Pagine

mercoledì 11 maggio 2011

I love shopping (ma anche no)

Lunedì mattina, in preda ad un incoercibile impulso masochista, ho deciso di teletrasportarmi all'outlet più vicino e obbligarmi a fare un po' di shopping.
Premesso che: odio fare shopping e mi obbligo solo quando scendo al di sotto delle 3 paia di pantaloni e delle 4 magliette, che l'outlet mi si addice come la zia novantenne il giorno di natale, che attualmente ho una forma fisica più simile ad un trapezio scaleno che ad un corpo umano e che, Nanosecondo, detto anche "beato Angelico", non accetta volentieri le braccia paterne, potete immaginare lo spirito di giubilo che mi pervadeva.
La mattinata mi ha visto entrare nei pochi negozi che tollero (per gusti e prezzo) alla velocità della luce, sfrecciare tra gli scaffali con la flemma di mastro lindo, provare una montagna di roba che non mi piaceva ma che, ahimè, mi serviva, raccapricciarmi della pancia ancora cicciotta e delle tette da muccona, uscire con una maglietta che probabilmente non metterò mai.
In tutto questo il maritozzo si immolava fuori con il nano urlante.
Uscivo dal negozio, somministravo una tetta frettolosa, ri-entravo nel negozio successivo (per la cronaca: l'outlet ha 180 negozi, a me ne piacciono 5), sceglievo una maglietta e uscivo.
In tutto questo ero strapazzata dai sensi di colpa: ma come, fai shopping mentre tuo figlio urla?! ma come, fai shopping mentre tuo marito si sacrifica con la creatura in braccio e si becca gli insulti di tutti quelli che passano?! Ma come, sacrifichi marito e figlio per comprare cose che non ti piacciono?!
Insomma, la solita giornata  con il cervello da donna.
Alla fine, stremata dalle urla di Leonardo e dallo sguardo vitreo del marito ho indossato la fascia: il nano, finalmente rassicurato, è crollato addormentato all'istante e Luca si è finalmente rilassato.
Però... come si fa a comprare dei vestiti con un fagotto di 7 kili abbarbicato sulla pancia?
Semplice, si entra nei negozi e si comprano dei vestiti a caso, confidando nella buona sorte.
E così ho fatto: ho scelto felpe e maglie a occhio sotto lo sguardo disgustato dei commessi che, ovvove, squadravano questa mamma freak pescare a caso tra gli scaffali della loro boutique con un bambino in fascia e un marito sgarruppato a fianco.
Per la prossima volta offro dei soldi a chi va al posto mio: tanto, per comprare a caso, va bene chiunque.



2 commenti:

  1. Oppure ti porto un pò di cose del mio guardaroba che non metto più e me ne prendo di tue dal tuo: BAratto!!! Divertente, puoi farlo coi figli, non spendi niente e anche se poi le cose non le metti trovi sempre qualcuno a cui smazzarle!!!!!! Forza MAdda!!!! Un bacione, Cla

    RispondiElimina
  2. Anche io odio fare shopping!! A meno he non si tratti di comprare cose poco utili, come borse o collane/bracciali... Massima solidarietà a te, ho vissuto le stesse dinamiche emotive con la bimba appena nata! E pensare che tra un po' (molto poco...) mi ritroverò a riviverle, anche perchè mi tocca comprare due vestiti per matrimoni, che avverranno ad appena un mese e mezzo dal parto... Beh, non sai come sto bene!! :s

    RispondiElimina

Ha detto la sua