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martedì 29 gennaio 2008

Donna al volante


Ho comprato il mio primo motorino a 20 anni, un CIAO color senape del '73, da un lontano cugino che mi ha elegantemente fregato, facendomelo pagare la bellezza di 600.000 lire. Io e il mio CIAO eravamo coetanei, solo un anno di distanza tra noi, potete immaginare con quanta potenza mi portasse in giro. Vi dico solo che un giorno, un ragazzino vedendomi passare ha detto ai suoi amici "non chiedo troppo, anche un catorcio come questo andrebbe bene!". Sigh.
Anche il nome, CIAO, era appropriato, visto che mi lasciava a piedi un giorno sì e l'altro pure.
Dopo un paio d'anni è stata la volta di una mega VESPA 150, grigia metallizzata, fighissima e potente.
All'epoca abitavo nei vicoli e la mitica VESPA aveva il suo antifurto vivente e personale: la simpatica signorina del primo piano, procace e disponibile, ci si sedeva sopra da mattino a sera, aspettando i suoi "clienti".
A metà dell'Università ho comprato un'altra VESPA 125, bianca, più piccola della precedente: ragazzi, che spettacolo! Con questa mi sono veramente divertita: scorazzavo felice per la Riviera, andavo al mare, a trovare le amiche, ci sono persino andata in Corsica e in Sardegna!
Nel frattempo era arrivata l'epoca degli scooter e, dopo avere rottamato la vespetta, ho comprato uno scooterino 50, color caffellatte, che ho chiamato Piero.
Piero era veramente un fenomeno: andava ad un massimo di 40 Km orari, sferragliando come un ossesso; se pioveva non si accendeva, se faceva freddo, non si accendeva; il tappo della benzina si è arrugginito nel giro di 2 settimane, perciò il più delle volte non si svitava ed era impossibile fare benzina. Inoltre, era basso e chiattone e le mie ginocchia sbatacchiavano sul manubrio rendendo impossibile fare le curve più strette.
Alla fine l'ho rottamato (con il negoziante che mi ha detto: "Ma dove ha comprato quest'alieno?!?" ri- sigh) e ho comprato uno scooter 125 di nuova generazione, stra accessoriato, stra- veloce, comodissimo e potente.
Con questo gioiello, Sasha, sono andata al lavoro ogni mattina, per anni, sotto la pioggia, d'inverno, col gelo, persino con la neve, non mi ha mai mollato, mai una volta. Un grande.
Ma il traferimento al paesino ha messo fine alla mia vita da centaura: dopo 15 anni su 2 ruote ho venduto anche l'ultimo scooter e sono passata alla macchina.
La macchina, questa sconosciuta, che non ho mai considerato un vero mezzo di trasporto; la macchina, che al mattino in scooter quando vedevo le auto in coda pensavo guarda questi fessi (ah, ah) che sono fermi da ore, incolonnati come pecore; la macchina, che quando andavo al mare mi dicevo ma come fanno a stare chiusi in quelle lamiere con questo caldo; la macchina, che con le curve mi fa venire il voltastomaco e in galleria è claustrofobica.
Eppure è questa che guido ormai ogni giorno, su e giù per l'autostrada, per ore, in galleria, con la neve, con la nebbia, sotto la pioggia, nel buio pesto dell'alba, in balia delle raffiche sul Turchino, in coda, tra un TIR e l'altro pregando di non venire spiaccicata.
Guido, guido e scopro che... la macchina è meravigliosa.
Ragazzi, lo so che scopro l'acqua calda, pazienza, ma io non le sapevo mica queste cose!
Che in macchina mi posso pettinare e truccare, che posso bere, mangiare, leggere, ascoltare musica e suonare il taiko; che in macchina fa caldo e posso finalmente mettere la gonna d'inverno e le scarpettine leggere; che in macchina esiste l'aria condizionata e d'estate sono tutti chiusi dentro non perchè sono scemi ma perchè fa più fresco dentro che fuori.
Insomma, a me la macchina piace tanto e pazienza per le code, i dementi sull'AUDI, i camion e gli scooter che mi passano sul cofano: io indietro su 2 ruote non ci tornerei mai mai mai.

3 commenti:

  1. In realtà un mio amico di Torino diceva sempre che il freddo non esiste, esiste solo un abbigliamento inadeguato!

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  2. Rifletto su due piedi (UMIDI per la pioggia): ho letto il tuo post e ho pensato che in realtà io invidio quelli che possono andare in giro in scooter senza far code e passare ore fermi in corso Gastaldi. Parlo di andare in scooter in città, ovviamente. Io devo andare sempre in macchina perchè in scooter con due figli non ci vorrei provare (già con uno soffro di sensi di colpa enormi per tutto il tempo, pensando che se cadessimo...). Ma stamattina, nonostante il tempo grigio, ho fatto violenza sull'ennesima vocina che mi diceva no no non andare in scooter e, dopo averli portati all'asilo (uno io uno il papà)sono faticosamente arrivata in Piazza Dante: 20 minuti di paura, ginkana, pioggia. Ho soccorso due vespisti lunghi distesi in Corso Europa, ho litigato con tre automobilisti e mandato a quel paese due autisti di bus. Hai ragione, sarei stata più felice in macchina o meglio, in bus, almeno avrei letto qualche pagina di quel romanzo che mi piace tanto...

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  3. come per le crocs! C'è voluto del tempo ma ci sei arrivata! B
    rava cugì
    Resi

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Ha detto la sua