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mercoledì 28 dicembre 2011

Piccoli maschi crescono

Più conosco il mio primogenito e più, a dire la verità, non so se vorrei essere sua amica in un'ipotetica vita in cui non sono sua madre.
E' un tipo, come dire, un po' voltagabbana, tanto per usare un eufemismo.
Per esempio il modo in cui ha trattato il povero albero di natale è degno di nota.
Abbiamo addobbato il nuovissimo albero in plastica con tutti i crismi e gli ameniccoli del caso. Ha voluto personalmente appendere tutte le 150 palline con le sue manine; ha infilato il puntale qualcosa come 15 volte prima di essere soddisfatto.
Poi ha messo le luci. Ha variato la frequenza e il tipo di illuminazione dei led una ventina di volte. Ogni giorno accendeva le luci e guardava il "suo" albero con occhi luccicanti mormorando tra sè "ttale, ttale, bello ttale" (ah, Natale! Che bello il Natale).
Ogni sera spegneva le luci dell'albero prima di andare a dormire e accarezzava la pallina rossa, quella più grande, augurandogli la buona notte. Quando il Ciccionetto leccava le palline fino a scolorirle (ehm!) oppure ciucciava i led delle luci senza ritegno lo redarguiva aspramente e rimetteva al loro posto gli addobbi, con una carezza.
Eppure.
Dopo 19 giorni di albero io e l'inge, stremati dall'ingombrante presenza (e preoccupati per la lingua pericolosamente sbarluccicante del Ciccionetto) abbiamo deciso di disfarlo.
Abbiamo vigliaccamente approfittato di un sonnellino del Topolo per smontare l'accrocchio e riportare il salotto alla disposizione originaria.
Il tutto di fretta e con il terrore timore che al suo risveglio il nostro principino avrebbe scatenato l'inferno e preteso la ricostruzione dell'addobbato arbusto.
Mbè. 
Non ci crederete ma sono 3 giorni che l'albero non c'è più e non se n'è neanche accorto. Non una parola, un cenno, un segno di riconoscimento, una lacrima, una protesta.
Niente.
I casi sono due: o ho in casa un attore nato oppure è assolutamente, totalmente, inguaribilmente infedele.
Voi che ne pensate?

mercoledì 14 dicembre 2011

Di pesci e Acquario

Tutto è cominciato l'estate scorsa con il traghetto che ci ha portato nella piccola isola di vacanza: il Topolo è impazzito. La vista del traghetto che "apriva" la bocca- prua per fare entrare le macchine nella sua "pancia" e poi chiudeva la bocca e se ne andava per mare era uno spettacolo emozionante. Il Topolo era letteralmente sopraffatto dall'entusiasmo, tutto il molo riecheggiava delle sue urla di felicità:
- "Mamma!!! Bocca! Mave! Ma'khne! VRRRR!!! Mave! Accia!!! Io va? Eh? Io va mave?!" (mamma, la nave ha la bocca! guarda, entrano le macchine! e poi va! E io? Io ci vado nella nave?!).
Tutta la vacanza al mare è stata una lunga attesa nanesca per il giorno del rientro, in cui avremmo preso un altro traghetto.
Poi, una volta rientrati, è stata la volta dei pesci: il banco pescheria della Coop da allora viene "scalato" regolarmente con l'unico obiettivo di toccare il ghiaccio e i pesci che vi sono dentro.
L'ho anche beccato, una volta che mi ero allontanata per prendere delle mozzarelle, sdraiato sotto il banco dei pesci, a pancia in giù sulla grata di scolo, che tentava un'intrusione da sotto :(
Poi è stata la volta della scuola materna che, chissà perchè, tiene un grosso acquario nello stanzone dove giocano i bimbi. Decisamente un'ottima idea! Il Topolo, allettato dai pesci si fiondava letteralmente a scuola tutte le mattine.
Poi è stata la volta di Nemo: visto che ama tanto pesci e barche, perchè non fargli conoscere il tenero pesce pagliaccio che finisce nell'acquario? Nemo è stato un successo, l'abbiamo visto tutti i giorni, una volta al giorno, per 37 giorni consecutivi. Se ci fosse ancora Mike Bongiorno mi candiderei con l'argomento "Alla ricerca di Nemo", non ce ne sarebbe per nessuno.
Visto tutto ciò abbiamo avuto la brillante idea di portarlo all'Acquario di Genova:
- "Ti immagini che roba!? Appena vede tutti quei pesci gli prende un colpo!"
- "Sì, sì, dai impazzisce sicuro, pensa come gli piace!!!"
E così una mattina assolata di qualche giorno fa, 17° al porto di Genova, incontriamo nonna Charles e zio Pane che si prendono il nano e lo portano dentro l'Acquario.
Io e l'inge restiamo fuori al sole con il Ciccionetto e Nonno Sapiens:
- "Non allontaniamoci troppo, che in mezz'ora sarà fuori..."
- "Dite? Ma forse, se gli piace tanto, resta un po' di più..."
- "Macchè! Lo conosci, no? Gli piacerà ma si stufa anche in fretta, è un bambino..."
- "Mah... io andrei a farmi un bel giro, vedrete che non uscirà tanto presto..."
Dopo mezz'ora tutto tace, nessuna notizia del trio.
Passa un'ora.
Poi un'ora e mezza.
Poi due ore.
Io sono esterrefatta: cavolo, due ore dentro l'Acquario, chissà come gli sta piacendo, vorrei essere lì con lui a vedere cosa fa...
Alle due ore e 20 chiamiamo nonna Charles:
- "Bè? che fate? Uscite o no?! Abbiamo fame?"
- "Eh... non è facile tirarlo fuori da qui... si sta divertendo un mondo!!!"
Dopo 2 ore e 30 finalmente li vediamo spuntare.
Il Topolo è tutto rosso e ha un coccodrillo giallo- verde in mano, che brandisce a mò di spadone.
- "Allora nano, piaciuto l'Acquario?"
- "Shì!"
- "E cosa hai fatto dentro? Cosa hai visto?!" chiedo trepidante, aspettandomi un fiume di parole entusiaste;
- "MMMMhh... 'ccale.... Papà!.... 'ccale... giù!"
(mah, vediamo un po'... ah sì! c'erano delle scale, poi quando sono salito ho cercato papà, ma non c'era... poi c'erano di nuovo delle scale e poi finalmente siamo usciti)
- "Ehm... ma non hai visto i pesci,  che so i delfini, gli squali, le tartarughe?!"
- " Io ddillo! Ecco ddillo!"
(hai visto il mio coccodrillo? E' bello, eh?)
L'ho sempre detto io, non c'è niente di meglio di una bella sintesi maschile per smontare una donna.

