni tutto nudo? Al parco Brontolo? Ma perchè non mi hai detto che la battaglia era oggi?
- Ma io l'ho detto...
- A chi...
- A TUO/ MIO MARITO! - diciamo all'unisono
- Eh.
- Ah.
- Bè.
- E già.
- La prossima volta lo dico a te
- Sì, la prossima volta lo dici a me.
Ok, ciao. Ciao.
E con l'immagine di un Topolo nudo e glabro che combatte a gavettoni e pistola ad acqua al parco Brontolo con tutto il paese che passa intorno me li porto a casa.
Che bella la vita nei pomeriggi d'estate.

domenica 30 giugno 2013

16 anni dopo...

16 anni dopo l'ultima ora di lezione tornare a mettere le chiappe su una sedia, gli occhi su una lavagna le mani su una penna per prendere appunti è, bè, quanto meno alienante.
16 anni, santa cleopatra, 16 anni sono tanti.
Non ci sono manco più le lavagne, per dire.
Mi guardo intorno, ho almeno 10 anni più degli altri. Una vita. In alcuni casi anche un marito, più degli altri, E due figli,
E una casa e un mutuo e la spesa da fare e le bollette e un nano con la febbre e la roba in lavanderia e la cena e pochissimo tempo.
Perchè io - ho - pochissimo - tempo.
Non certo giorni, nemmeno ore. Siamo sull'ordine dei minuti. E guardo le ragazze accanto a me, sembra abbiano l'eternità davanti, un'eternita infinita fatta di serate e pomeriggi e notti tutte intere e cene e aperitivi e week end.
Io ero così, tutti eravamo così, il tempo era largo, largo e luuuuuuunghissimo, studiare richiedeva ore, giorni, mesi, un appello dopo l'altro, sottolineare, rileggere, ripassare, ripetere. Saltavi un appello, andavi a quello dopo. Tu, solo, nel tuo tempo e nel tuo studio.
16 lunghissimi anni dopo sei ridotto ai minuti, pochissimi, strettissimi minuti che non sono manco tuoi, sono rubati, presi in prestito ai bambini alla cena al sonno a te stesso. Ma te stesso non esisti più già da un po', a ben vedere, perciò quei minuti decisamente tuoi non sono.
E quanto vuoi studiare in minuti? Perciò la strategia è una sola: stare attenta a lezione. Attentissima, direi, spasmodicamente concentrata e pietrificata davanti al prof con l'unico intento di inculcare tutto e subito in quel manipolo di coraggiosi neuroni sopravvissuti all''ultima decade.
Perciò scegli il primo banco, quello che hai schifato per tutta la carriera scolastica. Tu VUOI quel banco non solo per aderire al prof come la pellicola dello smartphone ma anche, tristemente, per non crollare addormentata. Diciamolo: un sonno così non l'avevi mai avuto in tanti anni di lezione. neanche alle 8 del venerdì alle lezioni di neurofisiologia psichiatrica che cascavano sistematicamente dopo la serata ai Murazzi.
Certo, dicevi di avere sonno, credevi di avere sonno, ma il sonno vero, quello dei bambini piccoli non avevi manco il sentore che ci si potesse sopravvivere.
Arrivare a pizzicarsi la pelle delle braccia per tenere gli occhi aperti.
In tutto questo intorno a te c'è vita.
Un tripudio di whazzup, sms, mipiace, mail, posta, foto, ipad, ipod, iphone, tutta roba che vibra, suona, allerta, allarma. Muovo il testone giurassico intorno a me, cercando di capire come cacchio fanno a seguire la lezione, e tutto il resto allo stesso tempo, con solo due mani e un paio d'occhi.
Misteri dei trentenni.
Però una cosa ve la voglio dire: tornare a studiare è una figata.
Ventanni di meno, da quando ho ripreso. Ventanni di meno però li hai ancora tutti, è misterioso come possa accadere.
Insomma: altro che botox, china la testa sui libri, vedrai come van via le rughe ;)))

lunedì 24 giugno 2013

1...2...3...RUBA!!!

