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domenica 29 aprile 2007

Noi speriamo che ce la caviamo

Io credo una paura così di non averla mai provata prima. Davvero!
E lo dice una che VIVE nella paura ogni minuto della sua vita, il che è tutto dire, ma questa è proprio diversa.
Fino a ieri, in testa alla classifica c’era il giorno della laurea, seguito a rutoa da quello del matrimonio. E stiamo parlando di due paurone grandissime, di quelle che si coltivano per MESI, di giorno e di notte, che quando finalmente passano ritornano negli incubi come a dirti sta attenta, eh, che posso farti rivivere quel momento ogni volta che desidero.
Ma quelle, come dire, erano paure condivise, paure da mal comune mezzo gaudio, paure da “e che sarà mai ci siam passati tutti”.
Questa no, questa non capita proprio a tutti - tutti, questa è mia, anzi nostra, solo i pazzi, o gli ingenui, se la scelgono.
Quando con Luca guardiamo la nostra CASA ci sentiamo morire. Quando alziamo gli occhi su quelle tegole sbeccate, sui muri crepati e storti, sulle finestre cadenti, su tutto quella TERRA, ci si sciolgono le ossa. E ci prendiamo per mano, e ci teniamo stretti, a farci coraggio e ci parliamo, anche, mamma mia, amore, che paura! Se non ci fossi tu, non l’avrei mai fatto. Neanche io.
E stiamo lì, immobili, stretti uno all’altro, a pensare come faremo, come faremo con i soldi, con i lavori, con il bosco, e se piove e se non piove, e se crolla e se non crolla, e se poi non ci piace stare qui, e se usciamo di testa come Jack Nicholson all’Overlook Hotel che in realtà siamo due di città e la campagna ci farà impazzire.
Ma soprattutto, pensiamo, come abbiamo OSATO avere un sogno così grande, così importante, quale ambizione ci ha mosso, chi ci crediamo di essere?
E' la prima volta che ci sentiamo GRANDI e che, a dirla tutta, ci moriamo di paura.

3 commenti:

  1. Vediamo quali parole sagge faró uscire dal cappello... uhm... Scherzi a parte, lo sai come la penso sulle scelte: voi non potevate scegliere altro. Tutti i vostri desideri, sogni, avversioni ecc. ecc. puntavano in quella direzione. Quindi io non spenderei energia inutile a pensare che avresti potuto fare altrimenti. (Forse l'altra possibilitá era non avere le palle e non farlo e sentirsi ogni giorno deboli e vigliacchi, ma per fortuna avete i caratteri che avete - e tra l'altro anche il carattere non e'una cosa che uno si puó cambiare nel giro di una notte, quindi anche quello era giá determinato, tanto come l'outcome della scelta)
    L' altro coniglio che avrei nel cappello e'questo: metti che dopo qualche anno di vita campagnola, di falcetti e di weekend da muratore, di picnic e di allevamenti di ghiretti e di cinguettii, vi guardate in faccia e vi dite: perché non ce ne andiamo a ovada, a ge nel centro storico, a texel ad allevare pecore, a Roma ecc? Se questo succede, mica crederai che vuol dire che non dovevate andare in campagna in the first place, no? Vuol solo dire che altri desideri, nuova conoscenza ed esperienza ecc. vi porteranno in quel momento in un'altra direzione. Ma non e'mica che ti potrai stare a preoccupare ora per i desideri di tra qualche anno, no?
    Soprattutto: bacini e pat pat!
    Ah aspetta, vedo un 'orecchia di un terzo coniglio. Il futuro sembra pauroso, dice Gabriella, a volte a causa di un effetto-telescopio che ci fa vedere tutte le possibili difficoltá future come apppiattite dalla prospettiva, come se uno le dovesse risolvere tutte insieme. In realtá se le guardi una alla volta sono tutte piuttosto risolvibili, no?

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  2. Non e'vero che sono unavailable, sono: http://chiararobbiano.net!

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  3. Infatti, hai detto bene: non POTEVAMO scegliere altro. E questo abbiamo scelto sapendo, dentro di noi, che era l'unica opzione possibile.
    E so anche, quando guardo ad ogni singolo gradino di questa avventura che è possibile affrontarlo, uno alla volta, passo passo, lentamente.
    Ogni tanto, però lo scoramento ci assale! Ma va bene così.
    Grazie per le sagge parole, tvtb

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