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lunedì 28 maggio 2007

Ciliegie VS Funghi 1-0

Sono nata in una famiglia di raccoglitori di funghi, ma non semplici raccoglitori occasionali, di quelli che ogni tanto la domenica, se proprio non si può andare al mare o al ristorante prendono la macchina e vanno a fare un giretto nei boschi, in un bosco qualunque ad un'ora qualunque e raccolgono funghi qualunque, no no, raccoglitori professionisti, di quelli che si alzano alle 5 e partono con il GPS verso il mitico bosco dove una volta, 4 anni fa, il nipote dell'amico del collega aveva trovato un porcino e, naturalmente, non si chinano neanche a raccogliere colombine, pineroli, chiodini, mazze di tamburo; nella mia famiglia si raccolgono solo porcini e finferli (= galletti), ottimi per il risotto.
Abbiamo interi album di fotografie che ritraggono tutti i membri della famiglia, almeno 4 generazioni, assieme a dei porcini; anche qui, non foto amatoriali ma vere e proprie composizioni, con i funghi disposti nei cesti, sul tavolo, sui balconi di legno dei vari chalet, nelle cassette in mezzo alle foglie di felce e accanto sono sempre indicati la data, il luogo (non precisissimo, mica vorremmo farci fregare il Posto, eh?) e, dato più importante, il peso in chilogrammi.
Adoro raccogliere funghi, davvero, mi piace camminare nei boschi, occhi a terra, scostando foglie e aghi di pino col bastone e il tuffo al cuore di quando si scorge un fungo e si può intonare il fischiettìo rituale (abbiamo anche quello) che segnala al parentado il ritrovamento del porcino.
Però però.
Ieri, per la prima volta, a Castelcinto, abbiamo raccolto le ciliegie dai nostri alberi. Chili e chili di ciliegie, di tutte le varietà, appena lavate dalla pioggia, di un rosso carminio sfavillante e lucente.
A testa in sù, attaccati ai rami più bassi, il sacchetto appeso al braccio, una cosa mai vista e mai provata, le dita che frugano fra le foglie e staccano con delicatezza grappoletti di 5 - 6 ciliegie, una la mangio, le altre nel sacchetto, mi sono persino arrampicata sul ciliegio dietro al fienile e ho strisciato su un lungo ramone per cercare di raccogliere quelle sui rami più alti.
Follia, follia e bramosia, e se penso a tutte quelle che non abbiamo raccolto affitterei una piattaforma da traslochi per raggiungere anche quelle che svettano nel vento sui rami più alti.
E in questo delirio ciliegesco ho pensato che i funghi mi fanno veramente un baffo.
Ragioniamo: per andare a funghi mi devo alzare all'alba, partire con generi di conforto di vario genere (perchè magari nel primo bosco non si trova nulla e bisogna cambiare vallata, perdendo ore preziose), comprare il salatissimo tesserino di permesso, scarpinare per i ripidissimi boschi scivolosi e fogliolati per poi magari trovare un paio di porcini e una manciata di finferletti.
Mentre, per le ciliegie devo alzare un braccio e raccoglierle.
Non ci penso neanche.
Chiedo di essere diseredata ufficialmente dalla famiglia fungaiola e di entrare a fare parte, altrettanto ufficialmente, di quella ciliegina.

5 commenti:

  1. Deliziose!! Grazie Madda... tornare alla scrivania dopo una scorpacciata di quelle belle ciliegie rosse è tutta un'altra storia!

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  2. Naturalmente io su 6 ciliege ne mangiavo 3 ... ma questa e` un'altra storia!
    ;-)

    A margine del racconto aggiungo che la raccolta e` stata fatta ieri, sotto la pioggia e con qualche lampo in lontananza ... e io e Maddalena all'aperto, sotto un albero e ... su una scala di alluminio!!!

    Insomma ... le condizioni tipiche descritte dalla 626 ...

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  3. La presente per annunciarLe che l'intera famiglia fungaiola si è riunita ed ha deliberato quanto segue:
    Anche se l'idea di essere diseredata ci ha preso un pò in contropiede, riteniamo che possa continuare a far parte della suddetta..ma a patto di ottenere da parte Sua l'invio di chili e chili di quelle deliziose ciliegine!!!! che acquolina!!!

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  4. W i funghi!
    Hasta el porcino siempre!
    Irriducibilmente,
    Francesco (frobbiano.blogspot.com)

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