Pagine

venerdì 19 dicembre 2008

La Piscina di Gamberetto

Ore 4:00 del mattino, la campagnola giace supina nel letto, totalmente incosciente, sprofondata in un sonno senza sogni, nero e pesante.
Accanto a lei, Jeeg soffia felino, protagonista di sogni karateki in cui mucchi di nemici vengono sconfitti a pugni e calci.
La notte è tranquilla, come sempre al paese, tutto tace, la neve attutisce i rumori.
Ma c'è qualcuno che non dorme affatto, anzi, abituato al buio e all'acqua, che ne sa se è giorno o notte?

E così, alle 4:05 Gamberetto si stiracchia, fa un paio di piegamenti, indossa la sua bandana con scritto "VOIO LA PAPPA" e inizia la sua ora di training mattuitino:
- per scaldarsi, un paio di vasche a dorso, dest' sinist', dest' sinist'! (la Mammozza geme nel sonno)
- poi, una volta sgranchite gambe e braccia, passa al salto del cordone stile Rocky (la Mammozza, sogna di avere fatto indigestione)
- allenato il fiato, è l'ora del kickboxing: calci e pugni alla milza, usata come saccone di allenamento ( la Mammozza sogna di essere presa a sberle dalla vecchia insegnante di matematica delle superiori)
- infine, un po' di addominali: Gambe si sdraia sul fegato e comincia la parte finale dell'allenamento, hop! hop! hop!
A questo punto la campagnola apre finalmente gli occhi, si tocca la pancia bitorzoluta, capisce che non sono, ehm, come dire "movimenti peristaltici" e si gira su un fianco.
Jeeg, nel frattempo, continua la sua lotta senza fine contro avversari invisibili e cercando di acchiapparne uno con un pugno volante centra in pieno l'occhio destro della campagnola, incautamente girata sul fianco verso di lui.
Tale padre, tale Gambe.
E così, tra una pedata alle ovaie e un pugno in un occhio le notti della campagnola assomigliano ad un incontro di lotta libera.

Io speriamo che me la cavo.

Nessun commento:

Posta un commento

Ha detto la sua