(CONTINUA DAL POST PRECEDENTE)
E ora, che si fa? Partiamo o no?
Che facciamo due settimane al mare con un Topolo ingessato che non può fare il bagno, nè castelli di sabbia, nè, buche nell'acqua, nè scivoli, altalene, ecc....???
Diamo un'occhiata al contratto di affitto dell'appartamentino preso in Toscana, naturalmente per una disdetta così tardiva c'è una penale aguzzina: ma non ci importa dei soldi, il punto è: il mare andrà bene o no?!
Avevamo scelto questa vacanza per lui, il Topolo, che corre sulla sabbia, si aggroviglia nelle onde, cade, si rialza, sta al sole e diventa nero come un cioccolatino nonostante la protezione 50, tutto per lui. E sarà l'unico a non divertirsi.
Mentre decidiamo il da farsi lui si lamenta nel letto, piange, chiede acqua, pipì, mamma, papà, si lamenta nel sono dice "male, male", una pena. Ho il cuore stretto di dolore al solo vederlo.
Vabbè, decidiamo di dormirci sopra, non possiamo decidere stanotte.
Il giorno dopo va già meglio: il nano è in piedi, che guarda il suo braccio e ripete tra sè e sè "ccale, 'dduto, male, totto'e, shessho" (scale, caudto, mi sono fatto male, sono andato dal dottore che mi ha messo il gesso), tutto sommato è lui, un po' ammaccato e accartocciato ma sembra stare bene.
Decidiamo di partire, l'idea di stare a casa, al solito parco giochi, con lui ingessato che non può nemmeno fare lo scivolo ci annienta.
Andiamo.
E ora siamo qui, nel nostro appartamentino sul mare, la spiaggia di sabbia, gli amici con altri bimbi, il secchiello, il canotto, il lungomare, il gelato la sera e tutto l'armamentario delle vacanze di mare.
Lui sta bene.
Lui è felice.
Il braccio viene fasciato nella pellicola Cuki tutte le mattine e se si bagna l'acqua non entra. Ha imparato a tenerlo alzato quando va in mare e sotto la doccia, costruisce castelli e scava buche con la sinistra, meno male che è mancino, mangia e beve con una mano sola. E' molto attento.
E a chiunque telefoni racconta la sua vicenda: MALE! CCALE! TOTTO'E! SHESSHO!
E poi ride!
Noi siamo schizzaterrimi: un nano di 6 mesi e uno ingessato, al mare, non sono una passeggiata.
Ma tant'è. Lui sta bene ed è felice, e questa è l'unica cosa che importa.
venerdì 2 settembre 2011
giovedì 1 settembre 2011
Antefatto
Giovedì 25 agosto, a meno di 36 ore dalla partenza per le agognate vacanze al mare, la serata è tranquilla a casa dei campagnoli.
Tutto procede secondo la rigida tabella di marcia che vede alle ore 18:30 in punto l'inizio delle abluzioni serali di tutta la famiglia: Topolo inserito in vasca per primo, con il leone, la tigre e il cavallo di plastica, pronto per la fattoria acquatica. Ciccionetto e maritozzo sotto la doccia, un panetto di burro bagnato e garrulo viene insaponato a sciacquato tra gridolini di gioia.
Per ultima, la mammozza, che sciaguatta sotto la doccia nitrendo e ruggendo per la gioia del Topolo vaschizzato.
Ore 19:00: Ciccionetto e maritozzo, vestiti e profumati, scendono in cucina, per la cena. La mammozza impiega i soliti 10 minuti per estrarre il Topolo dalla vasca, poi inizia a vestirlo.
Ore 19:15: la mammozza, nuda, cerca invano di vestirsi, ma un Topolo galvanizzato da 30 minuti di bagnetto impedisce ogni movimento:
- "Mamma, 'sione?" (mamma, posso vedere la televisione?)
- "Amore, fammi vestire e scendiamo insieme per 5 minuti di tele prima della pappa"
- "Mamma, 'sione?"
- "Amore, fammi vestire e scendo"
- "Mamma, 'sione?"