sabato 18 giugno 2011

Basta che funzioni

Qualunque amore riusciate a dare e ad avere, 
qualunque felicità riusciate a rubacchiare o a procurare, 
qualunque temporanea elargizione di grazia, basta che funzioni... 

Basta che funzioni (Whatever works) di W. Allen

Il termine tecnico è "brancoling in the dark", ossia procediamo a tentoni, bendati, sbatacchiando a destra e manca  e facendo un passo avanti e due indietro. Però, ultimamente, ogni tanto ne azzecchiamo una.
Parlo del Topolo, naturalmente, di un Topolo che cresce e, ohimè, consolida sempre più un caratteraccio energico e vivace che, ci sono giorni, mi chiedo veramente che cosa ho fatto di male nelle vite passate per meritarmelo.
Ordunque.
Lasciamo perdere il perchè è così, non è rilevante (anche perchè abbiamo sviluppato talmente tanti di quei perchè che a volte mi sento davvero come la madre di tutti i guai).
Cerchiamo invece di capire cosa possiamo fare e come.
Scartate le maniere forti per incompatibilità caratteriale mia e del maritozzo e, soprattutto, perchè sembrano aumentare l'accanimento energetico della creatura.
Scartate le maniere buone, perchè ci vorrebbero anni di pazienza per smuoverlo anche solo di un millimetro dalla sua cocciutaggine.
Stiamo infine pervenendo ad una sorta di amorevole indifferenza che però sembra produrre buoni risultati.
Qualche esempio:
- Nano, è l'ora del bagnetto, vieni?
Segue una sfilza di NOOOO No NONNNNNOOOOO, nonono, fughe, pianti strepiti e irrigidimenti davvero mariomerolani.
Ok.
La nuova risposta è: ok, come vuoi tu, io sono sotto la doccia e il tuo bagno è pronto, se vuoi venire vieni, altrimenti lo farai domani. E gli scocco un bel bacione.
Punto.
Niente moine, salamelecchi, salti mortali, minacce, urla, finti trucchi alla "mammina cara", niente.
E piano piano, un centimetro alla volta, si avvicina al bagno, poi all'acqua, poi alla vasca e poi splash! un bel tuffo, come se niente fosse.
Altro esempio:
- Dobbiamo uscire, vieni a vestirti?
Idem come sopra: NOOOO No NONNNNNOOOOO, nononono, fughe, pianti strepiti e irrigidimenti, ecc...
Nuova risposta: ok, come vuoi tu, noi siamo pronti e fra poco prendiamo la macchina e usciamo. Qui ci sono i vestiti, se vuoi venire con noi, portameli. E lo abbraccio forte.
E di nuovo, un centimetro alla volta, si avvicina e mi porge le scarpe. A quel punto lo vesto, come se niente fosse.
E ancora:
- Se vuoi mangiare è tutto pronto, noi siamo in cucina (bacio)
- Se vuoi bere c'è l'acqua, ma il succo no, ne hai già bevuto abbastanza (abbraccio)
- In braccio non ti porto, pesi un sacco e non ce la faccio, ma se sei stanco ci possiamo sedere e aspettare insieme che ti riposi (bacio).
Lasciamo perdere come mi sento dentro (lo volete sapere? lo strozzerei urlando come una pazza invasata). L'importante è che lui sia tranquillo e pensi che sta decidendo lui cosa fare. Pensi di scegliere.
A ben vedere, alla fine, ci sentiamo meglio anche noi, visto che dribbliamo il conflitto con elegante savoir faire.
A 2 anni e due mesi mio figlio sembra voler avere il controllo totale della sua vita. Mi sembra un po' prestino, ma se funziona contenti tutti.
Fino alla prossima, naturalmente, quando ricominceremo pazientemente daccapo.

