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martedì 2 luglio 2013

Il giorno che la scuola era vuota

Immaginate un paesino su un cucuzzolo.
Il paesino, in pieno stile medievale, ha tutto ciò che non deve mancare a un tipico paesino di cucuzzolo nel Nord Italia: un castello, una chiesa, un piccolo centro storico, la posta, l'alimentari, la farmacia e il bar. La banca no. Ma una giunta che si porta a casa l'impossibile sì, ma non divaghiamo.
Ieri, in un pomeriggio d'estate baciato da un venticello delizioso, suono alla porta della materna.
Una volta.
Due.
Tre, quattro cinque.
Nesssuna risposta.
Guardo atraverso la finestra del primo piano: 15 piccoli lettini sono ordinatamente disposti con il lenzuolino e le federe: vuoti.
Provo a telefonare, ma gli squilli sono vani.
Chiamo la maestra Puffetta al cellulare, nessuna risposta. 
Nessun rumore, nessuno schiamazzo: la scuola è deserta.
Arriva il nonno di Andrea: e dove sono i bambini? mi chiede.
Non ne ho la più pallida idea.
Forse al parco Brontolo? No, ci andavano stamattina.
Forse ai giardini della cantina sociale? No, ci andavano ieri.
Quanti nipoti ha dentro? Uno, mi dice lui. E lei?
Io 2 figli. Ah, fa lui.
Ci sediamo su un muretto, le gambe che dondolano, lo sguardo a terra.
Non sono preoccupata, ci mancherebbe, che cosa vuoi che succeda a Bontalla Morbida, 706 abitanti? Anzi, quei pochi minuti guadagnati, nel silenzio del pomeriggio, tutti per me, senza nessun senso di colpa sono quasi piacevoli.
Arriva la mamma di Claramilla. Poi quella di Matteo.
Alla fine siamo tutti lì, fuori dalla scuola a chiederci che fine hanno fatto 24 nanetti sotto il metro e 10 e quelle sciroccate delle maestre.
Alle 16:40, giulive come  paperelle di stagno, si presentano le 2 maestre, con i bimbi al seguito:
- Eravamo andate a casa della nonna di Milena e Maela, ha un bel giardino, sapete?
Ecco.
Finita la pacchia, bè diciamo che un regalo di 42 minuti di tempo libero non capiterà mai più.
- Volevo dirti - mi dice maestra Puffetta - che oggi abbiamo fatto la battaglia con i palloncini e le pistole ad acqua...
- Oggi?!? Ma non lo sapevo, non ho portato nè il costume, nè l'asciugamano, nè il cambio... nemmeno le pistole ad acqua!
- Eh, infatti il Topolo non aveva nulla
- E come hai fatto?
- L'ho denudato
- Cioè?
- Cioè l'ho spogliato nudo, gli ho dato la pistola di un altro bimbo e l'ho fatto giocare. Poi ho lasciato che si asciugasse al sole
- Gli hai fatto fare la battaglia con i gavettoni tutto nudo? Al parco Brontolo? Ma perchè non mi hai detto che la battaglia era oggi?
- Ma io l'ho detto...
- A chi...
- A TUO/ MIO MARITO! - diciamo all'unisono
- Eh.
- Ah.
- Bè.
- E già.
- La prossima volta lo dico a te
- Sì, la prossima volta lo dici a me.
Ok, ciao. Ciao.
E con l'immagine di un Topolo nudo e glabro che combatte a gavettoni e pistola ad acqua al parco Brontolo con tutto il paese che passa intorno me li porto a casa.
Che bella la vita nei pomeriggi d'estate.

4 commenti:

  1. Fa molto guerriero orientale, però... nudi verso la vittoria.
    Che pacchia le attese inoperose... quanto mi mancano.

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    Risposte
    1. Ci mancava un bel tatuaggio, poi la trasformazione era completa!
      E sì, hai ragione, per ore inoperose sono un regalo prezioso (giornate no, non ne vedo una da anni ;))

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