" Gabriele: ora mi vesto e scendo, lasciami le gambe"
- "Mamma, 'sione? Eh? sione? sione? sioneeeeee? Mamma... SIONEEEE?"
- "Ok, senti, facciamo così: scendi da solo, io mi vesto e arrivo"
Ore 19:18: il Topolo afferra la sua capretta di Linus e inizia a scendere la rampa di scale.
TUM TUM TUM TUM ---- UAAAHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Oh santa pupazza!!!! E' caduto dalle scaleeeee!!!!
Mi affaccio e lo vedo: appiattito sul pianerottolo dopo l'ultimo gradino, urlante, le gambe ripiegate sotto di sè, un braccio malamente piegato sotto la testa. Corro a sollevarlo, lo appoggio sul divano, corre anche Luca, lo guardiamo, lo tocchiamo, lui non smette di urlare, un pianto straziante e lacerante, non riesce a smettere.
Alla fine lo vedo: il naso sanguina, la fronte è gonfia, la mano destra non si muove, il braccio non si muove, sta gonfiando ed è caldissimo: prendo il ghiaccio, glielo metto sul braccio, lui continua a urlare come un animale ferito, un urlo che perfora le orecchie.
Ok, mi dice Luca, vado in ospedale, tu resta a casa, è inutile portare anche il Ciccionetto.
Gli do dei succhi di frutta, dei biscotti, la tessera sanitaria, mettiamo il seggiolino davanti, almeno lo può tenere sotto controllo, prende il nano piangente e corre via.
Io resto da sola con Leo, sono ormai le 8, la sera si avvicina.
Leonardo, stremato da tanta paura, le urla del fratello, il nostro panico, ha una faccia stravolta, gli si chiudono gli occhi.
Alle 8:10 dorme.
Io mi accascio sul divano e inizio a piangere: è colpa mia, è solo colpa mia, l'ho fatto scendere da sola, l'ho lasciato andare, gli ho detto io di scendere, sono una madre degenere! Un mostro!
(sì, ma le scale le fa mille volte al giorno)
Non importa, è solo colpa mia
(sì, ma quando è stanco o ha sonno lo prendi sempre in braccio, stasera era bello sveglio)
E' solo colpa mia
(sì, ma gli hai insegnato a reggersi forte alla ringhiera, lo sai che lo fa sempre)
E' solo colpa mia
(è caduto mille volte, lo sai, è al limite dell'ipercinetico, è vivace, è distratto, fa cento cose insieme)
E' solo colpa mia.
Aspetto. Aspetto. Aspetto.
Mi immagino mille scenari, uno più catastrofico dell'altro: trauma cranico, braccia rotte, commozione cerebrale, gambe, dita, piedi, rotti.
Alla fine mi chiama Luca: piccola frattura composta al braccio destro, lo devono ingessare. ha anche un bozzo in testa, consigliano una notte in osservazione. Luca mi dice che il nano sta bene, è lucido, è tranquillo, decidiamo di firmare e portarlo a casa.
Dopo 2 ore tornano, vedere il piccolo braccio ingessato mi strazia il cuore. Lui è stravolto, viene messo a nanna, tra mille precauzioni, si lamenta nel sonno, ha la fronte blu e un gradino stampato sul naso.
Non è niente, mi dice Luca, guarda la lastra, è qui, vedi? Picccola piccola, una piccola frattura vicino al polso. Ne avrà per 25 giorni. 25 giorni?!? Fino al 18 settembre.
Mi metto di nuovo a piangere.
E ora????
Va da sè che il braccio non può essere bagnato, nè riempirsi di sabbia.
E ora???? Che facciamo????
Ci sediamo in cucina, un bicchiere tra le mani, ci manca poco che pianga anche Luca.
E ora????
(CONTINUA)
Tutto procede secondo la rigida tabella di marcia che vede alle ore 18:30 in punto l'inizio delle abluzioni serali di tutta la famiglia: Topolo inserito in vasca per primo, con il leone, la tigre e il cavallo di plastica, pronto per la fattoria acquatica. Ciccionetto e maritozzo sotto la doccia, un panetto di burro bagnato e garrulo viene insaponato a sciacquato tra gridolini di gioia.