martedì 30 dicembre 2008

Gamberetto parabolico

E così, in una gelida mattina di fine dicembre, carica di neve e vento sferzante, Gamberetto ha deciso di rivelare la sua reale natura.
In uno studio in penombra, dentro un pancione cosparso di gel, la creatura mostrava il meglio di sè: spiaggiato a testa in giù, con la testolina incastrata tra l'inguine e l'ovaia, le manine sul viso, le gambe in alto a mimare la cyclette subiva senza fiatare il minuzioso esame del Dottor Takeiteasy, decano dell'ospedale di Veci.

Partendo dagli occhi, abbiamo visto nell'ordine: la colonna, il cuore, i ventricoletti, il cordone, la placenta, lo stomaco, i polmoni, la vescica, il pisellino, il femore, la tibia, il perone....
Un momento!
Il pisellino?! Ma è sicuro dottore? Il pisellino???
Eh... o si è comprato Sky e si è attaccato la parabola, e potrebbe anche darsi, vista la posizione Jamaicana di totale relax, oppure questo è un bel pisellino.
Urka!!!
Ma come, e i tarocchi di Nonnoracolo? E la pancia rotonda che si vede benissimo che è una femmina, e il viso luminoso che sei così bella che se fosse un maschio avresti una faccia da scorfano, e la famigliarità genetica secondo la quale la mia stirpe produce solo femmine???
Tutto smentito, Gamberetto è inequivocabilmente MASCHIO.
A questo punto vorrei ricordare la mia adorata cugina Resi che, unica nell'universo di parenti e amici, circa 4 mesi fa aveva previsto un erede maschio basandosi su un unico indizio: il caffè ti fa schifo? Allora è un maschio!
Brava cugi, quasi quasi ti nominiamo Veggente ufficiale di famiglia, visto che Nonnoracolo ehm... come dire ha bisogno di un bel mazzo di carte nuove!!!

venerdì 19 dicembre 2008

La Piscina di Gamberetto

Ore 4:00 del mattino, la campagnola giace supina nel letto, totalmente incosciente, sprofondata in un sonno senza sogni, nero e pesante.
Accanto a lei, Jeeg soffia felino, protagonista di sogni karateki in cui mucchi di nemici vengono sconfitti a pugni e calci.
La notte è tranquilla, come sempre al paese, tutto tace, la neve attutisce i rumori.
Ma c'è qualcuno che non dorme affatto, anzi, abituato al buio e all'acqua, che ne sa se è giorno o notte?

