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mercoledì 30 maggio 2007

Il coraggio di essere Uno

In vista del Matsuri, la tradizionale festa di fine anno del corso di karate, sono un paio di settimane che il maestro ci prepara al combattimento con un esercizio chiamato "Sannin". In giapponese "san" significa tre e "sannin" è il combattimento a tre, due avversari contro uno.
E' una prova difficile, per me sicuramente!, che richiede grande concentrazione, coraggio, riflessi e, ovviamente, la conoscenza di un paio di tecniche fondamentali di attacco e parata.
Mi rendo conto, con il passare del tempo, di quanto sia sottile l'arte del combattimento, ogni allenamento è un'esperienza a sè stante, ricca di spunti e sensazioni da osservare.
E' difficile rendere a parole come ci si sente in quei momenti, con due persone pronte ad attacarti, il silenzio, il battito del cuore, il corpo teso, le gambe immobili ma pronte a scattare, lo sguardo fisso a metà tra i due avversari con quello che il maestro chiama "sguardo plus/minus" cioè lo sguardo che vede tutto e niente, diffuso, non puntato su uno dei due ma, in qualche modo, esattamente su entrambi.
La cosa più difficile è restare uniti, ossia essere UNO con chi attacca, non staccarsi, non scappare nè fisicamente nè, ieri il Maestro diceva, mentalmente.
Perchè magari uno sta immobile, ma dentro di sè, nel suo cuore, è fuggito mille chilometri lontano, al sicuro; e se scappi non funziona, ti attaccano e tu sei via, altrove, impaurito, lento, hai già perso.
Essere uno con l'avversario significa diventare lui, muoversi con lui, in sincronia, pensare come lui. Difficilissimo perchè in occidente non sappiamo cosa significhi "restare uniti", ci hanno insegnato che l'altro è appunto altro da sè, diverso, separato, bisogna starne lontani, prestare attenzione, potrebbe essere pericoloso!
Ci vuol coraggio a essere uno e il coraggio si coltiva, come una piantina, annaffiandolo giorno per giorno, con dolcezza.

2 commenti:

  1. Ma quale e` la distanza giusta?
    "Dove sei piu` in difficolta` ... cosi` non si sbaglia"
    Questo e` il suggerimento che ci viene dato. Mentre si riduce il ma-ai con l'avversario la tensione cresce. Ogni centimetro e` un'opportunita` in piu` per noi, ma anche per l'avversario.
    Ma attenzione: mai troppo vicino!
    Anche stare troppo addosso e` la subdola via di fuga dell'incoscienza.

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  2. Come la mano sul fuoco:
    "Troppo lontano non ti scaldi,
    troppo vicino ti bruci!"

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