Per ultima, la mammozza, che sciaguatta sotto la doccia nitrendo e ruggendo per la gioia del Topolo vaschizzato.
Ore 19:00: Ciccionetto e maritozzo, vestiti e profumati, scendono in cucina, per la cena. La mammozza impiega i soliti 10 minuti per estrarre il Topolo dalla vasca, poi inizia a vestirlo.
Ore 19:15: la mammozza, nuda, cerca invano di vestirsi, ma un Topolo galvanizzato da 30 minuti di bagnetto impedisce ogni movimento:
- "Mamma, 'sione?" (mamma, posso vedere la televisione?)
- "Amore, fammi vestire e scendiamo insieme per 5 minuti di tele prima della pappa"
- "Mamma, 'sione?"
- "Amore, fammi vestire e scendo"
- "Mamma, 'sione?"
" Gabriele: ora mi vesto e scendo, lasciami le gambe"
- "Mamma, 'sione? Eh? sione? sione? sioneeeeee? Mamma... SIONEEEE?"
- "Ok, senti, facciamo così: scendi da solo, io mi vesto e arrivo"
Ore 19:18: il Topolo afferra la sua capretta di Linus e inizia a scendere la rampa di scale.
TUM TUM TUM TUM ---- UAAAHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Oh santa pupazza!!!! E' caduto dalle scaleeeee!!!!
Mi affaccio e lo vedo: appiattito sul pianerottolo dopo l'ultimo gradino, urlante, le gambe ripiegate sotto di sè, un braccio malamente piegato sotto la testa. Corro a sollevarlo, lo appoggio sul divano, corre anche Luca, lo guardiamo, lo tocchiamo, lui non smette di urlare, un pianto straziante e lacerante, non riesce a smettere.
Alla fine lo vedo: il naso sanguina, la fronte è gonfia, la mano destra non si muove, il braccio non si muove, sta gonfiando ed è caldissimo: prendo il ghiaccio, glielo metto sul braccio, lui continua a urlare come un animale ferito, un urlo che perfora le orecchie.
Ok, mi dice Luca, vado in ospedale, tu resta a casa, è inutile portare anche il Ciccionetto.
Gli do dei succhi di frutta, dei biscotti, la tessera sanitaria, mettiamo il seggiolino davanti, almeno lo può tenere sotto controllo, prende il nano piangente e corre via.
Io resto da sola con Leo, sono ormai le 8, la sera si avvicina.
Leonardo, stremato da tanta paura, le urla del fratello, il nostro panico, ha una faccia stravolta, gli si chiudono gli occhi.
Alle 8:10 dorme.
Io mi accascio sul divano e inizio a piangere: è colpa mia, è solo colpa mia, l'ho fatto scendere da sola, l'ho lasciato andare, gli ho detto io di scendere, sono una madre degenere! Un mostro!
(sì, ma le scale le fa mille volte al giorno)
Non importa, è solo colpa mia
(sì, ma quando è stanco o ha sonno lo prendi sempre in braccio, stasera era bello sveglio)
E' solo colpa mia
(sì, ma gli hai insegnato a reggersi forte alla ringhiera, lo sai che lo fa sempre)
E' solo colpa mia
(è caduto mille volte, lo sai, è al limite dell'ipercinetico, è vivace, è distratto, fa cento cose insieme)
E' solo colpa mia.
Aspetto. Aspetto. Aspetto.
Mi immagino mille scenari, uno più catastrofico dell'altro: trauma cranico, braccia rotte, commozione cerebrale, gambe, dita, piedi, rotti.
Alla fine mi chiama Luca: piccola frattura composta al braccio destro, lo devono ingessare. ha anche un bozzo in testa, consigliano una notte in osservazione. Luca mi dice che il nano sta bene, è lucido, è tranquillo, decidiamo di firmare e portarlo a casa.