Oggi pomeriggio, ore 16:00, vado a prendere i bambini alla materna, come al solito:
- Ehm, senti, volevo dirti una cosa - mi fa cenno una delle maestre
- Dimmi che succede? Il Ciccionetto ha fatto cacca? Il Topolo ha fatto un bel disegno?
- No, ecco, veramente volevo drti che non faremo il centro estivo...
- Eh??? Non farete cosa???
- Non faremo il centro estivo!
- Non farete il centro estivo? Cioè chiudete fra 3 giorni? Cioè vi rivedo a settembre? Cioè tu di lunedì mi dici che le prossime 2 settimane sarete chiusi e non mi tenete i bambiniiiii????????
- No
- E come mai, di grazia?
- Eh. Non abbiamo raggiunto il quorum
- Perchè c'era un quorum.
- Sì, c'era un quorum e ci mancano 3 bambini
- Ma l'anno scorso  non c'era bisogno di un quorum
- L'anno scorso era l'anno scorso, sono successe delle cose, mi dispiace tanto, davvero.

Sono successe delle cose.
Come si fa quando succedono delle cose e tu non sai una mazza delle cose che sono successe perchè tu, che vieni dalla città, dopotutto sei ancora un'estranea e nessuno ti racconta mai una fava?!
Bisogna andare in piazza, penso, devo andarci ora e capire cosa caspita è successo in paese e cosa c'è sotto 'sta storia del centro estivo.
In piazza ci sono il bar, la farmacia, l'alimentari: praticamente è come fare l'accesso a un gossip network di 40 mq.
Mi siedo sulla panchina alla fermata della corriera e, mentre i bimbi giocano con dei sassetti, semplicemente stando ferma, vengo a sapere che:
- è cambiata la giunta un mese fa;
- la nuova giunta ha iniziato a spulciare i conti e le carte della vecchia giunta scoprendo un buco assurdo di debiti, conti in rosso e appalti truccati;
- la vecchia giunta e la nuova giunta non si parlano;
- a quelli della pro loco, composta di persona fidate della vecchia giunta, stanno sulle palle quelli della nuova giunta e quindi boicottano tutte le iniziative turistiche della nuova giunta estrappando i manifesti e non dando informazioni ai turisti.
E non è finita.
Pare che la parrocchia si sia imbertata dei soldi. Forse anche il don, si è imbertato dei soldi. Forse anche la parrocchia era d'accordo con la vecchia giunta. Forse si sono tutti imbertati dei gran soldi che appartenevano alla scuola e questo spiegherebbe le condizioni penose in cui versa la materna. Mi viene detto che il nuovo sindaco preferisce vederci chiaro in questo troiaio e, per garantire l'apertura della scuola a settembre, passerà l'estate a spulciare i conti degli ultimi 5 anni. Il centro estivo salta, perchè attualmente non ci sono soldi.
Insomma: la solita fogna politica che regna in Italia, però rimpicciolita alle dimensioni di uno sputo di paesino che conta 706 abitanti.
Uguale uguale uguale. Che razza di Paese disperato, che siamo.
Che tristezza, che gran tristezza.

giovedì 20 giugno 2013

Che fine ha fatto la cinquantamila?

Nel secolo scorso, quando ero ancora aitante e, per certi versi, appetibile, ero solita prestare la mia faccia e, a volte anche i miei capelli, a manifestazioni più o meno cultural-pubblicitarie.
Ricordo di aver fatto da modella a un corso per parrucchieri: mi han tagliato i capelli e mi han dato cinquantamile lire.
Un'altra volta ho pascolato in discoteca fino all'alba con le sigarette appese al collo, sempre per cinquantamila lire.
Ho fatto la standista, cinquantamila.
La cameriera in agriturismo, cinquantamila.
La cassiera in ludoteca, la buttadentro al karaoke, la baby sitter, la ripetitora d'inglese, la fotografa a un matrimonio, la commessa in un negozio di scarpe, la gelataia.
E ogni volta erano cinquantamila, in nero, sull'unghia, subito.
Ovvio che era tutta roba sotto-qualificata, che durava dalla sera alla mattina, raccattata grazie agli amici, in università, col passaparola, in alcuni casi con annuncio di giornale più o meno fittizio. Però andava bene, dai, quando sei studente la cinquantamila in una serata è più che giusto, non è che ci campi un mese, ma una mezza settimana (parlo dell'era glaciale, eh) si tira avanti.
Oggi mi è capitata sott'occhio una mail, in cui una ditta di marchetting, non marketing, reclutava giovani ragazze per nota azienda di alcolici.
La solita roba: serata in discoteca, scosciamento e stettonamento, sorrisi e ammicchi, e vualà, mi vendi il prodotto.
Compenso un cinquantino.
A parte il fatto che non capisco perchè le cinquantamila lire son diventate 100 euri dappertutto e qui sono magicamente rimaste 50 euri; a parte il fatto che mi ha inquietato l'esplicita indicazione a mettere un reggiseno o a fascia o con spalline trasparenti visto che una volta, forse per pudore, non si arrivava alla lingerie e sotto il vestito ti potevi pure mettere la mutanda grigia con scritto martedì anche se era domenica, ma la cosa più assurda era la forma di pagamento: 50 euro a 60 giorni.
60 giorni per cinquanta stiticissimi euro?!?!?! ma che cazzo dici??????
Ma vergognatevi, vergognatevi veramente tanto, dentro proprio, se non potete neanche dare 50 euri a 'ste criste seminude che vi vendono le bevande in discoteca.
Ma quanto siete poracci?
Poracci e zecche.
Poi dicono dei genovesi. 