E così, alle 4:05 Gamberetto si stiracchia, fa un paio di piegamenti, indossa la sua bandana con scritto "VOIO LA PAPPA" e inizia la sua ora di training mattuitino:
- per scaldarsi, un paio di vasche a dorso, dest' sinist', dest' sinist'! (la Mammozza geme nel sonno)
- poi, una volta sgranchite gambe e braccia, passa al salto del cordone stile Rocky (la Mammozza, sogna di avere fatto indigestione)
- allenato il fiato, è l'ora del kickboxing: calci e pugni alla milza, usata come saccone di allenamento ( la Mammozza sogna di essere presa a sberle dalla vecchia insegnante di matematica delle superiori)
- infine, un po' di addominali: Gambe si sdraia sul fegato e comincia la parte finale dell'allenamento, hop! hop! hop!
A questo punto la campagnola apre finalmente gli occhi, si tocca la pancia bitorzoluta, capisce che non sono, ehm, come dire "movimenti peristaltici" e si gira su un fianco.
Jeeg, nel frattempo, continua la sua lotta senza fine contro avversari invisibili e cercando di acchiapparne uno con un pugno volante centra in pieno l'occhio destro della campagnola, incautamente girata sul fianco verso di lui.
Tale padre, tale Gambe.
E così, tra una pedata alle ovaie e un pugno in un occhio le notti della campagnola assomigliano ad un incontro di lotta libera.

Io speriamo che me la cavo.

martedì 30 settembre 2008

OCCHIO AL PIATTO...

Ma soprattutto occhio a quello che avanzate nel piatto!
Ebbene, confesso: la nausea è passata, passati anche il mal di testa, il mal di stomaco, gli imbarazzanti rumori che mi avrebbero garantito una standing ovation alla Corrida ma quello che non è passato per niente è la FAME.
Ragazzi vi giuro, non sono più io: dov'è finita quella sensata fanciulla, che ordinava solo un primo e un etereo contorno? Dov'è finita la mia macrobiotica essenza, che mi impediva anche solo di annusare la carne, i sughi, i fritti e i dolci? Che fine ha fatto la mia coscienza ambientalista, che giudicava IMMORALE chiunque osasse assaggiare una patatina fritta?
Non mi riconosco più: la solita colazione pantagruelica mi concede un'autonomia di circa un'ora, dopo di che alle 9:00 devo mangiare almeno una striscia di focaccia /pizza/crostata/merendina.

Alle 10:30 è la volta di un tè con i biscotti.

Alle 11:30 un pacchetto di TUC.

Alle 12:30 finalmente in mensa: pasta con il sugo, secondo di carne con contorno, frutta e se c'è il dolce.

Alle 15:00 mi scofano un pacchettino di biscotti con una lattina di Fanta.

Alle 17: 00, finalmente posso correre a fare la spesa e mangiare qualcosa!!!

Ieri, ad esempio, ho comprato un bel pacchetto di ANACARDI, che ho sgranocchiato di nascosto mentre aspettavo che mi ricevesse il dottore. Nel silenzio della sala d'attesa si sentivano solo i miei dentoni che rompevano pudicamente gli anacardi e ruminavano con gioia.
Quando vado in città mi preparo ad affrontare il lungo viaggio (40 minuti) con scorte di ogni genere: pacchetti di crackers, banane, biscotti, caramelle, una bottiglia di acqua gasata.
Ma oggi ho toccato il fondo: la mia vicina di tavolo in mensa ha appena assaggiato il brasato che c'era di secondo e poi ha scostato il piatto disgustata, ma che schifo! ma come si fa a mangiare questa roba??
Io ero lì, che leccavo la fondina della mia pasta al sugo e guardavo con preoccupazione il piatto di coniglio al sugo che mi sembrava veramente POCO, ma alle parole della collega mi sono girata e ho visto il piatto di brasato abbandonato lì, da solo, e vi giuro che ho fatto appello a tutte le mie forze per evitare di afferrarlo e farmelo fuori in un minuto!!!

Ho pensato a mia nonna, santa donna, che mi insegnava che una vera signora qualcosa nel piatto lo lascia sempre.
Eh, cara nonna, mi sa che dovresti rassegnarti: tua nipote, più che a una vera signora, somiglia al buon Shrek!!!

mercoledì 3 settembre 2008

Cercasi donatori

Purtroppo, dopo il parto, avrò bisogno un trapianto di fegato.
Prosegue infatti senza fine la mia ricerca disperata di alimenti calorici, salati, fritti, piccanti e grassi.
Ieri sera, dopo la palestra (ore 22:45) mi sono scofanata senza ritegno un 20 centimetri di salsiccia, un bel pezzo di filetto di maiale avvolto nel lardo, mezza forma di grana, una ciotola di zucchine a funghetto, dei lamponi avanzati dalla sera prima, un paio di grissini pucciati nella mayonese e dei peperoni al forno. BURP!
Alla fine, non mi sentivo tanto bene.
Saranno stati i lamponi.
In compenso, Jeeg mi abbracciava la pancia commosso, è proprio mio figlio, si vede che è proprio il mio bambino! Papà è qui, diceva,non ti preoccupare, ci sarò sempre io a darti patatine e ciccioli!!!
Oh My God.