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lunedì 17 giugno 2013

New Kids on the Roc(co)

L'invito, arrivato mesi fa, era in un pomposo inglese: Save The date, diceva, annotati la data, chè quel giorno lì ci sarà un EVENTO.
Ora, da queste parti tra le sonnolente vallate dove viviamo noi campagnols non è che ci sia un'evento ogni giorno. Diciamo un paio all'anno, tre forse, nelle annate più cicce.
Questo prometteva di essere THE evento, l'inaugurazione del Rocco, una mega azienda vinicola, roba da restarci secchi.
Una settimana fa, è la sera: mi vesto accuratamente, inamido i nani, ammiro l'inge nella sua polo migliore e ci avviamo giulivi verso la vallata vicina. Mi rassicura sapere 3 cose:
1) l'evento inizia presto: chi ha due nani parossistici che alle ore 18:30 spaccate inziano a smaniare per la cena sa di cosa parlo;
2) ci saranno anche gli amici Bricchi il cui figlio è il migliore amico del Topolo e ciò garantisce un discreto tasso di buonumore nella prole;
3) ci sarà del cibo. Pronto. Buono. Tanto. Gratis.
Lasciamo la macchina e ci avviamo a piedi per il chilometro che ci separa dal Rocco.
I campi e le vigne sono spazzati dal vento, le spighe ancora verdi si piegano sotto le folate, l'odore di letame è penetrante. Il vicino, giustamente, in vista dell'evento ha concimato tutta la valle. Schersuma nen.
Si sente perfino della musica, so che c'è un gruppo che suona, o forse erano tre, chissà, non ricordo bene. Ripenso a quando è stata l'ultima volta che sono andata a una festa. Una festa vera, di gente sopra il metro, possibilmente non vestita da spiderman o uomo tigre che lancia coriandoli tra i polpacci con il cioccolato attorno alla bocca. Sorrido al ricordo di psichedeliche serate universitarie ai Murazzi, a pogare con i 99posse e poi ai party tra colleghi, anni dopo, e gli aperitivi, e poi...
E poi ritorno in me perchè i bambini saltano tra i filari, inciampano, cadono, poi litigano per chi viene in braccio, prendono un cazziatone e poi ri-saltano nella vigna, uno cade sul letame, ri-prende scamazzatone globale, ri-piange e ri-litiga col fratello. Arriviamo che sono luridi di terra e rossi in viso. Cominciamo bene.
Cerco di rilassarmi. Mi guardo attorno,c'è un sacco di gente, 450 persone dicono. Bei vestiti, belle facce, musica live, bicchieri che tintinnano, risate. Un bel festone campagnol-chic in grande stile,
La cascina e il giardino sono strepitosi, curati, pettinati, ogni fiore al posto giusto, ogni filo d'erba sincronizzato con il vicino, perfino i fichi pendono già dai rami, con mesi d'anticipo.
Ma i nani hanno fame, non c'è tempo per ambientarsi, presentarsi, socializzare, bere un goccio di vino, trovare gli amici.
FA-ME mamma, tanta fame, cosa si mangia mamma, dove andiamo mamma, mangiamo qui mamma, cosa c'è da mangiare, c'è da mangiare mamma? Sì? mamma? MAMMA?!?
Ok. Cerchiamo il buffet.
Mi faccio largo tra la gente, discretamente ma con decisione, permesso signora, scusi, sorry, aò e me fai passà, scusi neh, pardon... ecco il tavolo del cibo, nano resisti, ecco, ci siamo.
Do un'occhiata al buffet, cercando cose commestibili per i bambini e mi si ghiaccia il sangue nelle vene: pane nero alle noci  con miele e formaggio di capra ("che schifo mamma, non mi piace!"), quadratini di polenta e formaggio ("mamma, ho fameeeeee), salame cotto ("mamma gomitoooooo"), polpettone di fagiolini e patate ("ma è verde mamma, non lo mangio io il verde!")
Mi spuntano le lacrime agli occhi. E ora?!? Cosa gli do a 'sti bambini?
Poi vedo della focaccia, le ultime due striscette in fondo a un cesto. Sgomito un signore di Bergamo e glieli sfilo da sotto il naso. Tiè!
- Tò amore, mangia questa,
- Ancora mamma, per favore!
- Non ce n'è più tesoro, ora mi metto qui e aspetto che esca qualcosa dalla cucina, perchè non vai a giocare con il tuo amichetto e tuo fratello nel frattempo?
E così, alle ore 18:45 la nostra festa finisce. Tempo di godimento dell'evento: 7 minuti netti.
Passiamo le successive due ore a:
- aspettare cibo dalla cucina in piedi in coda e raccogliendo nell'ordine: un cartoccio di frittolini, vari pezzi di polpettone biodinamico, 4 fette di salame, due strisce di focaccia;
- fare attenzione a che i bambini non si spingano in piscina e si stampino sulle fichissime piastrelle verdi disegnate da uno stilista giapponese in persona per i ragazzi del Rocco;
- cercare il Ciccionetto che ha la malsana abitudine di infrattarsi nei luoghi più umidi e oscuri della tenuta e ritrovandolo, in sequenza, sotto il tavolo delle tisane, dietro un divanetto in marmo rosa scolpito a mano a forma di lacrima, rotolato in fondo a un prato mentre raccoglieva margherite per me (amore!);
- consolare a turno il Topolo e il suo amichetto che fanno la lotta tra le gardenie e si menano come fabbri.
Riesco a ingoiare qualcosina e perfino a bere un bicchiere di vino.
Mi sembra di ricordare anche due chiacchiere con l'amica Bricca.
Socializzazione: zero
Visita della tenuta e della vigna accompagnata da musica tradionale: zero
Assaggio di tutte le bontà biologiche-tradizionali-agrituristiche della zona: insufficiente.
Alle 20:30 optiamo per una dignitosa ritirata: saliamo sulla navetta insieme ai Bricchi, sfatti dalla stanchezza. Il cd trasmette Living la vida loca, ma va a caghèr Ricky.
Ora 21:10 i bambini dormono.
Ore 22:00 ci imbustiamo pure noi.
Ore 01:12 un urlo del Topolo ci tira giù dal letto: MAMMMAAAAAA HO MALE ALLE ORECCHIEEEEEE tanto male mamma, tanto male, uaaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!
ore 2:00 ospedale, farmacia, antibiotico, febbre, letto, urla, pianto, male, antidolorifico, sonno, fame, stanchezza, disperazione, paura....
Ore 5:00 il Topolo crolla, sfinito, ci addormentiamo.
Ore 6:20, il Ciccionetto si sveglia garrulo, fresco e riposato dopo una notte di sonno.
Inizia un'altra fantastica giornata a casa Campagnols.

4 commenti:

  1. ti leggo per la prima volta e mi sei piaciuta subito..sarà che mi riconosco in pieno nella descrizione dei 7 minuti di socializzazione! quando alle feste ci vorranno andare loro potremmo pensare di restituire il fastidio!
    complimenti per il blog…davvero davvero divertente, andrò in giro a curiosare ma non vedo l'ora di leggere le prossime avventure.

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    1. Benvenuta Veronilla!
      Grazie per i complimenti ti aspetto per le prossime avventure...

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  2. Dici che ormai dovrei saperlo? Non mi do per vinta (cit.)!!!

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