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giovedì 1 settembre 2011

Antefatto

Giovedì 25 agosto, a meno di 36 ore dalla partenza per le agognate vacanze al mare, la serata è tranquilla a casa dei campagnoli.
Tutto procede secondo la rigida tabella di marcia che vede alle ore 18:30 in punto l'inizio delle abluzioni serali di tutta la famiglia: Topolo inserito in vasca per primo, con il leone, la tigre e il cavallo di plastica, pronto per la fattoria acquatica. Ciccionetto e maritozzo sotto la doccia, un panetto di burro bagnato e garrulo viene insaponato a sciacquato tra gridolini di gioia.
 Per ultima, la mammozza, che sciaguatta sotto la doccia nitrendo e ruggendo per la gioia del Topolo vaschizzato.
Ore 19:00: Ciccionetto e maritozzo, vestiti e profumati, scendono in cucina, per la cena. La mammozza impiega i soliti 10 minuti per estrarre il Topolo dalla vasca, poi inizia a vestirlo.
Ore 19:15: la mammozza, nuda, cerca invano di vestirsi, ma un Topolo galvanizzato da 30 minuti di bagnetto impedisce ogni movimento:
- "Mamma, 'sione?" (mamma, posso vedere la televisione?)
- "Amore, fammi vestire e scendiamo insieme per 5 minuti di tele prima della pappa"
- "Mamma, 'sione?"
- "Amore, fammi vestire e scendo"
- "Mamma, 'sione?"
" Gabriele: ora mi vesto e scendo, lasciami le gambe"
-  "Mamma, 'sione? Eh? sione? sione? sioneeeeee? Mamma... SIONEEEE?"
- "Ok, senti, facciamo così: scendi da solo, io mi vesto e arrivo"
Ore 19:18: il Topolo afferra la sua capretta di Linus e inizia a scendere la rampa di scale.
TUM TUM TUM TUM ---- UAAAHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Oh santa pupazza!!!! E' caduto dalle scaleeeee!!!!
Mi affaccio e lo vedo: appiattito sul pianerottolo dopo l'ultimo gradino, urlante, le gambe ripiegate sotto di sè, un braccio malamente piegato sotto la testa. Corro a sollevarlo, lo appoggio sul divano, corre anche Luca, lo guardiamo, lo tocchiamo, lui non smette di urlare, un pianto straziante e lacerante, non riesce a smettere.
Alla fine lo vedo: il naso sanguina, la fronte è gonfia, la mano destra non si muove, il braccio non si muove, sta gonfiando ed è caldissimo: prendo il ghiaccio, glielo metto sul braccio, lui continua a urlare come un animale ferito, un urlo che perfora le orecchie.
Ok, mi dice Luca, vado in ospedale, tu resta a casa, è inutile portare anche il Ciccionetto.
Gli do dei succhi di frutta, dei biscotti, la tessera sanitaria, mettiamo il seggiolino davanti, almeno lo può tenere sotto controllo, prende il nano piangente e corre via.
Io resto da sola con Leo, sono ormai le 8, la sera si avvicina.
Leonardo, stremato da tanta paura, le urla del fratello, il nostro panico, ha una faccia stravolta, gli si chiudono gli occhi.
Alle 8:10 dorme.
Io mi accascio sul divano e inizio a piangere: è colpa mia, è solo colpa mia, l'ho fatto scendere da sola, l'ho lasciato andare, gli ho detto io di scendere, sono una madre degenere! Un mostro!
(sì, ma le scale le fa mille volte al giorno)
Non importa, è solo colpa mia
(sì, ma quando è stanco o ha sonno lo prendi sempre in braccio, stasera era bello sveglio)
E' solo colpa mia
(sì, ma gli hai insegnato a reggersi forte alla ringhiera, lo sai che lo fa sempre)
E' solo colpa mia
(è caduto mille volte, lo sai, è al limite dell'ipercinetico, è vivace, è distratto, fa cento cose insieme)
E' solo colpa mia.
Aspetto. Aspetto. Aspetto.
Mi immagino mille scenari, uno più catastrofico dell'altro: trauma cranico, braccia rotte, commozione cerebrale, gambe, dita, piedi, rotti.
Alla fine mi chiama Luca: piccola frattura composta al braccio destro, lo devono ingessare. ha anche un bozzo in testa, consigliano una notte in osservazione. Luca mi dice che il nano sta bene, è lucido, è tranquillo, decidiamo di firmare e portarlo a casa.
Dopo 2 ore tornano, vedere il piccolo braccio ingessato mi strazia il cuore. Lui è stravolto, viene messo a nanna, tra mille precauzioni, si lamenta nel sonno, ha la fronte blu e un gradino stampato sul naso.
Non è niente, mi dice Luca, guarda la lastra, è qui, vedi? Picccola piccola, una piccola frattura vicino al polso. Ne avrà per 25 giorni. 25 giorni?!? Fino al 18 settembre.
Mi metto di nuovo a piangere.
E ora????
Va da sè che il braccio non può essere bagnato, nè riempirsi di sabbia.
E ora???? Che facciamo????
Ci sediamo in cucina, un bicchiere tra le mani, ci manca poco che pianga anche Luca.
E ora????
(CONTINUA)


3 commenti:

  1. Coraggio! patesgnaffo quando aveva quattro anni, sotto i miei occhi, si è schiantato da uno scivolo. frattura scomposta del gomito, trasferimento in un ospedale più attrezzato in ambulanza e intervento. Io stavo dando la merenda a una Patasgnaffa bebè....già ero annientata dai sensi di colpa e il piccolo ha rincarato chiedendomi perché non lo avessi preso.....ma poi ho metabolizzato....non possiamo esserci sempre, possiamo raccoglierli quando cadono, e sperare che la prossima volta stiano più attenti!

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  2. Auguri!!

    Avevo scritto un commento più articolato, ma tra il mio pc e Blogspot non c'è un gran feeling, quindi.... è sparito!! Il bello è che credevo, illusa, di averlo salvato!!

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  3. @ Patamà: immagino sarai morta di paura ( e sensi di colpa)! Accidenti. Hai ragione, non possiamo fare altro che essere presenti e sperare in bene ma, sai com'è, si pensa sempre di essere onnipotenti, come genitori. Che roba, un bacione

    @Silvietta: e ora...vedrai! Un abbraccio

    @ Cautelosa: mi sa che tu e il PC non avete un gran rapporto, eh ;))) Grazie per gli auguri, ne abbiamo bisogno! Un bacione

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