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giovedì 3 maggio 2007

Il lento ritmo della Grande Madre


Due settimane fa è venuta a trovarci l'amica Proffe e ha portato con sè il pane fatto da lei e visto che avevo regalato a Jeeg un bellissimo manuale per preparare il pane fatto in casa ci siamo lanciati nella casalinga manifattura.
Per ora abbiamo fatto un tentativo a testa: io ho preparato due pagnottine, che sono venute bene anche se forse poco soffici (trucchetto: mettere un panno umido sull'impasto durante la lievitazione) e Jeeg ha preparato dei grissini, che però sono risultati troppo soffici e panosi (trucchetto2: i grissini devono livitare 20 minuti, non 2 ore).
Insomma, risultati abbastanza buoni ma ho scoperto che il lievito di birra mi fa male alla pancia e allora ho deciso di preparare la pasta madre. Già solo il nome evoca un'entità leggendaria, simbolica, metafora di vita e bontà.
La preparazione è LUNGA, veramente lunga, di una lunghezza anacronistica, del secolo scorso.
Per preparare la pasta madre ci vogliono 4 giorni, 4 lunghissimi giorni, in cui non si fa assolutamente NULLA, solo si aspetta.
Si impastano farina e acqua, si copre con il solito panno umido e si lascia al buio (quasi che la luce desse fastidio alla gestazione). Dopo 2 giorni si aggiungono ancora un po' di acqua e farina.
Dopo 4 giorni la pasta madre è pronta e si può utilizzare per fare il pane. Prima di infornare la pagnotta si stacca un pezzo di pasta che si riutilizzerà per altro pane e così via.
Praticamente si chiama "madre" perchè tutti i panini a seguire sarannno suoi figli...
Che meraviglia!!!
E' questa lentezza cui non siamo più abituati, ma non solo: è anche il fare niente e l'attesa che non ci appartengono più, come se attendere fosse inutile, privo di senso.
Siddharta, nella leggendaria versione di Herman Hesse, diceva che negli anni del suo vagabondare per l'India, ha imparato due sole cose: a digiunare e ad aspettare.
E così stiamo facendo Jeeg ed io: aspettiamo.
Oggi è il 4°giorno: stasera, a casa, darò ancora un po' d'acqua alla signora madre, la avvolgerò meglio nel suo panno e sabato, finalmente, la impasterò.

4 commenti:

  1. cara madda, questa tua operazione col lievito è davvero affascinante ed invidiabile la tua calma nell'affrontarla. Tanto di cappello da una "nata al primo dolore".

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  2. ciao madda! non avevo piu' aperto la posta....spero di essere capace a "bloggare" (uhm)... ti do' un consiglio sulla cottura del pane: durante la cottura prova a mettere sul fondo del forno una teglia con un po' di acqua! con la focaccia di salvia funziona bene. bacini lella

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  3. Devo dire che la curiosita fa da padrona!
    Io non vedo l'ora di vedere l'effetto che fara` in forno ... altro che calma e tempi lenti!
    L'utima volta che l'ho vista stavo anche per assaggirala ...
    ;-)

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  4. il trucchetto della ciotola d'acqua nel forno lo sapevo!!!

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