lunedì 17 giugno 2013

New Kids on the Roc(co)

L'invito, arrivato mesi fa, era in un pomposo inglese: Save The date, diceva, annotati la data, chè quel giorno lì ci sarà un EVENTO.
Ora, da queste parti tra le sonnolente vallate dove viviamo noi campagnols non è che ci sia un'evento ogni giorno. Diciamo un paio all'anno, tre forse, nelle annate più cicce.
Questo prometteva di essere THE evento, l'inaugurazione del Rocco, una mega azienda vinicola, roba da restarci secchi.
Una settimana fa, è la sera: mi vesto accuratamente, inamido i nani, ammiro l'inge nella sua polo migliore e ci avviamo giulivi verso la vallata vicina. Mi rassicura sapere 3 cose:
1) l'evento inizia presto: chi ha due nani parossistici che alle ore 18:30 spaccate inziano a smaniare per la cena sa di cosa parlo;
2) ci saranno anche gli amici Bricchi il cui figlio è il migliore amico del Topolo e ciò garantisce un discreto tasso di buonumore nella prole;
3) ci sarà del cibo. Pronto. Buono. Tanto. Gratis.
Lasciamo la macchina e ci avviamo a piedi per il chilometro che ci separa dal Rocco.
I campi e le vigne sono spazzati dal vento, le spighe ancora verdi si piegano sotto le folate, l'odore di letame è penetrante. Il vicino, giustamente, in vista dell'evento ha concimato tutta la valle. Schersuma nen.
Si sente perfino della musica, so che c'è un gruppo che suona, o forse erano tre, chissà, non ricordo bene. Ripenso a quando è stata l'ultima volta che sono andata a una festa. Una festa vera, di gente sopra il metro, possibilmente non vestita da spiderman o uomo tigre che lancia coriandoli tra i polpacci con il cioccolato attorno alla bocca. Sorrido al ricordo di psichedeliche serate universitarie ai Murazzi, a pogare con i 99posse e poi ai party tra colleghi, anni dopo, e gli aperitivi, e poi...
E poi ritorno in me perchè i bambini saltano tra i filari, inciampano, cadono, poi litigano per chi viene in braccio, prendono un cazziatone e poi ri-saltano nella vigna, uno cade sul letame, ri-prende scamazzatone globale, ri-piange e ri-litiga col fratello. Arriviamo che sono luridi di terra e rossi in viso. Cominciamo bene.
Cerco di rilassarmi. Mi guardo attorno,c'è un sacco di gente, 450 persone dicono. Bei vestiti, belle facce, musica live, bicchieri che tintinnano, risate. Un bel festone campagnol-chic in grande stile,
La cascina e il giardino sono strepitosi, curati, pettinati, ogni fiore al posto giusto, ogni filo d'erba sincronizzato con il vicino, perfino i fichi pendono già dai rami, con mesi d'anticipo.
Ma i nani hanno fame, non c'è tempo per ambientarsi, presentarsi, socializzare, bere un goccio di vino, trovare gli amici.
FA-ME mamma, tanta fame, cosa si mangia mamma, dove andiamo mamma, mangiamo qui mamma, cosa c'è da mangiare, c'è da mangiare mamma? Sì? mamma? MAMMA?!?
Ok. Cerchiamo il buffet.
