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lunedì 17 marzo 2008

Ma la torta di riso è finita per veramente


Non mi è tanto chiara una cosa: come mai 5 anni di Psicologia, con i relativi 26 esami, tirocini di ogni tipo, esame di stato finale e chi più ne ha più ne metta, non mi hanno preparato a tutto questo.
Voglio dire: sono pronta, almeno in teoria, a diagnosticare e ad affrontare qualsiasi tipo di disagio emotivo /relazionale / famigliare /psicologico e fisico, tutto, davvero tutto eh (separazioni, incidenti, disastri, guerre, malattie di tutti i tipi, schizofrenie, ribellioni adolescenziali, crisi di mezz’età, tradimenti, depressioni post partum e non, malattie neurologiche, ecc…) ma nessuno mai, in nessun libro e in nessuna lezione mi ha mai parlato della separazione dai colleghi.
Insomma, è previsto che nella vita uno perda amici, parenti, famigliari, congiunti di ogni tipo, ma non i colleghi.
Ohibò.
Ma come, ma ho passato con loro le ultime 11.232 ore della mia vita (contro le 5000 che ho passato con Luca e le 1450 con i miei)!
Ho vissuto con loro fianco a fianco, di giorno, di sera, nel gelo degli inverni sullo Sturla, nell’afa zanzarosa dell’estate, ho condiviso matrimoni, arrabbiature e gioie estreme, mi sono fatta del ridere, e tanto anche, ho chiesto aiuto e consigli, abbiamo messo su gruppi di autoaiuto, di ascolto, di gossip, sono nati bambini e mancati nonni, abbiamo comprato case e macchine nuove, siamo stati all’ospedale, abbiamo preso cinture di karate, aperto società e affittato appartamenti…. e che cavolo ditemi voi se non sono importanti.
Ho subìto un trauma, questo è fuori di dubbio.
E dov’è lo psicologo di sostegno per questi casi? Dove’è la spalla su cui piangere? L’amico confidente che ti tira su di morale?
Mannaggia, sono tutti nel mio ex ufficio!!!
Ragazzi, mi mancate tanto, non so se si è capito.
Sì, va bene, ho portato con me la matita di 3MsC e il temperamatite di Winnie the Pooh, il bianchetto e la chiave per la macchinetta (che non funziona, ma tant’è), epperò non è la stessa cosa. C’è anche il vicino di scrivania che ha ingoiato un megafono e parla a voce altissima, ma non sarà mai come la Agnes; e la ragazza che mi affianca sembra bella incarognita, ma non la metterei mai nel muro dei rognosi; e la mensa (ah, la mensa!) non assomiglia nemmeno di striscio alle lasagnette di Estasi!!!
Uffa.
Uffa, uffa, uffa.
Amici, vi voglio bene. Mi raccomando neh, comportatevi bene e non fate niente che io non farei.
Bacini.

6 commenti:

  1. Madda, ma sai che mi hai fatto scendere una lacrimuccia?
    plin
    Ecco, è caduta...

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  2. ma dai Raffy... la lacrimuccia nuuuu!!!

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  3. Non sono uso usare questi mezzi ma spiace anche a me.
    Dott. Coso

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  4. @dott.Coso: io vorrei invitarti qui, un giorno. Sono sicura che apprezzeresti.

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  5. Ciao Madda,
    la tua mancanza si sente tantissimo e ti capisco, so cosa vuol dire lasciare sturla e trovarsi con persone che non conoscono l'ABC dello sturlese:
    - c'ho una vita da vivere
    - pausina
    - co co bar
    - bulacco, scalding, assembling
    etc. etc.
    p.s. la torta di riso non è finita
    (cerca questa frase su google :))

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