Dopo 2 ore tornano, vedere il piccolo braccio ingessato mi strazia il cuore. Lui è stravolto, viene messo a nanna, tra mille precauzioni, si lamenta nel sonno, ha la fronte blu e un gradino stampato sul naso.
Non è niente, mi dice Luca, guarda la lastra, è qui, vedi? Picccola piccola, una piccola frattura vicino al polso. Ne avrà per 25 giorni. 25 giorni?!? Fino al 18 settembre.
Mi metto di nuovo a piangere.
E ora????
Va da sè che il braccio non può essere bagnato, nè riempirsi di sabbia.
E ora???? Che facciamo????
Ci sediamo in cucina, un bicchiere tra le mani, ci manca poco che pianga anche Luca.
E ora????
(CONTINUA)
Etichette:
io speriamo che me la cavo,
vita da genitori,
vita da Topolo
venerdì 26 agosto 2011
A presto
E così ci siamo finalmente arrivati anche noi, alle ferie, intendo.
Due settimane grasse di mare, sabbia, sole e, si spera, riposo che noi, qui, si avrebbe anche bisogno di dormire.
Ci si rivede a settembre,
Buon Tutto!
Due settimane grasse di mare, sabbia, sole e, si spera, riposo che noi, qui, si avrebbe anche bisogno di dormire.
Ci si rivede a settembre,
Buon Tutto!
mercoledì 24 agosto 2011
Sopravvissuti al bue grasso
E' un peccato, un vero peccato andarsene così, a fine agosto al culmine della stagione festaiola del paese.
"Il bello viene adesso" titolava a caratteri cubitali il quotidiano locale, stamattina., "Turisti in fibrillazione!".
E noi partiamo, che disdetta, barattiamo due settimane al mare con il Top della settimana eventizia della zona.
Ci perdiamo, nell'ordine:
- la sagra dello stracotto e del bollito misto;
- la festa della lasagna al forno;
- la tradizionale distribuzione in piazza del gelato artigianale con annesso spettacolo pirotecnico;
- la celeberrima e imperdibile sagra delle trofie al pesto
- il polentone
- last but not least, mancheremo anche la perbureira (pasta e fagioli con carico d'aglio).
Mannaggia.
Meno male che abbiamo presenziato entusiasti a quella del raviolo, del cinghiale con polenta, del salamino d'asino e del bue grasso.
Non potevamo esimerci, rischiavamo di essere tacciati come asociali.
Io veramente, mi tocco se ci sono (quelli delle pro-loco). Per coerenza, la settimana di Natale dovrebbero fare la festa dell'anguria, quella del pomodoro e mozzarella e la sagra del ghiacciolo.
Per dire.
Mi ammazzo con lo stracotto a 37° e, se sopravvivo, mi ri-ammazzo con il ghiacciolo a -12°.
Ma cosa volete, ormai di coerente in questo paese non c'è più manco la sagra.
"Il bello viene adesso" titolava a caratteri cubitali il quotidiano locale, stamattina., "Turisti in fibrillazione!".
E noi partiamo, che disdetta, barattiamo due settimane al mare con il Top della settimana eventizia della zona.
Ci perdiamo, nell'ordine:
- la sagra dello stracotto e del bollito misto;
- la festa della lasagna al forno;
- la tradizionale distribuzione in piazza del gelato artigianale con annesso spettacolo pirotecnico;
- la celeberrima e imperdibile sagra delle trofie al pesto
- il polentone
- last but not least, mancheremo anche la perbureira (pasta e fagioli con carico d'aglio).
Mannaggia.
Meno male che abbiamo presenziato entusiasti a quella del raviolo, del cinghiale con polenta, del salamino d'asino e del bue grasso.
Non potevamo esimerci, rischiavamo di essere tacciati come asociali.
Io veramente, mi tocco se ci sono (quelli delle pro-loco). Per coerenza, la settimana di Natale dovrebbero fare la festa dell'anguria, quella del pomodoro e mozzarella e la sagra del ghiacciolo.
Per dire.