Mi faccio largo tra la gente, discretamente ma con decisione, permesso signora, scusi, sorry, aò e me fai passà, scusi neh, pardon... ecco il tavolo del cibo, nano resisti, ecco, ci siamo.
Do un'occhiata al buffet, cercando cose commestibili per i bambini e mi si ghiaccia il sangue nelle vene: pane nero alle noci  con miele e formaggio di capra ("che schifo mamma, non mi piace!"), quadratini di polenta e formaggio ("mamma, ho fameeeeee), salame cotto ("mamma gomitoooooo"), polpettone di fagiolini e patate ("ma è verde mamma, non lo mangio io il verde!")
Mi spuntano le lacrime agli occhi. E ora?!? Cosa gli do a 'sti bambini?
Poi vedo della focaccia, le ultime due striscette in fondo a un cesto. Sgomito un signore di Bergamo e glieli sfilo da sotto il naso. Tiè!
- Tò amore, mangia questa,
- Ancora mamma, per favore!
- Non ce n'è più tesoro, ora mi metto qui e aspetto che esca qualcosa dalla cucina, perchè non vai a giocare con il tuo amichetto e tuo fratello nel frattempo?
E così, alle ore 18:45 la nostra festa finisce. Tempo di godimento dell'evento: 7 minuti netti.
Passiamo le successive due ore a:
- aspettare cibo dalla cucina in piedi in coda e raccogliendo nell'ordine: un cartoccio di frittolini, vari pezzi di polpettone biodinamico, 4 fette di salame, due strisce di focaccia;
- fare attenzione a che i bambini non si spingano in piscina e si stampino sulle fichissime piastrelle verdi disegnate da uno stilista giapponese in persona per i ragazzi del Rocco;
- cercare il Ciccionetto che ha la malsana abitudine di infrattarsi nei luoghi più umidi e oscuri della tenuta e ritrovandolo, in sequenza, sotto il tavolo delle tisane, dietro un divanetto in marmo rosa scolpito a mano a forma di lacrima, rotolato in fondo a un prato mentre raccoglieva margherite per me (amore!);
- consolare a turno il Topolo e il suo amichetto che fanno la lotta tra le gardenie e si menano come fabbri.
Riesco a ingoiare qualcosina e perfino a bere un bicchiere di vino.
Mi sembra di ricordare anche due chiacchiere con l'amica Bricca.
Socializzazione: zero
Visita della tenuta e della vigna accompagnata da musica tradionale: zero
Assaggio di tutte le bontà biologiche-tradizionali-agrituristiche della zona: insufficiente.
Alle 20:30 optiamo per una dignitosa ritirata: saliamo sulla navetta insieme ai Bricchi, sfatti dalla stanchezza. Il cd trasmette Living la vida loca, ma va a caghèr Ricky.
Ora 21:10 i bambini dormono.
Ore 22:00 ci imbustiamo pure noi.
Ore 01:12 un urlo del Topolo ci tira giù dal letto: MAMMMAAAAAA HO MALE ALLE ORECCHIEEEEEE tanto male mamma, tanto male, uaaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!
ore 2:00 ospedale, farmacia, antibiotico, febbre, letto, urla, pianto, male, antidolorifico, sonno, fame, stanchezza, disperazione, paura....
Ore 5:00 il Topolo crolla, sfinito, ci addormentiamo.
Ore 6:20, il Ciccionetto si sveglia garrulo, fresco e riposato dopo una notte di sonno.
Inizia un'altra fantastica giornata a casa Campagnols.

