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venerdì 24 giugno 2011

Uomini e pitoni

L'altro ieri, per la prima volta da quando vivo al paese, ho avuto bisogno del calzolaio, per mettere la gomma sotto un paio di scarpe nuove che sembravano trattate con la sciolina.
Il ciabattino, l'unico del paese, si è parecchio evoluto dallo stereotipo che albergava nella mia mente e che prevedeva un vecchino canuto e mansueto, chino sulla sua macchina con le rotelle e il martello in mano per inchiodare le suole.
L'esemplare che abbiamo qui è un vigoroso giovanotto, cresciuto a proteine e cocacola, col gel nei capelli e i muscoli in bella vista.
Orbene.
Entro e c'è una coppia di anziani davanti a me, mi accingo ad aspettare un paio di minuti, quanto mai ci può volere per consegnare un paio di scarpe.
Vigormen prende un paio di sandali dalla vetrina e li mostra alla tipa:
- "Vede, glieli ho fatti fare così, come voleva lei, se le piacciono glieli cucio";
- " Ahhhhh... ma che belli, proprio come li volevo" fa lei, " con il disegno ben in vista!"
- " Invece, quegli altri non vanno bene... ho provato a cambiare la pelle ma non funziona, aspetti che li prendo".
Va di là e torna con delle strisce di pelle di coccodrillo e le appoggia sul bancone:
- " Capisce, non si può fare. La coda è inutilizzabile, noi di solito usiamo la pancia oppure la schiena";
- "Ah, vedo" - fa la signora, "E di pance non ne avete?"
- "Oh certo che sì!" - risponde il proteinato "eccole qui" e prende trionfale un mucchio di pelli di alligatore che erano impilate su una mensola.
Io rabbrividisco.
Ma dove sono capitata?! Mi guardo intorno e solo allora noto con raccapriccio che tutto il negozio è un grande espositore di roba pitonata: portafogli, borse, cinture, scarpe, giacche, pochette, portamonete, sandali, infradito... un grande e grosso rettilario che, incidentalmente, risuola anche le scarpe.
Guardo il palestrato. Lo fisso negli occhi, cercando di scoprire lo sguardo sadico e perverso del cacciatore ma non vedo nulla, il vuoto pneumatico.
Sono indecisa se andarmene, ma proprio in quel momento la coppia esce e io resto lì impalata con le mie scarpucce in mano:
"Ehm, ecco, io vorrei risuolare queste" - dico timorosa, temendo di finire squartata e cucita su una borsa da viaggio;
"Ok" - dice lui, "torni venerdì, arrivederci".
Me ne esco quasi di corsa, gettando un'occhiata alla vetrina ricolma di oggetti alligatoriformi di ogni tipo.
Non potrei scommetterci, ma mi è sembrato di vedere una lingua biforcuta fare capolino da una cintura.

2 commenti:

  1. Ma le risuola con la pancia di coccodrillo???
    Così poi puoi cantare "il coccodrillo come fa...ceva!!!!" ;)

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  2. @ Tri: nooooo... usa il coccodrillo per costruire la scarpa, la tomaia, non la suola ;) Comunque hai ragione: il coccodrillo come fa...ceva?!? (ahia! probabilmente) Ciao

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