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martedì 30 luglio 2013

In piscina con Santa Teresa

E poi, alla fine, viene il tempo in cui un gruppuscolo di neuroni riesce ad affrancarsi dalla prole e ad avere vita propria, tipo pensare.
Oggi pomeriggio a TreeObvious, nella cascante piscina comunale, ho avuto comodamente il tempo di guardarmi attorno e pazienza se era meglio che i neuroni fossero rimasti appiccicati ai nani, io le mamme che ho visto ve le racconto lo stesso:

C'era la mamma Santa Teresa, estatica, al posto di una mano le era cresciuto uno smartphone col quale scattava alla velocità di 650 foto al minuto, lanciando gridolini di gioia ad ogni sbuffo emanato dalla creatura e quasi svenendo orgasmica ad un suo maldestro tentativo di nuotata. Ha tipicamente figli sotto i 12 mesi,  cammina nel tunnel ancora con la luce proveniente dall'esterno, ignora che sta per sfracellarsi contro il muro del tedio, della stanchezza e, soprattutto, dei terrible two. Porella.

Accanto a lei sedeva mamma Morten Harket:
- Mamma, guarda che tuffo! - A-AH, rispondeva lei.
- Mamma, guarda, vado sott'acqua! - A-AH, ribatteva lei.
- Mamma, annego!
- A-AH
- Mamma, mi sento male!
- A-AH
- Mamma, guarda un triplo salto carpiato con avvitamento a spirale rovesciata!
- A-AH
Inamovibile, insormontabile, inarrivabile, alla mamma  A-AH niente ci fa, niente ci intteressa, niente ci muove. Probabilmente è vuota dentro, pronta per la tassidermia.

La mamma E.R. invece parcheggerebbe volentieri l'ambulanza a bordo piscina, pronta ad ogni evenienza perchè non si sa mai. E' un flusso ininterrotto di ti senti bene, ti sei fatto male, hai fame, hai sete, haifreddocaldolabbraviolamangiatodapocotimuovitroppoetroppopoco.
Teme il sole, il caldo e il cloro. Ha orrore dei tuffi, raccapriccio dei germi, disgusto della pipì nell'acqua bassa e, naturalmente, paura di tutto. Se potesse tumulerebbe i suoi figli in un sarcofago sterile e li ostenterebbe soltanto a Pasqua e Natale.Tristezza.

C'è poi mamma SKY, orientata verso il sole, incartapecorita e rinsecchita come una prugna, sigaretta in bocca e cellulare all'orecchio. Raglia ordini secchi e perentori, bellamente ignorati dai figli teppisti, terrore della piscina bassa e di tutte le altre mamme. Mamma SKY non si alza, non mangia, non beve. Anche se i figli sono alla piscina grande, lontana centinaia di metri, non smette di ripetere non correre, attento, non tuffarti, ti fai male, se vengo lì le prendi, guarda che non sto ridendo, aspetta che viene tuo padre. TSO subito.

Infine, la mia preferita, mamma Bill Murray. Probabilmente prima di sette fratelli, non si scompone di niente. Ha uno stuolo di nani appresso, che gestisce con la flemma di un pittore indeciso tra il giallo ocra e il terra di siena. Recupera il figlio che giace a tre metri di profondità dandogli due colpetti sulla spalla, separa due bimbette che si stanno morsicando per il possesso di Barbie BayWatch prendendole sotto le braccia e adagiandole sull'asciugamano. Sorride, annuisce, è empatica e assertiva. E quando viene l'ora della merenda elargisce cibo a destra e manca circondata da nanetti allegri e sereni. Invidiabile.

Io naturalmente vorrei tanto essere una Bill Murray. Purtroppo credo di piazzarmi tra E.R. e Santa Teresa. Ci stiamo lavorando.

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