venerdì 14 giugno 2013

Di schifo e raccapriccio

Dopo 6 anni e 7 mesi che viviamo in campagna posso affermare con certezza che ad oggi gli insetti mi fanno ancora schifo.
Il massimo che ho ottenuto da me stessa con notevoli sforzi di autocontrollo delle espressioni facciali degne dell'accademia drammatica per attori è un'espressione di dignitoso disgusto mentre, munita di paletta e foglietto cerco di evacuare senza danno l'orripilo insetto fuori casa. Dentro di me, in questi casi, un urlo di Munch mi strapazza le viscere mentre vorrei invece impugnare un estintore e schiumare le schifide bestiole.
Che volete, la mia religione non mi consente l'insetticidio, pazienza sarà per la prossima vita.
Ma parliamone, vi prego, di queste creature zampettiformi orribili e impunite che attentano alle mie coronarie ogni giorno che il signore manda in terra e. d'estate, anche più volte al dì.
Ecco la Top Ten delle bestie più ripugnanti che popolano casa nostra e dintorni:

- 10. colonna formiche: ok, non sono così tremende, lo ammetto, infatti stanno in fondo, al decimo posto. Tuttavia, se mi permettete, una autostrada a 4 corsie di formiche, lunga 3 metri che entra in cucina, attraversa tutto il pavimento, risale sulla porta e si infila in una piastrella del muro è abbastanza inquietante: dove minchia vanno 1000 formiche che entrano in una piastrella?!?
- 9. lumacone lepegoso*: il lumacone in questione esce d'estate, solo dopo la pioggia. E sticazzi, direte voi, basta che tu non esca in giardino dopo che è piovuto. Infatti me ne starei anche dentro se non avessi in casa un piccolo feticista delle limacce che mi costringe a uscire, prendere le lumache, metterle in un secchio e guardarle per ore mentre si ammollicano tra loro sbavando e spurgando il loro liquido luminescente: bleah O_O!
- 8. cimice verde puzzolentina: ahimè, il Ciccionetto adora le cimici, le ama proprio: le prende tra le dita grassocce, e al grido di Scimiscinaaaaaaa!!!! (cimicina) le spiaccica alla morte, costringendo i disgustati astanti a spalancare le finestre anche in pieno inverno;
- 7. vermi ciccioni: qualcuno li trova perfin carucci, a me orripilano. E no, vi dico già che anche se sono carbonizzati dentro le caldarroste non li mangio (ugh);
- 6. lombrichi della pioggia: vedi lumacone lepegoso, e vedi pure il Topolo che li solleva con un bastoncino e li spezzetta in 4 monconi per vederli poi saltellarsene via in direzioni diverse**
- 5 ragno grasso à la Shelob: ecco, il ragno grasso e peloso con zampe irsute ti guarda fisso dalla ragnatela mi fa ancora perdere il controllo e sgorgare in un urlo lancinante. Quando poi, la Shelob in questione sbuca dal pacco di riso che ho in mano e mi risale per un braccio bè. Penso che Wendy nella doccia con Jack che entra ad accettate in confronto era più composta di me.
- 4. bruco peloso: questo mi fa anche paura. Forse punge. Forse se ti guarda ti paralizza. Forse se ti sfiora con una zampetta ti svegli dopo 3 giorni e sullo specchio c'è scritto benvenuto nell'AIDS (cit.)
- 3. calabrone: gonfi, neri, pesanti, pericolosi. Questi ho dovuto minacciare i bambini di punizioni epocali se li toccano. Purtroppo vivono nel sottotetto della mansarda e la sera, spesso, ce li ritroviamo avedere la tele con noi. Non vi dico la paura. E che palle anche, vogliono vedere solo il National Geographic;
- 2. scorpione: qui secondo me siamo al livello ancestral-cultural-tradizional-superstitious visto che non ho mai incontrato animale più statico dello scoprione. Una volta forse uno si è mosso. Ma anche no, era solo un'illusione ottica.
E ora, siore e siori, la numero uno:
- 1. lucertola: sì, la lucertola, quell'innocuo sauro, timido e pacioso, che scodinzola via appena la guardi. Esatto. La lucertola. Ne avete mai preso una? Io, modestamente sì. Ogni giorno. Ogni giorno, quando stendo il bucato e tuffo spensierata la mano nel cesto delle mollette e pesco la dannata bestia per la coda. Che cacchio ci fa tra le mollette?!? Non si sa. Però sappiatelo: una molletta, una lucertola, una molletta, una lucertola...
MUAHAHAHAAA!!!

*lepegoso: viscido
** vorrei rassicurare gli amici degli animali: non siamo usi incentivare pratiche lombrichicide nei figlioli, quando vedo il Topolo vivisezionare le bestie  lo scamazzo a dovere.

mercoledì 12 giugno 2013

Faccetta verde e cerchio di fuoco

- Mamma, guarda, neanche una faccia rossa!
- Ehi, topo, solo facce gialle e verdi...
- Sì! Neanche una rossa! Sono stato bravo, mi dai una caramella?
- No titti, adesso caramella no, però magari dopo cena... vedremo!

E' da circa tre mesi che alla materna dei nani si sono inventate questa storia delle faccette.
Ogni venerdì i bambini (solo i grandi, i piccoli per ora sono esenti) tornano con il report del comportamento settimanale espresso in faccette: verde, gialla e rossa.