Mi ammazzo con lo stracotto a 37° e, se sopravvivo, mi ri-ammazzo con il ghiacciolo a -12°.
Ma cosa volete, ormai di coerente in questo paese non c'è più manco la sagra.
lunedì 22 agosto 2011
Dizionario 1
BREVE DIZIONARIO DI GENITORESE
frasi tipiche ed espressioni idiomatiche per situazioni tipo
Lezione 1: AL PARCO
GIOCA BENE: potresti evitare di fare tutte quelle cose pericolose e stupide che fate tutti voi bambini di questa età? Potresti rendermi un genitore modello giocando solo come voglio io? Non fare nulla che vorresti fare, fai solo quello che voglio io, come lo voglio io e solo per il tempo che lo voglio io;
NON SUDARE: potresti evitare di fare salire la temperatura corporea e ricoprirti di appiccicaticcio? Non mi interessa che ci siano 37°, non voglio vederti sudare;
NON SPORCARTI: potresti evitare di cadere, inciampare, sederti a terra e sui giochi, toccare lo scivolo, gli altri bambini, le pietre e per terra? Non vedi che ti ho messo la gonna bianca? E che hai la maglietta pulita?
FAI LO SCIVOLO: perchè, che altro vorresti fare? l'altalena? giocare a palla? No, ora si fa lo scivolo. Perchè voglio così.
CHIUDI LE GAMBE QUANDO SCENDI (solo per le femmine): vorrai mica scendere dallo scivolo scomposta? o con le gambine aperte?!? Ma che modi sono?!
SCENDI PIANO: scivola piano, non così veloce, che mi fai spaventare, così è troppo piano, così è troppo forte... ecco, così!
NON TOCCARTI I CAPELLI: che ti ho messo 8 mollette e fatto la coda e due codini, non puoi toccarli, sono ordinati. Non mi interessa che ti prude la testa, le bambine non si toccano i capelli;
DIVERTITI UN PO': che già mi faccio io due palle così, ora devi divertirti, vai, su!
NON CADERE/NON BUTTARTI GIU'/NON FARTI MALE: che già te la gufo ogni momento, porto una sfiga che non puoi capire, cerca almeno di stare attento, eh!
martedì 16 agosto 2011
Scampoli d'estate
Vorrei parlarvi di un sacco di cose, davvero. Dei due giorni al mare in riviera da Nonno Flemma e Nonna Chioccia. Delle sagre paesane che allietano le serate agostane da queste parti. Delle giornate in piscina che vedono un Topolo scatenato e un Ciccionetto dormiente sotto gli eucalipti. Del Topolo che inizia a parlare e a farsi capire, del Ciccionetto che mangia le sue prime pappe, dei miei progetti... di un sacco di cose insomma.
Ma non riesco a cavarne un post che sia uno.
Perchè l'unica cosa di cui vorrei parlare è in realtà l'unica cosa importante degli ultimi 2 anni e 4 mesi, l'unica cosa fondamentale, l'unico evento di tutto il baraccone: io e il maritozzo siamo usciti da soli di sera.
Ok, svenite.
Ora rinvenite.
Ripeto dopo 2 anni e 4 mesi (850 giorni) siamo usciti insieme da soli di sera, io e lui, lui e io dove LUI è il maritozzo e non un nano.
Impagabile.
E per giunta eravamo in riviera, al mare, nel mezzo delle serate d'agosto del Tigullio, tra concertini jazz, locali strapieni, sciabordio delle onde e luna piena.
60 minuti di sogno (un po' per l'entusiasmo, un po' - ahimè - per il sonno eclatante che già mi coglieva alle ore 21:00 in punto).
Insomma.
Siamo stati parecchio bene.
Tutto ciò mi fa pensare che se questa è l'unica cosa rimarchevole di tutta l'estate forse faremmo meglio a prenderci una baby sitter, almeno ogni tanto.
Però che cavolo, è stato veramente bello.
Ma non riesco a cavarne un post che sia uno.
