Pagine

giovedì 28 gennaio 2010

Think Positive!

Si definisce sindrome del nido vuoto quel particolare stato psicologico che colpisce i genitori nel momento in cui i propri figli (in genere perché si sposano o vanno a vivere da soli) lasciano la loro abitazione. La sindrome del nido vuoto può essere il punto di partenza dei più diversi disordini nevrotici e psicosomatici che spesso si esprimono nei sintomi cosiddetti fisiologici del climaterio. Così avviene la soppressione dei sentimenti di angoscia e di paura, trasformandoli in sintomi che a livello emotivo sono più facilmente accettabili e gestibili. Tutto ciò avviene tramite dei meccanismi di traslazione.

Stamattina, complice la presenza di Nonno Flemma, sono andata a vedere l'unico nido in zona che ha posto e potrebbe prendere il Nanno fra una quindicina di giorni, giusto in tempo per un paio di settimane di inserimento e l'entrata definitiva ai primi di Marzo.
Non ho ancora idea di cosa sarà di me e del mio futuro lavorativo ma, in ogni caso, dovessi rientrare a tempo pieno, almeno saprei dove mandare il mio bimbo.
Che dire.
Il posto è molto bello, caldo, accogliente, i bambini (dai 3 mesi in su) giocavano tranquilli e sereni, seguiti quasi personalmente sia da maestre che ausiliarie.
Ho visitato la sala per le attività, quella del gioco, la cucina, la cameretta per riposare, i bagni.
Tutto bellissimo.
Io avevo la morte nel cuore.
Mi ripetevo che il Nanno si troverà sicuramente benissimo, finalmente avrà qualcuno con cui giocare, altri bimbi da osservare e imitare, altri cibi da assaggiare e tutto il resto.
Ci credo davvero, non me la sto raccontando.
Però lo stesso l'idea di lasciarlo andare, di saperlo lontano da me, "grande", "autonomo" mi faceva venire un groppo in gola.
E tutto questo per cosa, poi? Mah.
Il lavoro che avevo prima mi piaceva da morire, in una scala da 1 a 10 avrebbe meritato sicuramente 100, almeno secondo il mio personale gusto.
Ma adesso, con un bambino e tutti i discorsi di questi ultimi mesi sul mio rientro sinceramente non so cosa sia rimasto di tanto entusiasmo.
Cercherò di essere ottimista, cosa che mi è sempre riuscita benissimo (ah, ah) e di trovare aspetti postivi in tutto questo.
Ha dda passà a nuttata.

7 commenti:

  1. Cara Madda....ora capisci perchè anche io, dopo aver visitato il tuo stesso micronido, ho pianto tutto il giorno....Ma la vita corre.
    Pero' la maestra con cui ho parlato era molto Miss Pony, non trovi? Magari troviamo uno Zio William miliardario che se li prende a cuore (e a me e a te ci risolve qualche problemuccio....:-)
    Mi sa che Topolo e Cucciolo faranno l'inserimento insieme...
    Dai che gliela facciamo!!!!!

    RispondiElimina
  2. cara Madda, bellissima descrizione e grande la tua forza... sono rimasta un po' indietro nei commenti ma rispetto all'ultimo post vedo possibili solo due parole, che iniziano con s e finiscono per i (stronzi o sindacati?)
    coraggio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    silvietta

    RispondiElimina
  3. coraggio madda... ci siamo passati tutti! ho ancora vivo il ricordo del nido di matti e dei miei singhiozzi... la sensazione assurda di un tradimento nei suoi confronti! vuoi un consiglio? fallo portare dal nonno flemma!!! (non sto scherzando!) baci baci lella

    RispondiElimina
  4. Credo che ce la raccontano e ce la raccontiamo. I bambini sembrano felici, ma non sono sicura che nido e tate al posto della mamma alla lunga incidano positivamente sul loro sviluppo. Comunque pensaci bene, anche il lavoro di mamma è bellissimo e di grande soddisfazione. Magari una topola tra un annetto?
    In bocca al lupo

    RispondiElimina
  5. @ Linda: io non ho pianto, anche perchè il Topolo sembrava tranquillo e si è messo subito a giocare però da qui a dire che ero tranquuilla...
    Vedremo. Intanto i nostri bimbi faranno l'inserimento assieme! Mal comune, mezzo gaudio... o no???

    @Resi: grazie cugi, ce ne vuole tanto.

    @ Silvietta: mah... direi che entrambe le parole vanno benissimo!!! Ti farò sapere (nel frattempo, ammiro la "gestione tetris della Pulce, imparerò da voi ;))

    @ Lella: posso immaginare i singhiozzi... non credo che Nonno Flemma potrebbe aiutare, ma glielo chiederò. Se non ce la fa lui che si chiama Flemma... Bacini

    @ MP: guarda, purtroppo il problema è uno solo ( e mi dispiace dirlo, ma è così): i soldi. Se riuscissimo con uno stipendio, altro che nido! E cmq una bella Topola speriamo arrivi presto! Ciao

    RispondiElimina
  6. Lo so, con uno stipendo solo è dura. Ma tra anche lavorare costa, tra nidi, baby sitter, aiuti domestici, trasferimenti, pranzi ecc. non è poco. Certo se poi il lavoro ti piace, non è facile smettere. L'ideale è il part time, peccato che non sempre si riesca a ottenere.
    Baci

    RispondiElimina

Ha detto la sua