Le maestre la raccontano così:

Cari genitori,
per aiutare i ns bambini a comportarsi in maniera adeguata abbiamo pensato di introdurre un sistema di valutazione del comportamento che anche loro possano comprendere.
Per ogni giorno metteremo un colore accanto al nome del vs bambino per evidenziare specifici comportamenti:
- verde: obbediente, mette a posto i giochi, si comporta in modo educato e gentile con noi e gli altri bimbi;
- giallo: distratto, non finisce i lavoretti assegnati, disturba, non gioca correttamente;
- rosso: aggressivo, usa parolacce, morde o picchia, urla, non è in grado di rapportarsi agli altri.
Ogni faccetta verde verrà premiata, le gialle non lo saranno, le rosse saranno punite.
Vi preghiamo di aiutarci nel ns compito e, anche a casa, ove possibile, adottare lo stesso metodo.

Uhm.
Siamo a premio - punizione. Ancora, di nuovo, sempre premio punizione.
Sono d'accordo sul fatto che le ore di scuola non debbano trasformarsi in una giungla anarchica dove imperano le urla e le risse, ma non concordo con questo metodo. A mio parere ( e non solo mio, del resto*) i bambini in questo modo non apprendono nè cosa è giusto / sbagliato nè uno spirito di collaborazione o partecipazione.
Ritengo che premiare con dolci e caramelle il comportamento giusto insegni solo ad apprendere una corretta sequenza di azioni volte a ottenere la caramella.
Questo si chiama ammaestrare e forse a fine anno mi salteranno anche nel cerchio di fuoco e giocoleranno con le palline colorate.
Comunque.
L'altro ieri vado a prenderli all'asilo e Puffetta, una della maestre, mi accoglie a 32 denti, megafonandomi nelle orecchie a 3000 watt che il TOPO E' STATO BRAVISSIMO, HA MESSO A POSTO TUTTI I GIOCHI DEL CORTILE, COSI' BRAVO MA COSI' BRAVO CHE DI CARAMELLE GLIENE DO 2!!!
Abbozzo un sorrisetto e mi porto via il nano, prendendolo per mano.
In macchina mi faccio spiegare:
- Allora topino, 2 caramelle, eh! che bravo...
- Sì mamma, guarda, 2 tutte per me!
- Senti, ma tu hai messo a posto perchè era tutto in disordine?
- Noooooo.... mamma ho messo a posto così la maestra mi da le caramelle!

Appunto.

(* un bellissimo libro su questo argomento è questo: Amarli senza se e senza ma)

lunedì 10 giugno 2013

Nel mondo di caccapuzza

Prima passi anni a guardarli e cercare di interpretare la loro espressione, il tipo di pianto, i gorgheggi e i versetti e, ammettiamolo, non ci acchiappi una mazza.
Poi iniziano le prime parole, sillabate a stento, mmmm-aaaaa-mmmaaa, pppaaa--pppaa e ti intenerisci al solo immaginare che quell'esserino lì, ancora con i boccoli e le gambette cicciotte un giorno, neanche troppo lontano, parlerà.
E pensi mamma mia, il nano parlerà, capisci, PARLERA', chissà cosa mi dirà, chissà cosa penserà, chissà che idea si è fatto del mondo... và, che roba, e non stai più nella pelle.
E poi, un giorno, finalmente parla.
E usa frasi intere, e parole, e usa le mani e gli occhi, e comunica, capite, comunica quello che è e a te, diciamolo, si scioglie il cuore dalla tenerezza.
Al primo congiuntivo l'ho abbracciato, commossa.
E poi finalmente arriva la padronanza di linguaggio, quella vera, quella dei 4 anni.
Arriva il mondo del caccapuzza:
- Mamma, lo sai che i miei piedi sono puzzolentini?
- Vieni qui, dammi la cacchinapuzzolina!
- Mamma, tu sei una caccapuzzolente e io sono il maialino puzzolino!

- Vedi topo, questo è il libro del corpo, la bocca, lo stomaco, la pancia...
- E LA CACCAAAAAA!!!

- Topo, cosa mangi stasera, pasta o riso?
- Mangio solo cacca puzzona!

E via di questo passo, tutto il santo giorno.

Ma la cosa più bella è l'insulto, la minaccia peggiore, l'anatrema su di voi che non manca di scagliarmi almeno una volta al giorno, quando proprio è fuori dai gangheri:
- Mamma, adesso basta, TI FACCIO LA CACCA ADDOSSO!

Eh beh.
E poi uno dice che i figli so' piezz'e core.
Core?!?