Perchè l'unica cosa di cui vorrei parlare è in realtà l'unica cosa importante degli ultimi 2 anni e 4 mesi, l'unica cosa fondamentale, l'unico evento di tutto il baraccone: io e il maritozzo siamo usciti da soli di sera.
Ok, svenite.
Ora rinvenite.
Ripeto dopo 2 anni e 4 mesi (850 giorni) siamo usciti insieme da soli di sera, io e lui, lui e io dove LUI è il maritozzo e non un nano.
Impagabile.
E per giunta eravamo in riviera, al mare, nel mezzo delle serate d'agosto del Tigullio, tra concertini jazz, locali strapieni, sciabordio delle onde e luna piena.
60 minuti di sogno (un po' per l'entusiasmo, un po' - ahimè - per il sonno eclatante che già mi coglieva alle ore 21:00 in punto).
Insomma.
Siamo stati parecchio bene.
Tutto ciò mi fa pensare che se questa è l'unica cosa rimarchevole di tutta l'estate forse faremmo meglio a prenderci una baby sitter, almeno ogni tanto.
Però che cavolo, è stato veramente bello.
Etichette:
du figl is meigl che uan,
vita da genitori
martedì 9 agosto 2011
Il punto di non ritorno
Ci sono uomini che "io non mi sposerò mai, ci tengo alla mia libertà!" e altri, come il maritozzo, che si sposano serenamente, impassibili e coraggiosi perchè "è arrivato il momento, il matrimonio è una bella conquista".
Ci sono uomini sposati che "figli? No grazie, io e mia moglie stiamo bene così, vogliamo godercela ancora un po'" e altri, come il maritozzo, che sfornano il primo figlio con grande pacatezza perchè "ho quasi 40 anni, che altro devo aspettare?".
Ci sono uomini sposati e con un figlio che "però ora basta, io il mio dovere l'ho fatto, ora speriamo che cresca in fretta che voglio tornare alla mia partita di calcetto" e altri, come il maritozzo, che fanno anche il secondo perchè "sono figlio unico, almeno loro si fanno compagnia e giocano insieme".
Ci sono uomini che hanno mollato piccoli pezzettini della loro libertà e della loro vita con grande parsimonia, lottando con le unghie e con i denti e altri che, invece, condividono loro stessi e il loro tempo con una famiglia intera, con estrema generosità e sorrisi per tutti.
Epperò, anche per loro, arriva il momento della verità, della presa di coscienza, della consapevolezza che, ormai, la frittata è (parecchio) fatta, indietro non si torna e quel che era non è più.
Per il maritozzo questo momento è arrivato con la bara.
Lo vedevo un po' pensieroso, mentre insistevo pesantemente per acquistarne una, in vista delle imminenti ferie. Credevo fosse per il prezzo, o forse per il grande sbattone di comprare anche le barre da mettere sulla macchina, oltre alla bara in sè.
Non gli ho dato troppo peso, in fondo alla fine aveva preso tutto, bastava montare il tutto sul tettuccio della macchina ed era fatta.
Poi ieri... la rivelazione:
"Sai, mi ha confessato, questa bara mi angustia proprio"...
"Come mai? Perchè dovremo andare più piano? O temi che faccia rumore? Pensi che si possa aprire mentre andiamo?!?"
"Macchè, mi ha risposto, è proprio quello che simboleggia che mi da fastidio!"
"Perchè, scusa, cosa simboleggia?"
"Eh... la fine di tutto..."
"La fine de che?!"
"La fine della vita da single! della spensieratezza! della libertà! Insomma, avere il portapacchi sì che mi da l'idea di quanto la mia vita sia cambiata! Eh! E' proprio vero che indietro non si torna..."
La bara.
La bara gli dice che la sua vita è cambiata.
Non io.
O il Topolo.
O il Ciccionetto.
O la gravidanza, le notti in bianco, i dentini, le pappe, i primi passi, la prima parola, la fatica immensa e quotidiana...
No.
La bara.
E vabbè, meglio questo che l'amante.
Etichette:
grandi scoperte,
ho sposato un ingegnere
Iscriviti a:
Post (Atom)