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giovedì 19 luglio 2007

Conto alla rovescia

Jeeg ed io non facciamo vacanze, ormai è palese, andiamo in pellegrinaggio.
Per "pellegrinaggio" intendo la stessa identica vacanza, anno dopo anno, nello stesso posto dell'anno precedente solo un po' più in là.
E' bello, a me piace.
Nei nostri pellegrinaggi alterniamo Corsica e Olanda, due posti che solo in apparenza sembrano opposti, in realtà hanno un sacco di cose in comuni.
Fra 1 settimana è il turno (il 7° per me, il 3° per Jeeg) dell'Olanda.
Tanti mi chiedono il perchè dell'Olanda, il commento più frequente è non so, non mi convince, è un posto così piatto. E' vero, confermo, l'Olanda è inevitabilmente piatta, tuttavia è talmente carina che è un piacere tornarci ogni anno.
In Olanda vive l'amica Atena, un'amica preziosa e carissima, con marito Flemma. In effetti è merito suo se ho cominciato a peregrinare laggiù ed è sempre merito suo se scopro continue meraviglie su questo Paese.
Di seguito, come nei temi delle elementari, elencherò una serie di cose che mi piacciono tantissimo dell'Olanda e degli Olandesi e già vi preannuncio che una volta partita cercherò di ammorbarvi ad ogni costo con ripetuti post sulla vacanza (lettore avvisato, mezzo salvato).
  1. L'Olanda mi piace perchè è verde. Ma non un po' verde, verdina, marroncina-verdolina, no no è verde smeraldo, tutta verde come se ci passassero sopra con l'evidenziatore tutti i giorni. E questo verde mi rilassa, mi riappacifica con tutti gli altri colori, come se aggiungendo un po' di verde al grigio-città , al marrone-smog, al nero-ardesia che frequento di solito si inettasse un po' di vita a questa città polverosa;
  2. In Olanda ci sono le pecore. Lo so, anche in Sardegna ci sono le pecore, ma quelle olandesi sono pecore cicce, morbide, avvolte in nuvole di lana, con boccoli di pelo e un perenne stelo d'erba in bocca. Stanno lì, nel sempreverde prato, immobili come monaci zen, bucoliche, apatiche, sornione. Io le amo, davvero, sarò un po' feticista, ma le amo proprio, penso che si potrebbe fare la pecoro-terapia: quando uno si sente triste può passare 10 minuti abbracciata al vello di una pecora ciccia, secondo me si riprenderebbe subito;
  3. in Olanda non mangiano, sbocconcellano. Mi spiego: loro non hanno un piatto, che so un primo, un secondo, ma hanno tanti piattini, un di questo, un po' di quello, due carotine, un po' di pasta, due cucchiai di zuppa, mezzo broccolo, una costinetta, un fettolino di torta. E poi tutti questi tipi di pane, biscottini, crackerini. E i formaggi che spuntano ovunque, è un eterno aperitivo. Mi piace perchè secondo me si mangia il triplo con la coscienza pulita di chi, in fondo, ha mangiato solo un panetto con un'ombra di Cheddar.
  4. in Olanda vanno in bici come nessun altro al mondo. Ho visto donne portare fino a 3 bambini, la spesa e la borsa, mentre guidavano con una mano e parlavano al cellulare con l'altra; ho visto ragazze truccarsi in bici e bambini di 2 anni sfrecciare al seguito dei fratelli 15 enni; ho visto vecchi di 90 anni che con un sorriso da dentiera ci superavano in salita facendo ciao ciao con la manina e gruppi di adolescenti con minigonna e tacchi a spillo (naturalmente almeno in 2 per bici) che pedalavano come se fossero in tuta. Infine, voglio imparare la tecnica di sorpasso che si fa così: bisogna arrivare a meno di 10 centimetri dalla bici davanti nel modo più silenzioso possibile e poi, prima di sorpassare, attaccarsi al camapanello e sbraitare ad alta voce: l'effetto infarto è assicurato!
  5. l'Olanda mi piace per le nuvole. Ne hanno tante, tantissime, di tutte le forme, di tutti i colori, ma soprattutto le loro nuvole sono veloci, fulminee, spazzano il cielo a velocità supersonica, appaiono, scompaiono, piovono un po' e poi vanno. Non è come qua, che se è nuvolo lo è per delle ore. Il tempo, lassù cambia ogni 6- 7 minuti ed è per questo che bisogna sempre uscire con un capiente zainetto dove si sono messi, nell'ordine: l'ombrello e il k-way (per la pioggia primaverile), la giaccavento, una sciarpa e i guanti (per un ripensamento dell'inverno), il costume e un paio di infradito (a volte si schianta di caldo) e un maglione in più.
Questo è. E non ho ancora parlato delle finestre che danno sulla strada, dei fiori, dei canali, dei treni, dei campeggi....
Ma questo, velata minaccia, sarà argomento dei prossimi post.

4 commenti:

  1. Che meraviglia Madda!! Confermo, è tutto vero: la pecoroterapia (anzi diró di piú basta guardarle per 10 minuti anche passando in treno), e il cambiamento di nuvole ogni 6-7 minuti, e la borsa con oggetti per improvvisi, ma frequentissimi cambi di stagioni, il non fare mai un pasto serio, le persone in bici con tre bambini+ ombrello e+cellulare... Sei un genio Madda - che bello che spunti presto! Non vedo l'ora di leggere nuovi post sull'argomento...

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  2. Anche io ci sono andata spesso, mi pare quattro volte, in veste di testimone di nozze, di dottorato, semplice gita tra le nuvole appunto. I miei bimbi a Texel hanno visto per la prima volta pecore e cavalli scorazzare tranquilli, ad Amsterdam hanno praticato scivoli che qui in Italia farebbero venire l'infarto a tutte le mamme e le nonne, per altezza e velocità di caduta. Aggiungo alla tua bellissima descrizione che mi ha sempre sbalordito poter incontrare ad ogni angolo sorridenti e dignitosi vecchietti che sanno perfettamente indicarti la strada giusta da seguire in un inglese oxfordiano e altri cui sembra normale camminare su vialetti di conchiglie per andare a casa.

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  3. Le finestre!! Enormi, tantissime, ti spingono a guardar dentro...Sembra sempre di essere in un presepe..

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  4. Rimango sempre incantato e a bocca aperta quando leggo i tuoi racconti... sei uu mito!!!
    Fabrizio

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